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Situazione linguistica dei primi secoli del regno dei Franchi

Si parla del primo periodo del regno perché con le conquiste carolinge, il numero delle varietà linguistiche parlate nei territori governati dai Franchi aumenta, andando ad includere numerose altre lingue (come quella dei Sassoni, dei Bavari e dei Longobardi).

Inizio del regno: continuum 'lingue dei Franchi' → si ipotizza che ad un geografico corrispondesse un continuum linguistico, ulteriormente differenziatosi nel corso del tempo in vari dialetti, con caratteristiche proprie:

  • 'francone mediano (ripuario e mosellano)'
  • 'francone renano'
  • 'francone renano meridionale'
  • 'francone orientale', 'basso francone'
  • 'francone occidentale, visigotico e burgundo, parlate in territori che poi diventeranno definitivamente di lingua romanza'

Occidentale: definizione generica, che indica un gruppo di dialetti molto vicini tra loro, appartenenti al gruppo germanico occidentale.

Francone: definizione generica, che indica un gruppo di dialetti molto vicini tra loro, appartenenti al gruppo germanico occidentale.

Testimonianze:

  • La conoscenza delle varietà franconi parlate nel periodo merovingio è limitata e poco chiara, rimanendone poche testimonianze:
    • Testimonianze dirette: alcune iscrizioni runiche, difficili da interpretare e contestualizzare;
    • Testimonianze indirette:
      • Termini franconi presenti in testi latini;
      • Relitti linguistici presenti nel francese medioevale e moderno e nei dialetti gallo-romanzi settentrionali;
      • Documentazione onomastica (antroponimi e toponimi).

Le testimonianze indirette presentano delle criticità legate alla loro trasmissione: sono tutte filtrate attraverso il latino e gallo-romanzo e in alcuni casi sono documentate molto tardi rispetto al periodo della loro introduzione.

Dalla fine dell'VIII secolo, grazie a sollecitazioni provenienti soprattutto dall'ambiente ecclesiastico,

le varietà franconi dei territori orientali del regno carolingio saranno messe per iscritto ≠ francone occidentale, che si distinguerà completamente tra il IX e il X secolo, in seguito all'assimilazione dei suoi parlanti alla popolazione gallo-romanza, dopo un periodo di diglossia e bilinguismo Franchi e latini. La presenza dei Franchi, come mercenari e federati, nell'esercito romano e i contatti commerciali con l'Impero avevano aperto la strada all'influsso del latino sulle loro lingue → la conoscenza del latino doveva rivestire un carattere socialmente e politicamente rilevante all'interno dei vari gruppi germanici = processo di acquisizione e uso consapevole del latino da parte dei parlanti Franchi. Lo impiegano come lingua della diplomazia (a corte e i funzionari franchi erano bilingui), dell'amministrazione, della giustizia, della liturgia, della Lex Salica e della cultura (la redazione in latino della è un'indicazione di).

adesione• culturale)

I parlanti romanzi forse provavano qualche interesse verso la lingua francone, spesso probabilmente motivato dalla volontà di compiacere l'élite al potere

Che vi sia stato un avvicinamento al mondo germanico da parte della popolazione gallo-romana emerge dagli antroponimi, tramandati nei documenti che vanno dal VI all'VIII secolo → la classe aristocratica gallo-romana comincia ad utilizzare nomi germanici (volontà di allineamento politico alla classe dominante)

È nel contesto dell'antroponimia che avviene l'incontro e la mescolanza tra mondo romanzo e germanico (che si riverbera anche nei numerosi nomi ibridi, formati da elementi latini/romanzi e franconi)

Testimoni latini citano nei loro scritti alcuni termini franconi che godevano di una certa diffusione e probabilmente erano compresi anche dai non Franchi leudus *leud- 'canto', derivato dal franc.harpa, *harp- derivato dal franc.

‘arpa’scramasaxus *skram- *sahs- ‘coltello’, derivato dal franc. ‘tagliare’ e ‘coltello’bannus *bann- ‘ordine, comando’, derivano dal franc.

Termini di origine francone compaiono numerosi nelle leggi e in particolare nelle glosse

malbergiche: rappresentano ciò che resta di un linguaggio giuridico arcaico

Gli elementi lessicali franconi attestati nel gallo-romanzo sono più di 450 e riguardano quasi tutti gli ambiti del lessico: dalla legge, all’amministrazione, alla guerra, alla caccia, all’agricoltura e altre attività umane.

I numerosi termini che afferiscono alla vita rurale sembrano indicare che anche nei livelli sociali più bassi – di cui non abbiamo testimonianze nelle fonti letterarie – l’interazione tra Franchi e Gallo-Romani fosse stata intensa e caratterizzata da fenomeni di mescolanza, code-switching linguistica.

Anche la toponomastica presenta numerosi elementi di

origine francone: L'indagine sulla diffusione di termini franconi nelle varietà linguistiche gallo-romanze e di elementi toponomastici è stata utilizzata anche per determinare l'estensione degli insediamenti franchi in Gallia. La presenza di una toponomastica di origine francone è attestata principalmente nella Gallia nord-orientale e nelle zone di contatto tra mondo romanzo e germanico (la fascia orientale del territorio merovingio) dove i termini franchi si diffondono direttamente. In altri territori della Gallia probabilmente i vocaboli franconi entrano di riflesso, attraverso la lingua dell'amministrazione e della giustizia. Le motivazioni per l'adozione di un termine da parte di una comunità sono state indagate dai linguisti: l'introduzione di nuovi realia con le rispettive denominazioni, l'entrata di termini franconi che si affiancano a vocaboli già esistenti per indicare uno stesso referente può avere.giocato un ruolo importante anche il particolare valore espressivo in termini che entrano nella lingua letteraria (raggiungendo anche altri territori). Già nelle loro prime attestazioni si presentano spesso assimilati alla fonetica e alla morfologia della lingua d'arrivo: il processo di avvicinamento tra Franchi e Gallo-Romani e di mescolanza linguistica è sbilanciata a favore del latino e fu favorito dalla possibilità di contrarre matrimoni misti, all'interno del comune quadro culturale cattolico. Le rune e la resa grafica del francone. La coesistenza di francone e latino in un ambiente colto, poneva il problema della resa grafica di questa lingua germanica, che mancava di una tradizione scritta (se non in forma di iscrizioni runiche). Si ricorda, l'iniziativa promossa dal re Chilperico di inserire nuove lettere per rendere i suoni non presenti in latino e che si premurò di estendere questa riforma a tutti i territori del suo regno e di farla.apprendere ai giovani scolari: - ō ēed molto aperta th- la fricativa interdentale fonemi senza corrispondenti grafici nell'alfabeto latino, che utilizzavaw- la bilabiale doppio grafema per esprimerli Questa iniziativa è da collegare alla necessità non tanto di mettere per iscritto testi nella propria lingua, quanto i singoli termini entrati nell'uso e, soprattutto, i nomi propri germanici che sempre più frequentemente comparivano in testi latini → i nomi germanici compaiono infatti con realizzazioni diverse Non rimangono tracce dell'uso di queste lettere aggiunte e l'origine di questi segni, a parte quello per che si dice di origine greca, è sconosciuta L'uso dei segni runici in ambito franco è noto e testimoniato dalle fonti archeologiche: una dozzina di brevi iscrizioni runiche, incise su fibule e armi (VI - VII sec.) ritrovate nei territori occupati anticamente dai Franchi → la loro decifrazione einterpretazionelinguistica non è sempre univoca, sia per la difficoltà di lettura sia per la mancanza di uniformità grafica. Le iscrizioni runiche sono assenti prima del VI secolo, mentre sono diffuse in altri territori di lingua germanica: non si può stabilire se sia dovuto alla loro perdita oppure se l'usanza di scrivere con le rune abbia raggiunto queste genti solo in un secondo momento rispetto ad altre genti germaniche. È stato ipotizzato che il loro uso si sia diffuso dopo la vittoria del 531 sui Turingi, popolazione che avrebbe fatto da tramite tra l'area germanica settentrionale, dove le rune sono ben diffuse fin dal II secolo d.C, e i Franchi. Le iscrizioni sono incise soprattutto su oggetti femminili e sono spesso nomi propri, più raramente indicano l'oggetto stesso ma pur nella loro brevità offrono testimonianza dell'uso del francone → sono significative da un punto di vista sia

linguistico (trasmettono una fonetica e una morfologia arcaica) sia culturale = ci si chiede che funzione abbia l'uso delle rune in un contesto culturale che aveva a disposizione come strumento principale la scrittura latina

Ma benché il campione non sia rappresentativo, non è mai dato il caso che la lingua franca – a questa altezza cronologica – venisse messa per iscritto su oggetti utilizzando l'alfabeto latino.

Rispetto alla resa dei nomi germanici nelle iscrizioni, si può notare come questi, se inseriti in una formula latina, acquistino generalmente la desinenza latina.

HARI VIVAS D(e)O

In più rari casi, invece, come nell'anello-sigillo di ambito francone (Chri)STO, (Hari < *harja - proveniente da Maastricht, il nome germ. 'esercito') non è latinizzato.

La mancanza della latinizzazione dei nomi è una costante nel caso delle iscrizioni runiche: in questa particolarità si avverte il valore simbolico

Rivestito dalla lingua e dalla scrittura unica, che pare riverberare un senso di appartenenza e di inclusione in un gruppo sociale diverso da quello latino.

Non sono più attestate iscrizioni runiche nei territori della Gallia dopo il VII secolo, fatto che potrebbe essere legato all'avvenuta integrazione linguistica e culturale dei Franchi della Gallia.

In alcuni contesti, soprattutto tra le classi sociali più elevate, il francone occidentale doveva ancora essere parlato (fino a tutto il IX secolo), rivitalizzato anche in seguito ai rapporti amministrativi e religiosi con le altre parti del regno Visigoti e Burgundi.

Più o meno all'epoca dei primi insediamenti dei Franchi nella Gallia settentrionale, altri genti di lingua germanica si erano stanziati nei territori della Gallia meridionale e occidentale: Visigoti e Burgundi, conquistati dai Franchi rispettivamente nel 507 e nel 534.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
98 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/15 Filologia germanica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rzugaroni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia germanica I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Rasimelli Lorena.