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GLI UOMINI IL TEMPO E LA POLVERE
DEMOGRAFIA STORICA E SOCIALE
la DEMOGRAFIA è lo studio multidisciplinare della popolazione, del suo stato, movimento e della sua evoluzione; la parola deriva dal greco demos (popolazione) graphia (scrittura, registrazione). al suo interno si distinguono il settore disciplinare della demografia storica che è una scienza quantitativa che studia lo stato e il movimento della popolazione con una proiezione storica (=studio della popolazione attraverso il tempo e lo spazio che consente di operare confronti sia col passato che tra diverse aree del mondo ad esempio col terzo mondo che presenta oggi uno sviluppo pari a quello dell’occidente nel XVIII sec.). fino all’inizio dell’età moderna (cominciata nel 1492 -termine ad quom- con la scoperta dell’america, il concilio di trento e la rivoluzione protestante che termina nel 1789 - termine ad quem- con la rivoluzione francese, rivoluzione industriale e il congresso di vienna) è difficile trovare fonti che forniscono l’ammontare della popolazione per ricostruire i meccanismi demografici; a partire dalla seconda metà del 500 le fonti compaiono a causa degli obblighi dettati dal concilio di trento per i parroci della tenuta dei registri parrocchiali dove venivano registrati battesimi, matrimoni e sepoltura dei parrocchiani (ciò non era una fonte precisa perché i battesimi non corrispondevano alle nascite e le sepolture non erano sinonimo di morte). solo agli inizi del XIX sec. lo stato cominciò a registrare i movimenti demografici della popolazione aprendo la strada alla statistica ufficiale moderna. la scissione tra i due periodo di studio avviene nel 1861 con l’unità d’italia con cui vennero introdotti i dati censuari ovvero dati statistici utili
alla demografia odierna. la demografia precisamente si occupa in modo scientifico dell’ammontare della popolazione, del suo sviluppo ovvero dei nuovi ingressi in essa (nascita, immigrazione) e delle uscite da essa (morte), del suo stato, dei suoi movimenti e i suoi caratteri generali. occorre definire il concetto di popolazione: è un insieme di individui stabilmente costituito, con al suo interno unità legate da vincoli di riproduzione e identificata da caratteristiche comuni ovvero territoriali, politiche, giuridiche, etniche e religiose. in questo concetto rientrano sia i piccoli gruppi di centinaia di persone sia le grandi nazioni con centinaia di milioni di abitanti; le popolazioni tendono a perpetuarsi e a permanere nel tempo ma può estinguersi quando la ripouduttività non è sufficiente a compensare la mortalità o quando popolazioni diverse si fondono insieme. i processi che determinano i movimenti di una popolazione sono riproduttività, mortalità e mobilità; il susseguirsi di questi processi determina il cambiamento numerico della popolazione.
la demografia fa da ponte tra le scienze sociali e biologiche e tra quelle politiche ed economiche mostrandosi come studio multidisciplinare.
il ternine demografia fu usato per la prima volta da guillard nel 1855 ma i primi ad usare un approccio demografico furono i due ARITMETICI POLITICI graunt: fondatore della demografia grazie alla sua opera pubblicata nel 1662 dove analizza i bollettini della mortalità pubblica a londra alla fine del 500 con spirito critico e approccio scientifico per capirne le cause e l’andamento;
halley: astronomo e direttore dell’osservatorio di greenwich nel 1693 presentò alla royal society una stima dei veri livelli di mortalità ottenuta dalla prima tavola di mortalità basata solo sule statistiche dei decessi e quindi basata su ipotesi e
superfici seminate e l’abbandono dei luoghi abitati. Dalla seconda metà del 1400 la popolazione crebbe, arrivando a 11,5 mln nel 1550; in particolare crebbe la città di Napoli, che divenne la più grande città europea con i suoi 200 mila abitanti (venne paragonata a Londra). A fine secolo la penisola contava 13 mln di abitanti.
Il seicento viene definito secolo buio, in questo periodo l’Italia cambiò radicalmente per diversi motivi:
- caduta del ruolo egemonico dell’Italia nel commercio internazionale: fu soppiantata dalla concorrenza inglese, francese e olandese in seguito alla scoperta dell’America. La crisi colpì il sistema delle città.
- due gravi epidemie di peste: la prima tra il 1630 e il 1631, portata dalle truppe francesi, travolse gran parte dell’Italia centro-settentrionale fino allo stato pontificio; la città di Verona si ridusse alla metà. Il sud fu colpito nella seconda epidemia del 1656-57 in cui la peste, proveniente dalla Spagna, raggiunse la Sardegna e poi Napoli causando oltre 150 mila decessi. Fu colpita anche la Puglia, tranne la terra d’Otranto.
- la guerra dei 30 anni.
All’inizio del 700 la popolazione raggiunge i 13 mln; il fenomeno più rilevante che si verifica è la scomparsa della peste: sebbene vi furono imponenti carestie, e vaiolo, tifo, malaria e pellagra erano molto diffusi, le strutture demografiche e socioeconomiche italiane appaiono capaci di una resistenza. Una crisi di mortalità grave si ha nel 1764, descritto come l’anno della fame, a causa di carestia e conseguente epidemia di tifo petecchiale (si stimano 300
stato di legittimità; manca purtroppo l’età della madre alla nascita del figlio. Al di là di ciò notiamo una certa disomogeneità nelle procedure di compilazione da parte delle parrocchie. dai registri di battesimo si evince l’andamento annuo delle nascite in un determinato territorio, la condizione giuridica del neonato (legittimo o illegittimo, esposto, trovato, progetto, gittatello o forme simili atte a indicare lo stato di abbandono). Si noti che lo stato di legittimità è descritto in vario modo nel territorio italiano, riferendosi ora al neonato (es legittimo o naturale) ora ai coniugi (coniugi o veri coniugi o marito e moglie); lo stato di illegittimità è presentato o con segni particolari posti a margine (una mano o una croce o una colomba) o espressioni es nato da illecita copula, figlio di concubini, figlio di padre ignoto ecc.e alcuni erano anche marchiati a fuoco. nei libri parrocchiali conservati a napoli lo stato di legittimità è contrassegnato dalla parola coniugi, mentre per l’illegittimità si usano le formule il nome de lo padre non si sa, figlio di adamo ed eva, figlio di N. N. sulla precisione delle fonti incidono sicuramente la cultura e il grado di sensibilità del curato preposto alla stesura degli atti, inoltre si notino le sottoregistrazioni: i nati morti o i morti prima del battesimo erano raramente riportati nel registro di battesimo, in tal caso contrassegnati con segni convenzionali, mentre talvolta erano riportati nel registro delle sepolture. Infine si noti che non sono ovviamente riportati i nati non battezzati perché appartenenti ad altra religione.
CAP 4
Il catasto fiorentino del 1427 è particolarmente ricco: riporta il censimento dell’intera popolazione della Repubblica, con tanto di info sui beni mobili e immobili di ogni contribuente. I dati relativi a ogni individuo riportano nome di battesimo, età, grado di parentela con il capofamiglia,, occupazione e stato di salute.
A napoli nel 1765 troviamo le cosiddette numerazioni dei fuochi, nate come un censimento fatto casa per casa da appositi funzionari, i numeratori. Esse servivano principalmente ad accertare il numero di famiglie che dovevano pagare le imposte, dunque non riportavano i dati di coloro che ne erano esenti. Tale fonte si rivela interessante perchè terminata la numerazione si procedeva alla comprobazione ovvero la comparazione dei dati raccolti con quelli derivanti da altre documentazioni utili, al fine di eventuali ricorsi.
Interessante è la numerazione dei fuochi effettivi nella città dell’Aquila del 1631, in cui vengono riportati anche gli esenti dall’imposta e la relativa motivazione (preti, vedove, miserabili, poveri, meretrici, sturpiati, donne in capillo, mendicanti, padri di 12 figli); i dati riportati sono gli stessi degli stati delle anime, con in più la professione dei figli maschi.
Il regno di napoli riporta nel 1600 il catasto antico o apprezzo, un ricco corpus documentario riguardante persone, lavoro svolto e possedimenti: in genere l’apprezzo era preparato da un ufficiale della camera della sommaria, il quale ci recava sul posto e insieme ai deputati