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I MACCHIAIOLI:
spesso accenti sentimentali di cui sono un esempio le Spigolatrici. Dopo il Congresso di Vienna solo il Granducato
di Toscana in Italia vive una propria autonomia politica e culturale nonostante il granduca Leopoldo II sia legato dinasticamente agli
Asburgo; fin dagli anni 40 del 1800 quindi, Firenze è una delle capitali culturali + libere ed attive d’Italia e dunque vi si radunavano
: l’anima intellettuale di questo gruppo era Martelli,
moltissimi artisti ed intellettuali, soprattutto al Caffè Michelangelo
probabilmente il primo a teorizzare la macchia in opposizione alla forma; Signorini propose invece di adottare il termine
Macchiaioli accettando con ironia un aggettivo che la stampa del tempo aveva coniato ai fini denigratori. Il movimento
: dato che le nostre percezioni visive avvengono grazie alla luce, ogni
macchiaiolo si sviluppa in questo ambiente tra il 1855-67
nuova pittura che miri al realismo doveva necessariamente riprodurre la sensazione stessa della luce; poiché la luce non
viene percepita in sé ma solo attraverso le modulazioni dei colori e delle ombre, x restituire pittoricamente l’effetto luce
bisogna impiegare colori variamente graduati; visto che il nostro occhio è colpito solo dai colori, la pittura deve cercare di
ricostruire la realtà x masse di colore ed il modo + semplice x riuscirvi è quello di impiegare appunto le macchie; il
disegno scompare mentre le macchie possiedono una corposità tale da rendere i dipinti massicci e ben strutturati. Scelta
dei temi, con un’attenzione rivolta al vero così come appariva dall’osservazione del quotidiano.
G. FATTORI: Fu il maggiore pittore italiano del 1800; nato a Livorno frequenterà presto il Caffè Michelangelo ed aderì al movimento
macchiaiolo che rappresenta la possibilità di conseguire quei risultati di verismo pittorico che sono alla base di ogni tipo di
. Temi che rappresentano la vita militare ed il lavoro dell’uomo; indaga le situazioni + quotidiane,
manifestazione artistica
meno appariscenti e x questo spesso + dolorose e reali: i suoi soldati sono spesso contadini/operai strappati al lavoro ed
agli affetti e costretti a combattere; rappresenta anche contadini al lavoro sotto il sole faticando e soffrendo. La stessa
attenzione x l’osservazione della figura umana, viene riservata alla natura ed agli animali. Campo italiano alla battaglia
di Magenta: (1861; Firenze) vince un concorso in cui bisognava rappresentare le principali battaglie risorgimentali,
rappresenta il mesto ritorno dei feriti e non il momento eroico della battaglia; non può definirsi ancora macchiaiola in
quanto disegno e chiaroscuro vengono usati secondo le regole accademiche, ma lo sfondo e le macerie ancora fumanti
sì e anche la ricerca verista pare essere condotta senza concedere nulla al sentimentalismo romantico. Soldati francesi
del ’59: qui i tratti distintivi della pittura macchiaiola sono riconoscibili dove sono rappresentati otto soldati e un ufficiali in
attesa; abbandona il tradizionale chiaroscuro preferendo accostare pure e semplici macchie di colore di tonalità ≠; il
dipinto, sviluppato in larghezza, è organizzato x semplici fasce di colore sovrapposte: ocra - terreno, grigiastra - muro e
azzurra pallida - cielo. I personaggi sono individuati in maniera sintetica, con veloci pennellate di colori quasi puri messi
in risalto dallo sfondo neutro. In vedetta: dove la prospettiva è data dalla parete mentre l’ocra della pianura si confonde
con l’azzurro violaceo del cielo. Le figure del soldato e del cavallo in primo piano si stagliano sullo sfondo giallastro del
muro, mentre gli altri due cavalieri sul fondo equilibrano il dipinto quasi perseguendo idealmente la prospettiva della
parete; vi sono forti contrasti di macchie che danno la sensazione di un’immobile e sonnolenta giornata afosa. Bovi al
carro: stessa quiete estiva, è rappresentato un carro trainato da una coppia di buoi sullo sfondo di una campagna
maremmana; l’orizzonte è realizzato x campiture di colore sovrapposte in fasce mentre la profondità prospettica,
enfatizzata dalla larghezza del dipinto, è sottolineata anche dal viottolo che solca la campagna; la composizione,
squilibrata verso dx rende il senso della vastità degli spazi, paesaggio e figure si controbilanciano in modo perfetto,
senza che l’uno prevalga sull’altro. Lo staffato: rappresenta con crudo realismo una scena di gran movimento in cui un
cavallo, forse spaventato da uno sparo, si lancia in galoppo trascinandosi dietro il suo cavaliere che, disarcionato e ferito
è rimasto con un piede impigliato in una staffa; diviso orizzontalmente in due fasce che tendono a fondersi lungo
l’orizzonte; contro il cielo opaco la criniera e la coda del cavallo si stagliano con grande violenza. La rotonda di
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Palmieri: (1866) piccola, rappresenta signore benestanti che fanno i bagni di aria di mare. Organizzato x fasce di colore
sovrapposte x meglio suggerire il senso di immensità dell’orizzonte. Abbandona il chiaroscuro accostando pure e
semplici macchie di colore di tonalità ≠, accordate x assonanza (caldo-caldo) o dissonanza (caldo-freddo). S. LEGA: si
converte alla macchia nel 1861 e predilige temi di soggetto quotidiano rispecchianti la società piccolo borghese dell’epoca; attraverso
piccole e insignificanti cose di tutti i giorni ci restituisce il travaglio e la complessità sociale di un’intera epoca, nella difficile fase di
transizione da una società agricola a quella industriale. Canto dello stornello: 3 signorine cantano mentre una accompagna col piano;
vengono tratteggiate con naturalezza e attenzione allo studio delle espressioni e l’armoniosa composizione dell’insieme. Pergolato
rappresenta 3 signorine che si intrattengono con una bambina, all’ombra di un pergolato, in attesa che la cameriera porti loro il caffè.
L’IMPRESSIONISMO: ~ inizio nel 1874, quando alcuni giovani artisti le cui opere erano state + volte rifiutate dalle principali
esposizioni ufficiali, decisero di organizzare una mostra alternativa dei loro lavori che si risolse in un vero e proprio fallimento ma grazie
ad essa il gruppo ebbe il nome con cui sarebbe poi passato alla storia, la stagione impressionista terminerà nel 1886. Nel 1870 la
Francia proclama la sua terza repubblica, favorendo l’ascesa di una borghesia moderata e conservatrice la quale instaura una politica di
rigida difesa dei propri interessi di classe; anche Parigi consolida il suo aspetto borghese e festoso arricchendosi di stazioni ferroviarie,
matura una nuova
teatri, musei, casinò e caffè, i quali invadono gli enormi marciapiedi dei boulevards; ovunque novità e progresso;
corrente artistica, l’Impressionismo che si sviluppa in maniera anomala rispetto a tutte le altre correnti artistiche: • non è
un movimento organizzato e si costituisce x aggregazione spontanea, senza manifesti o teorie che ne spieghino temi e
finalità ma grazie ai giovani con voglia di fare ed insofferenti verso la pittura ufficiale, che iniziarono ad unirsi in un locale
parigino, il Cafè Guerbois; • è privo di una base culturale omogenea in quanto gli aderenti provenivano da esperienze
artistiche e realtà sociali molto diverse; • ≠ modo di porsi in rapporto con la realtà esterna: tutto ciò che percepiamo
attraverso gli occhi continua oltre il nostro campo visivo, ne segue una quasi totale abolizione della prospettiva
geometrica (no imprigionare gli spazi della rappresentazione con il reticolo prospettico + no disegno netto e meticoloso);
ciò che conta è l’impressione che un determinato stimolo esterno suscita nell’artista, il quale opera una sintesi tesa ad
eliminare il superfluo x cogliere la sostanza delle cose e delle situazioni, nel tentativo di ricercare l’impressione pura.
Teorizzano l’assoluta inesistenza del colore locale in quanto ogni colore non esiste di x sé ma solo in rapporto agli altri
che ha vicino; è poi la luce a determinare in noi la percezione dei vari colori e l’esperienza quotidiana ci insegna che ogni
colore ci appare + o meno scuro in relazione alla quantità di luce che lo colpisce. Sul piano tecnico questo fine viene
perseguito in vari artifici: • abolizione del disegno e delle linee di contorno; • abolizione di forti contrasti chiaroscurali; •
dissolvere il colore proprio degli oggetti in accostamenti di colori + puri (la pittura impressionista vuole darci conto di
questa estrema variabilità dei colori con la maggior immediatezza possibile); • pennellate date x veloci tocchi virgolati, x
picchiettature, x trattini e macchiette con l’uso di pochi colori puri, ad esclusione del bianco e nero (nel rappresentare le
sensazioni che la realtà suscita dentro di lui deve essere il + veloce possibile nell’esecuzione del dipinto); • predilezione
a dipingere all’aria aperta rifuggendo dagli atelier. Gli i. cercano di rendere il senso della mobilità delle cose nei loro
dipinti: ricorre spesso il tema dell’acqua che non si ferma mai (gli artisti possono sbizzarrirsi nel riprodurne le mille
possibili increspature di colore attraverso la giustapposizione di colori puri percependoli come colori omogenei di
intensità e brillantezza superiori a quella dei colori già preparati). I temi rappresentati sono i + disparati in quanto non era
importante cos’era narrato ma come era narrato; x la maturazione dell’impressionismo ha giocato un ruolo importante
l’invenzione della macchina fotografica (in quanto tale metodo di riproduzione della realtà li aiutava a cogliere dettagli ed
aspetti che l’occhio umano poteva non essere sempre in grado di percepire) e anche la diffusione delle stampe
giapponesi (che si collegavano ad una antica cultura nipponica da sempre + sensibile ai colori ed ai volumi, con un uso
di un disegno semplice, privo di drammatizzazioni chiaroscurali e la stesura x campiture di colore, che trasfiguravano il
soggetto in una dimensione immobile e fiabesca, al di là dello spazio e del tempo).
E. MANET: Nato a Parigi nel 1832, il padre lo fa imbarcare x Rio Janeiro x distrarlo dalle sue inclinazioni artistiche e avviarlo ad un
altro tipo di a carriera; il viaggio si rivela molto stimolante x la sua maturazione artistica e i genitori non possono che accettare la cosa;
comincia la sua formazione nel 1850 e nel frattempo svolge una serie di viaggi in Olanda, Germania, italia; nel 1861 conosce Degas
con cui stringe una forte amicizia e nel 1869 realizzerà i suoi primi disegni en plein air. Raggiunge una grande fama ma nonostante ciò
molto spesso i Salons rifiutano le sue opere e non parteciperà direttamente alla prima esposizione degli impressionisti. Negli anni
successivi soffrirà spesso di crisi depressive e inizia una progressiva paralisi degli arti inferiori dovuta all’evoluzione della sifilide
Colazione sull’erba: (1863; Parigi)
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