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L’ARTE PROVINCIALE

ITALIA SETTENTRIONALE : Gallia, Veneto

ILLIRIA : odierna Albania/Montenegro

NORICO : odierna Austria/Slovenia

PANNONIA : odierna Ungheria/Austria

DACIA : odierna Ungheria/Bulgaria

L’arte di queste provincie ha come base l’arte plebea mescolata a forme

ellenistiche che tuttavia, giungendo attraverso un contatto non diretto

ad una cultura che ne ignorava la genesi e non ne comprendeva il

significato, portò a delle evidenti conseguenze:

- le forme architettoniche, così come i panneggi e la forma umana,

furono degradate da strutturali ad ornamentali.

- la tensione all’espressionismo attraverso la deformazione, che

abbiamo visto prendere piede a Roma dal III secolo d.C., qui si

manifesta già dal I a causa della minor diffusione dei modelli

ellenistici.

- si crea un’intensità popolare, priva di maniera.

La provincia del Norico ci consegna un repertorio funerario ellenistico-

romano le cui cornici ricurve sono di influenza celtica; la Pannonia e

l’Illiria, che acquistano importanza nel periodo da Severo a Diocleziano,

mostrano un adattamento delle forme romano-ellenistiche e plebee che

tuttavia perdono ogni eleganza.

LA GALLIA E IL RENO

Gallia e Renania si distinguono dalle altre provincie per gli isolati e scarsi

contatti con la produzione del mediterraneo. Hanno una produzione

artistica indigena pre-romana piuttosto originale che si manifesta nelle

sculture di soggetto religioso e ufficiale -le meno soggette ad influenza

romano-ellenistica-; mentre la produzione funeraria è molto legata

all’arte plebea.

TREVIRI

Si trova nella provincia belgica.

Alla fine del II divenne un punto di difesa contro le tribù germaniche; il

secolo dopo fu sede degli imperatori gallici; fu invasa, nel 275, da

Franchi e Alemanni; nel 278 Diocleziano la scelse come capitale.

Fu dunque un ambiente di corte in cui l’arte provinciale non trovò eco,

dal momento che cercava di stare alla pari con Roma, come ci

mostrano alcuni monumenti quali l’Aula Palatina o la Porta Nigra.

Dalle opere erette durante il regno di Costantino e dalle decorazioni

parietali è evidente una ripresa di tipo classicistico, mirata alla

definizione delle forme realizzate con solidità e racchiuse da precise

incorniciature.

È molto prolifica la produzione degli oggetti in vetro: la sua lavorazione -

sia a soffiatura che a intaglio- nasce in fenicia-egitto nel I a.C. e giunge

in Italia intorno al II d.C., ma il suo secolo d’oro è il III d.C. Dall’Italia si

sposterà poi fino a Costantinopoli, da dove la riprenderanno i Veneziani.

PENISOLA IBERICA

Questa provincia aveva, al tempo della conquista romana, già avuto

contatti con Greci e Punici e perciò aveva sviluppato una cultura

artistica propria sotto la guida dell’ellenismo.

Inoltre i Romani si insediarono presto in Spagna -tra III e II a.C.- e quindi

la classe aristocratica ebbe modo di assorbire le forme dell’arte ufficiale

senza creare un’arte propriamente provinciale, ma rielaborando quella

romana.

I frammenti da Osuna, i ritratti femminili e i bronzetti da applicazione

sono opere che dimostrano una qualità al pari di quella italica ma capaci

di trasmettere le caratteristiche locali.

Inoltre il nord della penisola era influenzato da un sostrato etnologico

celtico, quindi molto meno esposto ad influssi ellenici, che era

improntato per lo più sulla lavorazione del legno.

ISOLE BRITANNICHE

Producono opere di carattere ufficiale ma con impronta più o meno

provinciale; opere caratteristiche e artigianato locale con patrimonio

formale celtico.

Da come abbiamo notato finora le provincie occidentali sono collegate

all’arte plebea di Roma, ma contengono precocemente in loro il

linguaggio formale tardo-antico.

I mosaici presentano schemi iconografici classici ma con alcune

particolarità africane.

AFRICA PROCONSOLARE

Territorio corrispondente a parte del Marocco, dell’Algeria, Tunisia e

Tripolitania.

Il mediterraneo fu la sede della civiltà classica ed ellenistica, ma queste

zone formarono un mondo a parte basato su una serie di confraternite

unite dall’antica religione punica.

Soltanto dai tempi di Marco Aurelio si inizia a trovare sugli ex voto la

lingua latina -che prende il posto della punica- e i santuari vengono

sostituiti da quelli ellenistico-romani.

Il substrato punico è visibile soprattutto nelle stele e negli ex voto;

inoltre le figure sono dotate di un’immediatezza rappresentativa di ogni

arte primitiva non toccata da influenze ellenistiche, caratteristica che si

riscontra anche nei ritratti.

Questa arte non si ricollega alla corrente plebea ma possiede un alto

livello artistico raggiunto grazie alla creazione di un proprio stile a partire

dalle iconografie romane.

MOSAICI: nel III e IV secolo raggiungono caratteri stilistici e tematici che

rimarranno attivi fino ad oltre i VI secolo. I temi sono spesso legati alla

struttura economica e sociale caratterizzata da latifondi agricoli:

- rappresentazione delle ville

- rappresentazioni di mestieri

- rappresentazioni di scene mitologiche (con predilezione per i cortei

marini)

Le opere a soggetto locale sono più caratteristiche nello stile che poi

influisce anche le scene mitologiche.

III d.C.: il mosaico tende a composizioni unitarie attraverso cui si

abbandona il realismo ellenistico a favore di uno schematismo.

IV d.C.: mosaico a motivi geometrici come ad esempio il pavimento da

Tipasa in cui sono rappresentati in dei quadrati i ritratti di prigionieri

berberi, che a differenza delle altre provincie non vengono affatto

sminuiti.

PIAZZA ARMERINA: mosaici con decorazione a medaglione.

- mosaico della grande caccia: composizione verticale che offre infinite

possibilità narrative.

- mosaico della piccola caccia: rappresenta un quadro realistico di vita

signorile.

Queste scene sono facilmente accostabili all’arte africana sia per i temi

che per gli schemi compositivi.

Infatti il tema della vita agreste, così come la composizione verticale, si

ritrovano nei mosaici di Cesarea con aratura, semina, zappatura.

TRIPOLITANIA E CIRENAICA

Zona meno sviluppata dell’Africa proconsolare a causa dell’inospitalità

della costa.

- Mosaico: stile e temi di provenienza ellenistica, in particolare

Alessandrina.

- Pitture: più legate a Roma, le testimonianze ci forniscono numerosi

punti di coincidenza.

- Scultura: si rifà all’arte romana urbana e non presenta tratti che la

rendono inconfondibile.

- Leptis magna: via porticata con foro severiano; basilica severiana con

decorazioni provenienti dalle provincie orientali; arco ricco di

decorazioni ellenistico-asiatiche.

Dettagli
A.A. 2018-2019
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Camilla-Ghiselli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Coralini Antonella.