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DEMOCRAZIA DEL PUBBLICO ALL’ITALIANA
Prima repubblica: assenza dell’alternanza, stabilità elevata, i tre partiti hanno un consenso stabile.
• Seconda repubblica:
• - Forza italia come partito personale: fondato dal leader, la sua esistenza è legata a quella del leader.
- Dall’ulivo al PD attraverso il mito delle primarie: chiuse (per il segretario) o aperte ai non iscritti (per il
candidato). Il partito rimane più importante del leader.
- Lega Nord: partito carismatico di massa, caratteristica dei partiti di massa con l’aggiunta del carisma.
- Partiti personali minori: Udeur, sel, idv.
- M5S: personalizzazione e disintermediazione.
PARTITI E ANTIPARTITI
Sfiducia nei partiti: fuori dalla società, partiti cartello (controllano le istituzioni e le risorse) e non di massa. Non
• tutte le colpe sono dei partiti, globalizzazione come depoliticizzazione: potere frammentato tra le istituzioni
sovranazionali, non è più esclusivo dei governi nazionali, i partiti non possono far molto per cambiare le cose.
Tendenza alla presidenzializzazione: la sfiducia nei partiti porta a cercare la fiducia nei leader. In Europa ci sono
• democrazie parlamentari ma l’esecutivo-pres.-primo ministro ha acquisito sempre più peso, anche per provare a
risolvere i problemi.
Successo dell’anti-partito: causato dalla sfiducia nei partiti.
•
Era della diffidenza 4
Sfiducia generalizzata nelle istituzioni (stato: ita 13%, ger 73%, istituzioni politiche dal 41 al 24% tra 2005 e oggi,
• fiducia nei partiti al 5%). Fiducia nella UE: 2000 57% - 2014 27%. Partecipazione voto (non c’è un vero crollo):
anni ’90 90%, 2013 75%. Volatilità elettorale (somma delle differenze % ottenute dai partiti tra diverse elezioni: due
picchi, nel ’94 e nel 2013. Richiesta di un leader: dal 48% (2004) al 68% (2014).
Mobilitazione della società con forme nuove di partecipazione politica: nuovi partiti attraggono chi non avrebbe
• votato. Partecipazione politica ’07-’13: dal 42% al 52, la società partecipa di più quando la politica non risolve i
problemi - volontariato da 54% a 62%. Nuove forme di partecipazione: discussioni su blog, boicottaggio o acquisto
di determinati prodotti.
Democrazia del pubblico e della rete
Dalla tv generalista alle reti tematiche, moltiplicazione dell’offerta e frammentazione del pubblico, in USA ha
• portato alla diminuzione della partecipazione politica perché gli spettatori non vedono telegiornali e si scollegano
dalla politica.
La rete e i social media: Castels parla di auto-comunicazione di massa, comunicazione orizzontale e non più
• verticale (non più uno informa tanti ma tanti informano tanti) tra gli utenti della rete.
Disintermediazione e appello alla democrazia di massa: ognuno può scegliere i contenuti da guardare o ascoltare, in
• politica porta al rifiuto dell’accettazione di un partito perché si vuole scegliere argomento per argomento - richiesta
di democrazia diretta, di essere consultati per ogni decisione.
Populismo
Polisemia: pluralità di significati del termine, ci sono varie forme come peronismo, qualunquismo,…
• Rapporto immediato tra capo e popolo, niente corpi intermedi.
• Leadership carismatica.
• Consenso plebiscitario.
• Critica delle élites, in ogni populismo c’è il richiamo al potere originario del popolo, usurpato dalle élites (casta dei
• parlamentari, élites economiche e finanziarie ed in generale l’establishment).
Populismi
Neo-populismo della destra radicale europea: dagli anni ’80 tendenze anti-europee, FPÖ, FN e partiti estremi nei
• paesi scandinavi contro gli immigrati (out-group).
Lega è più diversa, nasce come indipendentista mentre gli altri sono nazionalisti.
• Front National: iper-nazionalista ed elemento carismatico (successione padre-figlia).
• I leader populisti: sempre più i leader vengono definiti populisti, non solo quelli radicali (Bossi, Le Pen, Trump), ma
• anche un populismo mainstream, fatto dai leader di partiti moderati (Blair).
La deriva personale: caratteristica del pop., una personalizzazione del partito è definita deriva populista, ci si rivolge
• al popolo senza la mediazione del partito.
Presidenzializzazione e investitura popolare diretta: primarie, elezione diretta dei leader.
• Stile di comunicazione politica: linguaggio diretto, semplice, schietto, a volte volgare, per essere più vicino alla
• gente.
Populismo mediatico: registro comunicativo di certi media (tabloid e tv).
• Linguaggio populista della rete: nei blog non predomina la concordia ma il conflitto.
• I popoli in movimento: indignados e occupy, mobilitati tramite la rete ma hanno agito nelle piazze.
• Web-populism M5S: pratiche decisionali affidate alla rete, streaming e sondaggi.
• Politica dell’antipolitica: offerta di alternative ai partiti della vecchia politica, ma poi vengono assorbiti dal gioco.
• Richiamo al nuovo: “rottamazione”.
•
Vecchi e nuovi media
Crescita dei social come piattaforme di partecipazione politica (discussioni on-line) e come strumenti di
• mobilitazione (occupy).
Perdurante importanza dei media tradizionali in ambito politico, i vecchi media sopravvivono e sono in relazione
• con quelli nuovi. 5
Ibridazione: ambiente mediatico che combina le logiche dei vecchi e nuovi media. Tv 80% - internet 46%.
•
Iperdemocrazia e antipolitica
Sfiducia e diffidenza come risorse per il consenso: gli anti-partiti diventano partiti.
• Allargamento dello spazio per espressione diretta e per la protesta: iperdemocrazia - Rodotà, totale controllo
• democratico dei governi ma comporta limiti nell’efficacia del processo decisionale, e contro-democrazia -
Rosanvallon.
Cittadino ibrido
Contaminazione: più tipi di democrazia (rappresentativa, del pubblico - leader parla direttamente al pubblico - e
• diretta), di media, confini più labili tra la sfera pubblica e privata.
Cittadino ibrido che si adatta alla fluidità e a cambi di direzione, spinte contraddittorie: direzioni populistiche ma
• anche maggiore partecipazione politica. INTERVISTE DIAMANTI
Rosanvallon - controdemocrazia
• - Era della sfiducia e del disincanto democratico, crisi dei governi nazionali nel dare risposte.
- Voto come espressione individuale, sganciamento dai partiti e organi di rappresentanza.
- Controdemocrazia: insieme delle attività che organizzano il controllo del cittadino su chi governa; non mira al
coinvolgimento popolare ma è ciò che non dovrebbe essere, ovvero il controllo da parte dei cittadini.
- Vigilanza critica, soprattutto nelle elezioni ma anche online; sorveglianza perché c’è diffidenza; sovranità negativa
- il popolo conta non quando da il consenso ma quando dissente.
- Fenomeno ambivalente: utile perché porta a maggiore trasparenza dell’operato dei governi e un certo controllo è
positivo; negativa se diventa anti-politica, quando è critica non costruttiva o un puro atteggiamento negativo, e
porta a maggiore distanza tra governo e cittadini.
- Nuove modalità di legittimazione: il voto non è più sufficiente a legittimare il governo perché è un’opinione
personale che non esprime un’appartenenza sociale, atto individuale che mira a un fine particolare; ruolo delle
corti supreme e nuovi comportamenti dei governanti - rispondere alle richieste/critiche, legittimazione da
guadagnarsi giorno per giorno.
Mény - pulsioni populiste
• - Sono sfide utili perché rivelano e permettono lo sfogo delle pressioni - sistema bloccato, politica che non si riforma.
- Possibili risposte: serve coinvolgimento dei cittadini a livello locale (referendum).
- Ragioni dell’anti-europeismo dei populismi nazionali: coincidenza di potere politico ed economico nello stato
nazionale; critiche quando la politica non controlla più l’economia, ma lo fa un’élite sovranazionale; critiche per il
funzionamento delle istituzioni europee tramite la ricerca del consenso (grande coalizione in parlamento e nella
commissione, tensioni con chi è escluso), la protesta degli esclusi si radicalizza.
Schnapper - ultra-democrazia come rischio
• - Homo democraticus ha aspettative impossibili da soddisfare, ciò porta a tensioni tra cittadini e istituzioni.
- Dalla democrazia regolata di Montesquieu al fondamentalismo democratico che ricerca la scorciatoia della
democrazia diretta, che però consente a gruppi minoritari ma organizzati di prevalere.
Castells - la società della rete (parla da attore politico e non da scienziato)
• - Crisi di legittimità dei partiti e trasformazione della democrazia rappresentativa.
- Centrale la comunicazione, in particolare le sue modalità, che sono cambiate con la rivoluzione digitale -
comunicazione orizzontale, interattiva e immediata.
- Le sue conseguenze: movimenti sociali e peso della rete nell’organizzarli e mobilitarli, ma non sostituiscono i mezzi
tradizionali di protesta (la piazza), bensì si integrano con questi.
- La riv. digitale ha avuto degli effetti nel modificare l’intermediazione, aumentando il potere dei cittadini. Ruolo
positivo e democratico della rete, nonostante la logica aziendale della gestione della rete.
Morozov - critica della retorica digitale
• - Illusione della trasparenza e dell’orizzontalità.
- Logica aziendale delle piattaforme, governati da algoritmi che vengono usati a fini commerciali.
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- Micro-targeting: individuazione fasce di mercato che interessano alle aziende, usato per mandare messaggi
pubblicitari personalizzati. Può essere usato in politica per cambiare risposta in base a chi ci si rivolge.
- Efficacia della retorica digitale di chi si appella alla rete (M5S, UKIP), ma diffidenza verso gli effetti di internet
sulla politica, secondo lui sopravvalutati. Determinismo tecnologico - McLuhan: la tecnologia determina,
l’importante è lo strumento, non il messaggio.
CULTURA POLITICA - Welzel e Inglehart
Cultura come insieme delle pratiche e delle credenze di una società, tutte le credenze che si pensa siano automatiche.
Cultura politica come distribuzione particolare di modelli di orientamento verso gli oggetti politici tra i membri di una
nazione (Almond-Verba).
Importanza di norme - non le leggi, credenze - ciò che è vero o falso e valori - giusto/sbagliato.
• Interesse per la dimensione nazionale aggregata ma approccio individualista perché le rilevazioni sono su base
• individuale; analisi anche delle sub-culture.
DIFFERENZE CULTURALI NEL MONDO
Dimensioni valoriali alla base delle differenze culturali fra nazioni:
valori religiosi vs secolari;
• valor