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Il lessico psicologico

Cap. 1 Origini e Sviluppo della Consapevolezza di Sé e degli Altri

  • Fine l'uomo: abilità
  • Comp. comparabile xe trans e altri x̄uè entità forse f

Butterworth

  • Consapevolezza primaria di sé
  • Di sé superiore

Passaggio da Consapevolezza primaria a Riferita Siva

Inserita nella comunità linguistica

Se Ecologico

  • Azione + stimoli
  • Info cinestetiche, acustiche, eco.

Gibson

Percezione di sé + percezione ambiente

  • Sogg.
  • Ogg.

No registr. info

Ha anche immagine mondo = attività

Percepire significa...

Selezione tra stimoli differvi es. odore umana / estraneo

No solo riflessi ma orientato da scopi funzionali

Primitiva esperienza di sé

Neisser: Sé ecologico

Specifica in esperienza particolari

Doppio contatto

Reazioni Circolari di Piaget

Prime reazioni circolari = piacere di prodivione

Ricevono info inumana di Gibson, Walker

Se interpersonale

diverse modalità di esperienza sociale

Interazioni faccia a faccia

  • Fondamentale nel 1° sviluppo (Fogel)
  • Abilità pulsativa e interattiva

3-9 mesi:

  • Attività coordinata con ruoli e attori convenzionali
  • Non secondo "Ti prendo adesso"

10-11 (mesi):

  • Nozione interpersonale
  • Nozione linguistica

9-12 mesi: triangolo

Se concettuale

  • Buttendorf: linea sottile tra consapevolezza primaria e riflessiva
  • 15/18 mesi: Riconosce immagine allo specchio
  • Gallup (citato): Rouge Test

Collegato ad altri fattori socio-cognitivi:

  • Empatia
  • Imbarazzo
  • Timidezza

8-9 mesi: distinzione tra mente e scopi

Gesto indicare

Sequenza di Cavalieri:

  • 12 mesi
  • 14 mesi
  • 16 mesi

Il sé ecologico viene sacrificato in alcune esperienze particolari,

quali il doppio contatto, le reazioni circolari, la reazione di infan

1. Doppio Contatto

Il proprio corpo rappresenta un oggetto privilegiato di conoscenza, a differenza degli altri oggetti, che vanno e vengono. Il corpo è caratterizzato da stabilità e, per ciò, dime sempre a disposizione del bambino.

Koerner, Kramer (1947) Hanno osservato che i neonati trascorrono circa il 90% del tempo di veglia, toccando il viso e la bocca con le mani: questo comportamento, detto doppio contatto, è di grande interesse in quanto ci permette di cogliere una delle + precoci manifestazioni di discriminazione tra le info che provengono dall'esterno e le info che provengono da sé stessi. Viene a mancare la risposta di orientamento, che tipicamente compare quando il viso del bambino viene toccato da un'altro esso. (Rochat, Morgan 1985)

Sembra che il bambino sia in grado di dissoprenziare il singolo contato, provenente dall'esterno, dal doppio contatto, proveniente dalla propria superficie cutanea, della mano e del viso.

Sullivan (1953) Toccarsi procura al bambino l'esperienza proprioocettiva (l'atto di toccare e il sentirsi toccato).

RISULTATI ESPERIMENTI

I bambini imitano in modo selettivo e differenziato, non confondendo azioni o oggetti e non rispondendo in modo globale ma specifico replicano la protrusione della lingua e non delle labbra, qualora abbiano osservato una protrusione della lingua, oppure differenziano tra atti e preattivi con lo stesso organo (aprire o pingere in fuori le labbra).

STUDI CON BAMBINI 6 SETTIMANE

Osservando un'azione non usuale, quale un movimento laterale della lingua, i bambini correggono la loro risposta imitativa per avvicinarsi il più possibile al modello, come se fossero consapevoli dei propri atti motori e tentassero di controllarli. (Meltzoff, Moore)

Da quanto detto risulterebbe che l'imitazione non sia semplicemente una risposta automatica e predeterminata ma che si tratti di un processo attivo di definizione intermodale mediato, il quale il bambino inizia a costruire un proprio schema corporeo, fondato sia sulle informazioni visive che sulle percezioni proprio-cettive!

IL SIGNIFICATO PSICOLOGICO DEGLI SCAMBI IMITATIVI

Idea che l'altro fa quello che faccio io (Meltzoff, Moore)

Attraverso l'imitazione il bambino vedrebbe se stesso riflesso in una sorta di specchio sociale e potrebbe così stabilire delle relazioni di similitudine tra se stesso e gli altri.

È significativo il fatto che il bambino cerchi lo sguardo dell'adulto non in modo casuale ma sempre in situazioni socialmente significative, ad esempio se è sorpreso,

se è felice, oppure se qualcosa gli piace o se ha paura.

Infatti , lo sguardo del bambino esprime i affettivi, facendo che stia osservando un oggetto o sia rivolto all'adulto e ne voglia richiamare l'attenzione degli adulti.

Paragrafo 3. Il sé concettuale

Nel 2o anno di vita

  • Il bambino dà a consapevolezza di sé e degli altri in comportamenti che si considerano come
  • Autoriconoscimento allo specchio
  • Comunicazione intenzionale
  • Emergere lessico psicologico

Sono elementi del paragrafo sé concettuale

Consiste nell'insieme di rappresentazioni che ciascun individuo ha di se stesso.

Neisser (1995)

Lo sviluppo del sé concettuale è collegato allo sviluppo del linguaggio e alla capacità di rappresentarsi se stessi come oggetto di attenzione.

L'apprendimento nel dirigere e condividere l'attenzione altrui Si conclude quando il bambino si rende conto che può costruire a sua volta un oggetto di interesse per gli altri.

Gli oggetti = intermediari tra le menti in quanto sono l'argomento della comunicazione e della condivisione tra l'adulto e il bambino.

Cap. 2 Parlare di sé e degli altri

  • Prime forme comunicative:
    • Non verbali:
  • Io forte atto comunicativo
  • Tu destinatario
  • Oggetto a cui fa riferimento

Ogni atto coinvolge 3 funzioni interpersonali:

  • Parlante
  • Interlocutore
  • Ascoltatore

Come capire quando e come gli altri si riferiscono a lui?

  • Conversazione tra Elena (3 anni), madre e sorella di 7 anni

Eleonotta bambina → nome proprio & (da altri) → rif. a tono adulte femminili

Come si capiscono?

  • Significato parola → forma della parola → suffisso -a → femminile sing.

fenomeni linguistici che rilevano la relazione tra linguaggio e contesto

  • Deissi (deixis)
  • Di luogo: dimostrativi (questo, quello)
  • Di persona: modi in cui la lingua distingue i ruoli di parlante, interlocutore e ascoltatore, oggetto
  • LYONS:
    • 1a persona = inclusione parlante
    • 2a persona = interlocutore
    • 3a persona = esclusione parlante/ascoltatore

In tutte le lingue, la manifestazione più eclatante della deissi di persona è costituita dai sistemi pronominali.

Pronomi Personali

- Costituiscono una categoria grammaticale molto complessa.

- Sono degli elementi linguistici che vengono utilizzati al posto dei nomi, ma sono privi delle info semantiche di questi ultimi, svolgendo unicamente una funzione grammaticale.

Due forme pronominali:

  1. La serie libera, detta anche TONICA.

Questi pronomi nella pronuncia vengono accentati e quindi risultano acusticamente distinti dalle altre parole della frase (ad ES io non voglio, sto dicendo a te).

  1. La serie "clitica", detta anche ATONA.

Pronomi su quelli non cade accento contrastivo e quindi nella pronuncia si appoggiamo alla parola che li segue o precede (ad ES domani la prendi, non voglio dirlo più).

I pronomi specificano sempre la flessione grammaticale e talvolta il caso; possono specificare una relazione deittica di persona.

L'esempio della conversazione di Elena, la madre e sorella, è esempio di deissi di persona: nel caso di un evento comunicabile può inserire a momenti i tutti e 3 i ruoli conversazionali di parlante, destinatario, ascoltatore non partecipante.

Il centro deittico è rappresentato da chi parla, per cui i riferimenti alle persone, ai luoghi, al tempo rappresentano il suo punto di vista. Nell'alternanza dei turni dialogici di una conversazione, il parlante...

Dettagli
A.A. 2014-2015
69 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher noemipedagogista di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del sé e del sé sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Calabria o del prof Palermiti Anna Lisa.