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ISOLA III
Auto sviluppo e leadership: alcuni territori da esplorare
Premessa
La letteratura manageriale tradizionale, di provenienza nordamericana ha fornito una serie di
contributi in materia di sviluppo delle capacità personali e delle doti di leadership. Tale cultura,
riduzionista e comportamentista, vuole in breve tempo rendere utilizzabile un concetto.
Le riflessioni presenti nel testo, invece, prendono avvio dalla letteratura classica, che proviene dalla
nostra cultura mediterranea e, in generale, europea.
Il fine è quello di operare un’incursione nelle dimensioni dei sistemi di relazione con noi stessi, con
gli altri e con l’ambiente circostante. Ciascuno di noi ha la possibilità di elaborare il proprio percorso
di sviluppo per essere se stessi e ridefinire sempre la propria identità nel rispetto degli altri.
3.1 L’Incertezza
L’aasunzione di responsabilità richiede lo sviluppo di una capacità imprescindibile per affrontare
l’incertezza e la casualità degli eventi: la gestione del vuoto o capacità negativa (ripresa dal poeta
Keats, è quella capacità che un uomo possiede se sa perseverare nelle incertezze, attraverso misteri
e dubbi, senza lasciarsi andare ad una ricerca agitata di fatti e ragioni; non ha contenuto e consiste
nell’aspettare il momento in cui si è in grado ti trovare-scorgere la risposta esatta, la soluzione
adatta o innovatrice.
Nel dialogo tra Gutierrez (uomo di fiducia di Colombo) e Colombo (comandante leale) chiede quali
siano le previsioni: Colombo non può negare l’evidenza, tanto che, da leader, sceglie la sincerità, ma
non per questo del lamento o del disfattismo. Colombo ammette i suoi errori di previsione e palesa
all’amico tutti i suoi dubbi sull’esito dle viaggio; accetta con rispetto il crescere dell’ansia del suo
interlocutore; prosegue poi con considerazioni legate all’esperienza, forte di speranze, grazie anche
a degli indizi che rivelano la possibilità di scorgere la terra. Attraverso domande retoriche, il
comandante porta avanti delle riflessioni sull’importanza dell’apprezzare ciò che si è a lungo o
fortemente desiderato, soprattutto quando se n è privati per dovere o per seguire un’aspirazione.
Gutierrez, stupito da ciò, esalta la solidarietà che unisce le persone quando si sentono accomunate
da una stessa causa, per la quale si impegnano, anche soffrendo a volte. Leopardi sapeva che
l’America, seppur per errore, fu scoperta il 12 ottobre 1492, ma Colombo, no!
3.2. L’energia
Lo scrittore e filosofo greco, Plutarco (46-127 d.C.) viene preso in riferimento nel testo perchè
permette degli spunti di riflessione sull’ energia, forza d’animo e perseveranza.
L’energia a cui si riferisce l’autore del testo è l’energia che si richiede a chi s’impegna e realizza opere
di cui altri beneficiano (opere intellettuali, culturali) che, a differenza di quelle materiali, sono più
longeve. Quella forza d’animo necessaria per rispondere con i fatti a critiche ingiuste e, a volte,
strumentali. Il sentiero dell’auto svoluppo e della leadership passano per questo bivio: desistere,
intristirsi o cercare compromessi in circostanze di questo tipo determina un regresso nel percorso
di evoluzione individuale, in qualunque momento della vita.
Energia, vitalità, impegno, identità con il ruolo sono alla base delle possibilità di crescita e
d’incidenza negli ambienti relazionali e organizzativi di riferimento prevalente: solo mediante il
governo di sè, si può esercitare il governo degli altri.
3.3 La fiducia
Per realizzare le nostre piccole o grandi imprese abbiamo bisogno di avvalerci del contributo di altri,
e per far ciò, abbiamo bisogno di fidarci degli altri. Ma non possiamo fidarci di tutti:
la fiducia si assegna in base a degli elementi tali da poter mettere la nostra vita nelle mani di qualcun
altro; non deve essere mai cieca, nè basata soltanto su aspetti sentimentali; vi devono essere
presupposti di natura personale e professionale, connesse a qualità individuali, capacità e
competenze consolidate, da ispirare così un esito positivo delle vicende in atto.
(Plutarco fà riferimento ad Alessandro il Macedone, che durante la guerra contro Dario e i Persiani,
si trova ammalato in Cilicia. Il fedele amico del re, Filippo di Acarnania, vedendo la situazione difficile
di Alessandro, gli preparò una medicina e lo convinse a berla. Parmenione, un collaboratore stretto
del re, invidioso di tanta amicizia, in una lettera fà credere che Filippo sia alleato di Dario e che vuole
uccide re Alessandro. Il farmaco fece effetto e la fiducia risposta in Filippo sconfisse anche la
calunnia).
La fiducia è fondamentale nella nostra vita, ma è importante sapersi fidare: ecco perchè in questo
caso la fiducia è una capacità. Bisogna saperla accordare e conquistare.
(diversamente accadde a Caio Giulio Cesare, ucciso dalla sua scarsa capacità di riporre fiducia nelle
giuste persone, dunque da Bruto, che avviò una congiura contro il padre putativo. Durante le Idi di
marzo del 44 a.C., Cesare vede che tra i congiurati che vogliono accolterrarlo vi era l’amico Bruto,
ed ecco che decide di soccombere sopraffatto più dal dolore del tradimento, che da quello delle
ferite).
3.4 La parola
(Plutarco racconta che nonostante le apparenze, all’indomani della morte di Cesare, non avevano
tenuto conto della concorrenza che aveva il nome di Marco Antonio. Shakespeare, in chiave di poeta
più moderno e di registra teatrale, condensa i tempi dell’azione. Racconta di un Bruto che lascia la
possibilità a Marco Antonio di celebrare il rito funebre dell’amico Cesare, ma solo dopo che avesse
parlato lui e senza far parola della congiura e dei congiurati. Marco Antonio deve accettare; Bruto a
fine orazione termina con un “affondo” – come aveva usato la spada x uccidere il caro amico per
amore di Roma, avrebbe puntato la stessa verso se stesso quando il popolo gliel avrebbe chiesto.
Dopo l’orazione di Antonio, il popolo si scaglio contro Bruto e i congiurati, alcuni furono uccisi, altri
scapparono, come Bruto. Antonio ha la parola e la sua forza dirompente: è spontaneo, ma
strategico; è determinato e aperto, coraggioso ed addolorato, si batte per sè ma anche per una
causa superiore. La sua motivazione più forte? La necessità di onorare un amico e di ottenere
giustizia in sua memoria).
Quello di cui oggi abbiamo bisogno per la nostra evoluzione non è fuori di noi, ma dentro. Radicato
nelle qualità più antiche e più vere dell’uomo, che possediamo da sempre e dobbiamo coltivare.
3.5 La leadership
3.5.1 Il riflesso
La leadership è innata o si può acquisire?
Hillman sostiene che si nasce leader: la leadership è nella capacità, tipicamente animale, di unire
pensiero e azione in unico gesto. Noi umani, invece, siamo orientati alla divisione tra la fase
elaborativa e la fase attuativa, tra la strategia e il compimento dell’azione. La leadership richiede
qualcosa di più delle qualità della determinazione, della capacità di di ascoltare tutte le parti e
coordinarle fra loro, del coraggio di rischiare; la vera essenza però forse risiede nella capacità di
sconfiggere in un attimo lo sprettro di Amleto.
Il modello proposto da Hillman coniuga pensiero ed azione nel momento unico del riflesso, che non
deve essere confuso con l’impulso che porta ad azioni sconsiderate, prive di controllo e di efficacia.
La leadership è suscitata dalle circostanze.
3.5.2 Il conseguimento
Mc Call, Lombardo, Morrison sulla base di un consistente numero di interviste a dirigenti di varie
organizzazioni, è che leader si diventa.
Questa teoria si basa sul preuspposto che possono esserci delle caratteristiche personali che
favoriscono l’emergere di una leadership, anche se quest’ultima deriva da una capacità particolare
di capitalizzare l’esperienza.
La costruzione della leadership passa per 5 ordini di capacità:
1. Gestione degli affari: conoscenze tecniche o professionali, pensiero strategico, capcità di
assumere responsabilità;
2. Gestione dei rapporti interpersonali: capacità di negozazione, di collaborazione con pari e
superiori, di gestione e soluzione dei conflitti, di comprensione della prospettiva altrui,
capacità di motivare i propri collaboratori;
3. Valori: capacità di prestare attenzione agli aspetti umani della gestione, di riconoscere i
propri limiti, di interpretare e promuovere una dimensione etica negli affari;
4. Qualità personali: capacità di mantenere la fiducia in se stessi, di confrontarsi con le
situazioni ambigue e le problematiche stressanti, di mantenere l’autorità e il controllo delle
situazioni nelle avversità;
5. Consapevolezza ed equilibrio personale: capaictà di armonizzare le esigenze della vita
personale con quelle della vita professionale, di dare il giusto peso alle proprie preferenze,
mete, debolezze, di cogliere le opportunità.
In tale prospettiva, la leadership si costruisce in virtù dell’esperienza: essa è la stella polare che ci
orienta nella giusta direzione, la lezione da cui apprendere.
Ai primi livelli di carriera manageriale sono importanti le abilità tecnico-professionali e capacità di
persuasione e negozazione; mentre ai livelli più alti, sono importanti capacità di visione, di startegia,
di delega, di fiducia nelle altre persone., di motivazione, di sviluppo dei collaboratori.
Un equilibrio di ruolo precario rende vulnerabili, infatti l’individuo sottoposto alle pressioni dei
poteri organizzativi è portato a far uscire la parte più oscura, difensiva, istintiva, tanto da arrivare a
tradire la fiducia, essere insensibile alle esigenze dei collaboratori, confidare nella protezione dei
mentori. Ciò allonta dal successo e dalla parte migliore di sè: si deve adottare il criterio valido per il
conseguimento e lo sviluppo delle capacità richieste ad un leader.
3.6 L’apprendimento
3.6.1 Apprendimento e conoscenza
Apprendere vuol dire afferrare con la mente, ma vi sono diverse forme verbali proveniente dalla
lingua latina: cognosco, concipio, intellego, percipio.
Musil ( nella sua opera L’uomo senza qualità), osservando il mondo con lo sguardo di narratore-
saggista, riferendosi al protagonista Ulrich si interroga sulla produzione delle idee.
L’apprendimento è frutto dell’applicazione, che si realizza mediante una relazione pulsante tra
anima e mondo, tra soggetto ed oggetto; noi siamo, a differenza del mondo, animati da forze nella
nostra voglia di conoscere il m