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Per Kant, il fondamento del giudizio estetico e nell’arte, rappresentazione che comunque costituisce un
dell’espressione artistica è costituito dall’idea della libertà modello.
morale, oggetto di ragione e sentimento. Kant si chiede se Il genio e il concetto di idea esteticasono ricondotti a
il sentimento del piacere relativo a un oggetto preceda sia fenomeni morali, a sostrati soprasensibili. Tale sostrato
temporalmente sia logicamente il giudizio estetico relativo soprasensibile supera le possibilità della ragione
all’oggetto. La soluzione è che il giudizio non ratifica il speculativa dei concetti dell’intelletto. Esso si colloca
sentimento. Piuttosto la singolarità del sentire è in come mediatore tra natura e libertà, tra regno dell’essere,
comunanza e dipendenza con le facoltà cognitive: tale oggetto della conoscenza, e regno del dovere, oggetto della
dipendenza garantisce l’universalità. Il piacere allora non morale: in ciò vi è la teoria della bella rappresentazione di
precede il giudizio, ma sta in un atto unico. Tale oggetti brutti in natura.
simultaneità tra piacere e giudizio esclude invece Il godimento del brutto è quindi un godimento
l’emozione. Il piacere prescinde da ogni interesse trasfigurato nel bello, nell’allegoria.
derivante dall’emozione ed è in grado di porsi come Kant apre poi la possibilità della fruizione del sublime,
movente dell’azione morale. che nel suo caso nasce dalla presa di coscienza di una
Anche il sentimento del sublime richiede come sconfitta dei sensi o dell’immaginazione: rimanda
fondamento il sentimento morale. La poesia di Milton all’irraggiungibile. Non esiste di per sé un oggetto
fonda il suo valore immortale sulla facoltà sublime, quanto piuttosto sentimenti sublimi, che per
dell’espressione delle idee estetiche, le quali son venire alla luce necessitano di percorsi che li suscitino.
espressione dell’idea morale di liberto. La Bello e sublime danno luogo, nel soggetto, a un piacere
rappresentazione poetica di figure che suscitano orrore che procede dall’immaginazione e dal suo accordo o
(Satana) rivela che è possibile esprimere artisticamente il disaccordo con la facoltà dei concetti (ragione – in questo
brutto. Il genio rende sensibili le idee di libertà, di caso – o intelletto). Mentre il bello presuppone
immortalità, di Dio e di tutto ciò che ad esse si oppone. un’intensificazione del sentimento vitale, il sublime è un
Il giudizio ci informa sul modo in cui la nostra sensibilità piacere indiretto che non nasce da un sentimento
si avvicina agli oggetti, anticipando un “senso” non logico, immediato di intensificazione, ma si presenta come
momentaneo impedimento in cui l’animo è prima attratto Fruitore non è dunque data da un’emozione simpatetica,
e poi respinto. L’origine del sublime è nelle idee della oppure di pericolo per la propria incolumità. Si trtta di un
ragione, le quali sono risvegliate in seguito al fatto che sentimento che prescinde da interessi individuali e si
non è possibile darne alcuna esibizione sensibile che sia pone dal lato dell’interesse nel momento in cui questo
loro adatta. Il sublime è un piacere negativo. Dunque se il diventa movente per un’azione morale (esploratori dei
bello è il rapporto armonico tra le parti, armonia ghiacciai che corrono pericoli per poi raccontare ai lettori
sincronica tra giudizio e piacere, il sublime, non “la sensazione di un’elevazione dell’anima”).
commisurato alla nostra facoltà di esibizione, può essere
“violento per l’immaginazione”. L’IRRAPPRESENTABILE
In tutto questo, la legge morale, espressione della ragione L’irrappresentabile, in quanto limite estetico e morale di
che sottomente il potere della natura, è la via di salvezza una rappresentazione, è inaccettabile. Anteporre l’estetica
del fruitore. L’immaginazione, governata dalla ragione, all’etica non è un tentativo nuovo (Du Bos, Diderot,
scioglie dalla sofferenza in cui l’uomo inizialmente era Burke, Lessing).
caduto, soggiogato dall’orrore, e lo libera dalle ristrettezze L’orrido, il disgustoso, lo scabroso, quali limiti del
del corpo. rappresentabile, sollevano questioni. L’estetica fatica ad
approntare un quadro categoriale adatto a schematizzare
Il sublime introduce il tema dell’irrappresentabile, il problema. Diventano così oggetto di discussione
attraverso l’azione di un’immaginazione che è facoltà l’estetica del disgusto, dell’orrido, cercando soluzioni
capace di rendere presente il fatto che c’è all’interno dell’estetica stessa. Ma il solo fatto che per
dell’irrappresentabile. l’orrore e il disgusto si attivano aspetti emotivi simili a
Come detto, il sublime è un piacere diretto che non quelli generati dallo stimolo fisico fa capire il quadro
emerge da un sentimento di appagamento, ma da un complesso.
momentaneo impedimento per cui l’animo viene al Si vuole porre l’indagine sui limiti della fruizione. Un
contempo attratto e respinto. Il giudizio sul sublime compito estetico che, tuttavia, non rinnega un’intrinseca
riguarda non la forma, ma piuttosto l’assenza dell’oggetto. eticità (che ha il compito di interpretare, di non sottrarsi)
Così non è sublime il mare in tempesta, nemmeno se L’immagine dell’orrore e del disgusto, nel Settecento, è
siamo sulla riva, ma lo è se l’animo viene invaso da idee condannata in quanto presenza reale, che del reale non è
soprasensibili, tanto che l’animo abbandona la sensibilità. una compia, ma col reale si confonde.
Riguardo alla fruizione del limite, Kant afferma che nelle
manifestazioni estreme della natura, l’uomo incolto vedrà Nel Settecento, un’etica della forma incontra un’estetica
solo pericolo. Solo l’uomo, in senso morale, sarà in grado della fruizione. Un’estetica che deve domandarsi da dove
di raggiungere l’elevazione dell’animo. L’emozione del sorga quel piacere legato alle forme dell’orrore, dopo
essersi interrogata, con Dennis e Kant, sulla funzione mai annullate, piuttosto inserite in un’idea di forma
dell’arte che sa esprimere ciò che non può essere detto. universalmente riconosciuta. Il soggetto può anche essere
Abiezione reale e abiezione rappresentata. Per il 700 terribile, ma deve essere giustificato da un’idea morale,
coincidono. Il distacco, la mediazione, che preludo alla altrimenti l’opera è “muta”, cioè non incontra il gusto.
corretta fruizione e attivati dall’immaginazione, non si
realizzano quando l’immagine è ai limiti del ripugnante. Con Lessing si radicalizza la distinzione tra arti figurative
Anche la mera copia riflessa di ciò che ripugna può essere (simultaneità che evidenzia lo spazio) e della parola (segni
insostenibile allo sguardo. Questo porta ad una reazione successivi che si svolgono nel tempo).
fisiologica che si avvicina al vomito (posizione di Lessing e Nonostante il pittore (o lo scultore) non dipinga le azioni,
Mendelsshon). il corpo esprime comunque la passione. Entrambe sono
Il ripugnante non attira i nostri sensi. È la negazione di per Lessing qualcosa di non ultimato, eppure essenziale.
ogni bellezza. Ci respinge nel mostrarci, ostentandola, la D’altra parte per il filosofo, se la bellezza corporea
sua inaccessibilità. scaturisce dall’effetto armonico di molteplici parti che si
possono cogliere d’un tratto, la bellezza stessa pretende,
Per Diderot i limiti della rappresentazione sono limiti per essere riconosciuta, che queste parti stiano accanto. Il
estetici. Il momento bello per il poeta può non esserlo per poeta che mostra le parti della bellezza una dopo l’altra
il pittore. Il disgusto diventa così limite estetico della non fa una descrizione della bellezza. Perciò Ariosto
rappresentazione pittorica (ciò che può essere ben sbaglia a descrivere le varie parti di Alcina, tentando di
descritto in poesia può essere brutto in pittura). Pittura e farci immaginare la sua bellezza. Non sbaglia invece
scultura devono rispettare l’identità del visibile, il poeta è Omero a descrivere il brutto Tersite poiché un corpo, così
più libero, dando vita alle azioni. frammentato, può essere sopportato nella sua bruttezza
Per Diderot e Lessing i limiti della rappresentazione sono dal fruitore.
legati agli strumenti “segnici” con cui avviene la La poesia può riprodurre immagini di bellezza attraverso
rappresentazione, che variano rispetto al “mezzo” la grazia (che è bellezza in movimento); una bellezza che
(pittura, scultura, poesia) e rispetto al contenuto che deve si rivela di più tramite il suo effetto piuttosto che tramite
essere rappresentato. la sua descrizione.
Per Diderot il gusto si basa su rapporti simmetrici, che tra Il limite della rappresentazione diventa il limite della
tutti i rapporti di eguaglianza sono i più semplici. La fruizione.
percezione dei rapporti è elemento che deve valere per Per quanto riguarda i sentimenti spiacevoli, Lessing,
ogni arte: il gusto in generale consiste nella percezione di rifacendosi a Mendlesshon, afferma che il fruitore,
tali rapporti. L’arte deve mirare a un’espressività quando prova timore, se riconosce l’inganno artistico,
educatrice. Le passioni devono essere sotto controllo ma assapora il piacere. Eppure il disgusto tradisce questa
regola: i sentimenti di disgusto sono “natura”, non irradiamento, come per “contagio”. All’opposto del
“imitazione”. Il disgusto annulla la distanza. sublime, il disgusto repelle, allontana dalla fonte. Anche il
Il brutto, una volta trasposto in arte, riusciamo a cinema horror ricorre al disgusto quando il pathos
sopportarlo grazie alla facoltà di astrarre la bruttezza. Col empatico non consente al fruitore di sopportare la scena.
disgusto dobbiamo solo ritirarci. Non è un sentimento Esso è quindi ostacolo alla compassione.
misto: il disgusto è il fallimento della fruizione. Ancor di L’educazione al disgusto è un progresso della crescita (il
più se pensiamo che con la vista possiamo chiudere gli bambino apprende il senso del disgusto quando gli si
occhi, ma con l’olfatto siamo costretti a subire. insegna a usare il vasino). Sembra quasi un mezzo per
Herder sottolinea la differenza che il ripugnante esercita imporre comportamenti, un “anelito alla purezza”.
sul tatto e sulla vista a seconda che venga proposto in
scultura o in pittura. Il disgustoso che penetra attraverso Per Diderot, in arte il nudo vi