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La filosofia del diritto secondo Adolf Reinach
Il filosofo di diritto Adolf Reinach, considerato al giorno d’oggi come uno dei fondatori della fenomenologia del diritto, nasce in Germania nel 1883. All’età di diciassette anni, ovvero nel 1900, si trasferisce a Monaco per iniziare gli studi in psicologia e filosofia, mentre nel 1904 si laurea con una tesi sul concetto di casualità nel diritto penale. L’anno successivo decide di frequentare, per un semestre, i corsi del filosofo Husserl, fondatore della fenomenologia, per poi passare agli studi giuridici. Nel 1909, dopo aver affrontato l’esame di Stato, Reinach decide di dedicarsi interamente alla filosofia, e si trasferisce a Gottinga per poter lavorare al fianco di Husserl. Reinach viene consacrato come il fondatore della fenomenologia del diritto, una delle sue principali contribuzioni alla filosofia.Opere più importanti, "I fondamenti a priori del diritto civile", la quale nasce nel 1913, dopo un seminario sulla filosofia del diritto tenuto l'anno prima. In quest'opera, Reinach parla della teoria degli oggetti, la quale quindi deve studiare ed analizzare anche entità giuridiche, come ad esempio obblighi/pretese/diritti. Secondo il filosofo, questi oggetti ed entità giuridiche oltre a non poter essere considerate come entità fisiche o psichiche, si distinguono anche dall'intemporali entità ideali, come ad esempio concetti/proposizioni/numeri, a causa della loro temporalità. Nel dettaglio, Reinach ne "I fondamenti a priori del diritto civile" si impegna a studiare questi oggetti ed entità giuridiche muovendosi in due direzioni.
Da una parte, egli descrive come tramite gli atti
sociali, producono o modificano questi oggetti ed entità giuridiche. Vi siano delle realtà giuridiche, Dall’altra parte, invece, si chiede se ovvero che valgono a priori per questi oggetti ed entità giuridiche. Dottrina a priori del diritto, Reinach, quindi, parla di una la quale non è né una dottrina del diritto naturale né una dottrina del diritto ideale. Intitolata "I fondamenti a Analizziamo ora alcuni passi dell'opera di Adolf Reinach priori del diritto civile". L'idea della dottrina a priori del diritto. Nella sua opera "I fondamenti a priori del diritto civile", Reinach ci parla della cosiddetta Maprima di poter analizzare nel dettaglio quest'ultima, il filosofo introduce la concezione generale del diritto positivo, non vi sono proposizioni giuridiche valide al di fuori del tempo, questo poiché il diritto positivo.È in continuo mutamento influenzato dai rapporti e dai bisogni economici del momento. Ad esempio, la proposizione giuridica secondo la quale “i crediti possono essere ceduti dal creditori a terzi all’insaputa del debitore” è una proposizione che al giorno d’oggi viene considerata valida, ma in epoche diverse del diritto questa non possedeva nessuna validità. Di conseguenza, secondo questa concezione generale del anche le entità giuridiche, diritto positivo, come ad esempio proprietà/pretesa/obbligazione/rappresentanza, che si trovano all’interno delle sono state create dal diritto stesso, proposizioni giuridiche, il quale quindi non le Reinach, però, sostiene una teoria opposta, ha già trovate pronte ed accettate. le entità giuridiche appunto la dottrina a priori del diritto, secondo la quale esistono indipendentemente dal diritto positivo, il quale quindi non le produce ma le trova già pronte e le accetta.
Secondo questa dottrina, inoltre, se viene attribuita ad una sola entità giuridica una proposizione questa varrà generalmente per tutte le entità giuridiche di questo genere e necessariamente in ogni singolo caso. Quindi per le entità giuridiche valgono proposizioni, o verità, a priori. Esistono moltissime proposizioni a priori per ogni entità giuridiche, e la dottrina a priori del diritto si occupa appunto di individuare ed analizzare sia le entità giuridiche che le sue diverse proposizioni a priori. Un esempio di entità giuridica, la promessa, analizzata in "I fondamenti a propri del diritto civile", è la quale è un atto sociale. Un atto sociale è considerata come diretto a causare un'azione. Un atto intenzionale e spontaneo, tramite il quale l'Io di un soggetto viene manifestato, diretto e percepito da un altro soggetto. Ad esempio, l'atto di dare un comando, come la promessa, viene.Considerato come atto sociale, infatti questo è un atto intenzionale e spontaneo, in quanto l'Io di chi impartisce il comando viene manifestato volontariamente, ed è inoltre diretto ad un'altra persona la quale percepisce questo comando. Non tutti gli atti spontanei possono, però, essere considerati atti sociali, infatti vi sono alcuni atti, come ad esempio il perdonare qualcuno, che sono sì diretti ad un altro soggetto, ma non è necessario che quest'ultimo li percepisca. È fondamentale, quindi, che l'atto venga manifestato all'esterno e percepito da un altro soggetto per poter essere considerato atto sociale.
Vi sono tre tipologie di atti sociali. Analizziamole.
Nancy di Rollo
FISOLOFIA DEL DIRITTO
Gli atti sociali semplici. I quali non richiedono un'attività corrispondente, un esempio è la comunicazione.
Gli atti sociali che presuppongono altri atti sociali.
Gli atti sociali il cui scopo
è quello di causare altri atti sociali o azioni. Come ad esempio il domandare che esige una risposta, ovvero un altro atto sociale.una pretesaLa promessa nel momento in cui viene formulata attua, da una parte,un'obbligazioneper il destinatario e dall'altra per il promettente. Pretesa eobbligazione sono, entrambe, entità giuridiche, molte sono le proposizioni a prioriattribuite a quest’ultime, tra queste troviamo ad esempio la legge che afferma che"una pretesa si estingue se una determinata prestazione avviene".
WESLEY N. HOHFELD (efeld) Nel 1902 iniziaIl filosofo di diritto Wesley N. Hohfeld nasce in California nel 1879.gli studi in legge ad Harvard, dopo la laurea, nel 1904, inizia a collaborare con unasocietà di consulenza legale ma ben presto decide di abbandonare questo lavoro perPag. 4 di 30Nancy di RolloFISOLOFIA DEL DIRITTOdedicarsi interamente alla filosofia del diritto Nel 1913ed all’insegnamento.pubblica, sul giornale di
ragionamento giudiziale". Nell'opera di giurisprudenza analitica, Hohfeld cerca di dimostrare che una chiara comprensione dei problemi giuridici sia ostacolata dalla convinzione che tutti i rapporti giuridici possano essere ridotti a semplici "diritti" e "doveri". Egli individua ed analizza tutti i concetti giuridici fondamentali che operano in ogni ragionamento giuridico. Questi concetti, secondo il filosofo, sono otto: diritto, dovere, privilegio, non-diritto, potere, soggezione, immunità e incapacità. Questi concetti formano quattro relazioni giuridiche fondamentali: diritto e dovere, privilegio e non-diritto, potere e soggezione, immunità e incapacità. Analizziamo ora alcuni passi dell'opera di Wesley N. Hohfeld intitolata "Concetti giuridici fondamentali applicati al ragionamento giudiziale"."ragionamento giudiziale". Differenza tra concetti giuridici e concetti non giuridici. Il filosofo del diritto Hohfeld, nella sua opera "Concetti giuridici fondamentali applicati al ragionamento giudiziale", individua ed analizza otto concetti giuridici fondamentali e i rapporti da la necessità di differenziare il loro creati. Ma prima di fare ciò, egli sottolinea rapporti puramente giuridici dai fatti fisici e mentali che, invece, pongono in essere tali rapporti giuridici. Infatti, molto spesso i concetti giuridici e i concetti non vengono confusi tra di loro, due principali motivi. Analizziamoli. In primis, perché il rapporto tra i due diversi rapporti, ovvero quello fisico/mentale e quello giuridico, è estremamente stretta. Questo fatto ha influenzato notevolmente le dottrine generali e le singole norme dei primi sistemi giuridici, un esempio di ciò sono l'antico diritto germanico e
l'antico diritto romano. Ai tempi, infatti, gli uomini non consideravano possibile il trasferimento di un diritto se questo non era incorporato in una cosa materiale. Dall'ambiguità e dall'imprecisione della nostra terminologia giuridica. Prendiamo come esempio il termine "proprietà", a volte questo viene utilizzato per indicare l'oggetto fisico al quale si riferiscono i vari diritti, altre volte invece viene utilizzato per indicare l'interesse giuridico pertinente a tale oggetto fisico. La parola "proprietà", quindi, non ha una connotazione definita o stabile. Differenza tra fatti operanti e fatti probanti. Il filosofo del diritto Hohfeld, nella sua opera "Concetti giuridici fondamentali applicati al ragionamento giudiziale", individua ed analizza otto concetti giuridici fondamentali e i rapporti da loro creati. Ma prima di fare ciò,egli sottolinea lafatti probanti.I fatti operativi sono quei fatti che, da soli, bastano a modificare/creare/estinguere un rapporto giuridico. Ad esempio, nella creazione di un'obbligazione contrattuale tra A e B, vi sono fatti operativi sia positivi che negativi. Sono considerati positivi: il fatto che ciascuna delle parti è un essere umano/il fatto che A abbia fatto un'offerta che B ha accettato. Mentre, sono considerati negativi: il fatto che A non abbia premeditatamente falsato a B un argomento importante/il fatto che A non abbia revocato la sua offerta. Pag. 5 di 30 Nancy di Rollo FISOLOFIA DEL DIRITTO I fatti probanti sono quei fatti che, una volta accertati, forniscono una base logica per inferire su qualsiasi altro fatto. Il rapporto tra i