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Beni pubblici e beni comuni

ALTA BASSA

Beni privati Beni comuni

ALTARIVALITA’ NEL CONSUMO (Vestiario, arredamento) (Acqua, boschi, pesci..)

Beni di club Beni pubblici

BASSA (Tv via cavo, WiFi) (Difesa nazionale, sistemid’allarme)

Beni pubblici

La non escludibilità dei beni pubblici rappresenta un’opportunità per lo Stato di intervenire per fornirli, poiché puòprelevare imposte per nanziare la loro fornitura.

Si applica la normale logica dei costi e bene ci: lo Stato dovrebbe espandere la produzione nché i bene ci marginalinon eguaglino i costi marginali.

La curva di domanda di mercato dei beni pubblici si trova sommando verticalmente le curve di domanda individuali.

Beni comuni

I beni comuni sono rivali e non escludibili.

A causa della combinazione di accesso libero e di esaurimento attraverso l’uso, sorge un esternalità negativa: 18 fi à fi fi fi fi degenerazione nella tragedia dei commons, che ha luogo quando una risorsa condivisa è usata

troppo->intensamente. Le soluzioni possono essere interventi attuati dal governo o da altri organismi di regolazione pubblici e privati.

X. Lo stato nell’economia: imposte e regolazione

Idee chiave

Gli stati prelevano imposte a livello nazionale e locale su cittadini e imprese per correggere fallimenti del mercato ed esternalità, raccogliere entrate, ridistribuire risorse finanziare attività.

Gli Stati possono influenzare gli esiti di mercato attraverso la regolazione diretta il controllo dei prezzi.

Benché l'intervento pubblico talvolta crei inefficienze, spesso porta miglioramenti al benessere sociale.

Valutare il trade off tra equità ed efficienza è uno dei compiti dell'economista.

Spetta ad ogni individuo decidere quando e dove l'intervento dello stato ha più senso.

Imposizione scale e spesa pubblica

Le entrate scali (o gettito scale) sono le risorse che uno Stato raccoglie attraverso le imposte.

Disavanzo di bilancio: quando le

entrate scali sono inferiori alla spesa pubblica.
Avanzo di bilancio: quando le entrate scali superano la spesa
Le imposte dirette si compongono prevalentemente di imposte che colpiscono in maniera immediata la capacità contributiva, e si applicano sul patrimonio e sul reddito:
- imposte sul reddito personale (IRPEF);
- imposta sul reddito delle società (IRES);
- imposta sostitutiva sui redditi;
- ritenute sugli utili distribuiti dalle persone giuridiche;
- altre imposte di minore entità.
Le imposte indirette colpiscono le manifestazioni mediate della capacità contributiva come i consumi e lo scambio di beni e servizi:
- imposta sul valore aggiunto (IVA);
- accisa sui prodotti energetici;
- altre tasse (automobilistiche, canoni di abbonamento TV...);
- altre imposte (monopoli, lotterie...).
Il federalismo scale è il principio secondo il quale è necessario attribuire la titolarità delle entrate coerentemente alla titolarità di erogazione diservizi seguendo un principio di territorialità. Le fonti delle entrate per i governi regionali e locali si possono raggruppare prevalentemente in:
  1. imposte proprie, ovvero la possibilità data a regioni ed enti locali di riscuotere, entro determinate aliquote, tributi in settori ben definiti (ad esempio, IRAP e IMU);
  2. tasse, ovvero tributi dovuti in relazione all'espletamento di un servizio svolto su espressa richiesta del soggetto contribuente (ad esempio, TARI);
  3. addizionali a imposte statali, che rappresentano le aliquote di contribuzione che rimangono a regioni e comuni rispetto a imposte e accise nazionali.
Alla base delle decisioni relative alla tassazione e alla spesa pubblica troviamo quattro fattori principali:
  1. raccolta di entrate;
  2. ridistribuzione del reddito attraverso trasferimenti;
  3. finanziamento di attività;
  4. correzione di fallimenti del mercato e esternalità.
Un sistemascale progressivo prevede aliquote più alte per chi ha redditi più alti. L’aliquota scale media è data dall’imposta totale pagata dal contribuente divisa per il reddito totale guadagnato. L’aliquota scale marginale si riferisce a quanto dell’ultimo euro guadagnato il contribuente paga in imposte. In un sistema scale proporzionale l’aliquota non varia con il reddito. Un sistema scale regressivo prevede aliquote più basse per chi ha redditi più alti. L’incidenza dell’imposta, ovvero la misura in cui l’onere della tassazione è ridistribuito tra i vari agenti, varia a seconda dell’elasticità. L’onere dell’imposta grava di meno sul lato del mercato più elastico. Quando l’offerta è più elastica della domanda, l’onere dell’imposta grava di più sui consumatori. Quando la domanda è più elastica dell’offerta, l’onere

dell'imposta grava di più sui produttori.

Regolazione

La regolazione è il principale strumento che lo Stato impiega per affrontare le esternalità e gli altri fallimenti di mercato. È l'insieme delle azioni con le quali l'autorità pubblica si propone di influenzare gli esiti di mercato, come la quantità scambiata di un bene o di un servizio, il suo prezzo, la sua qualità o sicurezza.

La regolazione diretta è l'azione diretta dello Stato per controllare la dimensione di una certa attività. Lo Stato può intervenire regolando i prezzi. Due tipi di controllo dei prezzi sono:

  • price ceiling, ovvero un tetto imposto al prezzo di un bene o servizio di mercato (es. controllo degli affitti);
  • price floor, ovvero un limite inferiore al prezzo del prodotto o servizio.

Fallimenti dello Stato

L'intervento dello Stato nei sistemi economici crea una varietà di inefficienze, dette anche fallimenti dello Stato.

tra cui:

  • costo diretto delle democrazie;
  • corruzione, ovvero la distorsione nell'allocazione di risorse pubbliche ai fini di arricchimento personale;
  • mercato nero, che comprende attività che sfuggono alla tassazione sui redditi nonché attività illegali.

La questione centrale che sorge quando lo Stato ridistribuisce le risorse, ruota intorno al trade-off equità-efficienza, ovvero al bilanciamento tra la difesa di un'equa allocazione delle risorse (equità) e l'incremento del surplus sociale o del prodotto totale (efficienza).

Il welfare state è il complesso di politiche pubbliche attraverso cui uno Stato interviene per ridistribuire i redditi generati attraverso l'offerta di beni e/o servizi ritenuti meritori (salute, educazione, assistenza sociale...).

Spesso lo Stato può ottenere una maggiore uguaglianza sociale ma solo a spese di più inefficienze.

(trade off equità-efficienza); quando la disuguaglianza sociale è molto alta, la si può ridurre senza affrontare alcun conflitto equità-efficienza. Lo Stato dovrebbe intervenire per impedire che gli individui commettano errori di decisione? Secondo il concetto di sovranità del consumatore le scelte compiute dal consumatore riflettono le sue vere preferenze, per cui lo Stato non dovrebbe interferire in quelle scelte. Secondo il concetto di paternalismo i consumatori non sempre sanno che cosa è meglio per loro, per cui il governo dovrebbe incoraggiarli a cambiare le loro azioni. XI. I mercati dei fattori di produzione Idee chiave I tre principali fattori di produzione sono: - lavoro, - capitale, - terra. Le imprese derivano la domanda di lavoro determinando il valore della produttività marginale del lavoro. L'offerta di lavoro è determinata dal trade off tra il beneficio marginale del lavoro, dato dalla retribuzione, e il suo costo marginale.dato dal valore del tempo libero sacrificato. La disuguaglianza salariale può essere attribuita a differenze di capitale umano, a differenze nei salari compensativi e alla discriminazione nel mercato del lavoro. Per conseguire i suoi obiettivi di produzione, il produttore deve derivare, oltre alla domanda di lavoro, la domanda di capitale e terra. Nel mercato del lavoro i ruoli di chi domanda e chi offre sono invertiti: le imprese domandano lavoro e i singoli lavoratori lo offrono. Il mercato del lavoro concorrenziale. La domanda dei fattori di produzione deriva dalla domanda di beni e servizi finali. I principali input sono il lavoro, il capitale fisico e la terra. Il valore della produttività marginale del lavoro (VPML) è il contributo di un lavoratore addizionale ai ricavi di un'impresa. La curva di domanda di lavoro di un'impresa è inclinata negativamente perché il valore della produttività marginale è decrescente: una conseguenza della legge di

rendimenti decrescenti.

L'impresa, per massimizzare i profitti, sceglie in modo ottimale il fattore lavoro, esponendo la forza lavoro perché produttività marginale del lavoro per prezzo = VPML = salario.

L'offerta di lavoro: il trade off lavoro-tempo libero

Il prezzo del tempo libero è il costo opportunità del tempo libero, il costo opportunità è il salario prodotto non lavorando.

Un individuo dovrebbe consumare tempo libero fino al punto in cui

Bene cio marginale del tempo libero = salario.

o

fi fi.

o

fifi fi.

fi:

fi fl fi L'effetto sostituzione implica che quando il salario aumenta, e quindi il prezzo del tempo libero cresce, gli individui lavoreranno di più.

La curva di offerta di mercato si costruisce sommando orizzontalmente le curve di offerta individuali.

I due principali fattori che determinano la domanda di lavoro sono:

I. il prezzo del bene che l'impresa produce;

II. la

renti livelli di istruzione e competenze: i lavoratori con un'istruzione superiore o competenze specializzate tendono ad avere salari più alti rispetto a quelli con un'istruzione inferiore o competenze meno specializzate; 2. differenze di esperienza lavorativa: i lavoratori con più anni di esperienza tendono ad avere salari più alti rispetto a quelli con meno esperienza; 3. differenze di settore e occupazione: alcuni settori o occupazioni possono offrire salari più alti rispetto ad altri a causa della domanda e dell'offerta di lavoro in quei settori o occupazioni. Politiche del mercato del lavoroLe politiche del mercato del lavoro possono influenzare la domanda e l'offerta di lavoro e quindi i salari. Alcune politiche che possono influenzare i salari includono:1. politiche fiscali: le politiche fiscali che riducono le tasse sui redditi più bassi o che forniscono crediti d'imposta per i lavoratori a basso reddito possono aumentare i salari netti dei lavoratori a basso reddito; 2. politiche di formazione e istruzione: le politiche che promuovono la formazione e l'istruzione dei lavoratori possono aumentare le loro competenze e quindi i loro salari; 3. politiche di protezione del lavoro: le politiche che proteggono i lavoratori da licenziamenti ingiusti o che garantiscono salari minimi possono influenzare i salari nel mercato del lavoro. In conclusione, la tecnologia, i fattori demografici, le preferenze dei lavoratori e le politiche del mercato del lavoro sono tutti fattori che possono influenzare i salari nel mercato del lavoro.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
60 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dowomcv di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Piccoli Luca.