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La parte dell'inconscio jungiano
La parte dell'inconscio jungiano può essere definito inconscio personale, che si distingue dall'inconscio collettivo. La libido jungiana è l'energia psichica in senso ampio, motore di ogni manifestazione di vita dell'uomo, essa può dirigersi verso l'esterno (progressiva) o verso l'interno (regressiva). In Freud il nesso fra la cosa che rappresenta il simbolo e ciò a cui si riferisce il simbolo è molto stretto, tendenzialmente un simbolo rimanda ad un preciso oggetto o contenuto psichico; in Jung il simbolo non viene visto a partire da questa stretta corrispondenza, ma al contrario Jung pensa al simbolo partendo dalla molteplicità di significati che stanno dietro a quel simbolo, quindi il simbolo non rimanda ad un unico oggetto, ma a diversi significati che provengono da aspetti diversi. Una delle caratteristiche principali della psiche è che essa è un creatore di simboli, trasformando la libido in simboli.
(funzione simbolica). Il simbolo è una mediazione tra conscio e inconscio, espressione di contenuti più o meno accessibili alla coscienza, e se adeguatamente tradotto permette il processo di crescita psicologica e l'individuazione. Il simbolo non rimanda solo alla storia personale del soggetto, ma ad una moltitudine di significati storici e sociali, quindi una cultura condivisa dell'essere umano. Attraverso il mito, e quindi la creazione di simboli, l'uomo prova a proiettare la sua anima e l'imperscrutabilità della propria psiche.
L'architettura psichica si compone di tre modalità di funzionamento: la coscienza, l'inconscio personale e l'inconscio collettivo. L'inconscio collettivo sarebbe qualcosa che è presente in ciascuno di noi ed ereditato da ciascuno di noi per il semplice fatto di far parte dell'umanità, esso incide nella nostra produzione onirica che ha un valore importante nella nostra produzione psichica.
Questi aspetti pur non provenendo dalla nostra storia personale, ci guidano inconsapevolmente, in quanto provengono dalla nostra storia filogenetica. L'archetipo è allo stesso tempo universale e singolare, tra questi Jung individua: Persona (dal latino "maschera") = può essere inteso come l'immagine che l'individuo da di sé agli altri, come una "maschera che simula l'individualità". Ombra = rappresenta l'altro lato della personalità, indifferenziato che si oppone all'io cosciente. Anima e Animus = Anima è "il femminile che fa parte dell'uomo come sua femminilità inconscia"; costituisce una figura ideale presente nell'uomo, Animus è invece l'elemento maschile incosciente della donna. Sé = congiunzione dimensione individuale e collettiva dell'esperienza soggettiva, il senso di essere "unico" e al contempo di appartenere a un tutto più ampio.Appartenere intimamente al mondo degli altri esseri viventi.
Teoria dei tipi psicologici = Jung prova a fare una distinzione degli stili di personalità introducendo due atteggiamenti fondamentali come introversione ed estroversione e le quattro modalità (pensiero, sentimento, sensazione e intuizione) che combinate insieme possono originare peculiari "tipi psicologici".
Psicologia dell'Io
Le linee di sviluppo del pensiero di Anna Freud vanno in direzione di un ampliamento della teoria freudiana tenendo presenti tutti i punti di vista precisati dal padre; dello scopo della psicoanalisi tramite l'inclusione dei principi della psicoanalisi infantile; della psicoanalisi in quanto teoria dello sviluppo normale. La psicologia dell'Io esplora quelle che sono le caratteristiche adattive dell'Io, che è l'istanza che viene maggiormente focalizzata. Viene vista a partire dal valore adattivo che l'Io ha in relazione alla realtà esterna.
alle pressioni di essa. È quindi l'Io che permette al soggetto di perseguire delle mete. l'Io, posto al centro del conflitto psichico, viene mobilitato da uno stato di angoscia, che ha il valore di segnalare un pericolo interno, e interviene ricorrendo all'utilizzo di una difesa. La psicologia dell'Io focalizza l'attenzione anche sugli aspetti funzionali dei meccanismi di difesa, che all'interno di una società dove non è possibile gratificare ogni desiderio, possono essere utili all'adattamento. La Freud parte dal presupposto che i contenuti dell'Es non possono essere mai conosciuti direttamente. Se Es ed Io sono in armonia, l'Io percepisce il sorgere dell'impulso dell'Es, l'accrescere della tensione e la concomitante sensazione di sofferenza e infine la liberazione della tensione sotto forma di gratificazione; in questo caso il processo non richiede la partecipazione dell'Io. Quando tuttavia il passaggiodegli impulsi dà luogo a conflitti l'Es viene considerato come un intruso e l'Io sente come aliene le istanze dell'Es. Per proteggere i propri confini mette in atto delle misure difensive: come risultato quello che l'Io rileva è l'osservazione contemporanea di due istanze psichiche in azione: una pulsione dell'Es non genuina ma modificata da misure difensive adottate dall'Io anche in conseguenza dell'eventuale azione della terza istanza psichica, quella superegoica.
Queste misure difensive vengono definite meccanismi di difesa; l'uso eccessivo di certi meccanismi può distorcere la realtà ed impoverire l'Io. Anche i meccanismi di difesa vengono quindi esaminati a seconda della loro capacità adattiva; quindi meccanismi di difesa non necessariamente patogeni ma siano funzionali e necessari all'adattamento dell'Io. Le difese sono intese come adattamenti sani agli avvenimenti reali.
quindi necessario differenziare tra meccanismi di difesa primitivi e meccanismi di difesa più maturi (difese primarie e difese secondarie). Le difese primarie riflettono i processi preverbali, che precedono l'acquisizione del principio di realtà e della costanza del soggetto, dove quindi la realtà è vissuta in modo totalizzante, per questo vengono usate specialmente quando l'Io è in una situazione fragile contro l'Es. Le difese secondarie non agiscono in maniera globale su tutta la dimensione sensoriale, ma operano su trasformazioni specifiche, sono dunque più evolute. Difese primarie: - Ritiro primitivo: implica una fuga psicologica dalla realtà e non una distorsione della stessa. - Diniego: implica un disconoscimento di alcuni aspetti della realtà percepiti come pericolosi e traumatici. - Controllo onnipotente: implica una dispercezione dei limiti nelle proprie potenzialità e l'idea di avere un controllo totale sulla realtà. Difese secondarie: - Rifiuto: implica una negazione razionale degli aspetti scomodi o dolorosi della realtà. - Formazione reattiva: implica una reazione opposta a un desiderio o un impulso inaccettabile, ad esempio mostrare affetto invece di rabbia. - Spostamento: implica il trasferimento di un desiderio o un impulso su un oggetto o una persona diversa da quella originale. - Proiezione: implica attribuire i propri desideri, impulsi o pensieri inaccettabili a qualcun altro. - Identificazione proiettiva: implica proiettare parti di sé su un'altra persona e poi identificarsi con quella proiezione. - Isolamento: implica separare un pensiero o un'emozione dalla sua connessione con altre parti della personalità. - Annullamento: implica annullare o compensare un pensiero o un'azione negativa con un pensiero o un'azione positiva. Questi sono solo alcuni esempi di meccanismi di difesa, che possono variare da individuo a individuo e possono essere utilizzati in modo più o meno consapevole.controllo assoluto su quantoaccade
Proiezione: consiste nel considerare qualcosa di interno come• proveniente dall’esterno.
Identificazione proiettiva: riflette l’utilizzo congiunto della proiezione e• introiezione. È un processo trifasico attraverso cui aspetti proprivengono disconosciuti e attributi a un altro che li assimila facendolipropri (introiettando il proietto dell’altro).
Scissione: implica la divisione dell’oggetto nelle sue parti. Tale• meccanismo deriva dall’incapacità di tollerare l’ambivalenzadell’oggetto e dall’incapacità di integrarlo nelle sue diversecomponenti.
Dissociazione: implica una dissociazione dalla realtà.•
Difese secondarie =Rimozione: consiste nell’espellere e tenere lontano dalla coscienza un• contenuto, che provenga dall'Es, da traumi o conflitti che viviamo congli altri o con noi stessi, doloroso e disturbante che diventa nonaccessibile alla
coscienza; essa toglie la parte psichica ma rimane l'energia, che si dimostra nei movimenti del corpo. Regressione: implica un ritorno a forme di comportamento tipiche di uno stadio evolutivo precedente; il setting analitico induce spesso alla regressione, non come meccanismo di difesa, ma attraverso il sistema psicoanalitico freudiano. Isolamento dagli affetti (Intellettualizzazione e Razionalizzazione): implica una separazione tra la dimensione cognitiva dell'esperienza e il disconoscimento totale della parte emotiva, nella razionalizzazione si cerca una causa o una ragione per diminuire l'impatto emotivo, nell'intellettualizzazione l'esperienza viene completamente vissuta dal soggetto solo sul piano intellettuale, quindi un totale innalzamento rispetto al piano affettivo. Spostamento: un affetto o una pulsione viene trasferito dal suo oggetto iniziale verso un altro collegato al primo per qualche forma associativa (es. i feticci sessuali). Formazionereattiva: conversione di un affetto positivo o negativo• insostenibile nel suo opposto, in questo modo la rappresentazione del soggetto del fenomeno o della relazione assume un significato totalmente diverso.
Sublimazione: conversione di qualcosa di personalmente intollerabile• in qualcosa di socialmente apprezzato (es. l'arte, l'altruismo, ecc).
Annullamento retroattivo: consente di riparare qualcosa accaduto• precedentemente che ha portato, secondo il soggetto, ad una troppo diretta espressione di un desiderio che sarebbe dovuto rimanere inconscio; gli atti riparativi possono essere molti e di diversi tipi, sia consci (coping) che inconsci.
I meccanismi secondari hanno senso all'interno di una specifica dinamica, non sono quindi totalizzanti, ma "chirurgici", non operano su tutto il corpo, ma su un oggetto (emozione) specifico. Questo loro essere non pervasivi li rende applicabili a certi contesti, ma non modificano la nostra totale percezione della realtà.
Al contrario dei meccanismi di difesa primari. Anna Freud, insieme a Melanie Klein, sono le prime psicoanaliste dalla cura dell'adulto alla cura del bambino. Entrambe utilizzeranno la psicoanalisi coi bambini, con l'idea di adattare questo modello. Storicamente tra le due ci sarà un grande dibattito per i diversi metodi.
Secondo Anna Freud non è possibile pensare a una nevrosi di transfert freudiana proprio perché il bambino non ha sviluppato ancora tale funzione, inoltre il bambino vive ancora coi genitori con cui il legame è ancora vivo, quindi esso non ha bisogno di essere ricostruito attraverso il transfert.
Durante il periodo nel quale la psicoanalisi comincia a destare un certo interesse, diversi autori, spesso con un background medico, gli si avvicinarono.
La storia della psicoanalisi si fonda sullo sviluppo delle idee freudiane. Abraham, Ferenczi, Otto Rank e William R.