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ONORATO CARI
Aveva un solo figlio maschio PIERO, mentre aveva cinque figlie: TOMMASA, MARIA, CHECCA, MADDALENA E GINEVRA. Nel aprile del 1465 nozze di Ippolita, figlia del duca Francesco e l'erede al trono di Napoli Alfonso d'Aragona. Arrivati trionfanti a Firenze la casa di Giuliano Vespucci fu uno dei punti chiave nell'apparato di accoglienza al sodalizio Sforzesco aragonese. Ancora una volta il legame tra il Vespucci e gli aragonesi appariva perfettamente congruo ad assecondare le mire politiche della famiglia medici.
LE AMBIGUE CONTROVERSIE DEL POTERE: IL CASO DI PIERO DI GIULIANO DI LAPO VESPUCCI
Tra Firenze e il dominio Piero unico figlio di Giuliano presto avviato all'attività mercantile. Egli partecipò all'esecutivo: priore, Dodici Buoniuomini, Gonfaloniere di compagnia. Nel 1463 il capitano di una delle galee dirette verso l'oriente. Spiccata aspirazione verso la dimensione politica e verso l'entourage mediceo.
Laurenziano. Sposato con CATERINA DEI BENCI il cui padre era GIOVANNI DI AMERIGO DEI BENCI uno dei collaboratori più in vista del governo di Cosimo. Alla morte di Cosimo nel 1466 ci fu un primo tentativo di rovesciamento del regime. PIERO DEI MEDICI bando e arresto immediato per i principali responsabili della congiura. Piero Vespucci si fece subito ostile ai congiurati assolutamente a favore del ripristinato status quo mediceo. Negli anni a venire per favore mediazione suoi confronti si ridusse. Curava per Lorenzo rapporti con i venditori di cavalli, promuoveva le raccomandazioni, si faceva l'attore dell'istanza di terzi. 1467 viaggio per mare come Patrono della galera Ferrandina. 1469 podestà a San Gimignano. Reclutato in un'ambasciata a Napoli per conto della Repubblica, per convincere FERRANTE D'ARAGONA a siglare la lega con Milano e Firenze. Tra le conseguenze titolo onorifico di Cavaliere ottenuto il 18 giugno del 1470 dal duca di Calabria e ratificato di li
A poco dal Comune di Firenze. Da Scarperia come Vicario del Mugello. Nucleo di lettere le linee dominanti della comunicazione tra lui e Lorenzo il magnifico passavano attraverso reciproche richieste di raccomandazioni e favori. Piero si vede costretto, sempre su intercessione del Magnifico, ad accordare protezione a due sospetti assassini. A Piero non era consentito disattendere. Scambio reciproco anche se non necessariamente all'apari. Vespucci arrivava perfino accettare in giudizio la promessa con cui Piero di Cosimo sembrava essersi impegnato a garantirgli un eterno benestare. Piero non riuscivo a mandare giù il fatto di essere stato spodestato, nella benevolenza del Magnifico, del ramo dei Vespucci. Rapida guerra contro Volterra. Vespucci inviato per conto dello stesso Lorenzo a conferire con JACOPO III APPIANI, Signore di Piombino. Vespucci infatti era legato all'Appiani da una certa familiarità personale. Certissima familiarità univa l'Appiani agli gli.
aragonesi. Se lo Strozzi, già alla fine degli anni 60, era un prezioso tramite della cultura fiorentina con Napoli, tra i fiduciari che gliene fornivano i mezzi vi era Piero Vespucci. Piero Vespucci nei domini sforzeschi 4Piero gli aveva inviato solo figlio Marco e forse per l'abilità di Marco, forse perché ormai da tempo la prospettiva di levarselo definitivamente ritorno iniziava ad essere negli auspici di Lorenzo Pierovenne inviato a servire come podestà dei domini del Nord. Amicizia tra il Sanseverino e Vespucci. 1474 raggiunta a Bologna dove l'attendeva il SANSEVERINO e GIOVANNI BENTIVOGLIO. Visita a Milano del sovrano di Danimarca, il Vespucci riusciva a mettere in piedi per Lorenzo un affresco esaustivo capace di rendere egregiamente conto di una Milano granducale addobbata in pompa magna. Il Vespucci si proclamava fermamente deciso ad andarsene a Bologna: la podesteria di Milano si era rivelata troppo onerosa per i costi di mantenimento che.comportava. Confronti del magnifico un risentimento perché rifiutava di concedere quelle cariche pubbliche che tanto impetrava. Seleziona la podesteria di Bologna meno sicura: il podestà di Bologna qui sarebbe dovuto subentrare si mostrava intenzionata a prolungare di un altro semestre il proprio mandato. Così ricorreva l'intervento dell'onnipotente magnifico Lorenzo. Tramite l'influenza che Giovanni Tornabuoni poteva esercitare sul pontefice. Rapporti tra Lorenzo e il pontefice si erano guastati almeno da un anno. Comprensibile tutelare le esigenze personali di Piero Vespucci non rientrasse tra le imminenti priorità del magnifico. Infatti ricevette un mese di silenzio e disse che la sua scarsa attenzione da dato da un problema di salute. Piero dovete fare uno sforzo e reagire in maniera composta al disinteresse di Lorenzo. L'elezione alla podesteria di Bologna era in sospeso a causa della guerra che il pontefice aveva mosso contro Città diCastello durante l'estate. Riuscì comunque a farsi confermare l'ufficio a Bologna i primi di novembre e diventò podestà di Bologna.
Il periodo bolognese. Podestà di Bologna. Alleanza che Firenze aveva recentemente stipulato con Milano e Venezia.
Nel dicembre del 1474 era venuto a mancare il principe di Salerno, ROBERTO DI SANSEVERINO, zio del noto condottiero Roberto Sanseverino d'Aragona.
La giostra bel luogo comunque con l'agognata partecipazione del Saneverino al 28 gennaio; e sono in questa occasione che GIULIANO DEI MEDICI, fratello minore del magnifico prese parte con lo stemma di Venere che recava l'effigie della nuora di Piero Vespucci, SIMONETTA CATTANEO.
Il 10 febbraio da Bologna, Piero riproponeva il suo interlocutore la richiesta di raccomandazione per messer LUCIDO DE MASTINI DA MANTOVA. Piero cercava di fare intendere al magnifico, e che il mastini, grato a Lorenzo e fedele alla sua politica, oltre ad essere un progetto del Sanseverino.
Esercitavano certa influenza sull'operato del signore di Bologna di quegli stesso avrebbe potuto giovarsi. A Bologna il Vespucci rimase come podestà tra il 1474 al 1476. Piero tutelare le sorti di un personaggio decisamente ambigua: BALDINOTTI, pistoiese esiliato a Bologna e cliente di Lorenzo, coinvolto nella congiura dei pazzi che avrebbe sostenuto la ribellione di Pistoia Firenze in combutta con gli aragonesi di Napoli. A Lorenzo Piero aveva scritto finora come si è visto per motivi più svariati. Stavolta Piero scrisse per comunicare al magnifico l'intenzione di rimanere a Bologna per un altro semestre. Dovendo pagare i membri del suo staff e trovandosi a corto di denari Piero chiedeva Lorenzo una garanzia per poter riscuotere del contante. Promettendogli la restituzione dell'anticipo in tempi brevissimi anche tramite l'ausilio di suo figlio Marco. Sebbene dimostrasse di volersi conservare fedele a Lorenzo, si iniziava a percepire con
fastidiol'ambivalenza che muoveva la scelta del Vespucci avendo familiarità con gli aragonesi. Breve parentesi fiorentina Come di Marco cominciava a comparire spesso nelle lettere di Piero. La carriera politica fu per lui ancora meno soddisfacente che per il padre. 1468 si sposò con Simonetta Cattaneo, la donna proveniva da un'antica famiglia di mercanti genovesi stabilitisi a Piombino. Marco si trovava già vedovo. Lettera tra Lorenzo e Piero la salute di Simonetta che era molto cara al fratello Giuliano. Lorenzo decise di inviare personalmente uno dei suoi medici di fiducia per garantire le cure migliori. Piero consapevole di quanto le cure per la nuora fossero costose era altrettanto certo della loro inutilità, ma era soprattutto il rischio di essere tacciato di ingratitudine del suo benefattore che lo tormentava. Se la malattia della nuora era il pretesto ideale per tenere in vita l'amicizia a cui però era fortemente interessato, e dalla quale ilmagnifico non poteva facilmente esentarsi, prolungarnel'agonia nel rischio di doversi operare di un esborso imprevisto non rientrava nelle spese che glipoteva permettersi.Dall'amicizia alle Stinche. Il carcere e l'esilioPrimavera del 1478 - sangue d'aprile - congiura dei pazzi dove Giuliano perse la vita. Piero fu unadelle vittime e fu accusato di aver favorito la fuga di un congiurato NAPOLEONE FRANZESI,personaggio della cerchia dei pazzi alla quale lo stesso Piero era legato per affari.Arresto di Piero. A suo svantaggio legame con la corona d'Aragona il tempo non più favorevole aimedici.Il 25 settembre del 1478 Piero scrisse a Lorenzo dal carcere delle Stinche dove ormai da cinquemesi si trovava rinchiuso in attesa di giudizio.Consapevole che solo lui doveva il fatto di non essere stato impiccato come gli altri congiurati, ilprimo pensiero andava alla gratitudine.La richiesta di Piero però rimase senza risposta e torno a scrivergli maNeanche in questo modo il magnifico sembra muoversi a compassione. Nel giro di pochi giorni le condizioni di salute di Piero peggiorarono e tornò a scrivere a Lorenzo il 13 gennaio.
I figli di Piero, Marco e Ginevra, facevano le spese della sventura politica del padre. A Lorenzo scrisse il figlio Marco durante i primi tempi di prigionia del padre, prima ancora che questo cominciasse a inviare al magnifico le sue richieste di grazia, poche righe ambigue, ispirate dalla volontà di raccomandargli il caso del genitore ma anche dalla necessità di prenderne le distanze, per la propria incolumità personale.
Anche la figlia Ginevra scrisse al magnifico una lettera dai toni commossi. Fu soprattutto per l'intervento del re di Aragona dopo che fu conclusa la pace con Lorenzo nel 1480 che Piero fu liberato. Marco risposato con COSTANZA DI RECCO CAPPONI, subì gli stessi pochi giorni dopo il padre lontano e l'esilio dal quale ottenne, come lui, la revoca solo nell'aprile.
1480. Una seconda vita a Lugano
Piero liberato il 30 aprile 1480 condannato all'esilio perpetuo e il 2 giugno dello stesso anno anche il confino gli venne condonato. Decise di andare a Milano per un esilio volontario. Il 6 agosto del 1480 replicava una lettera dell'amico BENEDETTO DEI a cui fino all'ultimo aveva sperato di poter rispondere a voce.
Veste di capitano a Lugano nel 1481. Fitta rete epistolare con Benedetto. L'amicizia tra Piero e il PULCI datava perlomeno alla fine degli anni 60 del 400. Anche da parte del Pulci il legame era forte.
1481 Piero era al culmine del suo soggiorno luganese e progressivo deteriorarsi dell'amicizia con il pulci. Tu del 1481 non è dato di sapere se Piero fosse a conoscenza della scelta del San Severino di sostituirlo proprio con l'amico poeta. Piero sembrava essersi lombardi dato anche troppo e il suo nuovo protettore era Sanseverino. Una volta perduta l'incarico milanese si era prospettato un posto a Pavia di scarso
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