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La Costituzione federale e la divisione dei poteri

Fu ideato un sistema giudiziario federale, al cui vertice stava la Corte Suprema e venne creata la figura del presidente dell'Unione, a cui fu affidato il potere esecutivo. La Costituzione federale, dunque, concepiva la distinzione tra i poteri: l'esecutivo, il giudiziario e il legislativo.

In realtà, però, questi tre poteri si controllavano a vicenda. La Costituzione stabilì che le imposte e i membri della Camera sarebbero stati ripartiti tra gli Stati in proporzione agli abitanti (esclusi i nativi americani, ma inclusi gli schiavi, anche se in ragione dei tre quinti del loro numero effettivo). Per quanto riguarda il Senato, invece, tutti gli Stati si videro assegnati due seggi a prescindere dalla propria consistenza demografica.

Stabilire chi avesse il diritto di voto rimase una prerogativa dei singoli Stati e non una competenza dello Stato federale (Il sistema politico delineato alla convenzione non era democratico). Inoltre, la Costituzione stabilì

l’elezione indiretta sia del Senato che del Presidente dell’Unione. La Costituzione federale fu essenzialmente un patto tra gli Stati, in contrasto con quanto recitava il preambolo della costituzione che attribuì la sovranità alla popolazione, quando invece l’autorità federale traeva la propria legittimità dagli Stati. Le principali obiezioni sollevate dagli oppositori della ratifica (Antifederalisti) furono due: (1) la constatazione che la Costituzione si preoccupava di tutelare gli Stati, ma non offriva sufficienti garanzie a protezione dei diritti dei singoli individui e (2) il rilievo che l’architettura istituzionale dava comunque vita a un eccessivo centralismo. La Costituzione fu ratificata un po’ a fatica dagli Stati nel 1788 ed entrò in vigore l’anno successivo. Per venire incontro alle obiezioni degli antifederalisti, su suggerimento di Jefferson, vennero proposti dieci emendamenti (Bill of Rights) che si proposero ditutelaresoprattutto le libertà individuali del cittadino: libertà di parola, di stampa, di culto; tutela dagliabusi nell'acquartieramento dei soldati in casa propria in tempo di pace; prerogativa didetenere e portare armi; garanzie contro i sequestri illegittimi e le punizioni crudeli; diritto adessere giudicati dai propri pari, ad avere un processo pubblico e in tempi rapidi con lapossibilità di difendersi e potersi confrontare con i testimoni d'accusa senza dovertestimoniare contro se stesso e senza poter essere processato una seconda volta per la stessaimputazione dopo un verdetto di assoluzione; e, infine, i poteri che la Costituzione nonattribuiva allo Stato federale e il cui esercizio non era vietato ai singoli Stati, restavano unaprerogativa di questi ultimi o del popolo. Inoltre, la Costituzione non prevedeva l'esistenza dipartiti.1798 elezione di George Washington come primo Presidente degli Stati Uniti. Egli, per dimostrare di esseresuper partes, scelse come membri della sua prima amministrazione personalità di orientamento diverso: Hamilton e Jefferson. Il primo sistema di partito fu articolato nella contrapposizione tra i federali (che si riconoscevano in Hamilton e auspicavano uno sviluppo manifatturiero degli Stati Uniti, il recupero dei rapporti con la Gran Bretagna e una maggiore centralizzazione dell'amministrazione federale) e i repubblicani-democratici (che facevano riferimento a Jefferson e volevano rafforzare la natura agraria dell'economia, mantenere buone relazioni con la Francia e tutelare le prerogative dei singoli Stati dai poteri dello Stato federale). La rottura tra i due statisti maturò in coincidenza con il progetto presentato da Hamilton per la creazione di una Banca nazionale degli Stati Uniti (sul modello della Banca d'Inghilterra). Il Congresso, dopo un acceso dibattito, approvò il progetto, quindi Jefferson cercò di persuadere il presidente Washington a

Porre il veto alla legge (Jefferson aveva paura delle ripercussioni che ciò avrebbe potuto avere sulla schiavitù), ma alla fine Hamilton convinse il presidente a promulgare la legge.

Poi Washington fu eletto per un secondo mandato, ma rinunciò ad un terzo e annunciò che si sarebbe ritirato a vita privata nel Farewell Address, che contenne una delle prime affermazioni a sostegno dell'isolazionismo: infatti egli invitò gli statunitensi a rinunciare a stringere alleanze militari permanenti con le potenze straniere, proprio per evitare il futuro ripresentarsi delle controversie che avevano investito il suo secondo mandato.

L'uscita dalla scena politica del "padre della patria" portò alle prime elezioni presidenziali partitiche: vinse Adams (partito federalista), ma, quattro anni dopo vinse Jefferson (partito repubblicano-democratico) che inaugurò una lunga serie di presidenze consecutive di esponenti virginiani del partito.

repubblicano-democratico (duplice mandato di Jefferson, duplice mandato di Madison e duplice mandato di Monroe). Il passaggio dall'amministrazione federalista di Adams alla presidenza repubblicano-democratica di Jefferson avvenne in maniera pacifica col ricorso al metodo del voto.

Durante il suo mandato Jefferson ne approfittò per realizzare il principale successo della sua amministrazione: l'acquisto della Louisiana. Così gli Stati Uniti ottennero il controllo del fiume Mississippi, fondamentale per il commercio, e del porto di New Orleans, indispensabile per lo stoccaggio delle merci. La regione ad ovest del Mississippi costituiva poi un territorio dove Jefferson si illudeva di poter convincere i nativi americani a trasferirsi, abbandonando le aree ad est del fiume.

Nel 1806 il Congresso approvò il Non-importation Act, che dispose l'embargo su alcuni prodotti britannici, a cui seguì poi l'Embargo Act che stabilì il congelamento del commercio estero.

salvo nel caso del rilascio di autorizzazioni specifiche, per prevenire il rischio di unconflitto, sia con la Gran Bretagna che con la Francia. A ciò fu in più aggiunto il divieto diesportare merci in Canada per via di terra. In questo modo, gli Stati Uniti, militarmente deboli,ricorsero alla leva del commercio a tutela dei propri diritti. Però, la misura si rivelòcontroproducente soprattutto per gli Stati del New England. Ciò creò forte scontento e diconseguenza una crescita di voti per il partito federalista in tutta la regione, anche se lepresidenziali (del 1808) vennero comunque vinte dal candidato dei repubblicani-democraticiMadison.

Poi il Congresso emanò il Non-Inercourse Act, che mantenne la sospensione del commerciosolo con la Gran Bretagna e la Francia e riaprì i rapporti con tutte le altra nazioni per darerespiro alle esportazioni; così fiorì il contrabbando. Con il Macon’s Bill No. 2 tornò ad

essereconsentito il commercio anche con la Francia e la Gran Bretagna, ma con una clausolaparticolare: quando una delle due nazioni avesse accettato il principio di libertà dei mari e delcommercio il Non-Intercourse Act sarebbe stato nuovamente applicato.All'arrivo di Napoleone, però, fu ripristinato l'embargo conto la Gran Bretagna e ciò portò aduna nuova guerra tra Stati Uniti e Gran Bretagna (1812). La guerra offriva anche la possibilitàper un'ulteriore espansione degli Stati Uniti: il conflitto sembrava l'occasione per strappare ilCanada alla Gran Bretagna e Jefferson definì tale campagna "una passeggiata". Invece, icanadesi si difesero con tenacia, respingendo per due volte le invasioni delle truppestatunitense finché la Gran Bretagna inviò dei soldati che misero fine ai sogni di conquistadegli Stati Uniti. La guerra si concluse senza vincitori né vinti e senza mutamenti.

territoriali. Gli unici veri sconfitti furono probabilmente i nativi americani, che si erano alleati con la Gran Bretagna per difendersi dall'espansionismo statunitense. Di contro gli Stati Uniti subirono l'onta militare dell'occupazione della capitale federale da parte delle truppe inglesi. L'aspetto più rilevante della cosiddetta "seconda guerra d'Indipendenza" fu la constatazione che, già a pochi anni dalla nascita della loro nazione, gli Stati Uniti si imbatterono in un popolo, quello canadese, che non era per niente attratto dal loro modello di libertà e dalle loro istituzioni repubblicane.

2. Democrazia (≠ teocrazia) e mercato nazionale

2.1 L'età Jacksoniana = l'età dell'espansione

2.2 L'espansione continentale e il problema dello schiavismo

Durante la prima metà dell'800, gli Stati Uniti consolidarono le proprie istituzioni repubblicane, favorendone anche una parziale democratizzazione,

per assicurarsi la libertà del popolo americano. Inoltre, si proposero anche di diffonderle nell'America Settentrionale attraverso l'estensione dei confini nazionali. Infatti, già i Founding Fathers avevano teorizzato l'indispensabilità di un'espansione del paese e non si erano accontentati della prima acquisizione territoriale (la regione Nord-Ovest che gli Stati Uniti avevano ottenuto dalla Gran Bretagna con la pace di Parigi). Secondo Madison, se il Paese avesse raggiunto una superficie di grandi dimensioni, tale estensione avrebbe costituito una garanzia del pluralismo politico e un deterrente all'eventualità che un gruppo specifico di individui prevaricasse sul resto della società. Un territorio particolarmente vasto, invece, avrebbe incluso una molteplicità di componenti così ampia da impedire che una riuscisse a spadroneggiare sulle altre. Per Jefferson, l'allargamento dei confini nazionali rappresentava

Una condizione imprescindibile per eliminare dall'America Settentrionale le potenze europee. Diffondere i valori di libertà e repubblica, includendo ulteriori regioni all'interno degli Stati Uniti, non solo avrebbe consentito ad altri popoli di godere dei benefici del modello americano di società, ma avrebbe anche rafforzato tale modello a vantaggio degli stessi statunitensi.

La guerra civile, la "Ricostruzione" e il sorgere della segregazione razziale

La guerra civile scaturì da un pluridecennale contrasto tra gli Stati del Nord e quelli del Sud. Lo scontro non riguardò solo la schiavitù, ma soprattutto la contrapposizione tra due sistemi socio-economici radicalmente diversi: il Sud era una regione agricola, al contrario del Nord che era più concentrato sull'attività manifatturiera. Ciò portò ad una forte contesa sulla politica doganale e in più si stava accentuando la dipendenza.

sto di sviluppo industriale. In particolare, nel sud l'economia si basa principalmente sull'agricoltura, con la produzione di prodotti come grano, olive, uva e agrumi. Il settore agricolo è spesso caratterizzato da piccole aziende familiari e da una mancanza di investimenti in tecnologie moderne. Nel nord, invece, l'economia è più diversificata e si concentra principalmente sull'industria manifatturiera e sui servizi. Le principali città industriali del nord sono Milano, Torino e Bologna, dove si trovano numerose fabbriche e aziende di alta tecnologia. Inoltre, il nord è anche il centro finanziario del paese, con importanti istituzioni bancarie e finanziarie. La differenza tra il sud e il nord si riflette anche nella distribuzione della ricchezza. Il nord è generalmente più ricco e sviluppato, con un reddito pro capite più elevato e una maggiore qualità della vita. Al contrario, il sud è spesso caratterizzato da una maggiore povertà e disoccupazione. Tuttavia, negli ultimi anni sono stati fatti sforzi per ridurre le disparità tra il sud e il nord. Sono state introdotte politiche di sviluppo economico e sono stati promossi investimenti nelle infrastrutture e nell'istruzione nel sud. Nonostante ciò, le differenze economiche e sociali tra le due regioni rimangono ancora significative.
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Publisher
A.A. 2019-2020
28 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/12 Lingua e traduzione - lingua inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiara_101 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cultura Angloamericana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Calanchi Alessandra.