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6. ROMA COME PARCO LETTERARIO. LA PERCEZIONE DEGLI SCRITTORI

-LETTERATURA E GEOGRAFIA:UN FERTILE CONNUBIO: I Parchi Letterari sono nati per riscoprire le

ambientazioni di tante pagine d’autore, rivalutando paesaggi, culture, tradizioni. L’iniziativa risale al 1990

quando STANISLAO NIEVO avanza all’editore ABETE una proposta mirata a evidenziare il connubio tra

letteratura e paesaggio. Con “PARCO LETTERARIO” ci si riferisce a un’area di interesse, senza confini

spaziali o temporali delimitati. FABIO LANDO: <Quei paesaggi,quelle regioni, ripensata e rielaborata,

rivive, nei pensieri e nei sentimenti del lettore, quasi una vita propria>. L’itinerario spaziale diviene “viaggio

sentimentale” che conduce alla scoperta di motivi geografici, storici, sociali, architettoniche e artistiche,

seguendo le tracce dell’autore.

-UN PARCO LETTERARIO MULTIAUTORIALE: Roma è un parco letterario perché: 1) c’è una sconfinata

produzione letteraria che in ogni opera ha avuto per oggetto la città eterna. 2) Roma verrebbe meno allo

scopo di far conoscere e rivalutare un territorio marginale. Roma non è marginale ma si da troppo spesso

per scontato che la capitale sia ben conosciuta dai più. L’obiettivo è quello di passare dai percorsi della

scrittura ai percorsi cronospaziali in una città cogliendo le differenze tra le atmosfere descritte e quelle che

si respirano.

-VEDUTE PANORAMICHE IN LETTERATURA. PANORAMA DAL GIANICOLO: Tre documenti letterari che

appartengono a tre epoche diverse: 1) MARZIALE (I sec d.C.) descrivendo la villa del suo amico e

benefattore GIULIO MARZIALE che abitava nei pressi di Via Salaria,c i fa capire quando la posizione

sopraelevata consenta di calcolare l’estensione di tutta Roma; 2) CHARLES DE BROSSES: 1739 cita sul

Gianicolo la “Fontana di San Pietro in Montorio”, testimoniando al contempo la presenza sia della fontana,

costruita nel 1600, sia della Chiesa. Montorio risporta alla denominazione di “Monte d’oro” del Gianicolo

per le sabbie gialle che affiorano in più punti. Annovera il Gianicolo tra le poche colline di cui era ancora

possibile riconoscere il profilo netto perché si era assistito al riempimento dei luoghi bassi tra i famosi 7

colli per lo stratificarsi delle precedenti edificazioni. 3) MARIO DE QUARTO: descrive l’assetto attuale del

Gianicolo assunto dopo il 1870. Provvede a una descrizione molto dettagliata, quasi topografica. Nel 1870 il

Gianicolo fu consacrato, nelle testimonianze simboliche,alla gloria patriottica della resistenza contro le

truppe francesi (1848-1849).

-UNA VEDUTA A “VOLO D’UCCELLO”: Il brano di ITALO CALVINO mette in relazione la geografia di Roma

con la letteratura. Riesce a rappresentare con le parole una di quelle pianta a “volo d’uccello”, i cui elementi

vengono cartografati in alzata da una prospettiva aerea obliqua. È la vecchia Roma senza l’attrattiva dei

monumenti ma con il fascino di un’atmosfera irripetibile.

-PAESAGGIO NELLA LETTERATURA E NELLE MUSICA: Il paesaggio sonoro riveste una grande importanza

nell’attribuire una precisa identità ai luoghi. Il paesaggio sonoro della Roma contemporanea,pur coperto

dal rumore del traffico automobilistico, è ancora scandito dal suono delle campane delle Chiese, anche dal

rumore delle acque delle fontane. “Le fontane di Roma”, “I pini di Roma”, “Le Feste Romane” sono i 3

poemi sinfonici con cui RESPIGHI negli anni ’20 ha inteso rendere omaggio alla città. Anche Marziale con un

epigramma rievoca una città rumorosa, molto laboriosa, tanto che per dormire si rifugiava in campagna.

-LE PIAZZE ROMANE TRA POESIA E GEOGRAFIA. PIAZZA NAVONA DI BELLI: Belli è il cantore della Roma

papalina della prima metà dell’800. La Piazza è un luogo privilegiato della topografia di Roma ed ha

attraversato una serie di mutamenti nell’assetto e nella funzione. A Roma tutto è stato “messo in

piazza”come esibizioni,gare ginniche e feste dei nobili. Con il Barocco le piazze sono diventate luoghi d’arte.

Di Piazza Navona dice che si sviluppava dal Nord della “Pulinara” (Piazza Santa Apollinare) e al Sud della

“cuccagna” (dove piantavano gli alberi della cuccagna a Carnevale). Fin dal ‘700 durante l’estate la piazza

veniva allagata,chiudendo gli sbocchi delle fontane cosicchè l’Acqua Vergine traboccasse dalle vasche.

PIAZZA DI SPAGNA DI PAVESE: La piazza si trasfigura e sfuma nei sentimenti dell’attesa di ritrovare la

donna amata. La geografia della percezione sottolinea come abbiamo avuto modo di riconoscere in altri

paesaggi, che il primo approccio a qualsiasi tipo di paesaggio avviene sicuramente attraverso i sensi,per

divenire poi elaborazione cognitiva.

-LETTERE DA ROMA. LEOPARDI E ROMA: UN RAPPORTO CONFLITTUALE: Leopardi percepì gli spazi urbani

come spazi asociali,che conducevano a quella che egli definiva la “spassione”. Lui ebbe tre momenti in cui

soggiornò a Roma. Si orienta nello spazio attraverso punti di riferimento fissi tipo il Cupolone di S.Pietro.

LA ROMA DI GOETHE TRA CLASSICISMO E ROMANTICISMO:Nel 1870 Goethe fece tappa in Italia in quanto

era una tappa obbligata nella formazione degli intellettuali europei, spinti dalla rovine classiche che

venivano riportate alla luce nelle campagne di Scave. La Roma di Goethe è la stessa delle stampe di Piranesi

ed esprime la transizione del paesaggio classico al paesaggio romantico. Le sue riflessioni mettono in risalto

in particolar modo la stratificazione di Roma nei secoli, l’interesse per le rovine dell’antichità lo porta ad

enfatizzare il danno compiuto da coloro che hanno sommerso le antiche vestigia sotto nuove edificazioni.

Le tre lettere sono: 1)la prima allo zio materno CARLO ANTICI, dove soggiorna in una camera che affaccia

sulla fontana delle tartarughe; 2) una all’amico RANIERI che gli spiega le sue condizioni di salute precarie e

non può girare per Roma; 3) sempre a Ranieri ormai malato e febbricitante.

AMOR DI ROMA DI LIBERO DI LIBERO: che afferma che Roma non fu chiamata così a casa. Fu subito

riscattata con quel titolo rovesciabile come una formula sacra che ne purgasse la sanguinosa genitura:

AMOR che d’ogni sentimento è il vertice e della vita la ragione suprema, la luce. Per l’amore che essa

significò, Roma fu davvero il vino bevuto all’alba da tante civiltà. Amor di Roma altro non può essere che

amor di conoscenza.

7. PAESAGGI URBANI DI CELLULOIDE. ROMA NEL CINEMA

-CINEMA, CITTÀ, GEOGRAFIA: A Venezia nel 1896 PROMIO, l’operatore dei Fratelli Lumiére, realizza le

prime riprese cinematografiche in movimento. Il cinema nasce dal connubio tra scienza e creatività

artistica. Nei primi decenni del ‘900 il cinema inizia la sua rapida evoluzione diffondendosi in Gran Bretagna,

Stati Uniti, Francia, Germania, Russia. L’arte cinematografica decolla definitivamente nel 1927 con

l’“introduzione del sonoro”. Il linguaggio filmico non rappresenta la realtà così com’è, ma ne traspone

l’immagine scomponendola in una quantità di punti di vista e poi ricomposta. È una realtà aspaziale e

atemporale. La geografa cinematografica della città idealizzata e falsificata. Offre l’opportunità di osservare

il movimento, i flussi e i comportamenti delle persone in città.

-IL PRE-CINEMA: Il precursore iconico più vicino all’invenzione della cinematografia è la veduta panoramica

circolare del XIX secolo (PHILIPPET realizzò dodici tele della veduta circolare di Roma nel periodo della

Repubblica). Nel 1792 apparve in un annuncio pubblicitario sul Times il termine “panorama”, neologismo

con cui si denominava una veduta della totalità. Provoca negli spettatori l’effetto di un’immersione totale in

uno spazio diverso da quella reale. Nel 1862 CARLO PONTI brevetta il “MEGALETOSCOPIO” che è un

apparecchio che consentiva di ingrandire lastre fotografiche all’albumina,perforate e illuminate da dietro

per creare l’effetto notte. Il primo imprenditore cinematografico a Roma fu ALBERINI che aveva inventato

nel 1895 il “CINEMATOGRAFO” un apparecchio che riprendeva, proiettava e stampava immagini in

movimento.

-I FILM “MONUMENTALI” E LA PROPAGANDA DI REGIME: Nel 1905 Alberini e Santoni producono “LA

PRESA DI ROMA, la prima ricostruzione storica in 7 tavole, un filone che con “QUO VADIS?” di Guazzoni,

“NERONE E AGRIPPINA” di Caserini, “CABIRIA” di Pastrone giunge fino al “GLADIATORE” di Ridley Scott.

Templi, fori, colonne, tutto veniva ricostruito in studio. Durante il fascismo si tenta si tenta di far

riemergere dal vero l’immagine di Roma Imperiale, dando vita a una campagna di recupero dei resti

archeologici e alla loro valorizzazione. Mussolini ritiene il cinema uno strumento di propaganda e di

diffusione della cultura. Nel 1925 viene istituita “LUCE” (Unione Cinematografica Educativa). Nel 1935 fu

costruita una “scuola di cinema” chiamato CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA.

-CINECITTÀ, LUOGO REALE DELL’IMMAGINARIO FILMICO: Nel 1937 viene inaugurata CINECITTÀ, il più

importante stabilimento cinematografico d’Europa, che costituisce anche una fonte di occupazione per

molte persone. Il primo vero film di regime a Cinecittà è “SCIPIONE L’AFRICANO” di Gallone. Dopo il 1943

quasi tutte le attrezzature,considerate bottino di guerra, vengono trasferite in Germania e gli studi

subiscono dei bombardamenti. Nel 1944 diventa campo di raccolta dei prigionieri tedeschi. Dopo la guerra

viene ricostruita e c’è il boom con “VACANZE ROMANE” di Wyler nel 1952.

-RICOSTRUZIONE STORICA DELLA ROMA PAPALINA: Si torna a girare in interni. L’esponente principale è il

regista LUIGI MAGNI che realizza “RUGANTINO”, “NELL’ANNO DEL SIGNORE” del 69 e “IN NOME DEL

PAPA RE”. Tutte le scene sono ricostruite in studio perché sarebbe stato troppo dispendioso ricostruire sui

luoghi le atmosfere perdute (stesso problema di Monicelli con il “MARCHESE DEL GRILLO”). Molto

importante era la colonna sonora e non c’era un filone romano, a parte gli stornelli.

-IL NEOREALISMO E I DIFFICILI MOMENTI DEL SECONDO DOPOGUERRA: L’opera che segna la volta nella

rappresentazione cinematografica della città è “ROMA CITTÀ APERTA” di ROSSELLINI del 1945, che ritrae

Roma occupata dai nazisti. Le riprese del film sono state effettuare utilizzando gli abitanti del posto come

comparse, tra la Via Prenestina e la Via Casilina. Importante fu “LADRI DI BICICLETTE” di DE SICA del 1949

che vede la città al centro de

Dettagli
Publisher
A.A. 2009-2010
16 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Poggiogufo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof De Vecchis Gino.