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Sulla superficie superiore (stilobate) di
una piattaforma, sopraelevata rispetto al
terreno circostante, per mezzo di pochi
gradini (crepidoma), si elevava la
struttura del tempio, caratterizzata
dalle colonne. La disposizione delle
colonne determina la classificazione dei
tipi di pianta del tempio greco, che ci è
stata tramandata da Vitruvio (De
architectura.):
• Naos : si tratta della cella di forma rettangolare alla quale si accede tramite una porta. Il
tempio a Naos è la tipologia più semplice di tempio. E’ l'ambiente che ospitava
l'immagine della divinità (una statua di solito), i bottini di guerra e simbolicamente era
la casa del dio stesso; per questo era proibito entrarvi, vi accedevano regolarmente soltanto
alcuni tipi di sacerdoti.
• Tempio in Antis : era caratterizzato dalla presenza, sulla facciata, di due colonne tra due ali
di muro, chiamate ànte, che prolungano in avanti le pareti laterali della cella.
Naos/ cella
• Tempio a Figura Tempio in
doppio Antis : si
Antis
tratta del
tempio in Antis precedente con l’aggiunta di due colonne anche sulla parte retrostante
del tempio, sempre tra due ali di muro che prolungano la cella. 29
Figura Tempio a doppio
Antis
• Tempio Periptero : e circondato da un solo giro di colonne lungo tutto il perimetro del
tempio. Si crea così un porticato continuo chiamato peristasi. Figura Tempio
Periptero
• Tempio Pseudoperiptero : si indica una tipologia in cui le colonne perimetrali, quelle che
.
compongono la peristasi sono sostituite da semi-colonne addossate al muro della cella
Figura Tempio
• Tempio Diptero : Consiste in un doppio
colonnato che circonda l'intero perimetro in
modo che ogni colonna della serie interna sia
perfettamente allineata alla corrispondente colonna
della serie esterna. 30
Figura Tempio
Diptero
• Tempio Pseudodiptero : presenta due file di colonnati che circondano tutto il perimetro
del tempio. Si differenzia del tempio diptero in quanto la prima fila di colonne che
circonda la cella è formata da semicolonne addossate alla parete della stessa.
Figura Tempio
Pseudodiptero
• Tempio a Tholos : Se poi la pianta, invece di essere rettangolare, è circolare, il tempio
prende il nome di tholos, per similitudine con la pseudocupola micenea o di periptero
circolare. In tal caso il nàos assume forma cilindrica e la peristàsi si trasforma in un
porticato circolare. Figura Tempio a Tholos 31
• Tempio Monoptero : o a Tholos Periptera, è infine l'unico, insieme a quello a tholos, ad
avere una pianta non rettangolare. Esso ha forma circolare ed è circondato da una sola
circonferenza di colonne (mònos, solo). Caratteristica unica che lo differenzia da tutti gli
altri templi è il fatto che in esso non vi è nàos, e l'ara con la statua del dio è dunque posta al
centro del colonnato. Figura Tempio Monoptero
• Tempio Prostilo : Il tempio pròstilo ha, in genere, la stessa pianta di quello in antis, soltanto
che davanti alle ante e al nàos si ergono quattro o più colonne. Tra le ante e le colonne viene
così a crearsi una specie di porticato. Il numero delle colonne sul fronte anteriore è variabile
in relazione alle dimensioni del tempio il quale si può definire: tetràstilo (tèttares,
quattro); esàstilo (hèx, sei); eptàstilo (hepta, sette); octàstilo (oktò, otto); ennàstilo (ennèa,
nove); decàstilo (dèka, dieci). Figura Tempio Prostilo 32
• Tempio Anfiprostilo : E' il raddoppiamento di quello pròstilo. In esso, infatti, vi sono due
colonnati: uno anteriore, di fronte al prònao, e uno uguale, posto sul retro.
Figura Tempio Anfiprostilo
Tetrastilo
Gli Ordini architettonici
L’ordine architettonico è la più grande novità che i Greci introducono nell’arte del costruire e
risponde a una profonda esigenza concettuale nell’architettura greca: quella di eliminare qualsiasi
forma di casualità nella realizzazione di un edificio. Esso consiste in una serie di regole geometriche
e matematiche che fissano forme e dimensioni delle varie parti che compongono il tempio in modo
che tutti gli elementi dell’edificio siano in rapporto proporzionale fra di loro e con l’insieme. Tre
sono gli ordini architettonici impiegati dai Greci: il DORICO, lo IONICO e il CORINZIO.
Ciascuno di essi presenta caratteristiche formali proprie e ben definite. Ciò che li accomuna è l’uso
di una serie di rapporti proporzionali, di accordi armonici e di regole geometrico - matematiche tali
da renderli il fondamento stesso dell’arte del costruire.
• Ordine dorico :
Caratterizzato da proporzioni massicce e da una rigorosa semplicità di forme, è il più antico e 33
maestoso dei tre. I primi esempi documentati risalgono all’inizio dell’epoca arcaica. Le sue
principali zone di diffusione sono il
Peloponneso, la Magna Grecia e la Sicilia.
Il tempio dorico poggia su un crepidòma in
pietra, un massiccio basamento costituito da
tre o più gradini con la funzione di
sopraelevare l’edificio, separando
simbolicamente la residenza degli dei dal
livello terreno.
La parte superiore del crepidòma prende il
nome di stilòbate e costituisce il piano
orizzontale sul quale poggiano tutte le
colonne del tempio. La colonna si compone
di due elementi distinti: il fusto (composto di
rocchi fissati con un perno centrale di bronzo)
e il capitello. Fusto e capitello sono uniti tra
loro mediante un elemento anulare
di raccordo chiamato collarino. Il
fusto è rastremato verso l’alto.
A circa un terzo della sua altezza
la colonna presenta un leggero
rigonfiamento detto Èntasi che
serve a correggere la percezione
ottica della colonna che
altrimenti vista da lontano
sembrerebbe innaturalmente
sottile.
Il fusto non è lascio, ma scanalato.
Queste scanalature, uguali e Figura Capitello dorico
semicilindriche, sono accostate in
modo da formare spigoli vivi. Tale accorgimento comporta una netta individuazione di fasce di luce
alternate a fasce d’ombra, il che le conferisce un ulteriore senso di compattezza e di solidità. Il
capitello costituisce il coronamento della colonna. È formato da due elementi sovrapposti chiamati
echìno e àbaco. L’echìno ha la forma di un catino circolare dal profilo convesso. L’àbaco invece ha
34
la forma di un parallelepipedo molto basso. L’insieme degli elementi strutturali e decorativi che si
appoggiano sui capitelli prendono il nome generico di trabeazione.
La trabeazione è formata a sua volta da tre elementi sovrapposti chiamati architrave, fregio e
Cornice. L’architrave collega orizzontalmente fra loro le varie colonne del tempio e serve da
appoggio per le travi del tetto. Nell’ordine dorico l’architrave è sormontato per tutta la sua
lunghezza da un fregio che si sviluppa lungo l’intero perimetro del tempio con un ordinato e ritmico
alternarsi di mètope e trìglifi. Le mètope sono delle lastre, originariamente lisce e a partire
dall’epoca classica dipinte o decorate a bassorilievo, con scene tratte dalla mitologia. I trìglifi sono
decorati da quattro profonde scanalature che li percorrono verticalmente.
La cornice, infine, aggetta sul fregio sottostante al fine di proteggerne i bassorilievi dalla pioggia.
La facciata è chiusa dal frontone, entro il quale si distingue la parte triangolare, il timpano. Esso
ospita sculture in altorilievo o a tutto tondo, narranti episodi mitologici.
• Ordine ionico :
Si sviluppa con un ritardo di pochi decenni rispetto al dorico, a partire dalle coste orientali
dell’Asia.
La colonna non si appoggia direttamente sullo
stilobate, ma ha una propria base costituita da
due elementi circolari sovrapposti, una
convessa, sporgente (toro) e una concava,
rientrante (trochilo).
Il fusto è meno rastremato di quello dorico, non
ha entasi e presenta un numero maggiore di
scanalature, che non si succedono più mediante
spigoli vivi, ma sono smussate. Ciò
contribuisce ad accentuare quel senso di grazia
e di leggerezza che è uno dei fattori
caratterizzanti dell’ordine ionico. 35
Nel capitello l’echìno è ornato con decorazioni ovoidali (ovoli) e, fra esso e l’àbaco, quadrato, un
elemento intermedio, il pulvino, si curva lateralmente in due ampie volute sottolineate da listelli.
L’architrave si divide in tre fasce, progressivamente aggettanti, ed è sormontato da un fregio
continuo raffigurante esseri viventi. Figura Capitello
ionico
• Ordine corinzio : Risale al V secolo a. C e raggiunge la sua
massima diffusione in età ellenistica. Sarà
utilizzato molto dagli architetti Romani.
Simile allo ionico, presenta un capitello
caratterizzato dalla presenza di un motivo
decorativo a foglie di acànto.
Dal punto di vista stilistico il dorico è
quello più usato in età arcaica e
classica. Lo Ionico in Sicilia non
apparteneva non prende piede, pertanto
la sua presenza nei templi siciliani è
alquanto rara, si limita al caso del
tempio di Artemide a Siracusa. 36
Non abbiamo templi Corinzi in Sicilia. Come detto l’architettura corinzia caratterizza
principalmente i templi romani. Il Pantheon, ad esempio, è costituito da colonne di granito con
capitelli corinzi, lo stesso vale per altre architetture romane.
Figura Capitello corinzio
I Templi delle Sicilia
I templi dell’età greca in Sicilia sono numerosi e sono tutti in stile dorico, ad eccezione di uno che è
in stile ionico, mentre corinzi non ne abbiamo. I templi greci in Sicilia si trovano in diverse località
sparsi per tutta l’isola: Himera 37
Il tempio della Vittoria è un tempio
greco dell'antica città di Himera, o
Imera, sito nell'area archeologica
di Termini Imerese, comune
italiano della città metropolitana di
Palermo in Sicilia. A Himera nel 480
a.C. si tenne uno scontro di guerra tra
Cartaginesi e Greci. Questi erano
capeggiati dai Tiranni delle città più
importanti di allora, Siracusa e
Agrigento. Dall’altro lato c’erano le
truppe Puniche. Lo scontro avviene nel
limite tra l’aria di influenza greca e
quella di influenza punica. Come
abbiamo detto la parte occidentale della Figura Resti del Tempio della Vittoria di Imera
Sicilia era stata colonizzata dai Fenici,
popolazioni africane, e sulla scia di
queste popolazioni si insediano le famiglie puni