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JOHN BOWLBY
Pediatra, psicanalista, inglese, (1907-1990).
Il lavoro di Bowlby ha notevolmente influenzato e modificato la
psicologia, negli ultimi anni.
Fu in analisi con la Klein si stacca dal suo modello e anche da quello
pulsionale di Freud e si rivolge all’etologia e alla teoria darwiniana della
selezione naturale.
TEORIA DI BOWLBY: TEORIA ISTINTUALE.
LE PRINCIPALI BASI DELLA TEORIA SONO: L’ATTACCAMENTO COME
PRIMITIVO SISTEMA MOTIVAZIONALE (CON LA MADRE); GRANDE
RICERCA DEI CASI CLINICI PER CONFRONTARE LE SUE TEORIE, non
in ambito psicoanalito.
Opera: trilogia, “ATTACCAMENTO E PERDITA”.
Nel 1949, riceve l’incarico dall’OMS di studiare la salute mentale del
bambino senza famiglia. E scrive “Cure materne ed igiene mentale”
(monografia) (pubblicato in 12 lingue) in cui evidenzia le prove
sull’influenza esercitata sullo sviluppo dell’inadeguatezza delle cure
materne.
Tale monografia è divisa in due parti:
La prima analizza i risultati degli effetti sfavorevoli della
- deprivazione della figura materna
La seconda riguarda la possibilità di prevenire tale privazione
-
Stilò il rapporto per l’OMS in cui spiccava il primo principio: “Si ritiene
essenziale, per la salute mentale, che l’infante e il bambino
sperimentino un rapporto caldo, intimo, ininterrotto con la madre nel
quale entrambi possano trovare soddisfazione e godimento”.
CRITICHE: psicologi dell’apprendimento hanno criticato per la scarsità
delle prove a sostegno e gli psicanalisti lo hanno accusato per aver
dato poca attenzione alle istanze delle personalità. Egli individua,
quindi, nell’assenza della madre la variabile che scatena le reazioni del
disagio e di profondo malessere riscontrati nei bambini separati dalla
madre. Tali reazioni sono quelli che agiscono nelle persone adulte che
risentono di separazioni subite nella prima infanzia, per esempio la
tendenza ad esigere eccessivamente dagli altri, a incorrere in stati di
1
angoscia e di collere, oppure un blocco nella capacità di stabilire
rapporti profondi.
Fece dei filmati per osservare i comportamenti prima e dopo la
separazione della madre e si accorgeva che c’erano manifestazioni di
protesta di disinteresse, ribellazione.
2. L’ATTACCAMENTO
Emerge quindi l’esigenza di studiare come si sviluppano i processi
psicopatologici legati all’attaccamento.
La sua speculazione teorica si basa sui contributi di queste scienze:
cibernetica, teoria dei sistemi, approccio a Piaget, psicologia cognitiva,
etologia e teoria evoluzionistica. Si serve della psicanalisi come schema
di riferimento.
Dalla teoria dei sistemi deduce l’idea che il bambino è un sistema
• provvisto di un’organizzazione autonoma. Che opera con una
varietà di processi.
Dall’etologia invece osserva comportamenti con alcune specie di
• animali: in particolare l’imprinting (un’impronta che rimane nei
neonati, attaccamento alla prima cosa che vedono in movimento)
(Lorenz, occhetta Martina) e il bisogno di calore (elaborato Harlow,
madre manichino, una che ci da mangiare). In base all’imprinting e
al bisogno di calore, il bambino manifesta il suo comportamento
legato all’attaccamento. Che si vede in particolare nella prima
infanzia, ma si manifesta in tutte le fasi della nostra vita.
Dolby considera l’attaccamento non come qualcosa legata al
soddisfacimento di bisogni alimentari o fisici, che costituiscono la base
della motivazione primaria, ma come una predisposizione innata, che
però deve essere stabile e continua nel rapporto.
Attaccamento (solo per gli uomini): innato, simile all’imprinting (per gli
uomini).
attaccamento <<sicuro>> ed <<insicuro>>.
Sentire l’attaccamento, vuol dire avvertire: amore, dipendenza, paura
del rifiuto, irritabilità e vigilanza. 2
Comportamento di attaccamento: si esprime nel modo di comportarsi
come base sicura e insicura che ha creato la figura di riferimento.
Comportamento di attaccamento base sicura e insicura.
In base agli studi condotti nell’ambito dello sviluppo percettivo e
cognitivo del bambino, distingue le fasi di comportamento secondo le
età.
Si sviluppa:
L’apparato percettivo, dapprima, fa orientare il bambino
1. verso le figure umane (madre);
L’apparato efferente (mani, piedi, testa);
2. L’apparato di segnalazione (pianto, sorriso, lallazione).
3.
Quando il bambino è angosciato si sviluppa una gerarchia di
preferenze: madre, altre persone estranee..
Questo legame di attaccamento può manifestare disturbi verso altre
persone. Il bambino deve crearsi una figura di attaccamento. Grazie
all’attaccamento che è fondamentale si rappresenta il Sé, gli altri e le
loro relazioni; se ciò non avviene si hanno esperienze paurose.
Da questo punto di vista, è fondamentale il lavoro della Ainsworth
(etologa, uno scimpanzé che si innamora dell’etologa e lei ha avuto una
relazione con un operatore e lo scimmione lo ammazza) che elabora una
procedura sperimentale definita Strange situation: procedura in cui si
osservano i comportamenti corrispondenti a due momenti di
separazione e di successiva riunione di un bambino di 12 mesi dalla
madre alla presenza di un estraneo in un ambiente estraneo.
Descrive un primo schema chiamato sicuro in cui il bambino mostra
fiducia nella disponibilità del genitore.
Un secondo schema definito resistente in cui il bambino non essendo
certo della disponibilità del genitore mostra angoscia di separazione.
Un terzo schema chiamato evitamento in cui il bambino, nel momento in
cui richiede delle cure, si aspetta di essere rifiutato.
Successivamente, verrà elaborato un quarto schema chiamato
disorganizzato. 3
Bolwy sostiene che in base a questi modelli di attaccamento si sviluppa
un modello di attaccamento operativo interno: un bambino
immagazzina un modello operativo interno di una persona che si prende
cura di lui; un bambino dall’attaccamento insicuro può vedere il mondo
come un posto pericoloso nel quale le persone devono essere trattate
con precauzione. Mantenere un attaccamento con un agente di cure
imprevedibile o rifiutante è il problema di base di un attaccamento
ansioso; il modello operativo interno si baserà quindi sull’adattamento
alle instabili cure materne.
Nell’attaccamento evitante, il bambino cerca di minimizzare i suoi
bisogni allo scopo di prevenire il rifiuto, rimanendo distante dall’agente
di cure il cui rifiuto viene rimosso dalla coscienza per mezzo della
esclusione difensiva. La strategia ambivalente comporta l’aggrapparsi
all’agente delle cure materne con eccessiva sottomissione e con
un’inversione di ruoli; i sentimenti di rabbia vengono rimossi
dall’esclusione difensiva.
Il terzo modello è quello dell’insicuro disorganizzato: meno comune, ma
associato a patologia grave.
3. LA PSICOPATOLOGIA
L’autore ritiene che il bambino darà luogo ad un legame adeguato o
patologico a seconda della natura dell’attaccamento e dell’ambiente in
cui esso si sviluppa.
Il compito originario di Bowlby era cercare le connessioni tra eventi
traumatici e sintomi psichiatrici, sia nei bambini che negli adulti. In base
all’attaccamento sicuro e insicuro individua questi disaggi e disturbi di
comportamento e vari fobie (agorafobia, per esempio), la causa sono i
comportamenti ansiosi legati alla disgregazione del legame con i
genitori (morte o divorzio).
Tre possono essere le modalità in cui le relazioni influenzano i disturbi
psichiatrici:
La rottura del legame di attaccamento
1. Internalizzazione di modelli di attaccamento precoce disturbati
2. rendono la persona più vulnerabile 4
La percezione attuale di una persona delle proprie relazioni e l’uso
3. che essa fa di questa può renderla più o meno vulnerabile a crolli
psicologici di fronte a difficoltà.
LA TEORIZZAZIONE DI BOWLY E LA TEORIA PSICANALITICA
4. CLASSICA
Questa concezione è sicuramente figlia della psicoanalisi, ma si
discosta in parecchi punti dalla teoria freudiana, perché attribuisce
l’importanza primaria dei disturbi ad un unico legame con la madre
biologica.
Un altro elemento di separazione con Freud riguarda il sistema
motivazionale, per Freud legato alle pulsioni e per Bowly legato
all’attaccamento relazionale.
Un altro aspetto riguarda che per Freud tutto è legato alla prima
infanzia, per Bowly tutto è legato alla realtà attuale.
Bowly non dà importanza alla fantasia, Freud da importanza alla
fantasia soprattutto nei casi di nevrosi.
Per Bowly il bambino non è il rapporto di dipendenza con la madre,
ma una relazione di attaccamento. Il bambino ha un ruolo attivo.
Bowly, si allontana dal modello psicanalitico della fissazione-
regressione.
Riprendendo dalla psicologia cognitiva il modello IWM, Bowly ritiene
che i modelli operativi interni delle strutture mentali permettono di
mantenere relazioni e rapporti causali con il mondo esterno, per
operare su di essi delle modifiche.
Tutto ciò avviene in maniera automatica senza che il soggetto ne sia
consapevole.
5. I CONTRIBUTI PIU’ RECENTI SULLA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Le teorizzazioni di Bowlby sono diventate un patrimonio della cultura
psicologica. Si delineano tre principali fasi dello sviluppo dello studio
dell’attaccamento: 5