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FUNZIONI E LEGGENDE DELLA CRITICA:
1.1
Truffaut: "chiunque puo' diventare critico." Ma in gioventu diceva che e' professione
difficile. Voleva critica colta e competente di tecnica. Negli anni 60 la critica perche
incapace di portare pubblico in sala per film di spessore. Come critico penetra opera,
la rivede piu volte ed esordisce nel '50 su un film di Jean Renoir. Esordisce coi 400
Colpi nel '59 e continua a scrivere di cinema. Professione del critico e' instabile e non
istituzionalizzata, in bilico tra professione e dilettantismo.
1.2
Critica? Un testo, un insieme di testi, un genere di scrittura una volta su rivista ora
anche web. E' fenomeno culturale. Classifica, valuta, analizza. Fin agli anni 30 era il
massimo livello di pubblicazioni su cinema. Andre Bazin miglior critico-teorico che
analizza De Sica su linguaggio, montaggio e realismo.
Dal '60 critica in universita' italiane (Pisa), poi nascono prime cattedre ma la storia del
cinema viene ancora vista come superiore alla critica (riguardo al cinema). La storia
pero non tiene conto del sistema produttivo. La teoria prende piede con nuove scienze
umane a discapito dell'approccio storicistico. Per i teorici la critica e' effimera e da
rotocalchi. BOOM TEORIA, perde prestigio critica. Dagli anni 80 ritorna storia del
cinema ma si studia anche l'industria cinema come creatrice di oggetti di consumo.
1.3
Nella storia molti attacchi a critica, vista come parassitaria o come fatta da frustrati
invidiosi ed autoritari. La si accusa di snobbismo fuori dalla realta. Critici vs registi.
Anche Truffaut dice che il critico e' fenomeno del cinema, viene dopo il regista e dopo
il film.
Bazin dice: la critica deve dispiegare i significati dell'opera nel lettore, non spiegarla.
La critica non crea, aiuta. Bazin voleva critica regolata dal gusto. La critica sospesa
tra soggettivita e oggettivita.
1.4
La critica e' per lo spettatore e il critico e' maestro che lo aiuta. Media. Il critico si
avvicina al pubblico e non all'autore. Negli anni 30 si voleva una critica che parlasse
per il pubblico e molti recensori dei decenni successivi volevano essere scevri da
intelluettualismi per stare al livello del pubblico, contro i film difficili di Antonioni o
Pasolini. Daney diceva che la critica altrove si rendeva inutile, sui film non di autore.
Daney parla di decadenza del cinema e cosi anche dei critici.
LA CRITICA IN ITALIA
2.1
Critica si sviluppa in Italia e Francia. A inizio 900 gli intellettuali iniziano a parlara di
cinema come arte nobile.
Anni 10, articoli per addetti ai lavori. 1908 prime recensioni di film nela "Gazzetta del
popolo". Poi "Il giorno".
1910, LA VITA CINEMATOGRAFICA, rivista. Critica segue modello di critica
letteraria e teatrale, critici erano abituati a scena teatrale, scarse competenze.
Si va definendo estetica del cinema e ruolo dell'autore prende importanza.
Anni 20 critica su Chaplin che crea consenso. Dal 29 c'e' il critico quotidianista sul
Corriere o La Stampa. Filippo Sacchi diventa il modello di una critica di gusto ancora
esistente. Atteggiamento discorsivo, facile.
2.2
Sonoro. Si cerca rinnovamento. Con "Cinematogrago" del 29 si ha approccio teorico e
laoro critico (Blasetti). Nel 35 fondato il CSC e CINECITTA. Nel 36 Hoepli fonda
Cinema attenta al lato tecnico del mezzo. La dirige anche il figlio di Mussolini, filo
hollywoodiano, si usano stellette per giudizio film. Fiorisce la stampa popolare con
settimanale "FILM" del 38, fatto dal ministero vi e' propaganda politica.
2.3
Anni 40 nascono 102 riviste di cinema. Critica fissa nei quotidiani. Il dibattito di
irrigidisce a causa della contrapposizione nella vita politica. Si discute piu di film del
passato censurati dal fascismo che del nascente neorealismo, nascono i miti del
cinema USA. Neorealismo italiano piu apprezzato all estero, Bazin appunto scrive
sagg su Rossellini e De Sica. Critica italiana non generosa con neorealismo, ma si
apprezza De Sica. La critica stronca La strada di Fellini e Senso di Visconti.
La sinistra vorrebbe usare il cinema al servizio del popolo, la sinistra stessa rovina
l'accoglienza dei neorealisti. GUIDO ARISTARCO, critico e militante fonda "Cinema
Nuovo" e vede la critica come lotta per nuova cultura, ma e' piu attento al contenuto
che alla forma. Si oppone alla militanza di Aristarco la rivista "FilmCritica",
politicamente disinvolta
2.4
La critica si libera dalle ideologie negli anni 60. Si apre divario tra specialisti e
quotidianisti. Nouvelle Vague e le scienze umane diffuse (semiotica ecc) scuotono il
campo. Nel 65 il festival di Pesaro propone dibattiti e confronto su film undeground.
Nascono nuove riviste con piu attenzione ai meccanismi di lingua e stile. Negli anni
70 cresce l'editoria cinematografica, molti libri. La critica si organizza in associazioni
culturali con rasegne in cineclub e poi tv.
2.5
1984 nasce CIAK. La tv diventa un cineclub, nuove forme di critica. Nuove
generazioni di critici sulle varie riviste. Ma vi e' inizio di crisi tra Apocalypse Now e
Indiana Jones dell'81. Indiana Jones film citazione, film parla dei film, si scrive su
metafilmica e su remake ecc. Si rivalutano generi minori (cinefilia) negli anni 80, il
film e' spettacolo e postmoderno, la critica ne risente nell'approccio.
I LUOGHI E I GENERI DELLA CRITICA:
3.1
Recensione e' il genere ideale della critica, tra giudizio, informazione ed
interpretazione. E' intro, trama, commento, conclusione. Negli anni 60 non si
firmavano perche coincidevano con l'idea della rivista stessa. Si doveva parlare di
ogni film? Quotidiani soprattutto cio che andava in sala. Le specializzate facevano
selezione e dai film si coglieva ideologia della testata. Ognuna trattava particolari film
e registi. Oggi e' inutile separare specialisti da quotidianisti, si vede solo qualita di
scrittura e di argomentazioni. Ora non vi sono canoni per determinate riviste.
3.2
Altro generi sono reportage dal set, interviste, inchieste che non sono critica in senso
stretto. vero e' che oggi sui quotidini questi generi non hanno gran livello informativo,
sono forse frutto di collage del web o tratti da conferenze stampa.
Il saggio monografico e' estensione della recensione, nell'editoria. Dagli anni 40
monografie su registi che sono privileganti in questo genere
Il dizionario ha ora fortuna, in Italia da inizio anni 90. Raccoglie film. Vi sono anche
sul web Internet Movie Database. Hanno commenti e voto i film.
3.3
Epoca multimediale, c'e' chi ha girato documentari per parlare di registi. Nei dvd ci
sono gli extra,hanno interviste e posso parlare di un determinato regista. I Cineclub
hanno partecipato all'opera divugativa e al dibattito. La TV con "Fuori orario" o cicli
di film e' affine anche al cineclub. negli anni 70 i classici sono analizzati in tv con
moviole e fermo immagine da un critico.
3.4
Ultimi vent'anni critica spodestata da notizie di colore e gossip. Ma accadeva anche
prima. La tv complice negli 80 della crisi del cinema. Il cinema diventa a volte mezzo
per notizie di colore per tematiche affini, succede molto in Italia.
Succede spesso che per promozioni ci siano commenti dei registi ai propri film in
modo semiologico, critici frustrati?
3.5
I nuovi mezzi (vhs, dvd) cambiano la critica? Chi dice si e chi no. Chi entusiasta e chi
giudica sala unica via per vedere film. Con dvd ci sono varie cose, lingua, audio,
capitoli, avanzamento veloce ecc e qualcuno ha detto che era la fine della narrazione
lineare.
Multiplex non e' concorrente a tv e dvd, lo spettatore e' indirizzato al consumo, minor
scelta in realta. C'e' mercato di nicchia per cinefili con il dvd, varie versioni di un
certo film ecc. Un critico deve stare attento a formato, fps e integralita da censure.
LA CRITICA COME ARGOMENTAZIONE:
4.1
Critica non ha verita. E' opinione. Non e' discorso dimostrativo ma argomentativo.
Retorica. Studiosi belgi scrivono Trattato dell'argomentazione dove ne parlano come
persuasione condotta dal ragionamento. PERELMAN OLBRECHTS.
I vari discorsi della retorica sono: 1. Deliberativo, che consiglia l'utile per deliberazione
2.Giudiziario, difende il giusto 3.Epidittico, loda o meno con oggetto il bello o brutto.
C'e' poi funzione pedagogica dove chi insegna e' portavoce di una comunita'. La retorica
dopo il 50 e' stata applicata anche a cinema, fotografia e musica.
La critica e' quindi argomentazione e provoca adesione a tesi. Bazin era contro al critico
deliberativo che vuole saperne piu del regista per consigliarlo.
Le stelline sono di critico che giudica, il suo verdetto e' relativo.
La critica e' per lo piu Epidittica: parafrasi dell intreccio del film. Quando spiegano
nozioni la critica diventa pedagogica. Esempio Flaiano criticando un film del 49 spiego'
anche cosa dovrebbe fare cinema italiano, essere didattico e popolare.
4.2
Critica serve per lo piu al pubblico, ma anche contrario. Critica deve conoscere suo
lettore. Piu vasto pubblico, meno qualita ha la retorica. Piu cose in comune, piu facile
sara' la persuasione. Il linguaggio cambia a seconda che sia in quotidiano o in un saggio
per riviste specializzate, critica accademica ha linguaggio con influenze di nuove
scienze umane (semiotica, psicoanalisi). Gergo tecnico solo su riviste specializzate.
Scrittura con linguaggio adatto e considerazione dei valori condivisi.
4.3
I valori sono quindi le premesse dell'argomentazione. Sono luoghi comuni per la
retorica (liste di argomenti). Elenchi per costruire un ragionamento. Sono organizzate in
gerarchi i valori.
1. Luoghi della quantita: un qualcosa e' meglio per ragioni quantitative (successo,
budget, durata)
2. Luoghi della qualita: qualita per singolarita, novita, complessita. Uno migliore dell
altro in termini di qualita, e' comunque relativo. Gerarchia di qualita es
commerciale/autore.
3. Luoghi dell'ordine: anteriore meglio del dopo ,cronologicamente ad esempio i film
dei maestri, capostipiti, fondatori di genere. C'e' chi contesta e preferisce il cinema del
presente.
4. Luoghi dell'esistente: ovvero il verosimile e realista e' meglio dell'inverosimile.
Contro il bizzarro e l'assurdo.
4.4
I 5 passi della retorica sono l'INVENTIO (rovare argomenti), DISPOSITIO (organizzare
discorso), ELOCUTIO (elaborazione stilistica), ACTIO (tecnica di recitazione) e
MEMORIA (tecniche per ricordare cosa dire). La critica non solo giudica ma anche
analizza. La scelta dei valori e' gia atto intepretativo di cosa di critica, ed e finalizzato
alla tesi finale.
LE FORME DEL RAGIONAMENTO:
5.1
Vi sono prove di argomentazione intrinseche (create dal provatore) ed estrinseche (gia
presenti ed accettate). Intenzioni del r