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REGNANTI:
C’è una doppia morale:
4. La SCHIAVITU’ viene condannata dal Papa nel 1537 e rifiutata dai sovrani spagnoli
(carlo V e filippo II) non per motivi (solo) morali ma (anche) economici; di fatto però
la utilizzano.
5. ASPETTO COMUNICATIVO: no “conquista” ma “convivenza pacifica”, poichè il
nome conta più della pratica.
6. LEGGI FORMALI per evitare un genocidio anti economico (vedi requerimento).
7. TATTICHE: chiedono informazioni sulle popolazioni locali per poterle sottomettere,
ma si vieta la stampa dei libri in cui si narra realisticamente della conquista (vedi
Filippo II a Las Casas).
Schiavismo , colonialismo e comunicazione:
LAS CASAS:
Autore di «La Historia de las Indias» preziosa testimonianza.
Nel 1502 Arriva a Santo Domingo a 18 anni (il padre aveva navigato con Colombo)
Nel 1514 E’ sacerdote e encomendero a Cuba quando decide di lasciare liberi i “suoi”
indiani
Viaggia per i possedimenti spagnoli e tenta forme di colonizzazione “non violenta”, avendo
comunque indole colonizzatrice. Per questo motivo della non violenza ottiene le simpatie
dell’imperatore Carlo v.
1522 entra nell’ordine domenicano e continua a lottare per i diritti degli indigeni
Atteggiamento da addomesticamento compassionevole: ama gli indiani perchè è cristiano,
e il suo amore illustra la sua fede.
La sua opera è volta contro i conquistadores, contro la violenza che usano giustificandola
e giustificando le guerre in nome del fine perseguito, cioè l’evangelizzazione. Per Las
Casas il modo di diffondere il cristianesimo può avvenire attraverso la dolcezza. Egli
contesta la violenza ma allo stesso tempo per lui esiste solo una vera religione, la sua, e
questa “verità” è universale.
La sua vita è ricca di iniziative a favore degli indiani, tutte caratterizzate da una certa
ambiguità di fondo, tranne nei suoi ultimi anni.
Dopo la “conversione”, in cui rinuncia al legale possesso degli indiani, tenta la
colonizzazione pacifica della regione di Cumuna: al posto dei soldati dovranno esserci
religiosi, e contadini-coloni dalla spagna. Dovrà essere una colonizzazione con dolcezza; il
tutto sarà poi un completo fallimento: troppe concessioni agli spagnoli e indiani poco docili.
Va sottolineato come –sopratutto inizialmente- las casas ebbe atteggiamenti diversi nei
confronti di neri e indiani: accettava che i primi venissero ridotti in schiavitù.
L’obiettivo di las Casas era comunque quello di annettere gli indiani (da cui si sarebbero
ottenuti vantaggi materiali), ma che questo dovesse avvenire tramite religiosi e non soldati.
Il suo sogno era quello di uno stato teocratico, in cui il potere spirituale fosse superiore a
quello tempoarale.
Egli sostiene che non vadano inflitte sofferenze agli indiani, anche perchè così le stesse
finanze spagnole si migliorerebbero. Egli promuove la dolcezza e mette al bando lo
schiavismo, e la stessa conversione per lui non deve essere imposta ma offerta.
Il fine ultimo rimane comunque l’assimilazione: atteggiamento ASSIMILAZIONISTA: La
religione cristiana è ritenuta superiore, unica garante dell’eguaglianza -> è giusto
convertire e ‘civilizzare’ ma in modo pacifico, e il fatto che non ci sia uguaglianza non
implica che gli altri non debbano essere riconosciuti.
La logica di Las Casas è quella dell’assimilazione amorevole -> la pietas può essere
puramente formale (convertiti impiccati anziché bruciati se condannati)
Per Las Casas l’annessione deve essere condotta da religiosi, non da soldati ->
intraprende per conto dei regnanti una colonizzazione religiosa (Venezuela, Guatemala)
ma con scarso successo: gli indigeni sono meno mansueti del previsto
Evoluzionismo di Las Casas: evitare la contrapposizione ontologica tra civiltà e barbarie –
> ogni forma culturale è una creazione umana destinata col passare del tempo a divenire
più “civile”, c’è comunque di fondo una superiorità della cultura occidentale e quindi
l’assimilazione deve avvenire, ma in modo pacifico. Si parla di metafisica del
perfezionamento umano. Gli indios, che sono tutti uguali e senza differenze culturali,
devono perfezionarsi verso il modello occidentale.
In lui c’è tuttavia -> visione manichea capovolta: pecore/lupi, innocenti/demoni
Il suo obiettivo sono città-stato teocratiche: distinzione tra dominio/proprietà e
giurisdizione (dei regnanti che non possono concedere encomiendas), questo sogno
fallisce perchè gli indiani non accettano di essere convertiti e assimilati, solo le seconde e
terze generazioni.
Las Casas è proprio colui che più di tutti ha contribuito a migliorare le sorti degli indiani, e
la sua arma fu proprio la penna, tramite cui ha lasciato un quadro incancellabile della
distruzione degli indiani.
All’influenza di Cortes si deve il linguaggio dell’apparenza: “la conquista”= “ la
pacificazione”. Bisogna salvare le apparenze: non si chiede loro di essere di buoni cristiani
ma di averne l’aria.
Un’altra lezione ripresa da Cortes è: prima di dominare bisogna assumere informazioni, e
questa sarà là futura funzione dell’etnologia, e la spagna sarà la il primo paese ad
applicare questo precetto grazie alle indagini promosse dalla corona; da qui scaturisce
una nuova “trinità”: studioso- religioso- commerciante.
Las casas promuove un’ideologia colonialista, opponendosi a coloro che ne promuovono
una schiavista: l’altro non viene ridotto ad oggetto, ma a soggetto capace di produrre
oggetti suscettibili di appropriazione, e basterà aggiungere un soggetto intermedio affinchè
questa produzione sia infinita. In questo senso due sono le preoccupazioni: bisogna
maniere il soggetto intermedio in questuo ruolo di soggetto-produttore senza che diventi
come noi (interessato a ciò che produce), e a ciò provvederà la polizia e l’esercito. A ciò si
aggiunge la cura del soggetto intermedio, che produrrà tanto più quanto più sarà curato: i
religiosi si occuperanno di questo.
L’ideologia colonialista è superiore a quella dello schiavismo: dalla prima parte si trovano
Cortes e Las Casas, dalla seconda invece Colombo.
I primi due sono quasi antitetici:
- Las casas ama gli indiani, ma non li conosce; egli è contrario al requerimento (cioè
distribuzione degli indiani agli spagnoli)
- Cortes li conosce, ma non prova amore alcuno; promuove il requerimento; è così
popolare da intimorire i regnanti stessi
L’unico punto su cui entrambi sono d’accorodo: sottomissione dell’America alla spagna,
assimilazione degli indiani alla religione cristiana e preferenza per il colonialismo a
danno dello schiavismo.
Fin dall’epoca i promotori del partito filo spagnolo esaltavano i benefici portati dagli
spagnoli in quelle “selvagge contrade”: abolizione cannibalismo, sacrifici umani,
introduzione usanze europee, cristianesimo, progressi tecnici, simbolici e culturali.
Ma il colonialismo, se da un lato si oppone allo schiavismo, dall’altro si oppone anche alla
comunicazione ---> triade ‘comprendere-prendere-distruggere’ corrisponde, in ordine
inverso, alla triade: ‘schiavismo-colonialismo-comunicazione’
Ora si parlerà di due principi che vanno introdotti per analizzare il caso dell’america e della
sua conquista:
- Principio di libera circolazione degli uomini e idee e beni (principio di Vitoria) e
quindi principio di influenza
- Principio di autodeterminazione e ‘non ingerenza’
I due vanno conciliati tra loro. Nel caso della diffusione del cristianesimo in america,
questa è avvenuto in nome di una presunta superiorità di valori: si abolisce il
cannibalismo perchè i cristiani ne sono indignati e lo si fa bruciando le persone -->
paradosso della colonizzazione.
Possiamo senza dubbio esprime un giudizio sulla forma delle influenze (non tanto sul
contenuto più o meno buono): esse sono state IMPOSTE e non PROPOSTE, ed è qui
il grosso errore. Così facendo non viene riconosciuta agli altri la nostra stessa umanità,
si impone con la violenza ciò che si ritiene ‘il giusto’.
Vitoria parla a questo punto di “guerre giuste”, in cui è fondamentale il ruolo
dell’informazione, oltre al fatto che la causa sia giusta (per riparare un’ingiustizia). Gli
spagnoli dovevano essere informati sulle buone intenzioni dei nuovi venuti, perchè
dare e richiedere informazioni è un obbligo, è l’obbligo della reciprocità, e non lo so si
fa si è colpevoli dinanzi alla società.
Di conseguenza: informazione, e distinzione tra imporre e proporre hanno funzione
sociale, e non si deve quindi giustificare le guerre coloniali in nome di na presunta
superiorità, o rifiutare ogni tipo di interazione con lo straniero in nome della propria
identità. Bisogna comunicare in modo non violento e difendere questo come un valore.
Tra universalismo e giusnaturalismo
Ha impostazione e idee diverse, infatti crede nell’uguaglianza e nei diritti naturali : la vita di
un “miscredente” vale quanto le altre, la differenza culturale non giustifica i soprusi. Per
questa interpretazione, egli produce dicotomia: spagnoli come carnefici VS indios come
vittime.
Prova grande scandalo per le crudeltà di cui è testimone, per la cupidigia dei connazionali
e per i giudizi xenofobi di molti religiosi (es. Oviedo e Ortiz)
Egli è portatore di relativismo culturale: gli indigeni vanno situati nel loro contesto, le altre
fedi vanno considerate in quanto fedi, e quindi non devono essere soppresse.
Egli fa anche comparazioni culturali, ribadendo quindi la sua visione dicotomica: il
sacrificio umano esiste anche nelle Sacre Scritture (Abramo) - anche gli spagnoli hanno
praticato il cannibalismo o dato da mangiare carne umana agli schiavi
La diffusione e traduzione delle sue opere accese nell’Europa del XVI sec. un ampio
dibattito “sull’umanità degli indios” e sulla legittimità della colonizzazione
Le opere di Las Casas sono apprezzate da Carlo V e dal Papa Paolo III.
4. CONOSCERE
Tipologia dei rapporti con l’altro
- PRIMO TIPO DI RAPPORTO: piano assiologico (giudizio di valore: buoni o cattivi?
Pari a me o inferiori?)
Bisogna sottolineare, parlando di las Casas, il fatto che dopo la disputa di Valladolid, il suo
atteggiamento nei confronti degli indiani e il suo amore verso di loro, cambia
completamente: sembra che questo cambiamento inizi grazie alle sue riflessioni