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2.1 IL PENSIERO PEDAGOGICO DI GENTILE
L'attualismo è la filosofia elaborata da Giovanni Gentile che muove dall'atto di pensiero come
principio unico e fondante di tutta la realtà. Gentile fu ministro della Pubblica istruzione tra il '22 e
il '24 varando la Riforma della scuola del '23.
per Gentile la pedagogia si fa scienza solo se diventa filosofia, poiché il processo di svolgimento
della vita spirituale, che è l'oggetto specifico dell'educazione, è definibile e comprensibile solo fuori
da ogni dualismo e meccanicismo. La vera pedagogia scientifica è quella che pensa l'educazione, e
l'uomo che ne è il protagonista, in termini di spirito, di sviluppo dialettico e di unità, attraverso il
principio della sintesi a priori. La vera scienza è solo la filosofia, come la vera educazione è solo
autoeducazione.
Gentile considera la scuola come il luogo specifico dove si compiono processi di formazione
spirituale e considera la didattica alternativa a quella di tipo naturalistica. L'obiettivo della scuola,
che Gentile riduce al rapporto tra maestro e allievo, è di rimuovere ogni dualismo e di affermare
l'unità della vita spirituale in svolgimento che si compie all'interno di ogni vero atto educativo.
Maestro e scolaro si unificano nella concreta vita dello spirito che si realizza nel processo formativo
della lezione. Tale unità si compie attraverso l'affermazione della centralità dell'insegnante, della
sua cultura e della sua autorità dovuta al grado più alto di sviluppo della spiritualità che egli, come
adulto, ha raggiunto, mentre il fanciullo nella sua concretezza e reale identità, con i suoi bisogni ed
interessi, risulta emarginato. La scuola di Gentile è la scuola del maestro e della cultura e non la
scuola del fanciullo e dei suoi bisogni. La lezione che egli teorizza è vicina a quella tradizionale,
lezione di cultura e lezione dalla cattedra giustificata dal principio della comunicazione spirituale.
Gentile venne elaborando una concezione originale dell'infanzia, che fissò negli studi del '22, '23
presentati come “preliminari allo studio del fanciullo”. In essi Gentile distinguer 3 tipo di fanciullo:
il fanciullo eterno che si incontra in qualunque età della vita e che si può ritrovare anche nel proprio
animo; il fanciullo fantoccio che è quello costruito dalla psicologia dell'infanzia e che appare come
fanciullo mitico; il fanciullo reale esistente in carne ed ossa, creatura viva e bisognosa di cure e che
deve essere il vero argomento di studio di una filosofia dello spirito. Il fanciullo reale è artista e
sognatore; è rivolto verso il gioco, dotato di volontà ed autonomia; è oggetto e soggetto, cioè quella
individualità che contiene il limite e la legge nel proprio seno.
Secondo Gentile la religione diventerà il principio di orientamento ideale della scuola; la molla
intensiva di ogni processo di apprendimento è la dialettica della vita spirituale che si ritma secondo i
3 momenti dell'arte, della religione e della filosofia. L'arte occupa un posto centrale
nell'insegnamento, specialmente elementare, ed è vista come un elemento costitutivo della umana
personalità. Essa è imprescindibile da ogni processo educativo. La religione è il momento
dell'oggettività e pone davanti al processo dello spirito una legge, una verità che esso deve rispettare
ed alla quale deve adeguarsi. Ogni insegnamento deve strutturarsi secondo uno di questi 3 principi e
realizzare l'unità della vita spirituale.
Con la concezione pedagogica gentiliana da un lato si riafferma l'assoluta centralità della figura del
maestro e della lezione passiva e dall'altro si riduce la pedagogia a filosofia, distaccandola da quelle
scienze che essa era venuta postulando come propria base e proprio sostegno.
2.2 LA PEDAGOGIA DEL NEOIDEALISMO ITALIANO
Calogero intende reintrodurre, all'interno del principio idealistico dell'educazione come
autoeducazione, il dualismo tra maestro e scolaro, quali soggetti morali che si vengono unificando
mediante un dialogo che li conduce uno verso l'altro. L'unità presuppone la dualità. Calogero
sviluppa anche un recupero della pedagogia come tecnica e della didattica come processo specifico,
distinto dalla dialettica dello spirito. L'educazione religiosa viene ricondotta ad un piano etico, nel
quale si valorizza l'apertura e la dedizione verso gli altri.
Ferretti si è mosso verso un recupero di precise istanze del positivismo, quale l'autonomia e la
necessità di uno studio psicologico dell'infanzia, poi verso il materialismo storico, il neopositivismo
e una psicologia scientifica del fanciullo.
Capitini ha rivendicato l'autonomia dell'esperienza religiosa e la sua superiorità.
Giuseppe Lombardo Radice, nato a Catania, partecipò a battaglie sindacali per il movimento della
scuola, fu collaboratore di Gentile; dopo il 24 i suoi rapporti con il fascismo di rompono e assume
posizioni antifasciste. Radice è legato alla concezione dello spirito come svolgimento attivo e
dinamico, pensato in termini filosofici e caratterizzato come un processo autoeducativo. Lo spirito
diviene in Lombardo Radice comunione di spiriti e vita di relazione e per il soggetto umano esso
diviene un compito piuttosto che un dato. Sul piano politico Radice insiste sui problemi sociali e
sulla rivendicazione di un ruolo educatore dello Stato.
L'aspetto fondamentale della riflessione di Radice resta quello rivolto alla didattica della scuola
primaria e pre-elementare. Essa si caratterizza come una didattica viva e come una critica didattica,
che opera contro l'eccessiva specializzazione, ma che pur riconosce una specifica funzione a questo
tipo di riflessione sull'atto educativo.
La didattica neoidealistica di Radice, in primo luogo, reclama che la figura del maestro si apra alla
collaborazione con il fanciullo, collocandosi sul piano dell'universale, del comune spirito umano. Il
maestro è come un punto di confluenza dell'umanità passata e futura; si sente spirito creatore. In un
secondo luogo tale didattica postula una nuova concezione della lezione intesa come una ricca e
complessa unità organica che si collega con tutti gli atti educativi. Essa è un ciclo di atti che implica
la ripetizione ma che vuole che questa sia una lezione nuova, un atto creativo e comunicativo. In
terzo luogo, c'è una concezione dell'infanzia, vista come un'età creativa e attiva, intensamente
affettiva e rivolta ad una conoscenza magica del mondo. Il fanciullo è poeta, in lui è forte la
fantasia.
Radice dà molta importanza all'educazione artistica, valorizzata nel canto e nel disegno, e
all'educazione linguistica, vista come il baricentro di tutto l'insegnamento e nella quale viene
valorizzata l'originalità e la sincerità.
Il modello di scuola che Lombardo Radice venne teorizzando prese il nome di scuola serena, una
scuola di tipo attivistico che poneva al centro l'espressione artistica e la collaborazione spirituale tra
maestro e scolaro. Tale scuola deve vivere intensamente i valori religiosi, legandosi alla tradizione
religiosa, che in Italia è quella cristiano-cattolica. Radice riconosce la funzione essenziale dei corsi
di specializzazione in cui venga riconosciuto un ruolo formativo professionale anche alla psicologia
e alla didattica.
Codignola occupa un posto caratteristico nella storia dell'attualismo pedagogico, poiché porta avanti
una critica dei principi autoritari e astratti di tale orientamento, come nella pedagogia italiana
contemporanea, poiché attraverso di lui si realizza uno spostamento culturale, che riguarda il
passaggio da un'egemonia dell'idealismo ad una fase caratterizzata dalla presenza del pragmatismo
americano.
3. TRA PRAGMATISMO E STRUMENTALISMO: LA PEDAGOGIA DI JOHN DEWEY
Dewey è stato il più grande pedagogista del '900. il suo pensiero pedagogico si è diffuso in tutto il
mondo e ovunque ha operato una profonda trasformazione,alimentando dibattiti e un rilancio della
pedagogia al centro dello sviluppo culturale contemporaneo nei vari paesi, come è avvenuto in Italia
nel secondo dopoguerra. Dewey è stato anche un grande filosofo che ha sviluppato la lezione del
pragmatismo americano.
Dewey nel '97 pubblica “il mio credo pedagogico”. La sua filosofia si articola intorno ad una teoria
dell'esperienza, vista come l'ambito dello scambio tra soggetto e natura, scambio attivo, che
trasforma entrambi i fattori e che resta costantemente aperto, poiché caratterizzato da una crisi, da
uno squilibrio sul quale interviene il pensiero come mezzo d ricostruzione di un equilibrio, ma
sottoposto a sua volta a nuove crisi e a nuove ricerche di ulteriore equilibrio. All'uomo e alla sua
intelligenza creativa che è affidato lo sviluppo ed il controllo dell'esperienza, attraverso l'uso della
logica, definita come teoria dell'indagine e caratterizzata dal metodo scientifico e dai suoi principi
della sperimentazione, della generalizzazione e dell'ipotesi, della verifica; metodo che deve divenire
il criterio di comportamento intellettuale di ogni ambito dell'esperienza.
Anche all'arte, all'immaginazione e alle sue procedure simboliche, viene affidato un ruolo
fondamentale per la crescita della esperienza e per attuare uno sviluppo intelligente, creativo ed
organico di essa.
Un ruolo centrale occupa la riflessione politica, che ruota intorno al principio della democrazia,
vista come la forma più avanzata ed attuale ma che deve essere costantemente costruita attraverso
un'opera di educazione scolastica.
Nelle opere che Dewey ha dedicato al problema educativo, si viene elaborando una pedagogia
attenta ai problemi della società industriale moderna, come pure alle istanze di promozione umana
tipiche della pedagogia contemporanea. La pedagogia di Dewey si caratterizza:
1- ispirata al pragmatismo e ad un permanente contatto del momento teorico con quello pratico, in
modo che il fare dell'educando divenga il momento centrale dell'apprendimento;
2- intrecciata con le ricerche delle scienze sperimentali, alle quali l'educazione deve ricorrere per
definire i propri problemi;
3- impegnata a costruire una filosofia dell'educazione che assume un ruolo importante anche in
campo sociale e politico, in quanto ad essa viene delegato lo sviluppo democratico della società e la
formazione di un cittadino dotato di una mentalità moderna, scientifica ed aperta alla
collaborazione.
Nella prima grande opera di Dewey “scuola e società”, egli fissa i caratteri fondamentali del proprio
pensier