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Estratto del documento

Il figlio di Zanji, Nur al-Din scacciò i crociati e divenne padrone della Siria.

Salah al-Din (il Saladino) s’impadronì del potere in Egitto dopo la morte

dell’ultimo califfo fatimide e dopo la morte di Nur al-Din intraprese la

conquista della Siria.

1250 l’ultimo sovrano ayyubide d’Egitto fu rovesciato dai mamelucchi

(mamluk).

I Mamelucchi erano schiavi turchi che stabilirono un regime con capitale al

Cairo.

Dal 1218 le regioni più orientali furono teatro dell’avanzata dei mongoli con a

capo Gengis Khan.

Dai regni mamelucchi al sultanato ottomano

1232 Muhammad Ibn al-Ahmar annunciò la propria indipendenza da Al-

Andalus e si dichiarò sultano. Sei anni dopo entrò a Granada e vi stabilì una

dinastia che sopravvisse fino al 1492.

Bayezid I pose gran parte dei Balcani sotto il controllo ottomano, mentre nel

1453 il suo pronipote Muhammad conquistò Costantinopoli rinominandola

Istanbul.

Ismail si proclama shah nel 1501 e consolida la sua autorità nell’attuale Iran.

1517 Selim sconfisse i mamelucchi e entrò al Cairo.

Il Medio Oriente e l’Occidente

1826 il sultano ottomano Mahmud II riformò le forze armate.

In Libano la comunità maronita aveva contatti con il Vaticano fin dal 1584

quando l Papa aveva istituito un collegio maronita.

In Siria, Iraq e Maghreb le autorità ottomane esercitavano stretto controllo.

In Egitto nel 1798 Napoleone fece invasione, l’esercito egiziano fu sconfitto.

Il comandante turco-albanese Muhammad Ali installò al potere la sua famiglia

e resse il Paese fino al 1952.

1869 fu varato il progetto del canale di Suez dal sucessore Khedive Ismail.

1830 invasione francese dell’Algeria. Fissarono profondamente l’influenza

francese sul sistema amministrativo ed educativo dei paesi del Maghreb.

Con la fine della Prima Guerra Mondiale scomparse l’impero ottomano.

1920 alla Francia fu riconosciuto il controllo della Siria, invece alla Gran

Bretagna quello sulla Palestina.

1943 accordo fra sunniti e maroniti in Libano condusse alla formazione dello

Stato Libanese destinato a reggersi su un equilibrio tragicamente fragile.

La famiglia saudita consolidava il proprio controllo della Penisola Araba.

Seconda Guerra Mondiale: emergere di Stati Uniti e Unione Sovietica.

1945 istituzione della Lega Araba al Cairo.

Prima grande crisi quando le Nazioni Unite ordinarono nel 1946 un piano di

divisione della Palestina.

1948 guerra fra Stato d’Israele e i vicini arabi.

1950 circa indipendenza per Iraq, Marocco, Sudan e Tunisia.

1967 guerra; perdita di Gerusalemme, Cisgiordania e alture del Golan e del

Sinai.

Dopo ciò molti giovani decisero di ricorrere a un uso più sistematico della

forza contro Israele unendosi ai fedayin (“quelli che offrono sé stessi in

sacrificio”) –> la Giordania li espulse in un conflitto noto come “Settembre

Nero”.

4.L’ambiente intellettuale

Il Corano e la fondazione delle scienze islamiche

Il testo coranico servì da base per una serie di discipline dalle quali sarebbero

nate le scienze islamiche.

Fu necessaria la messa a punto del sistema alfabetico per chiarire distinzione

fra grafemi simili e per fornire simboli appositi per le vocali, le elisioni e gli

arresti vocalici.

Al-Khalil Ibn Ahmad di Bassora inventò il sistema di simboli che identificano e

governano i suoni del testo coranico -> fu lui a comporre un dizionario: il

Kitab al-ayn.

Il Corano servì inoltre a formulare i Cinque Pilastri dell’Islam:

Professione di fede – shahada

- Cinque preghiere quotidiane – salat

- Elemosina – zakat

- Digiuno durante il mese del Ramadan – sawm

- Pellegrinaggio alla Mecca - hajj

-

Ne fu aggiunto in realtà un altro, jihad cioè “sforzo” che comprende diffusione

dell’Islam fra altri popoli e la difesa della religione dai suoi nemici.

Sulle questioni sulle quali il Corano “taceva” si ricorse alla Sunna, cioè

racconti relativi alla condotta del Profeta.

Iniziò la raccolta degli hadith cioè i detti attribuiti a Muhammad.

La comunità islamica attribuiva grande valore al contributo intellettuale degli

ulama, cioè sapienti dediti alla conoscenza della religione.

I cambiamenti dell’ambiente intellettuale

697 durante il regno del califfo Abd al-Malik l’arabo fu designato lingua

ufficiale dell’amministrazione (sostituendo greco e persiano).

I principali dibattiti intellettuali

Gli ulama furono invitati a far uso dell’analogia per valutare l’opportunità di

integrare nel corpus giuridico circostanze nuove e inconsuete a questioni già

in precedenza determinate.

Il messaggio coranico sull’unicità di Dio e sugli atti di devozione e di pietà

individuali portarono allo sviluppo del misticismo (tasawwuf = sufismo), allo

sviluppo di sette mistiche e alla ricerca di una via per realizzare un percorso

più simile a Dio.

Nel processo di costruzione di un’identità propria, il Sufismo sviluppò rituali

caratteristici e una consapevolezza del potenziale allegorico del linguaggio.

I mistici abbandonarono l’interpretazione letterale del testo coranico per una

che suggeriva una molteplicità di sensi raggiungibile solo attraverso

l’esperienza spirituale.

Ciò suscitò l’opposizione dei teologi tradizionalisti.

La sfida della modernità: il rapporto con il presente e con il passato

1953 fondazione rivista araba letteraria più ampia “Al-Adab” (Beirut).

Gli scrittori che decisero di esplorare il lato più oscuro dell’immagine costruita

dai mezzi di comunicazione sotto il controllo del governo si ritrovarono in

prigione o uccisi a meno che non si rassegnassero al silenzio o all’esilio.

Anni Ottanta e Novanta riscoperta dell’Islam e grande aumento dei movimenti

popolari islamici che erano diventati forza politica di primo piano in molti

Paesi.

1979 rivoluzione islamica: importante poiché il sostegno attivo dell’Iran al

sentimento identitario delle comunità sciite del mondo arabo ha spinto

all’azione queste comunità e poi ha condotto i governi sunniti a opporsi alla

minaccia sciita.

Fertile crescita di movimenti islamici sempre più attivi

Il Corano, testo sacro e paradigma culturale

1.Introduzione

Per i Musulmani il Corano è fonte primaria di teologia e legge, ma anche una

presenza quotidiana nella vita della comunità e dei suoi singoli membri.

2.Struttura

Il Corano è diviso in 114 capitoli = sure.

Ogni Sura ha un titolo.

La prima Sura “Al-Fatiha” è in forma di preghiera e la sua lettura si usa per

suggellare contratti (es quello matrimoniale).

A parte la prima, le Sure sono ordinate per lunghezza, dall più lunga Surat al-

baqara (della vacca) che ha 286 versetti, alla più breve anche da 3 versetti.

La lettura del Corano è considerata un atto meritorio.

Per questo il testo è diviso in 30 parti uguali, una per ogni giorno del mese e

ogni parte è a sua volta divisa in metà.

Ogni Sura è introdotta da una sezione che ne indica il numero, il titolo e il

luogo.

Però 29 Sure iniziano con una sequenza di lettere il cui scopo è sconosciuto.

Obblighi specifici dei credenti sono presentati sotto forma di imperativi che

iniziano con “O voi che credete…” e danno istruzioni su temi come il cibo, il

taglione, i testamenti, il digiuno, il divorzio e il debito.

3.Lingua e Immagini

In molti versetti coranici si evince che il testo è espresso in una lingua araba

molto chiara, quindi si presume che il messaggio di Dio fu recitato da

Muhammad in una lingua che i suoi ascoltatori erano in grado di

comprendere.

Il Corano si serve di metafore sulla cecità e sordità per rappresentare

l’incredulità.

Nella Sura della Luce (24) c’è una metafora sulla luce, i credenti la

posseggono.

4.La funzione del suono

La recitazione del Corano è un evento quotidiano imposto al credente il cui

effetto è stato accresciuto dai mezzi di comunicazione.

Nelle moschee delle città mediorientali la voce del muezzin viene spesso

amplificata.

5.Il Corano e la letteratura araba

Corano considerato unico.

Nel campo della poesia la lingua coranica e le sue immagini divennero fonte

di allusioni e citazioni.

La Poesia

1.Introduzione

La poesia araba è sempre stata considerata il diwan al-arab (registro delle

tradizioni degli arabi).

2.Il poeta

Individuo e personaggio poetico

Il poeta in arabo è un essere senziente, shair, che può percepire cose che gli

altri non possono.

Questa visione del poeta incoraggiò l’idea che poeti si nascesse e che il dono

poetico fosse la conseguenza di qualità innate.

Nella società araba pre-islamica i poeti erano considerati chiaroveggenti (tieni

a mente Sura dei poeti (26) poeti=traviati).

Il poeta poteva incitare la sua tribù con il panegirico (madih) elogiante la

nobiltà d’animo e la generosità dei suoi capi e uomini; poteva ricordare le

qualità degli eroi deceduti nell’elegia (marthiyya) oppure spargere calunnia su

tribù rivali con la satira (hija).

La formazione poetica

Dal X sec la poesia fu inclusa nel sillabo prescritto dalla formazione di un

perfetto letterato.

L’aspirante poeta doveva memorizzare la poesia degli antichi, studiare la

grammatica, i tropi, la rima e il metro e acquisire quindi familiarità con la

scienza genealogica.

La prima fase della formazione era quella del rawi, il trasmettitore di poesia:

imparare l’arte imparando a memoria la poesia di un poeta più anziano e di

recitarne i poemi.

Poi doveva imitare i migliori esempi di poeti e infine comporre le proprie

poesie.

La recitazione

La recitazione pubblica della poesia fu una costante sin dagli inizi.

Veniva recitata anche in eventi ufficiali.

3.Il poema

Le raccolte

Una raccolta poetica di solito in arabo è chiamata diwan.

Uno dei modi preferiti di ordinare poemi raccolti era l’ordine alfabetico delle

rime finali.

Dopo che l’evoluzione della tradizione poetica araba ebbe condotto

determinati generi a essere riconosciuti come entità separate, il diwan del

poeta fu spesso diviso in categorie.

Rima e metro

Il significato del verso si articola tra il primo e il secondo emistichio.

La Qasida segue uno schema che prevede la stessa rima alla fine di ogni

verso dell’ode.

Le categorie

Forma più breve: qita. Servi spesso da poema monotematico per

un’occa

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
12 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/12 Lingua e letteratura araba

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher itscay di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura araba e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Benigni Elisabetta.