Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 43
Riassunto esame Cultura e Letteratura Araba I, prof.ssa Licitra, libro consigliato Storia della Letteratura Araba Classica, Daniela Amaldi Pag. 1 Riassunto esame Cultura e Letteratura Araba I, prof.ssa Licitra, libro consigliato Storia della Letteratura Araba Classica, Daniela Amaldi Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Cultura e Letteratura Araba I, prof.ssa Licitra, libro consigliato Storia della Letteratura Araba Classica, Daniela Amaldi Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Cultura e Letteratura Araba I, prof.ssa Licitra, libro consigliato Storia della Letteratura Araba Classica, Daniela Amaldi Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Cultura e Letteratura Araba I, prof.ssa Licitra, libro consigliato Storia della Letteratura Araba Classica, Daniela Amaldi Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Cultura e Letteratura Araba I, prof.ssa Licitra, libro consigliato Storia della Letteratura Araba Classica, Daniela Amaldi Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Cultura e Letteratura Araba I, prof.ssa Licitra, libro consigliato Storia della Letteratura Araba Classica, Daniela Amaldi Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Cultura e Letteratura Araba I, prof.ssa Licitra, libro consigliato Storia della Letteratura Araba Classica, Daniela Amaldi Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Cultura e Letteratura Araba I, prof.ssa Licitra, libro consigliato Storia della Letteratura Araba Classica, Daniela Amaldi Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Cultura e Letteratura Araba I, prof.ssa Licitra, libro consigliato Storia della Letteratura Araba Classica, Daniela Amaldi Pag. 41
1 su 43
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Nel 9° secolo at-Tabarii scrisse il Kitaab ta’riikh ar-rusuul wa’l-muluuk, il Libro della

Storia dei Profeti e dei Re, in cui raccoglie le diverse versioni di uno stesso episodio, narrato

in ordine cronologico. Gli annali sono una delle opere più importanti grazie alla presenza di

numerose fonti e grazie al fatto che ci permettono di conoscere non soltanto gli avvenimenti

del Vicino Oriente fino al 10° secolo, ma anche di ricostruire la storiografia araba

antecedente e lo stile della prosa più antica. L’opera inizia con la creazione del mondo e

termina il 6 luglio 915.

Nella Casa della Sapienza si sviluppò una corrente scientifica interessata alla cosmografia

e alla descrizione della terra che impiegò anche numerose fonti non arabe. Si sviluppò

dunque la geografia inizialmente per questioni amministrative, come la riscossione delle

tasse e l’organizzazione del sistema di comunicazione fra le diverse zone del califfato e per

questioni politiche, come il controllo delle frontiere.

Ibn Hurdaadhbih scrisse su richiesta del califfo il Kitaab al-masaalik wa’l-mamaalik, il

Libro degli Itinerari e dei Regni, in cui l’organizzazione fa riferimento alla concezione che

fa del regno Abbaside il centro del mondo. Essa non è solo un’opera geografica, ma

contiene importanti informazioni tecniche e pratiche, come le distanze fra un luogo e l’altro,

gli itinerari, le imposte che ogni zona deve pagare, insieme a da versi e varie notizie.

Il Kitaab akhbaar as-Siin wa’l-Hind, Libro delle Informazioni sulla Cina e sull’India, è

una relazione di viaggio messa per iscritto da Sulaymaan per far sì che altri mercanti e

marinai avessero le sue stesse conoscenze. Costituisce la prima testimonianza scritta

dell’interesse nei confronti dello “straniero” e del meraviglioso.

L’epoca del decentramento e delle autonomie

I luoghi e la storia. Una serie di eventi quali la rivolta degli schiavi neri, l’anarchia delle

provincie orientali, la crisi socio-economica e l’incapacità di alcuni califfi, avevano

scatenato una crisi del potere centrale. Approfittando di questa debolezza, i principi locali

decisero di rendersi indipendenti da Baghdad, da cui era necessario ricevere la

legittimazione. Ne ricordiamo alcuni:

Poiché la situazione interna dell’Iraq non era molto lontana dal capitolare, il califfo

 ar-Raadiii decise di investire un governatore con il titolo di amiir al-umaraa’,

principe dei principi, con il compito di proteggere l’autorità califfale.

Nelle provincie iraniche vi furono diverse dinastie non-arabe, come quella dei

 Samanidi di Persia, che costituì un emirato sunnita autonomo in Transoxania e in

Khorasan.

Vi fu anche quella dell’Afghanistan, centro di un impero creato dal generale turco

 Sebuktigin, fondatore della dinastia Ghaznavide.

Altro stato autonomo fu quello della Mesopotamia settentrionale, governata dalla

 dinastia curda sunnita dei Marwànidi.

Nella Siria settentrionale vi fu la dinastia araba degli Hamdànidi, portata avanti

 dall’emiro Sayf ad-Dawla, passato alla storia per il suo impegno politico e culturale.

Infine vi furono i Fatimidi, prima governatori in Nord Africa e poi in Egitto; presero

 il loro nome da Fatima, figlia del profeta e moglie di ‘Alii, affermando di discendere

da lei. Erano ismailiti poiché riconoscevano come settimo imam Ismaa’iil, figlio di

Ja’far as-Saadiq. Inoltre, si riconoscevano come gli unici califfi legittimi poiché

chiamati da Dio affinché costituissero un dominio universale. Si posero dunque in

contrasto con Abbasidi e Omayyadi. Conquistarono l’Egitto nel 969 e il califfo al-

Mu’izz fondò il Cairo, una città che conobbe una grande espansione culturale,

economica e militare. Si originò la prima dinastia realmente egiziana che fuse

elementi bizantini, arabi e locali. I Fatimidi estesero il loro potere in Siria, Sicilia e

Palestina. Diedero vita inoltre ad un’intensa opera di propaganda dell’ideologia

ismailita che interessò i loro stessi territori, così come i quelli degli avversari e che

perlopiù venne rivolta alle classi alte.

Nel frattempo il mondo islamico dovette confrontarsi con una nuova minaccia proveniente

dall’est nel 1050: i Turchi Selgiuchidi entrati a Baghdad, presero il potere conquistando

Iraq e Siria ed eliminarono di fatto il califfo, governando in suo nome.

Nel nono secolo al-Andalus subì numerose tensioni interne di tipo politico, ma agli inizi del

secolo successivo conobbe uno dei periodi più splendidi dell’Islam occidentale, con capitale

Cordoba. L’emiro omayyade ‘Abd ar-Rahmaan III nel 925 diede un taglio netto alla

dipendenza dagli Abbasidi proclamandosi califfo, e costituendo un argine contro le mire

espansionistiche e religiose dei califfi fatimidi. Tuttavia ben presto questo califfato subì

l’attacco delle forze cristiane da settentrione, determinandone la caduta.

Il contesto culturale. Non solo il declino dell’ideologica mutazilita, ma anche l’affermarsi

delle scuole giuridiche avevano portato al completo sviluppo della corrente sunnita. Proprio

in questi anni gli Hanbaliti cercarono di respingere nuovi costumi e convinzioni, mentre

Ash’arii sintetizzò tradizione e speculazione teologica in quella che sarà la teologia sunnita.

Mentre gli Abbasidi e la maggior parte delle popolazioni del Vicino Oriente seguivano

rigidamente la Sunna, la Shi’a venne seguita dai ministri del califfo, dagli Hamdànidi e dai

Fatimidi.

All’interno dell’Islam vi erano diverse correnti, fatto che portò a numerosi scontri politici e

militari, ma anche e soprattutto a diversi momenti di dibattito e confronto. Infatti la

divisione politica, i vari disordini sociali e la debolezza interna dello Stato non fermarono

idee e correnti di pensiero, poiché numerosi poeti, letterati, teologi e filosofi viaggiavano

liberamente da uno stato all’altro.

In questo periodo si realizzò una prima grande frattura interna, a livello linguistico, con il

crescente uso del persiano, ora lingua letteraria, grazie alla presenza di dinastie iraniche,

come i governatori samanidi e i ministri iracheni, relegando l’arabo classico a lingua di

scienza e religione nei territori orientali. L’arabo era comunque in declino e con esso alcune

regole grammaticali, come l’i’raab, il cui uso veniva considerato come un segno di

affettazione. Infatti nel parlato si usavano molto più spesso delle forme dialettali, mentre

l’arabo orale fu usato soltanto in occasioni solenni. Ciononostante il numero sempre

crescente di non-arabi facenti parte della classe dirigente e bisognosi di un’adeguata

preparazione linguistica fece sì che nascesse una didattica dell’arabo; in tal modo gli studi

grammaticali e filologici raggiunsero il loro apice nella scuola di Baghdad, perfetta sintesi

delle scuole di Kufa e Basra.

La capitale dell’impero abbaside, Baghdad, nonostante le numerose tensioni, manteneva

l’antico prestigio e le attività culturali non mancavano mai, tanto che i visìr abbasidi si

occuparono del sostegno di scienziati, artisti e della promozione di biblioteche, osservatori

astronomici e ospedali. Il mecenatismo continuava ad essere pratico e come in precedenza

era caratterizzato da una certa precarietà che univa mecenate e beneficiario, la quale era

causa di violenti scontri e rivalità. Lo stesso senso di instabilità si percepiva anche tra kaatib

e burocrati, legati spesso da rapporti di clientela con i più potenti, cosa che provocò

l’avanzamento di corruzione, e disorganizzazione all’interno dell’amministrazione statale.

I Fatimidi resero il Cairo una città cosmopolita, luogo di incontro di persone provenienti da

tutto il bacino del Mediterraneo e dell’Oriente; loro prerogativa era il pagamento di una

sorta di stipendio ai poeti che venivano assunti anche come kaatib, così da garantirne la

fedeltà.

A Cordoba convivevano popoli, religioni e culture diverse che crearono un terreno fertile

per scambi commerciali e culturali. Gli Omayyadi spagnoli erano conservatori e al fine di

salvaguardare la propria identità decisero di seguire il modello abbaside nell’organizzazione

del califfato e di adottare la visione della scuola giuridica malikita, impedendo la diffusione

delle altre.

La produzione poetica e i poeti. La qasiida continua ad avere un valore encomiastico, perciò

venne maggiormente impiegata nei centri di massimo splendore, quali Aleppo appartenente

agli hamdànidi, l’Egitto dei fatimidi, al-Andalus; esse rappresentano infatti le corti dove

hanno lavorato i principali poeti ufficiali legati da un rapporto di clientela.

Sayf ad-Dawla divenne personificazione dell’ideale cavalleresco arabo, tanto che diversi

poeti gli hanno dedicato versi elogiativi, descrittivi e sapienziali, nonché numerose qaside

esempio delle nuove tendenze dell’epoca. Ciò ci fa capire come il legame con il passato, da

cui si riprendono i temi, fosse sempre persistente, mentre il taglio è netto nelle espressioni,

le immagini e i rapporti interni al testo che subiscono un cambiamento in direzione del

meraviglioso e aulico. Ciò avvenne in rapporto con la nuova funzione dei panegirici, non

più quella di preservare la memoria del passato, ma quella di colpire l’immaginazione del

pubblico delle riunioni ufficiali con immagini di grandezza e splendore.

Al-Mutanabbii fu poeta ufficiale di Sayf ad-Dawla; nelle sue qaside scelse di fondere la

struttura classica con le innovazioni espressive e contenutistiche. Grande conoscitore

dell’arabo classico, lo usò per costruire una poesia complessa a livello sintattico, ricca di

parallelismi e opposizioni grammatica e concettuali, allitterazioni e anacoluti, volti a

sottolineare i concetti e gli stati d’animo. Dopo aver avuto problemi con Sayf, si recò in

Egitto, sollecitato da Kaafuur, proveniente dalla Nubia. Compose in suo onore delle poesie

per circa un anno, per poi abbandonarlo quando gli negò una terra da governare. A questo

punto contro di lui rivolse numerose poesie di invettiva.

Nei temi amorosi inserisce immagini e motivi stereotipati che riflettono la sua misoginia. Da

poeta ufficiale di Aleppo scrisse numerose qaside che illustravano i vari successi militari e

gli avvenimenti ufficiali della corte. È autore inoltre di calchi di espressioni e della

rielaborazione di cliché precedentemente usati, tanto da venire accusato di plagio.

Il panegirico è il tema principale del suo diiwaan, insieme alla satira e all’elogio funebre.

Talvolta è presente un tema personale che si pensa possa rimandare alla sua concezione

religiosa, ma un’attenta lettura riv

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
43 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/12 Lingua e letteratura araba

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher morreale.9 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cultura e Letteratura Araba I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Licitra Ilenia.