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L'emarginazione
L’emarginazioneè un processo dinamico che viene messo in atto dai singoli e dai gruppi nei confronti di taluni soggetti per escluderli dagli abituali rapporti: l’emarginazione è il ridurre le prospettive, togliere la responsabilità̀, nutrire aspettative negative rispetto taluni soggetti a causa della loro condotta riprovata. L’emarginazione può̀ essere intesa come sorta di difesa nei loro confronti, per evitare contatti e rapporti con persone la cui frequentazione è giudicata pericolosa o squalificante, per diffidenza, o perché́ non si vuole che i propri figli li frequentino col rischio di assumerli a proprio modello.55 Altri contributi della psicologiaLa fenomenologia, o antropofenomenologia, è una visione psicologico-filosofica dell’uomo e prende avvio dalla convinzione secondo cui gli approcci tradizionali allo studio della personalità̀ si sono limitati alla spiegazione dei meccanismi psicologici, mentre appare più̀utile la comprensione dell'uomo stesso. La fenomenologia mira a comprendere l'uomo dal suo interno, in modo da scorgere le ragioni della sua condotta quali emergono dal suo punto di vista. Gli esponenti di tale indirizzo ritengono che si possa accedere a una comprensione profonda ed essenziale delle istanze fondamentali secondo le quali un individuo si sviluppa nelle varie tappe della sua vita, e ciò è possibile attraverso l'analisi fenomenologica del suo essere-nel-mondo, ossia del suo modo unico di vivere nella realtà: tale analisi consente di indagare le ragioni che sono alla radice delle scelte che egli effettua fra le tante possibilità che gli si offrono. Dunque l'essere umano non vive una realtà oggettiva ma dà egli stesso vita ad una realtà. La diversificazione tra condotta e realtà è solo apparente, poiché l'unica realtà è la realtà fenomenica, espressione
determinata, la teoria dei sistemi sostiene che il comportamento umano è il risultato di un sistema complesso di interazioni tra vari elementi. Questi elementi includono la persona stessa, l'ambiente circostante, le relazioni sociali, le istituzioni e le norme culturali. Secondo questa teoria, il comportamento criminale può essere compreso solo analizzando l'intero sistema e le sue dinamiche. La teoria dei sistemi si basa sull'idea che ogni elemento del sistema influenzi e venga influenzato dagli altri elementi. Ad esempio, un individuo può essere influenzato dal suo ambiente familiare, dalle sue amicizie, dalle opportunità di lavoro disponibili e dalle norme sociali che lo circondano. Allo stesso tempo, il comportamento di un individuo può influenzare il suo ambiente e le persone che lo circondano. Questa prospettiva olistica permette di comprendere meglio le cause del comportamento criminale, evidenziando l'importanza di considerare non solo le caratteristiche individuali, ma anche il contesto sociale in cui si sviluppa il comportamento. La teoria dei sistemi ha contribuito a spostare l'attenzione dalla colpa individuale verso una comprensione più ampia dei fattori che contribuiscono al crimine. In conclusione, le teorie del campo e dei sistemi offrono una prospettiva più completa e complessa sulla comprensione del comportamento criminale. Queste teorie mettono in evidenza l'importanza di considerare l'interazione tra l'individuo e il suo ambiente, riconoscendo che il comportamento criminale è influenzato da una serie di fattori complessi.data46(causalità̀ lineare), cerca di analizzare le reciproche influenze tra i fenomeni: relativamente al comportamento umano questa teoria analizza il processo attraverso il quale, in un rapporto interpersonale, la condotta di un soggetto influenza quella degli altri, quindi la loro risposta, e come tale risposta ha effetto sul comportamento del primo agente (causalità̀ circolare). Il modello è mutuato dalla cibernetica che sostituisce lo schema lineare (A⟶ B), con altro schema in cui, per un fenomeno detto retroazione o feedback, ognuna delle parti di un sistema influisce sull’altra (A B), ed essendo ogni parte causa ed effetto, la distinzione perde di significato. Centrale in questa prospettiva è il concetto di sistema, che comprende oltre agli attori o agli oggetti di un fenomeno osservato, anche le relazioni tra essi, costituendo una complessità organizzata, diversa dalla mera somma delle sue parti. Lo schema interpretativo della teoria dei sistemi è
Lo studio dei rapporti fra reo e vittima è stato applicato nello studio dei rapporti fra reo e vittima, poiché si ritiene che talora l'atto aggressivo possa essere considerato come il risultato di una serie di comunicazione, risposte e effetti di feedback in cui non sempre è possibile distinguere tra l'aggressore, la vittima ignara o quella provocatrice e a sua volta aggressiva. Inoltre nei rapporti tra aggressore e vittima, il concetto di sistema assumerà rilievo nel senso che, oltre agli individui coinvolti nella vicenda delittuosa, ed alle loro personalità, andranno indagate anche le relazioni fra loro, le caratteristiche sociali, dell'ambiente e del contesto.
Dalla teoria dei sistemi deriva anche una serie di studi sulla comunicazione che si possono utilizzare in criminogenetica e criminodinamica, posto che l'individuazione di modalità disturbate di comunicazione è di ausilio nella spiegazione di certe patologie del comportamento. Il presupposto da cui partono è che esiste
Anche una comunicazione di messaggi non verbali, attuata con i gesti, con la mimica, con la postura, e dunque col comportamento. Inoltre anche la comunicazione fatta con parole può assumere un significato contrario a quello letterale, poiché il tono di voce può comportare un messaggio di significato opposto. L'agire o il non agire, l'attività o l'inattività, le parole o i silenzi hanno valore di messaggio. Data l'impossibilità di inviare messaggi comportamentali privi di significato, il modo di segnalare la negazione di un comportamento o la non volontà di agirlo è quello di mostrare e porre l'azione che si vuol negare, e poi di non portarla a termine. Altro contributo che gli studi sulla comunicazione hanno fornito riguarda la psicologia della testimonianza. L'esistenza di messaggi non verbali, la possibile contraddittorietà tra parole, sentimenti e atteggiamenti, le patologie della comunicazione, sono
elementi che ridimensionano o minano la certezza della prova testimoniale. La ricerca psicologica ha messo in luce i possibili errori involontari nell'osservazione dei fatti da parte dei testimoni, e i fattori di disturbo nella fissazione e nella rievocazione dei loro ricordi. Le indagini e gli esperimenti psicologici mostrano che la deposizione di un teste, che crede di essere sincero, non corrisponde necessariamente alla verità, poiché molti fattori possono interferire sul suo ricordo e fargli riferire circostanze che egli reputa vere, mentre non lo sono. Per la teoria dell'apprendimento sociale, Bandura sostiene che l'azione è sempre il risultato dell'interazione reciproca tra persona, ambiente e condotta, tale per cui quel che un soggetto fa inciderà sull'ambiente circostante, che a propria volta avrà effetti sui pensieri, sulle aspettative e sul comportamento dell'agente. Bandura analizza le strategie che gli individui
del giudizio morale, in cui si nega o si distorce la valutazione etica del comportamento. Il disimpegno morale è un meccanismo psicologico che permette alle persone di giustificare o minimizzare comportamenti che vanno contro gli standard morali generalmente accettati. Questo processo consente al soggetto di liberarsi dal senso di colpa o responsabilità per le azioni antinormative compiute. Uno dei meccanismi utilizzati per il disimpegno morale è la giustificazione morale, che consiste nel trovare una scusante per il proprio comportamento attraverso motivazioni moralmente elevate. Ad esempio, una persona potrebbe giustificare un omicidio commesso in guerra dicendo di aver obbedito a un ordine superiore per il bene della propria nazione. Un altro meccanismo è l'etichettamento eufemistico, che riduce la gravità del comportamento attraverso una definizione benevola. Ad esempio, un assassino potrebbe essere definito come un "liquidatore" o un "esecutore di giustizia", cercando così di minimizzare la sua responsabilità morale. Il confronto vantaggioso è un altro meccanismo utilizzato per il disimpegno morale, in cui si cerca di ridimensionare la gravità del proprio comportamento confrontandolo con azioni ancora più gravi compiute da altri. Ad esempio, una persona potrebbe giustificare un furto dicendo che altri commettono crimini ancora peggiori. Il dislocamento della responsabilità consiste nel trasferire la colpa o la responsabilità per l'azione a chi ha impartito l'ordine di commetterla o a una figura di autorità. Ad esempio, una persona potrebbe giustificare un atto di violenza dicendo di averlo fatto perché un superiore lo ha ordinato. La diffusione o diluizione della responsabilità è tipica dei reati commessi in gruppo, in cui ogni membro del gruppo si sente meno responsabile perché la responsabilità è condivisa tra tutti. Ad esempio, in una rissa di gruppo, ogni partecipante potrebbe sentirsi meno responsabile per le conseguenze delle proprie azioni. Infine, la non considerazione o distorsione del giudizio morale consiste nel negare o distorcere la valutazione etica del proprio comportamento. Ad esempio, una persona potrebbe negare che il suo comportamento sia moralmente sbagliato o potrebbe distorcere la percezione della situazione per giustificare le proprie azioni. Questi meccanismi di disimpegno morale permettono alle persone di eludere i propri standard morali acquisiti durante il processo di socializzazione, permettendo loro di agire in modo antinormativo senza sentirsi colpevoli o responsabili delle proprie azioni.delle conseguenze, in cui i soggetti o non considerano come proprio il danno arrecato o definiscono positivi invece che negativi gli effetti del loro comportamento; - Attribuzione di colpa alla vittima (esempio in violenza sessuale: la donna se l'è cercata); - Deumanizzazione della vittima, secondo cui ci sarebbero persone a cui non viene riconosciuta umanità, rendendo quindi accettabile l'aggressione o la violazione dei loro diritti (es. era "solo" una prostituta). Ricerche condotte su adolescenti hanno evidenziato che le forme persistenti di devianza sono correlate col disimpegno morale e col basso livello di autoefficacia percepita, cioè della capacità del soggetto di sentirsi in grado di portare a termine con successo i compiti proposti. Comportamentismo Il comportamentismo (o psicologia dello stimolo-risposta) è una scuola psicologica che si differenzia perché fornisce una teoria della personalità maggiormente legata allemetodologie sperimentali delle scienze naturali. I principi del comportamentismo sono il frutto dell'asperimentazione e dell'osservazione empirica; non tiene in alcun conto i processi psicologici profondi, ignora l'inconscio e si limita a osservare come l'uomo reagisce agli stimoli provenienti dall'ambiente. Quanto può individuarsi dell'uomo è solo il suo comportamento, che è visibile e verificabile anche sperimentalmente, mentre concetti quali motivazioni, fini, volontà, libero arbitrio, morale, sentimento, coscienza, desideri e aspirazioni, sfuggono dall'ambito della conoscenza scientifica e della verificabilità. Solo rinunciando all'introspezione ed alle esperienze psichiche soggettive sono possibili l'osservazione obiettiva e lo studio scientifico delle leggi che regolano la condotta. Dunque secondo la teoria behaviorista la psicologia si deve limitare allo studio del comportamento (behavior). Secondo Watson, dellastruttura della personalità si può analizzare solo il sistema delle risposte ai vari stimoli ed alle sollecitazioni che l'ambiente pone a ciascuno: ossia solo come l'individuo reagisce al suo ambiente, prescindendo da ogni analisi di ciò che avviene dentro di lui. Da tali presupposti la teoria comportamentistica è giunta ad un altro fondamentale contenuto: la condotta umana può essere indirizzata a seconda di come l'ambiente, coi suoi diversi stimoli, contrasta o ricompensa il comportamento. L'uomo è guidato dalle condizioni ambientali secondo il meccanismo dello stimolo risposta: pertanto modificando l'ambiente si può indirizzare il comportamento nel senso voluto. Quando nell'ambiente vi sono determinati stimoli, le risposte sono genericamente costanti, nel senso che una percentuale significativa di individui assumerà quella condotta che lo stimolo suggerisce. Le risposte mutano in modo statisticamentevo per comprendere il comportamento umano. La psicologia comportamentistica si basa sull'idea che il comportamento sia determinato da fattori esterni, come gli stimoli ambientali, anziché da processi interni come la mente o l'inconscio. Questo approccio si concentra sull'osservazione e la misurazione del comportamento visibile, cercando di identificare le relazioni causa-effetto tra gli stimoli e le risposte comportamentali. La psicologia comportamentistica ha avuto un impatto significativo sulla sociologia, poiché ha fornito un quadro interpretativo per comprendere come le persone si comportano in risposta alle influenze sociali e ambientali.