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ARIA

VARIAZIONE (danza)

VARIAZIONE (virtuosismo)

→ inizia e voce successiva comincia a rispondere alla precedente all'unisono sul-

VARIAZIONE (canzone) la stessa nota (es inizio 'do', seconda voce 're', ecc...)

VARIAZIONE

VARIAZIONE

VARIAZIONE

ARIA

♫ Variazione 30 Quod Libet fissato su due canzoni popolari.

(1685 – 1759)

GEORG FRIEDIRICH HÄNDEL

Händel spicca per il suo internazionalismo e per la sua predilezione per l'opera teatrale → sintesi lingui-

stica con assorbimento ed elaborazione dei modelli. Inizia il suo apprendistato musicale come organista

nella città Natale di Halle, poi si trasferisce ad Amburgo dove diventa cembalista e violinista nel suo

teatro (primo teatro pubblico tedesco). Nel 1705 fa il suo esordio con Almira, come operista, e con la

Passione Secondo Giovanni, come compositore di musica sacra.

Dal 1706 al 1710 si trasferì in Italia su invito di Ferdinando de'Medici. Fu un viaggio molto importante

perché gli permise di entrare in contatto con i più importanti esponenti e di assimilare i tratti stilistici,

inoltre si cimentò con i principali generi sacri e profani incidendoci la sua personalità creativa →

capacità di infondere vigore drammatico.

♫ Cantata per Basso Continuo e Due Violini ''Spande ancor a mio dispetto,, e si apre con un'aria con

da capo e poi recitativo secco in settenari e endecasillabi sciolti. Si tenta di sottolineare i sentimenti con

la musica, detto madrigalismo. Ha la stessa struttura delle opere e degli oratori. Scrive in italiano.

George Ludwig, che poi diventerà Giorgio I d'Inghilterra, lo assume alla sua corte di Hannover dove fa-

rà il salto di qualità. A Londra al momento si cercava di creare un genere teatrale proprio (non erano

ancora in contatto con il genere italiano) ispirandosi al masque. Quando Händel esordì nel 1711 al

Queen's Theatre con Rinaldo ebbe un successo clamoroso, affermandosi come operista sulla scena

londinese per trent'anni. Le opere di Händel hanno un'articolazione interna determinata da una conca-

tenazione di recitativi e arie con occasionali deroghe → se in Italia poteva comporre per cantanti di gri-

do, in Inghilterra aveva solo una stella di punto, ma anche la possibilità di utilizzare un coro (-→ influen-

ze dall'opera francese) + i libretti di Händel si basavano su opere già collaudate. Händel eccelse per la

sua capacità di reinventare l'aria col da capo rendendola capace di esprimere sentimenti anche molto

forti + grande talento drammaturgico + inventore di stacchi improvvisi tra una scena e l'altra + utilizza-

zione di soluzioni fastose e ardite.

Dal 1728 prese però piede la Beggar's Opera (l'opera del mendicante), con scene parlate, ballate e in

inglese, mentre Händel scriveva ancora in italiano → molto più popolare dell'opera aristocratica italiana

→ inizia il decadimento del genere → nel 1714 abbandona il teatro d'opera e scrive oratori, reinventan-

doli: senza costumi, in inglese, fatto nei teatri e usando il coro come fulcro del senso drammatico. Nel

1742 esce con il Messiah dove non ci sono personaggi ma sono solo battute con versetti del vecchio e

del nuovo testamento.

♫ Messiah è in tre parti: la prima preannuncia la venuta del Messia, nella seconda c'è la glorificazione

del Messia e nella terza ci sono gli effetti del Messia sulla terra. La sinfonia è un ouverture alla Lully

adagio – allegro. Ebbe successo perché il pubblico colse dei contenuti metaforici: esaltazione del popo-

lo inglese e del potere monarchico sotto la metafora del popolo ebraico e della sua invincibilità sotto la

protezione di Dio (Israel in Egypt).

Scrisse anche altri tipi di musiche, come le suites concepite come apparato sono en plein air in occa-

sione di un corteo reale sul Tamigi (Water Music, 1715) e per i fuochi d'artificio per la pace di Aix – la –

Chapelle (Fireworks Music, 1749).

LA MUSICA DALL'ILLUMINISMO AL ROMANTICISMO

1. Cultura, musica e società nel Settecento

Evento del secolo fu la Rivoluzione Francese (1789) che segna il passaggio dalla tradizione feudale al

mondo moderno → spostamento del baricentro produttivo dalle attività agricole a quelle commerciali +

nasce l'idea e si sviluppa il concetto di dignità umana pari a tutti → nasce la filosofia Illuminista (esalta-

zione dei valori di emotività quotidiana individuale come l'affetto e la sensibilità) + movimento dello

Sturm und Drang (come gli Illuministi, ma con maggiore attenzione agli aspetti irrazionalistici → nascita

del Romanticismo).

Anche in musica c'è la stessa dualità:

• Armonia: apportatrice di razionalità, universale, sempre uguale

• Melodia: apportatrice di emozioni e sentimenti, particolare, variabile, soggetta al gusto

individuale e popolare

Lo stesso dibattito avviene tra melodramma e strumentale:

• nel melodramma, la poesia, la parola, la trama e l'azione scenica rappresentano la garanzia di un

elemento identificabile. È il genere largamente dominante, soprattutto quello del melodram-ma

italiano d'opera seria o comica. Aveva luogo o nel teatro pubblico o nel teatro di corte.

◦ Il tea-tro pubblico era un'impresa economica che su basava solo sulla vendita dei biglietti o

sull'affitto dei palchetti → legato alle esigenze di mercato, teneva di conto della moda e dei

mutamenti di gusto del pubblico + aperto alle sperimentazioni.

◦ Il teatro di corte era più cauto ad accettare le novità e aveva un repertorio più tradizionale. Il

livello degli spettacolo era però nettamente superiore proprio perché non era legato da inte-

ressi economici

• la musica strumentale, più agile e meno costosa, non aveva dei luoghi deputati al suo ascolto →

occupava gli interstizi liberi della società. I palazzi nobiliari rimangono comunque la sede primaria

→ molte famiglie altolocate potevano permettersi un'orchestra privata e stipendiata (alcuni casi

divennero delle eccellenze nazionali). Le occasioni per cui componevano variavano di corte in

corte e di situazione in situazione, alcuni membri della famiglia si dilettavano in musica e

chiedevano al compositore di preparare brani con cui esibirsi ma che erano anche didattici. La

novità del secolo furono le sale da concerto: il musicista era pagato a prestazione con accesso ad

un pubblico di intenditori e amatori → repertorio specifico che prestava ad un ascolto fine a sé

stesso.

2. Il Teatro d'Opera in Europa

L'opera seria era il melodramma di genere più nobile che aveva protagonisti altolocati, o appartenenti

alla storia, al mito o alla bibbia. L'amore era la forza matrice di tutti gli eventi e il dovere morale era im-

portante ma spesso incompatibile con il legame amoroso, ma il lieto fine era d'obbligo → il musicista

doveva inserire un certo numero di arie, distribuite ai vari interpreti in base alla loro importanza e ai vari

tipi di sentimenti e situazioni. I sentimenti approfonditi con le arie erano sempre gli stessi → arie erano

trasferite da un'opera all'altra con semplici riadattamenti. Il racconto e l'azione erano portati avanti dal

recitativo, secco (recitazione più rapida con pochi accordi di clavicembalo) o accompagnato

(recitazione più ariosa e con più strumenti).

Intorno al 1730 molte delle arie operistiche italiane erano col da capo → struttura: due parti con due

strofe poetiche distinte e due melodie diverse, dopo la seconda parte la prima era ripetuta e stravolta

con i virtuosismi del cantante → qui si vedeva il successo o meno dell'aria. Con il passare del tempo,

l'aria diventa sempre più complessa → la prima parte si articola in sezioni diverse elaborando i suoi te-

mi e con passi virtuosistici, riducendo il da capo a sezioni finali e diminuendo il numero delle arie. I me-

lodrammi erano incentrati su un meccanismo astratto, reso ancora più estraniante dalle voci dei

castrati. Inizia a sentirsi necessaria una forma di razionalizzazione.

(1668 – 1750)

APOSTOLO ZENO

Fu uno dei primi in questo processo. Era un poeta cesareo presso la corte viennese e operò per ridurre

gli abusi e ridare dignità artistica al genere. Il libretto doveva mirare ad una maggiore compattezza nel-

la trama e alla coerenza tra arie e recitativi, eliminando scene estranee a queste, come le scene comi-

che. L'obbiettivo era quello di recuperare la dignità della tragedia antica ma adattandola alle esigenze

pratiche dello spettacolo → aria impostata alla fine dell'episodio narrato (dopo i dialoghi in recitativo) +

lieto fine doveva avere insegnamento morale.

(1698 – 1782)

PIETRO METASTASIO

Continuò questa riforma per la quale viene ricordato come il più grande librettista del '7oo (27 libretti

riadattati per 9oo opere). Era uno dei principale componenti dell'Arcadia e del circolo di Corelli e diven-

ne poi poeta della corte imperiale a Vienna dal 1730. Metastasio ridusse il numero delle arie (non più

o

3 ) e il numero di cambiamenti di scena, più attenzione all'intreccio per avere un'alternanza regolare tra

personaggi e arie. Inoltre ogni libretto era diviso in tre atti, i personaggi erano seri e ben delineati nei lo-

ro caratteri, il lieto fine era d'obbligo, ciò che andava avanti l'intreccio era un gioco di coppe tra potere e

amore. I recitativi e le arie vengono canonizzati con la metrica → recitativi: settenari alternati a ende-

casillabi in versi sciolti + arie: solo con un metro e rimati. I suoi libretti che ebbero più successo sono:

Didone Innamorata, Catone in Utica, Artaserse, Attilio Regolo, Adriano in Siria, Achille in Sciro, la Cle-

menza di Tito e Semiramide. La successione standard era: recitativo, aria, recitativo, aria, … dove il re-

citativo era per almeno due personaggi, invece l'aria era per il personaggio solista che dopo usciva di

scena in modo da caratterizzare il personaggio → nascono vari tipi di arie: di rabbia, di sdegno, di

caccia (corno), di guerra (tromba), di sonno, in catene, di confronto (con paragoni naturalistici), di bra-

vura (per esaltare le capacità del cantante), di sortita (presentazione dei personaggi), di sorbetto (sem-

plice e allegra) e di baule (propria di ogni artista).

Tra il 1720 e il 1740, i conservatori napoletani istruiscono giovani napoletani, spesso poveri, creando

così una linea di continuità stilistica che durò per più di 1oo anni. Nel frattempo era esploso da Napoli, e

poi in tutta Europa, la nuova moda dell'opera buffa. Già erano presenti commedie e musicali ma erano

molto rare. Erano invece frequenti personaggi buf

Dettagli
A.A. 2014-2015
40 pagine
8 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/07 Musicologia e storia della musica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marta.checcucci di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della musica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Moppi Gregorio.