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BRAVER
È un progetto finanziato dal Programma LIFE della commissione Europea. L’obbiettivo principale è
promuovere l’adozione di misure di semplificazione normativa (“regulatory relief”) a livello europeo,
nazionale e regionale, a favore delle organizzazioni certificate, al fine di incentivare la diffusione degli
schemi di certificazione ambientale volontaria. In particolare, il Progetto mira a dimostrare che una
“migliore normazione” nelle policy ambientali è possibile se gli schemi di certificazione volontari, come la
registrazione EMAS e la certificazione ISO14001, sono effettivamente e proattivamente considerati nello
sviluppo di nuove norme, così come la revisione di quelle esistenti.
Alcune misure adottate in Toscana sono:
- Riduzione IRAP LR dicembre 2010 n65 art119 (proroga riduzione IRAP per EMAS del 3,5% per
ISO14001 del 3,85%
- LR luglio, 2009, n40 legge regionale di semplificazione, riduzione dei tempi per i procedimenti
amministrativi per le imprese EMAS e ISO14001
- Numerose iniziative di finanziamento sia a livello regionale che locale (camera di commercio): delib.
C.R. n64 del 22/6/2004, dec. Dirig. n1250 del 31/3/2008
- Provincia di Firenze ed alcuni comuni della provincia: riduzione del 5% della TIA (deliberazioni n133
del 21 dicembre 2004)
Le certificazioni ambientali
1. Il greenwashing e la comunicazione ambientale
2. Le certificazioni dei prodotti e le relative dichiarazioni
3. LCA e PEF strumenti per offrire garanzie
4. Il concetto di economia circolare... nuova sfida per il mercato
si parla di greenwashing quando certe aziende, ma anche certe istituzioni pubbliche comunicano con
un’immagine la loro attività in cui l’aspetto ecologico è esagerato rispetto alla realtà. Ad esempio, quando
si lascia intendere che un’auto elettrica non ha alcun impatto ecologico, mentre un impatto c’è e riguarda
la produzione di elettricità o la produzione dell’auto stessa. O ancora quando i grandi produttori di petrolio
o di gas mettono in primo piano, nelle loro pubblicità, le loro ricerche sulle energie rinnovabili.
Green claims
In Italia, uno studio IdM-Sant’Anna e IEFE Bocconi analizza 13.500 annunci pubblicitari su carta stampata e
rileva che 9,8% di essi sono Green Claims, confrontato con il 5,7% nel 2002. In UK l’incremento dei Green
Claims è triplicato tra il 2006 e 2008. In Francia si attesta intorno9 al 5-6%.
Le tendenze dei consumatori
• Esiste sensibilità ambientale nei cittadini?
• L’ambiente è considerata una priorità?
• Il cittadino è disposto ad attivarsi per raggiungere l’obbiettivo di un ambiente più pulito?
• Il comportamento d’acquisto è un modo in cui scegliere di attivarsi?
Etichette tipo 1 (es.Ecolabel)
Si presentano come un marchio ecologico (tipicamente simbolo o logo identificativo) che segna la migliore
performance del prodotto sotto il profilo ambientale rispetto a tutti quei prodotti concorrenti che non
possono vantare lo stesso riconoscimento. L’elemento distintivo di questo tipo di certificazioni di prodotto
è quindi la selettività, ovvero il fatto che il marchio venga assegnato soltanto ai prodotti con le performance
ambientali migliori all’interno di una certa categoria, sulla base di standard di qualità predefiniti
(normalmente sotto forma di indicatori di prestazioni).
Etichette tipo 2 (es.Carbon Footprint: emissione gas serra)
Gli environmental claims costituiscono delle asserzioni ambientali “auto-dichiarate” da parte dell’azienda
produttrice in merito a specifiche caratteristiche ambientali del proprio prodotto. Questo elemento
rappresenta il connotato distintivo di questa tipologia di “etichette” previste dall ISO, che le differenzia
nettamente dalle altre due, in quanto consente all’azienda di scegliere a priori un ambito di valorizzazione
delle prestazioni ambientali del proprio prodotto e si imperniare la propria strategia di comunicazione
ambientale rivolta al cliente/consumatore su quest’unico vantaggio ambientale.
Etichette tipo 3
Cosiddette “dichiarazioni ambientali di prodotto” o “Ecoprofiles”, basate sulla norma ISO14025, lo scopo
della norma è fornire uno schema di riferimento per lo sviluppo di EPD certificabili. Dichiarazioni che
contengono una quantificazione dei potenziali impatti ambientali associati al ciclo di vita di un
prodotto/servizio. Sono le piu diffuse di oggi, è uno standard internazionale, (es Barilla) ci sono regole di
come misurare gli standard richiesti (prodotti che si possono consumare) per ottenere l’EPD esiste uno
studio, che controlla tutti i dati dell’azienda, vendono inseriti in un software che li processa e da 16 numeri
che dicono quanto è l'impatto per un’unità di prodotto, i risultati vengono pubblicati. Tipo la Granarolo.
Quali informazioni alla base delle comunicazioni ambientali
L’analisi LCA (alla base delle etichette di tipo 2 e 3)
1. Aumenta la consapevolezza del consumatore sugli impatti ambientali di un prodotto
2. Fornisce un’informazione chiara, scientificamente solida e comprensibile migliorando la
trasparenza della comunicazione effettuata dall’impresa
3. Permette al consumatore di comprare le prestazioni presenti in etichetta sul prodotto
4. Permette una validazione di parte terza rendendo l’informazione maggiormente attendibile
contribuendo alla ricostruzione di un rapporto fiduciario tra impresa e consumatore
L’analisi del ciclo di vita
La LCA è una metodologia di valutazione, fondata su un approccio multi-criteri per misurare le prestazioni
ambientali di un prodotto o di un servizio lungo tutto il suo ciclo di vita.
Il product environmental footprint
Il metodo PEF è stato reso pubblico con la Raccomandazione della commissione 2013/179/UE del 9 aprile
2013 relativa all'uso di metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso
del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni.
«Le regole di categoria relative all’impronta ambientale dei prodotti (PEFCR) sono un’estensione e
un’integrazione necessarie degli orientamenti più generali per gli studi sulla PEF (…). Quando saranno
definite, le PEFCR svolgeranno un ruolo importante contribuendo ad aumentare la riproducibilità, la
qualità, la coerenza e la pertinenza degli studi sulla PEF.»
Il progetto PREFER
• Dimostrare l’efficacia della metodologia europea dell’impronta ambientale (PEF) in diversi settori
• Superare il problema delle limitate risorse umane e finanziarie a disposizione delle PMI facendo
leva sull’approccio di cluster
• Condividere una serie di strumenti, metodi e risorse a supporto delle PMI a livello di cluster
• Supportare le PMI nell’applicazione della metodologia PEF e migliorare le performance ambientali
dei loro prodotti
Dalla sostenibilità all’economia circolare
“L'inquinamento è una manifestazione di spreco economico e comporta l'utilizzo inutile ed inefficiente
delle risorse. In molti casi, le emissioni sono un segno di inefficienza …. La società deve sforzarsi per ridurre
gli sprechi e massimizzare i profitti condividere gli stessi principi di base,tra cui l'uso efficiente delle risorse”.
Aspetti principali dell’economia circolare:
• Design del prodotto
• Riduzione dei rifiuti (materie plastiche, alimentari)
• Valorizzazione dei rifiuti
Concetto dell’Eco innovation
è una modalità di produzione o valorizzazione di un prodotto, processo produttivo/organizzativo o servizio,
che risulti nuovo per l’organizzazione (che lo sviluppa o adotta) e, rispetto alle alternative disponibili,
comporti una riduzione dell’inquinamento e dell’uso delle risorse nell’arco dell’intero ciclo di vita.
Esempi:
- Innovazioni che producono maggiori benefici per l’ambiente sono nella gran parte dei casi “radicali”
(vs. incrementali)
- Gli investimenti nei processi di innovazione “radicale” hanno bisogno di certezze, o perlomeno di
stime fondate, sulle performance ottenibili
- La LCA può costituire uno strumento di guida e di supporto alla decisione di investimento
Industria 4.0
Le rivoluzioni industriali hanno sempre comportato effetti evolutivi talora persino dirompenti sulla
produttività.
1) La prima
• la tecnologia ha moltiplicato la forza
• la produzione si sgancia dalla forza fisica, umana o animale.
2) La seconda
• la tecnologia moltiplica la scala
• l’energia elettrica allarga le dimensioni dei mercati e mette a disposizione un’energia che può
essere facilmente trasportata.
3) La terza
• si è avuta grazie a tecnologie che moltiplicano la velocità
• le informazioni possono essere processate e gestite in modo più rapido
Ogni rivoluzione ha generato conseguenti cambiamenti organizzativi che, a loro volta, hanno determinato
guadagni di efficienza e di ricchezza.
La quarta
È stata resa possibile dalla disponibilità di sensori e di connessioni a basso costo; si associa a un impiego
sempre più pervasivo di
• dati e informazioni
• tecnologie computazionali
• analisi dei dati
• nuovi materiali
• macchine, componenti e sistemi automatizzati
• digitalizzati e connessi (internet of things and machines).
Con la quarta rivoluzione industriale si ha la diffusione di nuove tecnologie (digitali e non), il comparto
industriale sta vivendo una profonda trasformazione dei meccanismi attraverso cui ha storicamente
prodotto:
• Valore
• Innovazione
• Benessere.
La quarta rivoluzione investe nel processo produttivo, in termini di
• Efficienza
• Produttività
• il funzionamento di intere catene del valore
consentendo una crescente integrazione dell’impresa con le reti di fornitura e sub fornitura a monte e i
clienti, intermedi e finali, a valle abilitando infine una rivisitazione anche profonda dei modelli di business e
degli approcci al mercato, accrescendo la capacità di interconnettere e far cooperare tutte le risorse
produttive (asset fisici e persone, sia all’interno che all’esterno della fabbrica), sfruttando un nuovo fattore
produttivo: i dati e le informazioni
Le tecnologie abilitanti il paradigma 4.0
Sono molteplici e sintetizzabili in tre ambiti:
1. Disponibilità di dati digitali e analitica dei Big Data
2. Robotica e automazione avanzata
3. Connettività spinta
1. Disponibilità di dati digitali e analitica dei Big Data
L’elaborazione e l’analisi di quantità enormi di dati (big data) a costi sempre più bassi (sensor