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(GUARDARE  ANCHE  PARAGRAFO  “VALUTAZIONE  DELLA  NEGLIGENZA  SPAZIALE  UNILATERALE)  

SINDROME  DI  BALINT-­‐HOLMESààLa  Sindrome  di  Bálint-­‐Holmes  nella  sua  forma  completa  è  una  sindrome  

caratterizzata  da  deficit  di  attenzione,  deficit  di  valutazione  delle  distanze,  aprassia  dello  sguardo  (il  paziente  non  sa  

dirigere  intenzionalmente  lo  sguardo  verso  un  punto)  e  atassia  ottica  o  visuo-­‐motoria  (il  paziente  non  sa  eseguire  i  

movimenti  degli  arti  sotto  la  guida  dello  sguardo).  Tale  sindrome  è  tipicamente  dovuta  a  lesioni  localizzate  a  livello  

parieto-­‐occipitale  bilaterale.   LA  PERCEZIONE

La  percezione  è  quel  processo  attraverso  il  quale  le  informazioni  raccolte  dagli  organi  di  senso  sono  organizzate  in  

oggetti,  eventi  o  situazioni  dotati  di  significato  per  il  soggetto.  La  percezione  si  distingue  dalla  sensazione,  che  è  

legata  agli  effetti  immediati  ed  elementari  del  contatto  dei  recettori  sensoriali  con  i  segnali  provenienti  dall'esterno,  

in  grado  di  suscitare  una  risposta.  La  percezione  è  dunque  un  fenomeno  non  riducibile  alla  pura  ricezione  degli  

stimoli  da  parte  del  cervello,  ed  è  un  fenomeno  complesso,  mediato  da  aspettative  e  ricordi;  e  contrario  alle  

sensazioni  che  sono  invece  immediate,  elementari  e  immodificabili.  

Tra  le  diverse  teorie  sulla  percezione  ritroviamo:  la  teoria  della  percezione  della  Gestalt,  la  teoria  della  percezione  di  

Gibson  e  le  teorie  cognitiviste  della  percezione.  Secondo  la  teoria  della  percezione  della  Gestalt  o  teoria  della  forma,  

le  nostre  esperienze  non  sono  caotiche  o  somma  di  parti,  ma  esperienze  strutturate:  la  percezione  non  si  presenta  

come  somma  degli  elementi  sensoriali,  ma  ci  basiamo  su  una  forma  complessiva  dello  stimolo  visivo.  Pertanto  “il  

tutto  è  più  della  somma  delle  singole  parti,  che  assumono  significati  diversi  a  seconda  del  tutto  di  cui  sono  parti”.  

Secondo  la  Gestalt,  una  legge  che  regola  la  percezione  è  la  PERCEZIONE  FIGURA-­‐SFONDO,  che  è  la  tendenza  

organizzatrice  più  semplice,  ma  anche  la  più  importante.  La  nostra  osservazione  del  mondo  si  basa  infatti  sulla  

percezione  di  oggetti  che  appaiono  risaltare  contro  uno  sfondo.  In  ogni  totalità  che  percepiamo,  si  può  quindi  

distinguere  la  parte  che  risalta  (la  figura  che  ha  un  contorno  nitido)  da  quella  che  resta  (lo  sfondo  informe,  

indifferenziata,  illimitata).  Ad  esempio,  se  consideriamo  il  vaso  di  Rubin  che  è  un’immagine  ambigua  in  cui  la  figura  

può  diventare  sfondo  e  viceversa,  notiamo  come  a  seconda  di  come  il  nostro  cervello  focalizza  le  immagini  abbiamo  

diverse  interpretazioni.  Sulla  base  di  ciò,  Wertheimer,  il  padre  della  psicologia  della  Gestalt,  ipotizzò  alcune  leggi  che  

si  basano  sul  principio  generale  del  raggruppamento  percettivo,  ovvero  cogliamo  la  realtà  non  come  insieme  di  

sensazioni  slegate,  ma  come  unità  dotate  di  significato.  In  particolare,  tra  alcune  delle  leggi  della  percezione  della  

Gestalt,  ritroviamo:  

Legge  della  vicinanza,  in  base  al  quale  gli  elementi  vicini  tra  di  loro  verranno  percepiti  come  un  tutto.  

•   Legge  della  somiglianza,  in  base  al  quale  gli  elementi  che  sono  fra  loro  simili  tendono  ad  essere  percepiti  

•   unitariamente,  distanziandoli  da  quelli  diversi.  

Legge  della  continuità,  in  base  al  quale  una  serie  di  elementi  posti  uno  di  seguito  all’altro,  vengono  uniti  in  forme  

•   in  base  alla  loro  continuità  di  direzione.  

Legge  della  pregnanza,  in  base  al  quale  gli  elementi  che  producono  forme  più  semplici,  simmetriche,  regolari  e  

•   unitarie  tendono  ad  essere  percepiti  unitariamente.  

Secondo  la  teoria  della  percezione  di  Gibson,  nota  anche  come  la  teoria  ecologica,  non  si  possono  studiare  i  processi  

percettivi  e  cognitivi  indipendentemente  dal  contesto.  Per  Gibson  lo  studio  non  deve  essere  focalizzato  sulle  basi  

biologiche  della  percezione,  ma  bensì  sull’ambiente:  l’uomo  coglie  direttamente  le  informazioni  che  il  mondo  

esterno  gli  offre,  e  si  tratta  dunque  di  una  percezione  diretta.  I  sistemi  percettivi  diretti  hanno  così  la  funzione  di  

cogliere  le  invarianti  strutturali  disponibili  nell’ambiente  e,  in  particolare,  l’informazione  raccolta  dall’occhio  è  quella  

necessaria  per  percepire.  Ogni  oggetto  presente  nell’ambiente  possiede  così  per  Gibson  delle  

Affordances  e  cioè  

proprietà  specifiche  dell'ambiente  che  vengono  rese  disponibili,  e  quindi  sono  ciò  che  l’ambiente  offre.  Ad  esempio,  

se  un  oggetto  può  essere  mangiato,  o  una  superficie  può  essere  afferrata  allora  io  percepirò  la  disponibilità  di  

quell’oggetto  a  essere  mangiato,  e  di  quella  superficie  ad  essere  afferrata.  Tra  le  teorie  cognitiviste  ritroviamo  la  

teoria  Computazionale  di  Marr,  secondo  la  quale  il  processo  di  riconoscimento  degli  oggetti  è  scomponibile  in  tre  

fasi.  Nelle  prime  due  fasi  si  svolgono  processi  strettamente  percettivi.  Si  ha  dapprima  la  formazione  dell’abbozzo  

primario,  che  è  una  rappresentazione  primaria  che  si  fonda  sulle  differenze  di  luminosità  interpretate  dal  cervello  

come  bordi,  contorni  e  spigoli.  Poi  si  passa  ad  una  rappresentazione  in  2  dimensioni  e  mezzo  che  tiene  conto  anche  

della  distanza  e  della  profondità,  dando  una  parziale  tridimensionalità  all’oggetto,  ma  solo  dal  punto  di  vista  

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dell’osservatore.  Poi  c’è  la  terza  trasformazione  che  porta  ad  una  rappresentazione  in  3D,  in  cui  la  percezione  

presenta  la  caratteristica  della  costanza  di  forma,  per  cui  l’oggetto  mantiene  le  sue  caratteristiche  da  qualsiasi  punto  

di  osservazione.  Mentre  le  prime  due  rappresentazioni  sono  indipendenti  da  ogni  conoscenza  pregressa,  la  

rappresentazione  3D  può  essere  usata  per  il  riconoscimento  basato  su  conoscenze  pregresse  (top-­‐down).  Vi  sono  

molti  motivi  di  ritenere  che  la  percezione  non  sia  un  processo  unitario  ma  vada  invece  pensata  come  un  insieme  di  

processi  distinti  sia  dal  punto  di  vista  anatomico  sia  dal  punto  di  vista  funzionale.  Nel  caso  della  visione,  ad  esempio,  

sappiamo  che  esistono  circa  30  aree  corticali  coinvolte  in  processi  visivi  e  che  queste  sono  organizzate  in

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
51 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher psycoedu88 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuropsicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Cavallo Marco.