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PERDURA PER TUTTO L’ARCO DELLO SVILUPPO.
È una progressione di compiti evolutivi che la coppia madre-bambino
deve risolvere in maniera congiunta e reciproca per conseguire
l’adattamento. Il processo di costruzione continua è qualitativo: si ha
una continua modificazione di comportamenti.
Il bambino viene considerato fin dalla nascita come parte di un sistema
interazionale.
In base alle ricerche il bambino è attivo, sospinto da sistemi
motivazionali differenziati, dotato di capacità complesse per
l’interazione e la regolazione e predisposto biologicamente fin dalla
nascita ad interagire con il mondo sociale.
C’è una forte inclinazione relazionale: il vero oggetto di studio è il
sistema dinamico di relazione madre-bambino. La partecipazione attiva
all’interazione reciproca è resa possibile dal bagaglio comportamentale
che madre e bambino mettono in gioco. In questa particolare forma di
comportamenti interattivi, il bambino regola le stimolazioni esterne e
organizza l’esperienza identificandola nelle isole di coerenza, che sono
necessarie per la definizione del se e dell’altro.
Man mano che cresce il bambino acquisisce sempre più un repertorio di
ricordi interiorizzati, di astrazioni e di modelli. Questi ricordi
costituiscono uno scenario che si può definire prototipo delle
categorizzazioni progressive dell’esperienza.
Questa categorizzazione si chiama momento R (rappresentazioni di
esperienza, fondati su momenti ricordati e vissuti), sono piccoli, ma
coerenti.
Un altro momento interattivo vissuto è il momento V (necessario per
formare il ricordo di uno specifico episodio), i ricordi specifici sono
tanti e sono organizzati in momenti M, che sono momenti generalizzati
in una serie di momenti.
Il bambino crescendo acquisisce un repertorio sempre più ampio di
ricordi interiorizzati e la capacità di organizzarli in astrazioni e modelli
prototipici che non coincidono necessariamente con la somma dei
ricordi esperienziali.
Via via che i bambini accedono ad un livello più complesso
dell’organizzazione simbolica acquistano una maggiore abilità nel
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risolvere i problemi nei vari sistemi motivazionali. Il risultato è che la
rappresentazione simbolica assicura sia una maggiore possibilità di
trasformazione sia l’instaurarsi di un senso di continuità.
Lo sviluppo dei sensi del sé
3.
Il senso del sé viene visto da Stern come un’esperienza soggettiva
organizzante, in cui interagiscono: percezioni e affetti, sistemi
motivazionali e rappresentazioni.
Che emergono nei primi 3 anni di vita. E variano nell’arco evolutivo e si
susseguono secondo una prospettiva sequenziale, non ci sono tappe.
All’emergere dei diversi sensi del sé si accompagnano nuovi campi di
relazioni.
Stern distingue i seguenti sensi del Se:
EMERGENTE 0-2 MESI
• NUCLEARE 2-6 MESI
• SOGGETTIVO 7-15 MESI
• VERBALE 15-18 MESI
• NARRATIVO 3-4 ANNI
•
Il senso del sé emergente: è la capacità di identificare caratteristiche
invarianti dell’esperienza e organizzarle in forme di costellazioni globali.
Si chiama senso del se emergente perché l’individuo ha la capacità di
fare esperienza di sé e dell’altro. (RICORDO)
Il senso del sé nucleare: si sviluppa intorno ai 2 3 mesi, il bambino
riesce a costituirsi in maniera unitaria le costellazioni organizzate, le fa
sulla base della memoria “senza parole” (non sapevole, ma senza
parole). Si sviluppa così il primo organizzatore della vita psichica che
Spitz, chiama sorriso sociale. A cui seguono le varie predisposizioni
sociali. (riconosce madre, sorella). (MEMORIA)
Il senso del sé soggettivo: tra i 7 e i 9 mesi c’è un salto maturazione, il
bambino entra nel campo di relazione intersoggettiva e sperimenta un
nuovo senso del sé costruito a partire dalle nuove capacità di
condividere l’attenzione, le intenzioni e gli stati affettivi con un altro.
Puntare il dito, espressioni proto linguistiche, utilizza l’espressione
affettiva della madre. 3
Viene percepito un proprio contenuto mentale e riconosciuto un
contenuto mentale dell’altro: distinzione tra sé e l’altro.
La sintonizzazione affettiva è significativa per l’empatia, il
rispecchiamento, ecc. La corrispondenza interattiva si colloca negli
stati interni. (RELAZIONE CON LA MADRE-SINTONIZZAZIONE
AFFETTIVA).
Il senso del sé verbale: verso la metà del secondo anno di vita c’è una
nuova trasformazione, il bambino comincia a essere consapevole di sé
in modo autoriflessivo, si riconosce allo specchio, parla con pronomi
per riferirsi a sé, inizia a usare il linguaggio comunicativo e simbolico,
entra nel campo della relazione verbale, sperimenta un nuovo modo di
relazione con gli altri. (COMUNICAZIONE LINGUISTICA SIMBOLICA E
INTENZIONALE).
Il senso del sé narrativo: verso il terzo-quarto anno di vita arriva a
costruire una narrazione della propria storia. (IL BAMBINO SI
RACCONTA).
La psicopatologia
4.
Stern fonda la sua teoria della psicopatologia sul modello di sviluppo
che si avvale di una prospettiva relazionale fondata sulle competenze
interattive della coppia madre-bambino. Se la madre è depressa il
bambino rappresenta un rallentamento psicomotorio, melanconia e
angoscia, e questa situazione egli la definisce “essere con (il bambino
si sente con la madre, perché utilizza i processi di imitazione e di
identificazione).
Si influenzano a vicenda la madre con il bambino. Il bambino struttura
del se come rianimatore dell’altro.
Per Freud i disturbi sono legati alla fantasia.
Per Stern sono legati alla coppia relazionale madre figlio, rianimatore
dell’altro.
La psicopatologia è concepita da Stern come un’accumulazione di
modelli lungo una serie continua: a uno estremo si collocano le
patologie costituite dall’effetto dell’accumulazione del trauma o del
modello relazionale patogeno; all’altro estremo si collocano le nevrosi
attuali in cui è possibile rinvenire una precisa origine storica e narrativa
dell’evento traumatico. 4