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Homans afferma che in sociologia esistono solo: definizioni non operative per esempio il concetto

di ruolo non può essere verificabile, e affermazioni orientative che mettono in relazione due

fenomeni che indicano una direzionalità.

Parsons ci dice che nel processo di interazione ognuno orienta la propria azione sulla base di

quella dell’altro ma non ne specifica il modo. Per Homans la soluzione risiede nel riduzionismo

psicologico di Skinner basato sul modello stimolo risposta, secondo il quale un soggetto compie

azioni che in passato ha ritenuto gratificanti e rifiuta le esperienza negative. Homans in questo

modo afferma che il comportamento sociale derivi dal comportamento individuale, e si pone in

antitesi a Marx e a Durkheim.

Al pensiero di Homans sono rivolte ovviamente delle critiche: se il comportamento è condizionato

da ciò che è percepito come premio o punizione, chi stabilisce cosa è premio o punizione? Il

sistema sociale o l’individuo? A Homans non interessa dare una risposta a questa domanda

perché riguarda la sfera dell’apprendimento.

Homans ha sicuramente scosso l’albero della sociologia ma a raccoglierne i frutti sono due filoni:

l’interazionismo simbolico di Mead e il costruttivismo di Shultz. Nel mezzo dei due filoni, in una

posizione del tutto autonoma si colloca Goffman.

L’interazionismo simbolico (Mead – Blumer).

Le opere di Mead sono frammentarie così da permettere lo sviluppo di diversi modi di intendere

l’interazionismo. È lo stesso Blumer, seguace di Mead, ad evidenziarlo. Per Blumer

l’interazionismo si fonda su tre postulati:

- Gli esseri umani agiscono nei confronti delle cose (oggetti fisici, sociali o astratti) sulla base

del significato che le cose hanno per loro.

- Il significato della cosa deriva dall’interazione sociale che un individuo ha con un altro in

riferimento alla cosa. Blumer si oppone alle due correnti che ritengono che la cosa

possieda un significato intrinseco o che questo sia un aggiunto di tipo psichico (sentimento,

idee e ricordi). Il significato si struttura nel processo di interazione.

- L’individuo interagisce con gli altri e con se stesso, questo fa sì che l’individuo può

modificare o abbandonare lo scopo che lo animava.

Di conseguenza per Blumer diventa importante la situazione che determina il processo di

interazione. Si parla di riduzionismo situazionale. Data l’importanza della situazione, l’oggetto di

studio della sociologia deve essere la vita quotidiana, in cui il ricercatore si immerge per averne

una conoscenza di prima mano, cioè diretta. Blumer rileva l’inutilità di test e questionari. La

concezione di Blumer orienterà l’interesse di molti sociologi verso il quotidiano.

Erwin Goffman.

Nell’interazione sociale, l’individuo proietta una propria definizione di situazione attraverso gesti e

parole che creino l’immagine di sé come vuole che venga percepita dagli altri. Per usare le parole

di Goffman, l’individuo dà luogo a una rappresentazione teatrale e recita una parte, per affermare

di essere un certo tipo di persona e rivolgere una richiesta morale agli altri affinché lo riconoscano

come tale e lo trattino di conseguenza. L’immagine che ognuno costruisce di sé è influenzata dai

valori dominanti della società, che nel nostro tempo è l’individualità.

Nell’opera “la vita quotidiana come rappresentazione”, Goffaman utilizza il linguaggio teatrale per

spiegare il processo di interazione. Gli attori sociali per creare l’interazione usano:

- La facciata: costituita da parti tipiche e fisse, come l’ambientazione e la facciata personale.

L’individuo tenderà a drammatizzare la rappresentazione (per renderla quanto più evidente

agli altri) e a idealizzarla (per mostrare i valori sociali dominanti).

- La ribalta: luogo dove avviene la rappresentazione.

- Il retroscena: luogo segreto dove l’attore prepara la sua rappresentazione; nessuno può

violarlo perché si scoprirebbe il vero essere dell’individuo. C’è anche un repertorio di

retroscena, un linguaggio particolare e un tipo di abbigliamento trasandato ecc.

Il pensiero di Goffman è stato criticato dai suoi contemporanei perché ritenuto superficiale in

quanto non si interessava ai problemi della società. Goffman risponde a questa critica affermando

che un gruppo sociale può essere studiato secondo 4 prospettive: tecnicamente, politicamente,

strutturalmente e culturalmente. Goffman propone una quinta prospettiva, quella drammaturgica,

alla quale si sovrappongono le quattro precedenti.

Se le rappresentazioni individuali sono un fenomeno sociologico superficiale, come si spiega che

le istituzioni totali quanto più sono autoritarie tanto più cercano di vietarle?

Goffman dà una risposta nella sua opera Asylums sulle istituzioni totali. Le istituzioni totali sono

quelle in cui vi è una delimitazioni fisica con il mondo esterno (sbarre, filo spinato) dove si

concentrano tutte le attività della giornata dell’individuo (lavoro e svago) e i cui tempi sono scanditi

dall’organizzazione che modella l’uomo secondo le sue esigenze. Es: prigioni, manicomi, campi di

concentramento ecc. in questi luoghi, l’individuo non può costruire la propria facciata perché

privato degli oggetti che costituiscono il corredo della propria identità. L’individuo subisce una sorta

di mutilazione personale. In questi luoghi, manca la separazione tra ribalta e retroscena, attraverso

un’esposizione contaminante che invade la privacy. In questo modo Goffman dimostra che la

realtà sociale è determinata da un elemento culturale che sovrasta l’individuo e lo orienta. Goffman

è un seguage di Durkheim.

Il costruttivismo (Berger – Luckman).

La sociologia della conoscenza deve occuparsi di ciò che la gente conosce come realtà (tutti i

fenomeni che non dipendono dalla nostra volontà) nella vita quotidiana.

Il pensiero del costruttivismo in tre punti:

- Coscienza intenzionale: si percepisce sempre la coscienza di qualcosa che appartiene alla

sfera della vita quotidiana.

- Individuo si dà un’immagine ordinata della realtà attraverso il linguaggio.

- Le tipizzazioni stanno alla base dell’interazione (sono delle generalizzazioni attraverso cui

l’individuo percepisce e tratta la persona che ha di fronte) esse guidano il nostro

comportamento fin quando sorge qualche interferenza. La caratteristica delle tipizzazioni è

l’anonimità, che si restringe nel caso di relazioni dirette e con un maggiore coinvolgimento

emotivo. Le tipizzazioni permettono di arrivare dalla parte al tutto. Le tipizzazioni formano la

vita quotidiana.

La critica di Gennaro: si afferma che una realtà sociale esiste al di fuori viene istituzionalizzata?

Attraverso le consuetudini cioè cristallizzare le azioni, le tipizzazioni che devono avere uno

sviluppo storico e fornire modelli di comportamento. Il mondo istituzionale si presenta al singolo

come una realtà oggettiva perché è stato prodotto dall’uomo.

L’etnometodologia (Harold Garfinkel).

Scuola sociologica che rompe con la tradizione, fondata da Garfinkel il nome indica i metodi

usati da un gruppo etnico per comprendersi.

Due concetti che modificano anche il modo di intendere l’agire sociale:

- L’indicalità: gli enunciati non sono oggettivi, dipendono da chi parla. Anche se si cerca di

eliminare l’indicalità ciò non è possibile perché fa parte del contesto. La gente tende a

ignorarlo dandolo per scontato.

- Riflessività: un fatto è interpretato come un caso particolare di una classe generale di fatti,

di cui esso costituisce un esempio concreto ma non si sa se questa classe esiste.

Se rimaniamo ingabbiati dalla riflessività e l’indicalità è impossibile una conoscenza oggettiva

della realtà basata su modelli matematici.

Approfondiremo adesso alcuni argomenti centrali della sociologia.

La struttura sociale.

Il primo passo fondamentale è rappresentato dallo studio dell’ambiente sociale in cui vivono gli

uomini.

Le azioni dell’uno sono diverse da quelle dell’altro e cambiano da una situazione all’altra. La

ragione di tutte queste differenze sta nel fatto che in ciascun caso noi sosteniamo un ruolo diverso.

Ogni persona ha uno status (cioè una posizione sociale che comporta una serie di diritti e doveri).

Gli status che una persona può avere sono tanti es: figlia, studente, amica, cugina, nipote però

solo uno definirà la persona, questo status principale è il lavoro (infatti la prima cosa che facciamo

quando conosciamo una persona è chiedere che lavoro svolga). Gli status possono essere ascritti

(derivano dalla nascita come il genere, l’origine etnica o il cognome) o acquisiti quando si fondono

sulle prestazioni della persona es: marito, figlio, ecc.

A ogni status corrispondono dei ruoli (insieme di comportamenti che ci si aspetta da uno status). A

uno status può corrispondere un solo ruolo (tipo genitore) oppure più ruoli (come l’insegnante che

si comporta in un modo con gli allievi, in un altro con i colleghi e in un altro ancora con il preside) si

parla in quest’ultimo caso di complesso di ruoli.

Come vengono definiti i ruoli?

I ruoli sono definiti da quello che gli altri si aspettano da noi. Le aspettative possono essere formali,

se stabilite da leggi, o informali se definite dalla situazioni per esempio il modo di vestirsi. Il

mancato rispetto delle aspettative di ruolo può provocare reazioni formali o informali. Se si agisce

in conformità al proprio ruolo si ricevono dei premi sociali.

Nel 1951 Parsons individuò 5 caratteristiche fondamentali dei ruoli.

1- I ruoli possono richiedere un maggiore (medico) o minore controllo emotivo (genitore).

2- Alcuni ruoli si basano su status acquisiti o ascritti.

3- Vi sono ruoli definiti e circoscritti (medico) e altri più estesi (genitore).

4- Alcuni ruoli implicano l’aspettativa che le persone siano trattate allo stesso modo

(bibliotecario), in altri ruoli si accorda un trattamento particolare alle persone verso le quali

abbiamo una particolare relazione.

5- I ruoli corrispondono a diverse motivazioni (interessi privati come il ruolo di commerciante)

(interesse collettivo come il ruolo di assistente sociale).

I ruoli non sono modelli di comportamento. Il comportamento, infatti, deriva dalla riflessione fatta

sulle aspettative di ruolo.

Lo svolgimento di diversi ruoli contemporaneamente può dare luogo a dei conflitti di ruolo, che

possono essere risolti considerando quale ruolo è più importante ( lavoro e famiglia nella nostr

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
19 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fre15189 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Cuturi Vittoria.