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DELLE COLOMBE, VILLA ADRIANA:
126)MOSAICO copia di un celebre
mosaico di età ellenistica dell’artista Sosos. Sullo sfondo blu si staglia un
vaso dorato in cui si posano 4 colombe.
Eseguito a vermiculatum.
CASA DI GANIMEDE:
127)OSTIA, testimonianza del quarto stile ancora
attivo tra II-III d.C.
Sala gialla: partizioni orizzontali; in basso quadretto con paesaggio.
È una reminescenza del quarto stile; ora l’obiettivo è quello di definire la
parete come unità cromatica.
DEI PANCRAZI:
128)TOMBA tomba a naiskos testimonianza dei monumenti
funerari in età antonina. Presenta lunette con paesaggi fantastici; volta a
crociera con decorazioni a treccia e scene mitologiche; piccoli pannelli con
leoni, centauri, grifi.
Decorazione ricca che alterna sfondo bianco e nero.
MOSAICO DELLE TERME DI NETTUNO:
129)OSTIA, su sfondo bianco è
rappresentato a tessere nere il trionfo di Nettuno: al centro si trova la
quadriga; intorno, in un movimento circolare, troviamo pesci, nuotatori, mostri
marini e, in un girone più esterno, ippocampi e tritoni.
Le semplificazioni della composizione preludono ad una tendenza meno
naturalistica che caratterizzerà l’età severa.
130)SETTIZONIO: fontana monumentale costruita intorno all’inizio del III d.C.
come un frontescena teatrale: tre nicchioni con due avancorpi terminali
decorati da tre ordini di colonne su tre piani, in basso la vasca.
Segue il modello delle fontane monumentali orientali.
DI CARACALLA:
131)TERME rappresentano la transizione tra architetture di
I-II secolo e quelle tardo-antiche.
Hanno un recinto enorme e un ingresso monumentale ad Est. Dalla parte
opposta gradinate per guardare gli spettacoli. Ai lati due sale absidate e due
esedre con tra sale ciascuna. Il corpo centrale presenta: natatio, frigidario,
calidario, tepidario.
Decorazione ricca di colori e chiaroscuri.
DI SERAPIDE:
132)TEMPIO venne costruito da Caracalla questo santuario in
stile ellenistico per la divinità egiziana. Posto su un’altissima rampa e
recintato il tempio si presenta come un periptero sine postico dodecastilo con
colonne molto alte; la cella era absidata con nicchie.
DEL SOLE:
133)TEMPIO eretto per commemorare il trionfo imperiale del 273
d.C. Sullo scisma palmireno. È costituito da due recinti congiunti da una sala
quadrata: il primo cortile ha due ordini di nicchie; il secondo è rettangolare
con una tholos centrale di 16 colonne.
Santuario di ispirazione orientale secondo il gusto di questo secolo.
DI SETTIMIO SEVERO:
134)RITRATTO ritratto da cui risulta evidente il
desiderio di riattaccarsi alla tradizione pittoricistica della ritrattistica antonina,
e in particolare a quella di Commodo, quindi al tipo del filosofo saggio e
distaccato. DI CARACALLA:
135)RITRATTO evidente ispirazione dai ritratti dei monarchi
ellenistici -torsione del capo e accentuazione dei caratteri psicologici-. Il
pittoricismo che aveva caratterizzato i ritratti degli antonini e di Settimio
Severo è in declino.
DI SEVERO ALESSANDRO:
136)RITRATTO si percepisce un nuovo
orientamento nell’ambito della ritrattistica. Tutta la ricerca è improntata alla
volumetria che viene favorita dalla nuova moda dei capelli corti. Si inizia
anche ad accentuare il valore psicologico attraverso l’ansia spirituale che si
manifesta nello sguardo rivolto verso l’alto.
DI MASSIMINO IL TRACE:
137)RITRATTO resa solida delle masse e delle
fattezze che non vengono affatto sublimate, ma ci si sforza di aderire alla
psicologia di questo rozzo soldato.
RITRATTO DI GORDIANO III:
138)OSTIA, caratteristiche fisionomiche
evidenti; continua la moda dei capelli corti; si accentua il taglio incisivo degli
occhi e delle labbra.
DI GALLIENO:
139)RITRATTO nei ritratti di Gallieno si incarna l’ideale
dell’imperatore ispirato dal cielo con torsione del volto e occhi rivolti in alto.
DI FILIPPO L’ARABO:
140)RITRATTO evidente la sua fisionomia barbarica
dalle forme massicce del viso solcate da profonde pieghe. Consuete
accentuazione della volumetria della testa.
DI DECIO:
141)RITRATTO lo stile di questo ritratto si inquadra perfettamente
nella tradizione iniziata da Severo Alessandro.
DI PROBO:
142)RITRATTO concezione stereometrica della testa e non
realistica in cui si inseriscono tratti fisionomici scarsamente caratterizzati.
SEVERIANO:
143)RILIEVO nomina di Caracalla e Geta al consolato del 205.
A destra in primo piano Severo circondato da personaggi stanti -Plauziano,
Caracalla, Papiniano, Geta e senatori togati- che ascoltano l’adlocutio.
Modelli tradizionali del rilievo storico-celebrativo; effetti chiaroscurali esaltati
come nelle provincie orientali.
DEGLI ARGENTARII:
144)ARCO è in realtà una porta architravata.
Architrave coronata da una cornice molto decorata: oltre all’iscrizione figurano
Ercole e Liber Pater -divinità protettrici della dinastia-.
Pannelli interni con scene di sacrificio.
Pannelli esterni con soldati e prigionieri barbari.
Lato frontale con una figura rovinata.
Pannelli piccoli con vittorie, aquile e scene sacrificali.
DI SETTIMIO SEVERO:
145)ARCO eretto nel 203 d.C. a 3 fornici, celebra de
campagne partiche. Ha un alto attico con iscrizione su cui posava la
quadriga. Le decorazioni sui lati principali avevano vittorie, geni,
personificazioni.
Pannelli: uno rappresenta la prima guerra con partenza, scontro, fuga del re e
adlocutio; uno la seconda guerra dalla partenza con le macchine d’assedio, la
sottomissione del re, il concilium e la profectio; un’altro raffigura i Romani a
Seleucia, la resa dei Parti, l’ingresso nella città conquistata; l’ultimo invece
rappresenta l’assedio della capitale Ctesifonte, l’adlocutio alla presenza di
una figura allegorica di un cavaliere -simbolo del reditus dalla spedizione-.
Tutti i pannelli rientrano nella tradizione del rilievo storico -quindi di arte
plebea- con un forte influsso delle colonne coclidi; le decorazioni accessorie
mostrano invece un gusto più classicistico.
MATTEI:
146)SARCOFAGO rappresenta una reazione al pittoricismo con una
evidente ripresa del classicismo. Vi è raffigurata la caccia al leone con il
cavaliere al centro, un tipo iconografico che avrà larga diffusione.
DI ACILIA:
147)SARCOFAGO datato alla metà del III secolo è il sarcofago dei
genitori dell’imperatore. Al centro della scena si trovano un uomo e una donna
ai cui lati si stagliano figure barbate tranne una -Gordiano III- e muse.
Eseguito secondo la tecnica di gusto orientale con il caratteristico chiaroscuro
delle toghe. LUDOVISI:
148)SARCOFAGO scena di combattimento tra romani e barbari
divisa in registri; nei due in basso sono raffigurati barbari feriti e morti, nei due
in alto i soldati romani.
Nonostante la rappresentazione caotica spicca un solo cavaliere che ha una
croce sulla fronte, identificato con Ostiliano -il figlio di Decio-.
La composizione risulta influenzata dal gusto attico e creata secondo un
intersecarsi di linee diagonali e perpendicolari su cui si affollano le figure dai
corpi fortemente chiaroscurati.
SARCOFAGO DI PLOTINO:
149) il defunto è rappresentato su un trono
affiancato da due muse e più esternamente da due filosofi; ha in mano un
rotulo e i suoi tratti vogliono risaltare la spiritualità propugnata dal
neoplatonismo. Sull’altro lato del sarcofago c’è la caccia al leone.
Prezioso documento dell’atteggiamento della classe dirigente romana tra il
260 e il 280. DI IULIUS ACHILLEUS:
150)SARCOFAGO rappresentazione rara con scene
di argomento bucolico come allusione dell’aldilà.
Ai lati ha lo scontro tra un leone e un cerbiatto; nella fronte una scena
campestre con gregge e pastori.
Gli schemi iconografici utilizzati sono da ricercare nella tradizione bucolica
ellenistica. DELL’ANNONA:
151)SARCOFAGO in questa scena ci sono 8 personaggi: al
centro gli sposi dietro i quali si trovano Iuno Pronuba e il Genius senatus; ai
lati delle personificazioni -del Porto, di Ostia, della Fortuna Annonaria e della
Provincia d’Africa-.
Chiare allusioni alla carica del praefectus annonae.
DI CARACALLA, MOSAICO CON ATLETI:
152)TERME nelle esedre delle
terme comparivano dei mosaici con atleti e giudici rappresentati interi o con il
solo busto, i primi nudi, i secondi vestiti. Sui corpi muscolosi degli atleti erano
poste delle teste quasi ritrattistiche con capelli legati o rasati e occhi grandi
ed espressivi.
Autori provenienti da una scuola di mosaicisti attiva tra il 210 e 230.
DEI PRAECONES, AFFRESCO DEL TRICLINIO:
153)COLLEGIO datati
intorno all’inizio del III d.C come l’edificio; gli affreschi presentano uno sfondo
con una monumentale prospettiva architettonica. In primo piano si trovano
delle figure umane a grandezza naturale che raffigurano il tricliniarca e i servi
in ampie tuniche riccamente adorne.
Mentre lo sfondo porta avanti la tradizione del secolo precedente, il gusto
enfatico e barocco hanno riscontro anche nell’età contemporanea; ma il
significato della scena e le proporzioni danno vita ad un filone “monumentale”
che si protrarrà fino all’età di Costantino.
(ROMA), MITREO:
154)MARINO il culto solare di Mitra cresce per tutto il III
secolo e e porta alla costruzione di numerosi santuari. Sul fondo della grotta è
situato un affresco con Mitra colto nell’atto di uccidere il toro attorniato da
animali simbolici che ne bevono il sangue. Assistono due giovani con le
fiaccole a simboleggiare il sole nascente/morente.
Sui lati ci sono quattro quadretti con le vicende della leggenda.
DEGLI AURELII:
155)IPOGEO è uno dei monumenti più discussi della Roma
paleocristiana. Consta di 3 camere collegate tra loro di cui una reca nel
pavimento un’iscrizione degli Aurelii.
Le pareti e la volte sono divise in settori, in medaglioni, in lunette, con
rappresentazioni di figure e oggetti.
Interessante la presenza di temi pagani e cristiani.
PALAZZO DI DIOCLEZIANO:
156)SPALATO, costruito intorno al 300 d.C.
con l’impianto imitato da quello dei castra con tanto di muro di cinta e
torrioni.
Il lato della residenza aveva un loggiato a semicolonne con vista sul mare; nel
lato opposto c’era l’ingresso. Da qui si dipartono vie colonnate ad archi che
delimitano i quartieri in cui stava la guardia imperiale. Proseguendo sulla via
colonnata si giunge ad un peristilio ai cui lati si trovano due corti che
contengono: una un tempietto tetrastilo; l’altra edifici sconosciuti e un
mausoleo ottagono.
Il tipo di villa contamina l’impianto dei castra con quello dei palazzi imperiali