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Satana pone come condizione per il suo aiuto che Teofilo rinneghi per iscritto Cristo
e Sua Madre. Il giorno seguente Teofilo viene reintegrato e tutti gli obbediscono con
spavento. Lui poi ricerca Dio che gli concede la conversione per mezzo della
penitenza. Dopo 40 giorni di digiuno e di preghiere riceve la visione della Madonna
che elimina i peccati commessi. Riconciliatosi con Dio Teofilo muore dopo pochi
giorni. La rielaborazione di Rosvita è abbastanza fedele al modello latino; elimina o
abbrevia alcune parti per un'esposizione più diretta. Al Teofilo segue una Benedizione
per la mensa che ha un incipit solenne, e che coclude la prima parte dei poemetti e
sembra indicare che questi scritti si vitae e passiones di santi fossero destinate alle
sue consorelle.
La seconda parte è introdotta da un'altra dedica alla badessa Gerberga.
6. Basilio. Troviamo un prologo analogo a quello di Maria nella prima parte del libro
dove Rosvita chiede di nuovo scusa per i suoi versi che sono opera di una donna
fragile. Narra un episodio tratto dalla Vita di Basilio il Grande. Anche qui troviamo il
patto col diavolo: l'accordo avviene tra uno schiavo, mosso da un'insana passione per
la figlia del padrone, e il demonio. Sarà poi la moglie a spingere il marito a
confessare il peccato al vescovo e, al posto dello schiavo, un santo lotterà col diavolo
per l'annullamento del patto. Ci sono diverse modificazioni da parte di Rosvita, come
per esempio il tono epico all'inizio. Anche lostile è diverso.
7. Dionigi. Storia di un santo occidentale martirizzato a Parigi dove era stato il primo
vescovo. Rispetto agli altri poemetti, il racconto qui è privo di tensione.
8. Agnese. Ultimo poemetto ha per tema la passione di sant'Agnese, una delle prime
martiri cristiane durante le perseguzioni di Diocleziano. Tredicenne che viene
ricordata come un insuperabile modello di purezza dopo Maria. Beda le dedica un
inno. Modello di Rosvita è Vita s. Agnetis falsamente attribuita a sant'Ambrogio. Già
nel prologo vediamo un'intensa partecipazione al tema da parte di Rosvita. Agnese,
specchio del trionfo dell'onnipotenza sul male e primato di castità e superiorità di chi
sceglie la verginità. Drammi
I sei Drammi composti intorno al 965 sul modello delle commedie di Terenzio,
approfondiscono e sviluppano ulteriormente il tema della contrapposizione tra amore ed
eros, già presenti nei poemetti. Rosvita rinuncia alla forma metrica in favore di una prosa
ritmica creando più facilmente il genere drammatico. Le figure femminili sono le vere
protagoniste del suo teatro , finalizzato a ribadire il primato della verginità come scelta
esistenziale e a celebrare il trinfo della castità sul mondo. Nei titoli non ci sono più i nomi
femminili, C. Celtis li sostituisce con i nomi maschili, tranne l'ultima. I Drammi sono
riconducibili a 3 fonti principali: il Passionale, le Vitae Patrum e le Passiones apostolorum.
Che troviamo già in forma dialogica, ma a Rosvita spetta il merito di averne intuito la
struttura drammatica e di aver realizzato per prima un vero teatro cristiano. Nella
prefazione Rosvita non nomina né le fonti né gli argomenti e evidenzia la sua posizione nei
confronti di Terenzio dove afferma di aver voluto misurarsi nel medesimo genere di
composizioni con lo scopo di contrapporre a quelle letture tematiche migliori, ovvero
celebrare la castità di vergini sante in antitesi di donne lascive; inoltre rimprovera tutti quei
cattolici che finiscono per anteporre alle pagine sacre delle Scritture i scritti terenziani e
aggiunge di aver dovuto immaginare, per poter scrivere i suoi drammi, la follia di coloro che
vivono amori illeciti e la loro velenosa dolcezza dei loro discorsi d'amore.
Subito dopo la prefazione, nell'Epistola ad alcuni sapienti ringrazia gli intellettuali per
l'incoraggiamento ricevuto per la realizzazione del suo teatro e ci sono il suo solito
difendersi definendosi una piccola ignorante. Tuttavia vediamo una maggior sicurezza nel
cimentarsi nella scrittura.
1. Conversio Gallicani principis Miliciae, il dramma meno riuscito. La protagonista è
Costantina, figlia di Costantino il Grande. Il dramma è incentrato sulla conversione del
generale romano Gallicano e sul martirio. Nella prima parte Gallicano chiede all'imperatore
Costantino la mano della figlia Costanza. Lei acconsente pur avendo fatto voto di verginità.
Gallicano convertito in guerra da Giovanni e Paolo, riporta una grande vittoria grazie
all'intervento di un esercito divino. Tornato in patria, rinuncia alla mano di Costanza e
sceglie una vita di castità. Nella seconda parte, Gallicano, mandato in esislio subisce il
martirio e vengono uccisi in segreto anche Giovanni e Paolo. La protagonista è Costantina
perchè è capace di vincere la forza e il desiderio maschile attraverso la fede e la purezza.
2. Dulcitius (Martirio delle sante vergini Agape, Chioina e Irene). Il racconto si incentra sulla
prima persecuzione di Diocleziano. Inizia con la scena delle 3 sorelle convocate da
Diocleziano, affinchè negino la religione cristiana. Al rifiuto di queste, le rinchiude in cella e
affida la custodia al governatore Dulcizio. Invaghito delle vergini, le fa rinchiudere in una
cella interna alle cucine così da aprofittarne più facilmente la sera. Recatosi in cucina,
Dulcizio si ritrova a stringere e ad abbracciare pentole e padelle confondendole con i corpi
delle 3 vergini, e con le 3 che guardano dalla cella la scena. Imbrattato di fuliggine fino a
diventare tutto nero è scambiato per il demonio dai soldati e viene cacciato dal palazzo.
L'imperatore ordina a Sisinnio di vendicare l'affronto e il tutto si chiude con il martirio delle
vergini. Rosvita descrive l'episodio della cucina con scene comiche, così da mettere in
ridicolo i pagani, a questa comicità vengono contrapposte la serenità e la superiore ironia
delle fanciulle che attendono la morte salde nella fede. Vediamo che Rosvita riscrive in
forma drammatica la leggenda usando: scene brevi, eliminazione di elementi secondari,
dialoghi veloci.
3. Calimachus (Resuscitatio Drusianae et Calimachi). Il rifacimento di Rosvita è abbastanza
indipendente e mancano alcune cose che nelle fonti ritroviamo; inoltre, lei rende più
evidente e con maggior pathos il significato religioso che vi è sotto al miracolo di san
Giovanni. Drusiana conduce, col l'assenso del marito, una vita di castità e respinge la corte
di Callimaco; tuttavia turbata per paura di cedere alla seduzione e non volendo essere causa
del tormento di Callimaco, chiede al signore di morire e così muore. Il marito assiste alla
scena. Affida a Fortunato l'incarico di sorvegliare la tomba. Questo, dietro pagamento,
propone a Callimaco di profanare il cadavere. Callimaco è tentato ma appare un serpente che
uccide Fortunato e Callimaco, pentito, muore di paura. Il marito e san Giovanni vanno a
pregare sulla tomba e gli appare Gesù che annuncia la risurrezione di Drusiana e Callimaco.
La donna chiede di far tornare in vita anche Fortunato che però preso dall'ira per la
conversione di Callimaco preferisce morire di nuovo. Il dramma si chiude con un
ringraziamento a Dio. Il messaggio del dramma è la possibilità di una nuova vita per i
peccatori pentiti e questo tema si accompagna ai temi cari a Rosvita: l'importanza della
castità, la superiorità dell'amore celeste; il trionfo dell'onnipotenza di Dio.
4. Abraham (Caduta e conversione di Maria nipote di Abramo, l'eremita). Leggenda orientale
che narra di Maria, nipote di Abramo, è una perfetta ancella di Dio già a 7 anni; il seduttore
la corrompe avvicinandola vestito da monaco; la tentazione è possibile grazie ad una
finestrella; una tortorella, simbolo d'innocenza appare in sogno ad Abramo; il profumo di
santità ridesta in Maria il ricordo della sua precedente vita di castità e preghiera. Rosvita
sintetizza 20 anni di eventi in 3 scene e ricrea i dialoghi. Il dramma si chiude con la lode al
Figlio di Dio.
5. Pafnutius (Conversione della prostituta Taide). Un'altra leggenda orientale, sul tema della
fanciulla traviata eppoi redenta. La conversione avviene in città dove la ragazza si
prostituisce; pentita, la fanciulla distrugge i suoi averi ed espia i suoi peccati nel deserto in
dura penitenza. La storia di Taide è affine a Maria nell'Abraham. Pafnuzio è l'educatore alla
vita religiosa e affida Taide ad una badessa del convento. Lei viene murata per i peccati e
viene liberata quando Pafnuzio ha una visione che ha ottenuto il perdono. Morirà poco dopo.
Particolarità dell'opera è che è la composizione più lunga avendo la fonte più breve. Rosvita
non dà particolare risalto ai personaggi, nei dialoghi evita riferimenti scabrosi.
6. Sapientia (Martirio delle sante vergini Fede, Speranza e Carità). Deriva da una leggenda e
narra la passione delle 3 martiri. Interessante del dramma oltre la rielaborazione di Rosvita
in una struttura drammatica è il contrasto tra l'imperatore e Sapienza su un argomento
matematico che è un'aggiunta originale e insolita di Rosvita e questo contribuisce ad
innalzare il livello didattico del dramma. Il confronto è introdotto da una domanda banale
dell'imperatore desideroso di conoscere l'età delle 3 figlie di Sapienza.
I Gesta Ottonis
Il terzo libro comprende almeno 2 carmina historica, l'epos sull'Imperatore Ottone e il poema sulla
fondazione del cenobio di Gandersheim, unitamente, sembra, alle Vitae dei santi patroni: Anastasio
e Innocenzo. I Gesta Ottonis hanno 2 lacune. La composizione di questi è sollecitata dalla badessa
Gerberga II, alla quale Rosvita dedica i Gesta. Il secondo Prologo, indirizzato a Ottone II, invita a
esaminare il libricino da lui stesso richiesto perchè per Rosvita è un genere nuovo l'epos celebrativo.
Nella lunga Prefazione vediamo il perdersi di Rosvita che sa di aver intrapreso un'opera senza
l'ausilio di modelli precedenti. Lei si paragona ad uno straniero, avventuratosi senza guida in una
foresta sconosciuta. Dopo aver narrato le imprese regali ha bisogno di una guida per descrivere le
eccellenze imperiali. La prefazione non ha fini religiosi, i prologhi che seguono ripetono i topos di
modestia e chiedono attenzione per la sua opera. Le principali difficoltà le ha incontrate
nell'interpretazione e nella presentazione di eventi di un passato recente. Vediamo che la cronologia
dei gesta è sempre corretta, ma non si può dire lo stesso per la completezza del racconto storico
dove Rosvita omette tutto ciò che può mettere in cattiva luce i committenti. Uno dei possibili
informatori a cui si rivolge Rosvita potrebbe essere