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REPUBBLICA

L’INSURREZIONE E IL GOVERNO DI SOUSTELLE

La notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre del 1954 scoppiano circa 70 attentati in una

trentina di punti diversi del territorio algerino. L’intensità variabile degli attentati era dovuta

all’ineguale presenza del FLN dopo la sua nascita. Nella zona di Orano, l’insurrezione si

limita a qualche incendio, qualche linea telefonica tagliata e un europeo ferito a morte. Ad

Algeri molte bombe artigianali non esplodono, o provocano danni minimi. L’insurrezione è

più intensa nella zona di Costantina, in particolare nella zona del massiccio dell’Aures,

dove gli attivisti del FLN erano più numerosi e la presenza militare francese era meno

rigida. L’insurrezione provoca in totale 8 morti, 4 feriti e importanti danni materiali e venne

accompagnata dalla circolazione di un Manifesto che aveva lo scopo di annunciare la

nascita dell’FLN e il suo programma. Il testo è composto da tre parti. Nella prima c’è

un’analisi della situazione, della miseria delle masse e della necessità di una guerra di

liberazione nazionale per liberarsi dal giogo del colonialismo. In seguito sono elencati gli

obiettivi e i mezzi del fronte: l’indipendenza totale attraverso la lotta armata e

l’internazionalizzazione della questione algerina. Nella terza parte ci sono le condizioni su

cui fondare le negoziazioni per la pace, che dovranno basarsi sul riconoscimento del

diritto all’indipendenza. La sorpresa fu grande a Parigi, dove i giornali dedicarono

comunque uno spazio ridotto a questi eventi. Non fu tuttavia una sorpresa per i

responsabili dell’ordine pubblico in Algeria, che erano state avvertite della presenza di

bande armate in varie zone. Il generale Cherrière aveva chiesto addirittura rinforzi, eppure

le inquietudini di alcuni vennero placate da rapporti rassicuranti emanati dalle autorità

dell’Aures. A Parigi intanto l’Algeria veniva ancora vista come una regione molto calma.

Per questo, la reazione delle autorità dopo l’insurrezione fu disordinata e brutale. Pur non

conoscendo gli organizzatori, i responsabili fecero delle dichiarazioni discordanti,

imputando gli attentati a diversi paesi o gruppi. Tutti erano però d’accordo sul carattere

improvvisato e amatoriale dell’insurrezione, dopo aver scoperto le bombe artigianali ad

Algeri. La polizia procedette subito ad arrestare i militanti del MTLD, che fu sciolto il 5

novembre. Gli arresti furono tantissimi e arrivarono a 2000 entro la fine dell’anno; la polizia

inoltre riuscì a smantellare alcune reti dell’FLN a Orano e ad Algeri. La maggior parte dei

sospettati, tuttavia, sono innocenti, anche se vengono trattenuti in prigione e trattati

brutalmente. Restava dunque al governo guidato da Pierre Mendes France solo prendere

posizione riguardo alla ribellione. La risposta fu molto ferma, e esemplificandola tramite le

parole di François Mitterrand, l’unica negoziazione poteva essere la guerra. Bisognava

dunque ricorrere alla repressione. Il governo piazza dunque dei rinforzi di polizia e sei

truppe della divisione aerea. A dicembre, il ministro degli Interni, dopo aver analizzato le

origini della ribellione, annuncia la prossima preparazione di un certo numero di riforme

indispensabili. In Algeria, la situazione resta sfuggente. Il generale Cherrière, che ha

ricevuto rinforzi tramite paracadutisti e fucilieri, avvia varie retate che però non portano a

nulla. Anzi, i bombardamenti su innocenti si rivelano psicologicamente disastrosi. Un

po’ ovunque, tuttavia, si moltiplicano gli incidenti e i ribelli vengono aiutati dalle popolazioni

esasperate dalla repressione e l’apertura dei campi di raggruppamento. L’insurrezione si

estende fino a Cabilia, a partire da gennaio. Il 5 gennaio del 55 Mitterrand presenta al

consiglio dei ministri un vasto programma di riforme, che comprendono la creazione di

una scuola d’amministrazione per favorire l’accesso dei musulmani alle funzioni

pubbliche, la fusione della polizia di Algeri e quella parigina, la scomparsa dei comuni

misti. A lungo termine è inoltre prevista una ridistribuzione delle terre. I rappresentanti

eletti tuttavia non sono d’accordo con questa serie di riforme, non voglio modificare lo

status quo politico del paese. Mendès France viene ostacolato dai radicali, dal MRP

(Movimento repubblicano popolare) e dai comunisti, che usano la questione algerina come

pretesto per eliminarlo.

Per mettere in atto la politica di riforme da lui prevista, il capo del governo aveva bisogno

di un nuovo governatore d’Algeria, più autoritario, e dunque il 25 gennaio nominò Jacques

Soustelle, deputato gaullista. Questa scelta attirò varie critiche, ma fu abile. Soustelle

aveva un passato brillante, era esperto di filosofia e della civiltà azteca, era per questo si

pensava che fosse in grado di approcciarsi ad una società differente da quella francese.

Criticato dai radicali (e dalla destra), la sua nomina non fu ben accolta nemmeno dagli

europei in Algeria. Nonostante ciò, Soustelle accetta l’incarico e riceve le istruzioni di

Mendès France: deve dimostrare fermezza ma anche flessibilità, modernizzare

l’economia e apportare un progresso sociale. Alle critiche alla repressione troppo debole

e alle riforme che erano viste come “premature”, seguì la caduta del governo il 6

febbraio. Questo avrebbe dovuto far ritirare anche Soustelle secondo le speranze di

alcuni, ma non successe. Il nuovo presidente del consiglio, Faure, non lo sostituì e

ordinò che seguisse le direzioni del suo predecessore. Dunque il 15 febbraio Soustelle

arriva ad Algeri, dove viene accolto male dagli europei e delle autorità, e si mette

rapidamente al lavoro. Il 21 raggiunge il massiccio dell’Aures, dove la ribellione (facilitata

dall’impenetrabilità del territorio) continuava a prolungarsi. Questo viaggio gli fa

comprendere gli errori compiuti su questo territorio, la miseria di quelle popolazioni non

amministrate bene. Soustelle decide di voler riconquistare la fiducia della popolazione,

riaprire il dialogo con l’élite musulmana, risolvere i problemi di sottosviluppo e

disoccupazione. Di fatto, i primi mesi del suo governo sono caratterizzati da riformismo e

dialogo. Viene raddoppiato il budget degli investimenti e 6 miliardi di crediti supplementari

che serviranno a creare nuovi posti di lavoro e a migliorare la sanità, la situazione

scolastica e agricola. Monteil, incaricato dei contatti con gli algerini nazionalisti,

incontra a Tunisi Ben Boulaid, capo della zona dell’Aures, che verrà poi arrestato e che

rivelerà la debolezza delle organizzazioni dei ribelli e del sostegno ricevuto dall’estero, ma

anche la perdita di prestigio dell’autorità francese di fronte al popolo. Monteil vede

comunque gli incontri con questi algerini come appelli alla negoziazione, ma dopo averlo

riferito a Soustelle, quest’ultimo non crede di essere autorizzato a proseguire per questa

strada. Il 28 marzo Monteil fa incontrare a Soustelle una delegazione composta da

messalisti, centralisti, Oulemas, e membri dell’UDMA, ma Soustelle non intende

intraprendere nessuna negoziazione. Proprio in questo mese, inoltre, gli atti terroristici

si estendono anche in altre città, e dunque Soustelle dirige i suoi sforzi verso un’azione

militare. Tenta comunque di eliminare la repressione brutale e di mettere in atto una

politica di pacificazione, per riconquistare la fiducia del popolo. Vedendo la scarsa

amministrazione del territorio come una delle cause principali della ribellione, Soustelle

tenta di rimediare moltiplicando i centri amministrativi. Un decreto del 26 settembre del

1955 inoltre crea le sezioni amministrative specializzate (SAS) che dovrà occuparsi di

vari compiti, come la gestione delle cure mediche e dell’alfabetizzazione. L’esercito,

tuttavia, si sente in svantaggio rispetto ai ribelli che si concentrano sugli attentati

individuali. Essendo inoltre l’Algeria una parte della Francia, non poteva essere dichiarata

giuridicamente in guerra contro la Francia, quindi le leggi da adottare in questi casi non

erano applicabili. Solo in casi di delitti evidenti si poteva procedere con gli arresti e le

indagini. Senza prove formali, però, i sospetti erano rilasciati. Con la legge del 3 aprile del

55 viene instaurato lo stato d’urgenza. Questo mezzo giuridico rinforzava i poteri delle

autorità sulla circolazione delle persone, sulle riunioni e sulla stampa, trasferiva alcuni

poteri alle autorità militari. Questo stato d’urgenza però fu usato per giustificare un certo

numero di abusi, che contribuirono ad aumentare le ribellioni e non a contenerle.

Dal punto di vista politico, il governo era orientato verso un’integrazione. Un’altra

soluzione era il federalismo, che richiedeva dei cambiamenti nella costituzione, ma né il

capo del governo né Soustelle erano a favore, poiché secondo loro avrebbe portato ad

una secessione totale. Dunque, si propendeva per l’integrazione, ovvero la totale

appartenenza alla Francia pur mantenendo l’originalità di tradizioni, lingua e religione, nel

rispetto delle differenze. Anche questa decisione fu accolta da proteste. L’integrazione

prevedeva l’instaurazione di un collegio unico e quindi la creazione di seggi algerini

all’assemblea nazionale. Ormai il sentimento nazionalista era cresciuto troppo e l’FLN

si era ormai imposto sulla popolazione. In campo amministrativo bisognava creare un

regime di parità nel reclutamento dei funzionari, per includere l’élite algerina. Dovevano

essere creati nuovi dipartimenti e eliminati i comuni misti. Il rispetto per la cultura

musulmana doveva essere raggiunto tramite la scolarizzazione dei bambini musulmani,

l’insegnamento dell’arabo e l’autonomia della gestione del culto musulmano. Era prevista

anche una modernizzazione economica e sociale, una riforma agraria e l’abbassamento

del prezzo dell’energia. Questo piano di riforme era arrivato però troppo tardi.

Soustelle sembra inoltre aver perso l’occasione di instaurare un dialogo costruttivo con i

leader dell’opposizione moderata musulmana. Ferhat Abbas, che sosteneva Mendès

France e si era detto a favore del legalismo all’indomani della rivoluzione, inizia a

prendere i primi contatti con l’FLN nella primavera del 55, senza rompere tuttavia i

contatti con l’amministrazione. Soustelle esasperato dagli atti terroristici si converte

all’adozione di soluzioni di forza.

20 agosto del 1955 : le ribellioni del 20 e 21 agosto somigliano a quelle del 45. La

stessa esplosione di violenza, stavolta a Costantina, viene accolta da una repressione

cieca. La differenza è che le i

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Publisher
A.A. 2016-2017
52 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher annam-90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cultura francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Majorano Matteo.