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MACROECONOMIA CAPITOLO 1

la macroeconomia è una branca della politica economica che studia le variabili economiche di natura aggregata (ricchezza di un paese, livello di occupazione, livello dei prezzi, tassi di interesse), tali variabili risultano essere grandezze misurabili ossia la possibilità di metterla in corrispondenza biunivoca con i numeri reali consentendo l'utilizzo di formule matematiche.

potremmo quindi definire la macroeconomia come un ramo politica economia che, diversamente dalla microeconomia che studia i comportamenti dei singoli operatori, studia il sistema economico a livello aggregato.

macroeconomia e contabilità nazionale, grandezze economiche

il sistema standard a livello di contabilità nazionale è il sistema sec95 (sistema europeo dei conti integrati), esso consente ai paesi dell'UE di redigere i propri conti nazionali con procedure omogenee e concordate in modo da consentire eventuali confronti tra di essi e per consentire la determinazione dei dati dell'UE attraverso la somma dei dati di ogni singolo paese. quindi la contabilità nazione provvede a fornire metodi e procedure per determinare le grandezze economiche. il sistema di contabilità nazionale necessita di una teoria economica per spiegare come le diverse variabili economiche influenzino le variabili aggregate.

risulta quindi utile comprendere attraverso un semplice schema che contiene il funzionamento economico di un sistema molto semplice che tiene conto di soli due operatori: famiglie e imprese.

come possiamo vedere nella figura 1, le famiglie forniscono forza lavoro alle imprese che, di contro remunerano il lavoro con lo salario (reddito), tale reddito verrà utilizzato dalle famiglie per l'acquisto dei prodotti realizzati dalle imprese che quindi ottengono un ricavo, tale ricavo verrà utilizzato per remunerare il lavoro delle famiglie (salario). ciò che resta del ricavo (dopo aver remunerato il lavoro) si chiama profitto (il profitto per i proprietari di un impresa è uguale al salario delle famiglie, in quanto anche i proprietari fanno parte delle famiglie).

Possiamo quindi notare che si genera un flusso di spesa che va dalle famiglie alle imprese (generato dagli acquisti) e un flusso di reddito che va dalle imprese alla famiglie sotto forma di salari e profitti. ancora, possiamo notare che il circuito economico è composto da due circuiti:

  • monetario (salari e ricavi), ossia movimentazione di denaro, quindi redite e spesa
  • reale, collegato al lavoro e alla produzione di beni, quindi servizi produttivi

lo schema che troviamo nella figura 2 mette in evidenza quanto detto in precedenza circa i due circuiti, lo schema distingue infatti tra grandezze reali (servizi produttivi-beni fisici) dalle grandezze monetarie (redditi-spese)

Altro concetto fondamentale è quello di Reddito Nazionale Lordo (RNL), esso è dato dai compensi attribuiti a chi ha partecipato a produrre il PNL.

PIL nominale e PIL reale

Il PIL nominale è dato dal valore della produzione di un periodo calcolato in base ai prezzi di quel periodo, si dice che il PIL viene calcolato a prezzi correnti. Tale indicatore presenta però delle problematiche legate alla variazione dei prezzi (inflazione) proprio per questo si utilizza il PIL reale che ha il pregio di isolare le variazione dei prezzi.

Un indicatore fondamentale delle performance economia di un paese è il deflatore del PIL, ossia il rapporto tra PIL nominale e PIL reale di uno stesso anno e consente di misurare le variazioni che subiscono i prezzi nei periodi esaminati, per questo motivo il deflatore del PIL viene utilizzato per misurare l’inflazione.

Macroeconomia: le fondamenta

Un esempio potrà aiutare a capire quanto è importante saper distinguere tra PIL Nominale, PIL Reale e Deflatore del PIL.

PIL nominale (5 x 2) + (3 x 5) = 25

PIL nominale (6 x 2,5) + (3,5 x 6) = 36

PIL reale (quantità anno 2010 ai prezzi anno 2000) = (6 x 2) + (3,5 x 5) = 29,5

nominale è aumentato del 44%, da 25 a 36

reale è aumentato del 18% nell'anno 2010 rispetto al 2000, da 25 a 29,5

IL MODELLO NEOCLASSICO

Analiziamo in prima battuta la teoria keynesiana in materia di processo di determinazione del reddito e dell’occupazione e in tema del ruolo della moneta nel sistema economico. Si tratta di una visione centrata sull’idea che, anche a livello di macromercati, esiste sempre un prezzo in grado di equilibrare domanda e offerta:

  • nel mercato delle merci è il tasso di interesse;
  • nel mercato del lavoro è il salario;
  • nel mercato della moneta sarà il livello generale dei prezzi a rendere domanda e offerta sempre uguali;

il quarto macromercato quello dei titoli non viene preso in considerazione per il fatto che vale la legge di Walras secondo la quale quanto n-1 mercati sono in equilibrio anche l’ennesimo mercato dovrà essere in equilibrio.

Per quanto riguarda la visione neoclassica essa si basa su due pilastri:

  • la legge di Say;
  • la teoria quantitativa della moneta

IL MODELLO NEOCLASSICO PREKEYNESIANA

La legge di Say e l’equilibrio nel mercato del lavoro

Nelle teoria neoclassica il livello di equilibrio del reddito è determinato dalla produzione secondo uno schema logico per il quale prima viene deciso il livello della produzione, la produzione successimanete genera il reddito e il reddito la spesa.

Si tratta di una possibile rappresentazione della legge di Say, secondo la quale la “produzione genera una domanda di importo equivalente”. Nel sistema economico non vi è quindi un problema di sbocchi per le merci prodotte perché la produzione crea il reddito necessario ad acquistarla; è proprio da quest’ultima modalità si esprime la legge di say che nasce dal fatto che la legge in parola viene anche detta “legge delle sbocchi”.

La legge di Say e l'equilibrio risparmio-investimento

Una volta determinato il livello di produzione relativamente alla domanda e offerta di lavoro, non ci resta che capire come la produzione genera una domanda di importo equivalente.

La produzione si trasforma in reddito, che supponiamo vada interamente alla famiglie che hanno prestato lavoro (fattori produttivi). Le famiglie a loro volta impiegano il proprio reddito in gran parte nell’acquisto dei beni di consumo e in minima parte viene risparmiato. Per avere però l’uguaglianza tra reddito e spesa è necessario che tutti il reddito viene consumato.

Come abbiamo già accennato in economia chiusa, la spesa complessiva è rappresentata da acquisto di beni di consumo (il consumo) e acquisto di beni capitali (investimenti), in formula quindi:

Produzione = Reddito = C + I

Spesa = C + I

Da cui si ottiene la condizione di equilibrio macroeconomico:

I = S

IL MODELLO NEOCLASSICO COMPLETO

Lad = Lad (W/P) 1

Ls = Ls (W/P) 2

Lad = Ls 3

X = f(L) 4

S = S(r) 5

I = I(r) 6

S = I 7

Md = kPX 8

Ms = M 9

Md = Ms 10

Il primo blocco di equazione dalla 1 alla 4 riflettono il mercato del lavoro e il processo di determinazione della produzione. Vengono quindi fissati i valori dell'occupazione, della produzione e del salario.

Il secondo blocco dalla 5 alla 7 determina l'equilibrio tra domanda e offerta di merci. Vengono quindi determinati i valori di investimento, risparmio e tasso di interesse.

Con il terzo blocco dalla 8 alla 10 si determina l'equilibrio nel mercato del lavoro. Consentono di stabilire il valore della quantità di moneta e del livello generale dei prezzi.

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
72 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ANELEM di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia Politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Musella Marco.