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Vi sono alcune azioni che possono essere fondamentali perché in grado di connotare in maniera diversa e

strategica il tradizionale "fare lezione".

1. lavorare per problemi -- il cosiddetto problem solving che si verifica quando uno studente cerca di

trovare una soluzione plausibile ad un problema incerto e per fare questo ha bisogno di poter

accedere aduna conoscenza specifica, di sperimentare e vedere nel corso del tempo gli effetti della

sua azione e di validare insieme agli altri un’idea. Importante qui è soprattutto la famosa “tecnica

dei casi”, una tecnica didattica che consiste nell’affidare ad un gruppo di studenti una situazione

problematica, l’obiettivo non èquello di risolvere il problema ma di imparare ad individuarlo ed

affrontarlo insieme prendendo in considerazione i diversi punti di vista di ciascuno.

2. promuovere l’apprendimento “sociale” e valorizzare l’interazione tra pari in classe---- a tal

proposito facciamo all’ “apprendimento cooperativo” (allievi che lavorano insieme in piccoli gruppi

su uno specifico compito sotto la supervisione dell’insegnante), alla “peer education” (educazione

tra pari dove abbiamo alunni che fanno da tutor ad altri alunni con maggiori difficoltà), al “role

playing” (gioco dei ruoli che si rifà alla drammatizzazione e consiste nella simulazione dei

comportamenti adottati in genere nella vita reale. 3

3. creare condizioni significative di coinvolgimento individuale per sostenere la motivazione ---- ciò

avviene attraverso la proposta di tematiche che facciano riferimento alla vita reale e che

interessino che interessino concretamente gli alunni.

4. puntare sull’autoefficacia come motore motivazionale dell’apprendimento (Bandura): rinforzo

positivo, feedback e valutazione formativa --- a tal proposito diciamo che la consapevolezza da

parte dell’individuo di poter influenzare gli eventi, consente di considerarli in maniera vantaggiosa,

mentre il percepirli al di fuori della propria sfera d’azione comporta ansia, apatia o depressione.

Pertanto, per incentivare la motivazione intrinseca, le azioni didattiche dovrebbero puntare a

valorizzare le potenzialità ed i punti forti di ogni bambino per permettere a tutti e ciascuno di

partecipare all’interno del gruppo e alle varie attività scolastiche.

5. favorire una riflessione di tipo metacognitivo e promuovere l’auto-valutazione ---la metacognizione

riguarda soprattutto due aspetti tra loro strettamente correlati: la conoscenza metacognitiva

(consapevolezza sul modo in cui si svolgono i propri processi cognitivi come memorizzazione,

attenzione, comprensione) ed il controllo metacognitivo (capacità individuale di prevedere,

pianificare, monitorare, valutare in modo sistematico l’attività cognitiva). L’allievo apprende

davvero quando è consapevole di ciò che ha imparato, del perché lo ha imparato, a che cosa gli

serve e a che cosa gli potrà servire quello che haimparato. Importante è soprattutto l’auto-

valutazione che favorisce l’acquisizione autonoma di competenze nel momento in cui lo studente

ha la possibilità di prendere decisioni, osservarne le conseguenze e riflettere sugli esiti sbagliati o

incompleti

6) Narrazione e dialogo come metodo formativo nella didattica inclusiva

L'educazione inclusiva

Per didattica inclusiva si intende la possibilità di dare a tutti gli studenti l'opportunità di raggiungere il

massimo grado di apprendimento e di partecipazione, valorizzando le differenze di ognuno senza pensare

solo a chi ha una disabilità o bisogni educativi speciali. Nella didattica inclusiva le differenze sono accolte, e

valorizzate per favorire la crescita dei singoli e del gruppo. Le strategie per favorire l'inclusione mettono in

discussione le metodologie tradizionali di insegnamento, come la lezione frontale, per proporre attività di

partecipazione attiva e collaborativa. In questo tipo di approccio la valutazione è fondamentale in quanto

non è finalizzata ad assegnare voti o giudizi, ma a rivedere il processo di insegnamento, attraverso la

partecipazione consapevole di ogni studente nella gestione dei propri avanzamenti. È importante spiegare il

pensiero educativo di Dewey e Freire:

• Gli uomini si educano in comunione. L'educazione è un atto di conoscenza che richiede la

riflessione criticadi educatore e educando. Solo accettando ciò ci si mette nella condizione di voler

apprendere e conoscere dall'altro. Ognuno in modo diverso, infatti, è portatore di sapere e di

conoscenza.

• Un’altra concezione riguarda il fatto che l’educazione non può essere depositaria. Nella concezione

depositaria l'educazione è l'atto di depositare, trasferire, trasmettere valori e conoscenze si basa su

una serie di postulati che richiamano un tipo di rapporti "verticali". Tra insegnamento e

apprendimento deve esserci una relazione reciproca e non un rapporto di causa-effetto

• L'educazione deve essere dialogica. Bisogna realizzare un'educazione in cui si parla con qualcuno e

non a qualcuno. Bisogna aiutare l'alunno a portare gradualmente alla luce il suo sapere, attraverso

il dialogo e il confronto con gli altri.

• Lo sviluppo del senso critico e necessario. L’educatore non ha risposte da dare, ma deve aiutare gli

educandi a trovarle. Il confronto di punti di vista diversi e la relazione con gli altri favoriscono lo

sviluppo di un pensiero critico.

• L'apprendimento è esperienziale. L'esperienza gioca un ruolo importante per l'apprendimento, per

cui è essenziale che il nuovo apprendimento si integri con le esperienze precedenti. La conoscenza,

infatti, è dinamica e cumulativa e non è acquisita una volta per sempre. E perciò utile saper

richiamare l'esperienza pregressa e a saperla riutilizzare quando serve.

• L'apprendimento è un fenomeno sociale. L'apprendimento non è soltanto un processo che ha luogo

nella testa o nella mente delle persone, ma è il risultato dell'interazione e del confronto tra l'attività

individuale di elaborazione di informazioni e il contesto sociale di riferimento. Per imparare

dall’esperienza è necessaria la comunione e la comunicazione.

Due esperienze per promuovere l'educazione a riflettere

• Il focus group (gruppo di discussione) sull’esperienza di tirocinio consente di confrontarsi ed

acquisire nuove conoscenze. Esso parte dal modello ciclico di Kolb. Viene chiesto agli alunni di

raccontare episodi reali, accaduti nel contesto in cui si è svolto il tirocinio, riferendosi a fatti,

personaggi, comportamenti ed emozioni e valutando la propria efficacia o non efficacia

nell’affrontare ciascuna situazione. Da ciò si è notato che, prima dell’avvio del focus, la maggior

parte delle relazioni prodotte dai tirocinanti erano risultate prevalentemente descrittive, mentre a

seguito del focus nelle relazioni vi è traccia di alcune riflessioni e propri pensieri critici.

• Il laboratorio riflessivo il laboratorio è un luogo fisico basato sulla ricerca e sull’apprendimento

attivo, un dispositivo formativo che crea condizioni per sviluppare la riflessione ed il “nuovo

sapere”, un contesto democratico in cui si apprende ponendosi problemi, in cui si ascoltano e

rispettano le idee degli altri, in cui si discutono e si confrontano opinioni differenti. Anche qui si fa

riferimento al modello ciclico di Kolb. Viene chiesto agli alunni di raccontare in forma scritta che

cosa hanno imparato dalla loro esperienza di tirocinio (esperienza concreta); successivamente a

coppie ognuno ha letto il racconto del collega annotando quanto a loro avviso mancava nella

riflessione dell’altro (osservazione riflessiva); in seguito ogni coppia ha individuato il genere di

domande che sarebbe utile porsi per favorire una riflessione critica (concettualizzazione astratta).

La fase ulteriore fa riferimento al ciclo della riflessività di Gibbs, le cui domande sono servite da

stimolo per l’autoriflessione e per la riflessione collettiva attraverso la narrazione ed il dialogo tra

gli studenti. Alla fine di tutto, è stata chiesta loro una nuova riscrittura di quanto imparato

(sperimentazione attiva).Il fine di entrambe le esperienze è dunque quello di sviluppare l’esercizio

alla pratica riflessiva, in quanto la competenza riflessiva è indispensabile per evitare di agire in

modo meccanico e per superare i pregiudizi. Questa competenza consente quindi di avere un

rapporto paritario, accogliere le prospettive altrui, rivedere il proprio agire e le proprie conoscenze,

cogliere elementi e conoscenze nuove, interpretare l’esperienza cercando di capire il perché si

agisce in un determinato modo. In entrambe le esperienze inoltre, la narrazione (scritta o orale) è il

dispositivo utilizzato in quanto si ritiene una metodologia utile per la costruzione di significati, per

dare senso alle esperienze e trasformarle, per comprendere la complessità delle situazioni

educative, per valorizzare le potenzialità espressive di tutti e ciascuno: ascoltando le storie degli

altri possiamo infatti immedesimarci nei loro vissuti e nelle loro esperienze e percepirle come reali.

7) La “valutazione inclusiva, autentica e partecipativa” come strumento per eliminare l’indifferenza per le

differenze

Pratiche valutative più giuste: l'importanza di considerare i bisogni degli allievi

Progettare la “valutazione inclusiva”

Altro fattore molto importante nella progettazione della valutazione è l’inclusività. Attraverso una

progettazione inclusiva a livello individuale si assicurano ad ogni allievo pari opportunità nel

raggiungere il proprio successo. Svantaggi ed esclusione sociale vissuti da molte persone disabili non

sono il diretto risultato delle loro menomazioni o condizioni fisiche, quanto piuttosto il derivato di

precise barriere ambientali legate all'atteggiamento e al comportamento degli altri nei loro confronti.

È opportuno chiedersi se gli attuali stili di insegnamento, la progettazione, i materiali e i formati di

valutazione, consentano agli allievi con Bisogni Educativi Speciali (BES) di fruire delle opportunità

necessarie per dimostrare l'acquisizione dei risultati. Il fatto che talvolta gli insegnanti non riescano a

farsi carico dell'inclusività in fase di progettazione li induce ad effettuare una serie di aggiustamenti

one-off nella valutazione durante tutto il percorso di istruzione e spesso tali modifiche hanno un costo

e rischiano di introdurre elementi di pregiudizio nel processo. La maggior parte degli insegnanti è ben

consapevole, della necessità di farsi carico dei bisogni degli allievi, in particolare di qu

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
17 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fragolina`86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Isidori Maria Vittoria.