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E’
conforme a ciò che ci si aspetta da noi. indispensabile per il bambino imparare ad armonizzare e integrare
ed influenze dell’ambiente
costantemente le aspirazioni ed i bisogni individuali con richieste socio-relazionale
e culturale.
La sfida che dovremo affrontare sin da bambini sarà quella di adattarci progressivamente alle norme sociali
ed ai modelli di comportamento senza perdere l’autenticità che caratterizza ognuno di noi. L’adattamento
all’ambiente viene ottenuto sia tramite continui aggiustamenti motori che con un aumento della
consapevolezza di sé nel mondo grazie alla scoperta progressiva delle proprie emozioni, dei sentimenti e di
quella motricità propria di ognuno di noi.
La comunicazione e l’espressione autentica nel bambino vengono favorite anche dallo sviluppo di una buona
percezione temporale. Con la dimensione del tempo il bambino è chiamato a rapportarsi fin dai primi giorni di
vita; man mano che cresce sperimenta con maggior consapevolezza la successione degli eventi fino ad
organizzare nel tempo la sua vita quotidiana e ciò avviene grazie ad un adeguamento progressivo del suo
“tempo vissuto” al tempo contingente imposto dall’esterno.
Nel periodo dai tre ai sei anni è importante lasciare il bambino libero di sperimentare, di scoprire e di
confrontarsi con limiti spazio-temporali, indispensabili per una buona padronanza della motricità. In questo
modo gli viene assicurata la possibilità di esprimersi attraverso la motricità che gli è propria e di acquisire
armonia fino a raggiungere il massimo dell’eleganza gestuale.
Nazionali per i Piani Personalizzati delle Attività Educative nelle Scuole dell’infanzia si
Dalle Indicazioni che evidenziano l’importanza dell’espressività e comunicatività corporea in questa
individuano alcuni stralci
fascia di età; essi affermano che - questa scuola è un ambiente educativo che integra in un processo di
sviluppo unitario le differenti forme del fare, sentire ..., - richiede un clima caratterizzato da simpatia e curiosità,
- esclude impostazioni scolasticistiche, ma riconosce essenziale la relazione personale tra pari e con gli adulti
e la valorizzazione del gioco in tutte le sue forme. Inoltre - si premura che i bambini acquisiscano atteggiamenti
di sicurezza, di stima di sé e di fiducia nelle proprie capacità. - Mette il bambino nella condizione di produrre
messaggi, rielaborare, comunicare e di dimostrare capacità di immaginazione, creatività.
Nella scuola dell’infanzia diventano obiettivi specifici di apprendimento nei bambini dai 3 ai 6 anni: la
costruzione e il rafforzamento dell’autonomia e dell’identità; la capacità di muoversi spontaneamente e in modo
guidato; il controllo dell’affettività e delle emozioni in maniera adeguata all’età; parlare, descrivere, raccontare,
dialogare con i grandi e con i coetanei; utilizzare il corpo e la voce per imitare, riprodurre inventare suoni.
A tutti gli operatori della scuola dell’infanzia si consiglia di utilizzare proposte motorie che consentano di
sviluppare al meglio le potenzialità del bambino e di soddisfare il bisogno innato di muoversi, scoprire ed
da vivere in forma il più possibile globale. E’ quindi preferibile proporre:
esprimersi con situazioni-problema
giochi funzionali che sono utili allo sviluppo delle abilità motorie e stimolano la realizzazione di automatismi
motori; giochi di immaginazione e di immedesimazione in personaggi in quanto sollecitano la fantasia, la
creatività e la funzione simbolica; giochi di espressione libera che hanno lo scopo di sviluppare la naturale
ritmicità del bambino e di consolidarne l’affettività grazie all’espressione di emozioni, sensazioni. Quando
quest’ultimi sono supportati dalla musica scatenano reazioni emozionali molto coinvolgenti.
Molto importante è la scelta della musica, in quanto sarebbe opportuno privilegiare brani che si avvicinano alla
ritmicità tipica del bambino, oppure suggerire proposte musicali accompagnate dal canto e abbinate a temi
sono importanti per lo sviluppo dell’affettività e delle relazioni sociali
specifici. I girotondi e le danze cantate dell’insegnante e al canto che li accompagna e colora di gioia.
grazie al carattere collettivo, alla partecipazione
Quando i bambini avranno familiarizzato con esperienze di tipo musicale e acquisito una certa disponibilità
corporea si può proseguire l’iter educativo con attività di espressione corporea, ossia la ricerca di sé stessi
attraverso il recupero della spontaneità. Con il supporto musicale si chiede ai bambini con movimenti, globali
Si può completare l’attività
o segmentari, di creare fantasiosamente vissuti motori in armonia con la musica.
con la presa di coscienza dei ritmi musicali, riprodotti con il battito delle mani e/o l’uso
di espressività corporea
di strumenti sonori. Secondo Le Boulch ogni azione percettiva va preceduta da una fase dedicata
all’aggiustamento globale in cui si presenta la propria ritmicità rapportata ai ritmi esterni. Quando il ritmo
personale e quello esterno sono in accordo viene percepito un senso di benessere. Successivo
all’aggiustamento potremo dedicarci ad un lavoro percettivo secondo una gradualità:
- scelta di un brano musicale
- presa di coscienza della linea melodica
- presa di coscienza delle variazioni della melodia
- aggiustamento e presa di coscienza del tempo
- aggiustamento e presa di coscienza delle accentuazioni presenti nella musica
- aggiustamento e percezione delle pause e dei tempi vuoti
- interiorizzazione dei tempi e chiedere ai bambini di muoversi sulla cadenza anche senza musica
- percezione del tempo con il metronomo
- abbinamento metronomo-strumenti sonori
- associazione metronomo-battito delle mani o strumenti sonori con spostamento nello spazio.
Qualunque proposta di educazione percettiva alla scuola dell’infanzia deve partire da situazioni ludiche e
metodologico deve essere selezionato dall’educatore in relazione alla
motivanti. Il percorso tipologia di bambini
a cui è indirizzato.
Quindi l’espressività corporea sia che si manifesti attraverso attività di libera espressione o di gioco aiuta ad
esprimersi nel modo più autentico. L’azione educativa alla scuola dell’infanzia deve orientarsi verso lo sviluppo
della spontaneità e della naturalezza proprie del bambini di questa età.
l’ingresso alla scuola primaria
Dai 6 agli 11 anni: può comportare stati di ansia e disagi che possono causare
problemi di comprensione. L’approccio all’apprendimento della scrittura e della lettura costituisce un momento
della crescita molto delicato e particolare in quanto il successo scolastico rappresenta, nella nostra cultura, un
vero e proprio riconoscimento sociale. L’esperienza del successo consente di affrontare con motivazione e
disponibilità il futuro; l’insuccesso può invece avere ripercussioni sull’affettività e sulla motivazione
all’apprendimento. L’efficacia del progetto educativo nella scuola primaria può dipendere anche da quanto è
stato fatto alla scuola dell’infanzia.
Alcune situazioni di aggressività o passività si ritiene abbiano le le loro radici nell’insuccesso scolastico dei
di scolarizzazione e siano dovute principalmente all’aspetto
primi anni affettivo-motivazionale. Le difficoltà
scolastiche accumulate a partire dalla scuola primaria, conducono il futuro adolescente a sentirsi inadeguato
rispetto all’ambiente e tale insuccesso tende ad indebolire il sistema energetico-effettivo. Da qui le situazioni
di apatia/passività o all’estremo opposto le reazioni di aggressività o mancanza di controllo.
Le esperienze vissute con il proprio corpo rappresentano la via privilegiata per la costruzione di condizioni
pregresse indispensabili all’acquisizione del linguaggio scritto e parlato e della capacità di padroneggiare il
proprio corpo, e le attività motorio-educative costruiscono nel bambino di questa fascia di età le basi per la
realizzazione di un percorso scolastico motivante che porta alla strutturazione nel giovane di un’identità
culturale e sociale. Gli scambi con l’altro implicano l’organizzazione della sua motricità in funzione della
comunicazione. La forte motivazione che spinge ogni bambino a farsi accettare dal gruppo unita ai piaceri di
e diventare insieme prendono il sopravvento sull’iniziale sensazione
fare, giocare, di disagio derivante dalla
rinuncia alla libera espressività individuale. Con il passare degli anni il bambino incomincierà ad interessarsi
di attività ludiche orientate al risultato della relazione piuttosto che alla libera espressività individuale.
Con il passare degli anni il bambino comincerà ad interessarsi di attività ludiche orientate al risultato della
relazione piuttosto che all’espressività fine a se stessa. Il bambino ama molto giocare insieme agli altri, ma
orientati all’antagonismo.
spesso è messo a confronto con modelli socio-culturali
Quindi è necessario rivolgere un messaggio al mondo dello sport in parte responsabile di alcune situazioni
che si riscontrano nell’infanzia e nell’adolescenza: sport agonistico precoce, selettività in tenera età, …
positivo e trainante per la crescita dell’uomo.
Lo sport deve essere inteso come fenomeno socio-culturale
Bisogna quindi sostenere la logica dello sport educativo ed abbandonare il concetto di sport agonistico-
antagonistico.
Nella fascia 6-11 anni si passa ai giochi di gruppo, giochi guidati, giochi di regole nei quali il bambino può
misurarsi con se stesso e vivere l’esperienza di gruppo. presenza dell’educatore in queste attività è
La
determinante per prevenire e limitare le situazioni che possono ostacolare la cooperazione tra gli allievi.
Dalle Indicazioni Nazionali della Scuola Primaria si legge che:
l’esperienza è l’avvio di ogni conoscenza;
- l’alfabeto dell’integrazione affettiva della personalità e
- la scuola primaria insegna a tutti i fanciulli pone le basi
per un’immagine realistica;
è l’ambiente educativo di apprendimento
- nel quale ogni fanciullo trova le occasioni per maturare
progressivamente le proprie capacità di autonomia, relazioni umane, esplorazione;
- è consapevole che ogni dimensione simbolica che anima il fanciullo e le sua relazioni familiari e sociali è
inscindibile dalla sua corporeità;
favorisce l’acquisizione delle
- varie modalità espressive di natura