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Patagonia (clima desertico freddo). Nella tipo B sono compresi anche i climi semiaridi oppure

predesertici, diversi dai primi per un maggior apporto idrico.

C. Temperato (tipo C): Il contrasto di temperature registrabile nel corso dell’anno costituisce

l’aspetto caratterizzante dei climi temperati. Le molteplici varietà all’interno della grande

categoria dei climi temperati si basano sia sulle differenze termiche, sia sul regime

pluviometrico.

a) Mediterraneo: le sue caratteristiche sono la mitezza degli inverni e la concentrazione delle

piogge nei mesi freddi; 7

b) Subtropicale umido: caratterizzato da maggiori precipitazioni e una distribuzione più

uniforme nell’anno (Cina e Giappone);

c) Temperato fresco (coste oceaniche europee e nordamericane);

d) Continentale: con temperature sotto lo zero non molto frequenti (parti più interne dei

continenti).

D. Nivale (tipo D): interessano estese aree nell’emisfero settentrionale, l’aspetto caratterizzante è

l’inverno lungo e gelido, mentre l’estate è ricca di precipitazioni.

a) Freddo a estate calda;

b) Freddo a inverno lungo.

E. Glaciale o polare (tipo E): sono contraddistinti da un freddo intensissimo e da una forte

obliquità dei raggi solari. Le precipitazioni sono piuttosto scarse e di solito nevose.

a) Tundra;

b) Gelo perenne.

Uomo e clima:

Si è già detto che uno dei fattori climatici oggi più rilevanti è rappresentato dall’azione antropica.

Un esito delle modificazioni del clima risiede nel fenomeno sempre più intenso dell’urbanizzazione

(isola termica urbana), che causa l’innalzamento delle temperature, provocato dal calore immesso

nell’aria dei gas dalle fabbriche, del traffico automobilistico e dal riscaldamento domestico. Ma

l’inquinamento genera anche lo smog e le piogge acide che causano seri danni ad animali e terreni

agricoli. Tra le varie azioni involontarie con effetti sul tempo atmosferico e sul clima va in primo

luogo annoverato l’aumento delle temperature, dovuto specialmente ai combustibili fossili. La

degradazione del terreno, estesa ad ampie regioni, come risultante di concomitanti cause naturali e

umane, si chiama desertificazione. Le cause si verificano per la scarsa attenzione alla sostenibilità

ambientale. Anche l’introduzione, non sempre attenta, di nuove tecniche agricole, lo sfruttamento

eccessivamente intensivo del pascolo, la coltivazione di alcune specie vegetali non originarie e non

bene adattabili possono condurre a un grave impoverimento del suolo.

Inquinamento atmosferico:

Molte attività antropica apportano alterazioni nella qualità dell’aria. Un passaggio decisivo è

avvenuto con la Rivoluzione industriale, d’allora sono state immesse nell’aria notevolissime

quantità di particelle gassose, liquide e solide, che hanno deteriorato la qualità dell’aria. Il

fenomeno dell’inquinamento va quindi osservato e studiato sia scala locale sia scala globale. Gli

inquinanti da attività agricole e industriali, oltre che da materiali radioattivi, incidono sulla salubrità

dell'aria; un forte contributo all’inquinamento si deve anche i tumultuosi ritmi di industrializzazione

dei cosiddetti Paesi “emergenti”. Le emissioni da combustione sono all’origine del maggiore

degrado atmosferico, tra le attività antropiche inquinanti rilevanza globale hanno le emissioni dei

cosiddetti gas serra, ai quali si imputa la responsabilità maggiore nel riscaldamento globale. Un

primo passaggio importante nella prospettiva di una riduzione dei gas serra è costituito dal

protocollo di Kyoto del 1997.

4. Idrosfera

Il mare: risorse e problemi:

Oltre i 70% della superficie terrestre è occupata dal mare. Il 97% delle acque che formano

l’idrosfera è salata. Il mare non soltanto è una riserva alimentare straordinaria, ma anche 8

un’immensa riserva di energia e un enorme giacimento di materie prime: con prospettive

significative per il futuro: concentrazione di minerali, enormi quantità di idrocarburi, energie

rinnovabili ricavabili dalle onde e dalle maree, possibilità di desalinizzazione per farne potabile.

Tuttavia, sebbene le capacità autodepurative del mare siano straordinarie, le aggressioni da parte

delle attività dell’uomo sono tali da rendere gravi e spesso ben visibili i danni prodotti. Gravissimi

sono i disastri ambientali causati dallo sversamento di petrolio in mare.

Caratteristiche del mare:

Le distese maggiori, che si aprono tra un continente e l’altro, sono denominate oceani, mentre con il

termine mare si intende un’area racchiusa per lunghi tratti da terre emerse. La più nota caratteristica

dell’acqua del mare è quella di essere salata, la salinità media è pari al 3,5%. Il grado di salinità

varia a seconda dell’intensità dell’evaporazione, della quantità delle precipitazioni, del disgelo dei

ghiacciai, dell’apporto delle acque dolci dei fiumi. Per queste ragioni, nei mari tropicali la salinità

risulta maggiore rispetto ai mari freddi. Importanza notevolissima per la vita, vegetale e animale,

riveste l’ossigeno, trattenuto in piccole quantità insieme ad altri gas disciolti nel mare. Anche la

temperatura cambia con la profondità, con le stagioni e con le latitudini. I mari polari hanno

temperature superficiali prossimi allo zero, in alcune zone il mare è costantemente ghiacciato,

forma la banchisa, costituita da grandi lastre di ghiaccio salato galleggiante. Gli iceberg sono

blocchi di acqua continentale, quindi dolce, che si staccano dalle lingue glaciali dell’Antartide.

I movimenti del mare: onde, maree, correnti marine:

Mari e oceani sono soggetti a un continuo moto, il più visibile dei quali è costituito dalle onde.

Queste, provocate dal vento, presentano una cresta e un ventre, le due unità di misura sono altezza

d’onda e lunghezza d’onda. Durante il movimento delle onde, l’acqua non subisce spostamenti

orizzontali (onda di oscillazione); vicino alla costa, l’onda comincia a deformarsi e la massa

d’acqua riceve un effettivo spostamento in avanti (onda di traslazione). Il livello del mare varia

nell’arco della giornata, l’oscillazione completa di marea si esaurisce in genere in 12 ore e 25

minuti. La differenza tra i due livelli è l’ampiezza di marea. Le maggiori maree si verificano in golfi

direttamente collegati con gli oceani. L’origine delle maree è dovuta all’attrazione gravitazionale

della Luna e, il minore misura, del Sole. Nei mari e negli oceani esistono circolazioni superficiale

subacquee, che producono effetti notevoli sul clima, sull’ambiente biologico dei mari e su molte

attività dell’uomo. Le correnti marine sono masse d’acqua che si spostano in una direzione quasi

costante, con caratteristiche diverse da quelle delle acque circostanti. La loro messa in moto è

conseguenza del rigonfiamento delle acque marine nella fascia equatoriale e il deflusso verso

latitudini più alte. La rotazione terrestre riveste poi un’influenza primaria sulla direzione delle

correnti, che deviano verso destra nell’emisfero settentrionale e verso sinistra in quello meridionale.

Anche la conformazione dei continenti gioca un ruolo importante nel determinare la direzione delle

correnti marine. Le correnti marine si distinguono in calde e fredde, le prime hanno temperature

superiori a quelle dell’acqua entro cui si incuneano. È facilmente comprensibile come i grandi

sistemi di correnti svolgono anche un sostanzioso ruolo di equilibrio termico.

Il ciclo dell’acqua e il bilancio idrologico:

Atmosfera, litosfera e idrosfera sono in relazione strettissima. L’acqua, variando il suo stato fisico,

evapora dagli oceani, si immette nell’aria e ritorna sulla superficie terrestre in forma liquida o solida

(ciclo dell’acqua). All’evaporazione derivante dalle superfici oceaniche (9/10), si aggiunge l’acqua

provenienti dal suolo (1/10). Tuttavia, la stessa quantità d’acqua che ritorna sulla superficie del

pianeta ha una distribuzione diversa, i continenti nell’insieme ricevono molta più acqua di quella 9

che perdono. Il bilancio idrico è positivo per le terre emerse in una valutazione planetaria, se il

riferimento passa a scala regionale, la situazione cambia in maniera notevole a seconda delle

regioni. Le regioni con clima equatoriale, molto piovoso hanno sempre abbondanza d’acqua, mentre

quelle con climi desertici presentano deficit rilevanti. Il deflusso avviene generalmente in mare,

attraverso le foci dei fiumi nelle regioni esoreiche; i territori endoreici hanno corsi d’acqua che non

trovano sbocco in mare, ma terminano in un lago chiuso (Mar Caspio).

Le sorgenti e i fiumi:

Le società umane, fin dagli albori, hanno vissuto in relazione strettissime con i fiumi. La pioggia

che cade sulle terre emerse scorre sulla superficie, ma in parte penetra nel sottosuolo a seconda del

tipo di terreno (permeabile: se le rocce si lasciano attraversare dall’acqua; impermeabile: non

consentono un facile passaggio dell’acqua nel suolo). Le acque, penetrate nei terreni permeabili per

forza di gravità, se incontrano uno strato di roccia impermeabile formano una falda d’acqua, detta

freatica; quando il pendio di una montagna o di una collina la taglia, la falda fuoriesce in superficie

e forma una sorgente. Il solco di scorrimento delle acque incanalate è detto alveo (o letto). Per

descrivere un corso d’acqua occorre utilizzare una serie di parametri, i più importanti dei quali

sono:

 Lunghezza: distanza tra la sorgente e la foce;

 Pendenza: è il rapporto tra il dislivello sorgente-foce e la lunghezza di un fiume;

 Velocità: dipende in gran parte dalla pendenza e varia con essa;

 Bacino idrografico: comprende tutta la superficie che convoglia le acque piovane in un

determinato fiume ed è determinato dalla linea spartiacque, che lo separa dai bacini

contermini;

 Portata: indica la quantità d’acqua che passa attraverso una sezione trasversale del fiume;

 Portata solida: quantità di materiali solidi trasportati da un corso d’acqua;

 Regime: in diretta relazione con la variazione della portata nel corso del tempo, dipende, in

larga misura, dal regime pluviometrico e dall’andamento della temperatura per

l’evaporazione.

Laghi:

Il lago è costituito da una massa d’acqua, generalmente dolce, raccolta in una concavità del terreno,

senza una comunicazione diretta con il mare. Se la profondità è minima la massa d’acqua prende il

nome di stagno, per palude si intende invece una depressione coperta da uno strato ridottissimo di

acqua, con abbondante

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
16 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Paolot97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Scorrano Silvia.