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METODO SCIENTIFICO TRADIZIONALE
1. OSSERVAZIONE
2. CATEGORIZZAZIONE
3. IPOTESI
4. CONTROLLO
Movimento a spirale per affrontare una situazione (a partire da 2 concetti limite):
COINVOLGIMENTO
DISTACCO
RICOINVOLGIMENTO
( )
Ritorno alla situazione per rivalutare le emozioni
SOLUZIONE
DISUGUAGLIANZE
DISUGUAGLIANZA = Condizione secondo cui un individuo si trova in squilibrio rispetto ad altri e non gode
degli stessi poteri o benefici sociali ed economici.
Un classico esempio di disuguaglianza, è comunemente associato alle differenze di ricchezza tra classi
sociali ma anche tra Stati: per parlare di povertà, però, bisogna distinguere 2 concetti:
POVERTA’ ASSOLUTA è quando una persona non ha abbastanza risorse (finanziarie) per
provvedere ai propri bisogni di base (mangiare, vestirsi, lavarsi…), dunque si rifà ad uno
standard, che è il livello sotto il quale un soggetto si può definire povero;
POVERTA’ RELATIVA è, invece, riferito al confronto con il benessere altrui (un operaio può
non essere necessariamente povero in maniera assoluta, ma si può considerare meno
benestante rispetto ad un imprenditore di una multinazionale).
Un altro ambito interessante soprattutto nel nostro periodo storico, in cui si riscontra la questione
della disuguaglianza, è quello relativo alla mobilità sociale (= Possibilità che la società offre agli
individui di passare da una classe sociale ad un’altra, o da una mansione ad un’altra):
MOBILITA’ INDIVIDUALE MOBILITA’ COLLETTIVA
= Cambiamenti di posizione dell’individuo all’interno = Mobilità dei gruppi.
del sistema di stratificazione. M. INTERGENERAZIONALE
MOBILITA’ VERTICALE MOBILITA’ ORIZZONTALE (in una famiglia ex operaia che acquista
= da uno status all’altro = in uno stesso status fama, il figlio nasce già più altolocato)
ES: da insegnante a preside ES: da vendita di immobili M. INTRAGENERAZIONALE
a vendita di vestiti (self-made man)
Si parla, poi, ancora oggi, di disuguaglianza etnica: prima di tutto, a questo proposito, è bene fornire
alcune definizioni:
ETNIA è la parola con cui si indicano gruppi, all’interno di una popolazione, costituito di
soggetti che condividono tratti fisici e culturali unici, riconosciuti sia dai membri sia dagli
esterni e con una coscienza di comunità, di fratellanza e di valori (es. i neri d’America, gli
zingari…)
RAZZA si usa, con valore negativo, per etichettare un gruppo a cui vengono attribuite
caratteristiche biologiche (reali o meno) e che vengono trattati, di conseguenza, in maniera
diversa dagli altri. Poiché, più che un insieme di dati reali, si tratta di una costruzione sociale,
questa definizione ha portato, a concepire sentimenti di discriminazione (odio e isolamento
del diverso) e quindi alla concezione di altri gruppi come biologicamente inferiori, cioè quella
corrente negativa che è il razzismo, manifestato non solo a livello interpersonale e sociale,
ma anche politico (il caso più eclatante è quello del nazismo\fascismo) ed economico.
Le cause della disuguaglianza etnica sono riscontrabili nei caratteri individuali (alcune società hanno
forte dipendenza dall’autorità, quindi sono portati ad aggressività e pregiudizi verso gli estranei),
nelle relazioni sociali tra popoli diversi (se sono scarse, ci sarà anche scarsa apertura) e nei contesti
economici (in moltissimi stati le minoranze sono penalizzate e toccano loro i lavori meno retribuiti =
lavori delle 5 P –pag. 207).
Altra fonte di disuguaglianza è il genere a cui un individuo appartiene. È bene distinguerlo dal sesso:
SESSO = fattore biologico (ormoni maschili\femminili)
GENERE = costruzione sociale = insieme di norme, valori, costruiti sulle ASPETTATIVE altrui.
IDENTITA’ DI GENERE IDEOLOGIA DI GENERE RUOLI DI GENERE
= Sentirsi uomo\donna = aspettative culturali per uomo\donna = divisione dei compiti
RINFORZATI DA
1. Imitazione = acquisizione imitando gli adulti
2. Rinforzo = sanzione, con premi\punizioni, dei comportamenti
3. Auto-socializzazione = conferma attraverso la relazione con gli altri
Infine, la disuguaglianza per età, si basa sull’idea che esiste un giusto tempo per ogni
ruolo\esperienza: ciò prevede l’esistenza di norme formali (es. raggiungimento della maggiore età,
acquisizione di diritti\doveri) e di norme informali (aspettative sociali sui compiti di ogni età). Ad età
differenti, inoltre, spettano status acquisiti differenti.
Si possono distinguere, così, generazioni (FENOMENO SOCIALE nel quale più individui vivono in un
arco di tempo, che include circa i primi 10 anni di vita, che li porta a confrontarsi con i medesimi
eventi\problemi) e coorti (concentrazione sull’età = tutti gli individui nati nello stesso anno o a pochi
anni di distanza tra loro).
L’età più complicata e più svantaggiata socialmente di tutte, in realtà, resta la vecchiaia: con essa ci
si sente privi di un ruolo sociale (si conclude l’attività lavorativa) e spesso si diventa privi di gran parte
dei propri familiari e amici: questa situazione porta, molto spesso, a grande sconforto TEOREMA
DI THOMAS = “Non è importante che le situazioni siano reali oppure no, se un uomo considera una
situazione reale, allora lo è”. Profezie che si autoadempiono (se gli anziani hanno aspettative e idee
negative sul loro futuro, poi succede che sono orientati a certe modalità di comportamento che porta
queste attese ad avverarsi ma vale per tutti, non solo per gli anziani!). Esistono vie per uscire dalla
negatività! TEORIE DELLA VECCHIAIA
TEORIA DELL’ATTIVITA’ = Opposta alla teoria del disimpegno (= perdita del lavoro)
possibilità di occuparsi di attività di volontariato o part-time, per sentirsi sempre utili e
socialmente attivi;
TEORIA DELLA SUBCULTURA = Dedicarsi alla vita collettiva insieme ad altri anziani, per
stringere legami;
TEORIA DELLE RISORSE = Vede la società come stratificata: gli adulti detengono le risorse
finanziarie per mantenere i figli, mentre gli anziani sono svantaggiati perché non godono
spesso di molto denaro: questo li porta ad una mobilitazione politica (= volontà di
affermazione e di attivazione a difesa dei propri diritti. Non si sa come si concluderà questo
processo, però molti indizi fanno pensare che potrà effettivamente realizzarsi un
miglioramento. TEORIE DELLA DISUGUAGLIANZA
TEORIE FUNZIONALISTE (Durkheim) Esiste una gerarchia tra le varie funzioni sociali, perché
alcune sono considerate più importanti di altre. Le diverse funzioni sono determinate dalle qualità
naturali delle persone che le rivestono, che sono diverse in ogni individuo. La più alta funzione è
quella dei religiosi (la religione è un importante strumento di costruzione sociale), seguita da quelle
politiche e tecnologiche.
TEORIE DEL CONFLITTO:
Marx La società non è statica, quindi ha attraversato diversi modi di produzione. A seconda del
vigente modo, c’è una classe dominante che controlla i mezzi di produzione. Così, il rapporto tra
classe dominante e subordinata si fonda sullo sfruttamento (della prima sulla seconda). Nell’epoca
di Marx il sistema era detto capitalista, perché la classe dominante deteneva un capitale (fabbriche,
mezzi, risorse finanziarie) e sfruttala operai (forza lavoro) per compiere il lavoro. Poi il capitalista
guadagnava una parte maggiore rispetto al valore vero e proprio del lavoro, il plusvalore. Proprio
perché gli operai si sarebbero accorti del “tranello” del plusvalore, sarebbe nato un conflitto che,
secondo Marx, sarebbe diventato la causa di una rivolta operaia e del ribaltamento della struttura.
Le previsioni di Marx non si sono, però, avverate.
Michels una oligarchia detiene tutto il potere, inizialmente in accordo col volere collettivo: infatti
i cittadini si rendono conto che è impossibile che ognuno detenga il potere e quindi delegano pochi
eletti, che se ne occupino. In realtà, con l’affermarsi del loro potere, scoppiano i conflitti, perché i
cittadini si sentono minoritari rispetto a loro e gli oligarchi esercitano una forte autorità su di loro.
Dahrendorf Il conflitto di classe deriva non strettamente da motivi economici, ma dalla differenza
di autorità: chi è superiore sottomette gli strati più bassi, ai quali la situazione non piace e vorrebbero
ribellarsi.
Weber Non è solo un fattore economico alla base della differenza di classe: ognuno svolge un
compito nel mercato del lavoro a seconda delle sue capacità individuali; inoltre conta lo status di
appartenenza sociale (classe): status simili si riuniscono in ceti, disposti in maniera gerarchica nella
società. Infine, subentra la differenza di potere, la capacità di un gruppo di dimostrare la sua autorità
sopra gli altri.
Warner L’autorità di un soggetto è attribuita dagli altri: il massimo potere è dato a chi ha
reputazione più di prestigio (quindi è la società che decide a chi dare il potere). Dunque esisterebbero
3 gruppi: una classe superiore, una classe media e una classe inferiore.
PRINCIPALI
ISTITUZIONI
LA FAMIGLIA
Famiglia = insieme di due o più persone legate da vincoli di sangue, che formano un’unità economica, sono
responsabili della cura reciproca e vivono insieme nello stesso agglomerato domestico.
FAMIGLIA NUCLEARE FAMIGLIA ESTESA
Genitori + prole (significato occidentale) famiglia nucleare + parenti biologici\acquisiti
Forme di matrimonio: MONOGAMIA POLIGAMIA
POLIGINIA POLIANDRIA MATRIMONIO DI GRUPPO
ESOGAMIA ENDOGAMIA
= Coniuge al di fuori della famiglia =Coniuge tra i membri della famiglia
FAMIGLIA OCCIDENTALE: Famiglie di fatto (convivenza)
Monogamia Famiglie a doppia carriera (conflitto da
Esogamia sovraccarico + conflitto di identità)
Residenza neolocale TENSIONI
Discendenza bilineare Famiglie con un solo genitore
Libera scelta del coniuge Divorzio Famiglie ricostituite (“famiglie allargate”)
TEORIE DELLA FAMIGLIA
TEORIA FUNZIONALISTA Vede la famiglia soprattutto come insieme di funzioni, ma sostiene che
negli ultimi tempi essa abbia perso molte di queste funzioni: le funzioni economiche (di sostegno dei
suoi componenti, specialmente dei figli), trasmissione della status (che si traduce nella possibilità o
impossibilità di mobilità sociale per i suoi discendenti), socializzazione (