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B

Se la differenza tra le utilità attese E(U ) e E(U ) è positiva l’elettore voterà a favore

A B

incumbent

del partito di governo uscente (partito A).

Se la differenza tra le utilità attese E(U ) e E(U ) è negativa l’elettore voterà a

A B

competitor

favore del partito (partito B).

Se la differenza tra le utilità attese E(U ) e E(U ) è nulla l’elettore si asterrà, poiché

A B

la vittoria dell’uno o dell’altro non comporterà differenze, quindi darà più conveniente,

cioè razionale, non partecipare al voto evitando i costi. dimensione

Partendo da questo modello economico viene messo in rilievo la

retrospettiva della scelta elettorale cioè la valutazione dei partiti in base a quanto

hanno realizzato in passato, insistendo in particolare sui fattori economici, come quelli

raggiunti in ambito della disoccupazione o dell’inflazione.

voto introspettivo in un quadro più complesso

Il modello di Fiorina inserisce il del

processo decisionale di voto parte dalle valutazioni retrospettive da parte

dell’elettore su azioni, risultati e benefici ottenuti dall’attività di governo. Queste

valutazioni interagiscono con l’identificazione di partito (che può cambiare in base a

informazioni, esperienze e valutazioni dell’elettore) e finiscono per fare consistenza

alle aspettative future. La scelta di voto viene allora determinata da questa dinamica.

dimensione prospettiva

Altri modelli privilegiano la (cioè le promesse elettorali e i

programmi illustrati in occasione della campagna). Questa tipologia si concentra

sull’attività individuale che un elettore può trarre dalla vittoria di una determinata

forza politica. Il consenso dell’elettore verso un partito non necessariamente mantiene

una stabilità di lungo periodo, ma l’orientamento può cambiare da un’elezione

all’altra, sulla base del calcolo razionale fatto dall’elettore in occasione delle elezioni.

La prospettiva cognitiva

Questo indirizzo di studi applicato al comportamento elettorale ribadisce come la

spiegazione e la previsione della scelta di voto fornita dai modelli illustrati, deve

comprensione

necessariamente essere integrata da un percorso di delle percezioni e

delle rappresentazioni della situazione in cui gli elettori si trovano ad agire.

In questa prospettiva, il voto viene visto non tanto come risultato da prevedere, ma

come un complesso processo decisionale, da ricostruire in base ai significati attribuiti

all’azione.

prospettiva cognitiva approccio sociologico della vita quotidiana

La privilegia l’

la sociologia nella vita quotidiana non è interessata alla spiegazione e alla previsione

comprensione,

del comportamento elettorale, quanto invece, all’aspetto della quindi a

esplorare il processo di raccolta, elaborazione e organizzazione delle informazioni

(information-processing) per giungere alla costruzione di strutture di conoscenza da

parte dell’elettore al fine di orientarsi nella scelta.

In questa prospettiva teorica non viene privilegiata la dimensione normativa

(complessa struttura sociale che in modi differenti determina il comportamento sulla base

, ma l’attore individuale, con la sua creatività, è libero da

dell’appartenenza a gruppi)

questi vincoli di natura strutturale.

L’elettore è visto come un soggetto che costruisce e rielabora continuamente, nelle

situazioni della sua esperienza quotidiana, i significati che associa a momenti di scelta

e di condotta rilevanti sotto il profilo politico.

La scelta di voto si configura come un processo più complesso rispetto al passato, in

quanto si aggiungono processi di individualizzazione, maggior eterogeneità culturale e

sociale dell’elettorato e al centro della scelta di voto si collocano i fattori di breve

periodo.

Quindi la scelta elettorale non si configura più come l’esito di un lungo e meditato

processo decisionale. late deciders

Infatti sono in crescita i (coloro che rimandano la scelta agli ultimi

last-minute voters

giorni) e (coloro che decidono lo stesso giorno del voto).

L’elettore fa maggiormente affidamento su sé stesso, sulle sue capacità di

semplificare la realtà e di elaborare flussi informativi al fine di giungere alla decisione

di voto.

All’interno di questo quadro, la prospettiva cognitiva mira a comprendere come

l’elettore, per definizione pigro, possa giungere alla definizione della scelta di voto.

Infatti rispetto alla politica, l’elettore dispone di informazioni limitate e limitata è

anche la sua razionalità in quanto attore con capacità cognitive modeste rispetto alla

complessità dell’ambiente in cui è inserito.

“razionalmente ignorante”

L’essere porta l’elettore ad adottare strategie come le

scorciatoie cognitive euristiche,

o utilizzate con l’obbiettivo di valutare e collocare le

limitate informazioni ricevute entro una prospettiva di conoscenza coerente e utile alla

decisione di voto.

L’elettore valuta, a partire da queste limitate informazioni sul candidato carpite

durante la campagna elettorale, le possibili performances in chiave economica e

politica dei governi e dei partiti che lo compongono. Queste informazioni vengono

combinate con l’atteggiamento e predisposizioni politiche proprie dell’elettore,

ridefinendo l’identificazione del partito. Su questa base l’elettore diventa razionale e

opera la scelta tra i candidati in competizione valutandone l’immagine e le tematiche

di maggior livello.

LE LOGICHE DEL VOTO E DEL NON VOTO

Abbiamo appena visto diversi modelli di analisi di comportamento elettorale. Dietro ai

idealtipo

vari approcci si è potuta constatare la presenza di un di elettore (che può

essere influenzato dalla dimensione sociologica, socio-economica, demografica,

relazionale, dalla identificazione partitica, dalla razionalità individuale, dalla

dimensione cognitiva).

Dietro la scelta

Esistono diverse concezioni del voto elaborate negli anni dai vari studiosi, tra cui:

atto di fede

- voto come (secondo Parsons).

segno di identità

- voto come (secondo Pizzorno).

Voto come atto di fede Parsons cerca di superare la spiegazione del voto secondo

meccanismi di tipo razionale proposti da economisti.

Secondo Parsons la razionalità del sistema economico è diversa da quella del sistema

politico (nel sistema economico a una determinata prestazione corrisponde un

compenso monetario, mentre nel sistema politico il cittadino che vota un partito può

solo sperare che il partito vinca). atto di fede

La scelta elettorale viene perciò definita da Parsons come un 

comportamento non razionale nel senso utilitaristico. La decisione è frutto

dell’associazione tra l’elettore e i membri dei gruppi di solidarietà in cui è inserito.

L’elettore, all’atto del voto, fa riferimento al gruppo che che considera più vicino e più

importante. Di conseguenza, i margini di autonomia e di iniziativa dell’attore

individuale tendono a venire limitati se non a scomparire, perché incapsulato in questi

elementi di tipo strutturale.

Quindi in questa prospettiva la scelta elettorale diventa un processo inconscio e non

razionale, ed è fondato su lealtà politiche tradizionali tra gli individui e i gruppi sociali

di riferimento.

Voto come valore il punto di partenza di questa prospettiva sostiene che nel

momento in cui un insieme di individui può ragionevolmente pensare di poter ottenere

dei vantaggi nel mobilitarsi, si attiva e partecipa. L’obiezione è che sarà più razionale

free rider.

e conveniente per un soggetto non partecipare diventando un Tuttavia, se

tutti i cittadini-elettori fossero davvero attori razionali nessuno parteciperebbe. Per

incentivo

questo Olson aveva risolto il paradosso con la definizione del concetto di

selettivo (= vantaggi, offerti dalle istituzioni o dalle organizzazioni, che favoriscono

una mobilitazione collettiva abbassandone i costi).

Pizzorno cerca di superare il concetto economico e il problema del free rider,

“agire razionale rispetto al valore”

proponendo la logica di un .

In questa prospettiva, i costi da sostenere per avere dei benefici e per soddisfare i

propri interessi, vengono trasformati in valori. I comportamenti assumono una forte

valenza per l’attore diventando atti di identificazione e di rafforzamento dell’identità

collettiva. attività

Con questo, Pizzorno, vuole sottolineare come nell’azione politica, l’aspetto di

identificante sull’attività efficiente

sia prevalente infatti la fiducia provata e il valore

trasmesso da quel determinato partito diventano risorse importanti per l’elettore,

tanto da giustificare sia la partecipazione elettorale sia la sua scelta di voto.

Una tipologia del voto

Le tradizioni di studio del comportamento elettorale non possono spiegare pienamente

il comportamento di voto…

Per questo sono state elaborate delle tipologie che si concentrano principalmente sulla

relazione tra elettori e partiti. Le variabili su cui sono state costruite le tipologie sono:

Contenuto e oggetto dell’opzione di voto.

 Base sociale di riferimento.

 Canali di comunicazione tra elettori e partiti.

 Caratteristiche dell’atteggiamento di voto.

Voto di appartenenza si caratterizza per una profonda identificazione con uno dei

partiti in competizione. Il senso di lealtà tra elettore e partito è molto elevato e si basa

su vincoli di segno culturale e normativo, rafforzando la stabilità della scelta elettorale.

Il voto di appartenenza costituisce un atto di fede, ma riflette una integrazione

cleavages).

conflittuale del soggetto nel sistema politico, caratterizzato da fratture (

Un ruolo importante è svolto dal sistema associativo che coinvolge e mobilita

l’elettorato di riferimento.

Dietro al voto di appartenenza sembra collocarsi l’approccio elaborato dagli studiosi

dell’Università del Michigan, in quanto essi attribuiscono un’importanza fondamentale

all’identificazione partitica, che lega l’elettore a una specifica parte politica. Inoltre il

voto di appartenenza prevede la rilevanza del contesto in cui è inserito l’elettore.

Voto di opinione si caratterizza per un profondo senso di responsabilità nei

confronti del sistema politico e per la consapevolezza dell’importanza politica del

cittadino nel suo ruolo di elettore attraverso l’espressione del voto. Egli diventa u

Dettagli
A.A. 2017-2018
62 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher FedericaMacchi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Vezzoni Cristiano.