Anteprima
Vedrai una selezione di 13 pagine su 57
Riassunto esame criminologia Pag. 1 Riassunto esame criminologia Pag. 2
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame criminologia Pag. 6
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame criminologia Pag. 11
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame criminologia Pag. 16
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame criminologia Pag. 21
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame criminologia Pag. 26
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame criminologia Pag. 31
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame criminologia Pag. 36
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame criminologia Pag. 41
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame criminologia Pag. 46
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame criminologia Pag. 51
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame criminologia Pag. 56
1 su 57
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

PRINCIPI DELL’ANALISI SULLA SCENA DEL CRIMINE

Chi affronta l’analisi della scena di un crimine deve aver presenti alcuni principi

fondamentali

nell’investigazione, che sono:

-

principio dell’interscambio: tutti gli elementi della scena del crimine (vittima,

aggressore, bene aggredito),

nel commettere azioni in relazione al crimine, lasciano e raccolgono su se stessi

tracce. Quindi in ogni scena

del crimine è incisa la dinamica del reato e l’identità di ogni autore;

-

principio dello schema di successione: tutte le tracce si producono tramite una

sequenza temporale e

seguono un principio di causalità, ovvero la causa precede l’effetto. Una errata

individuazione dello schema

di successione può portare a notevoli errori nella definizione della dinamica

dell’evento;

-

principio del criminal profiling: una corretta interpretazione della scena del crimine

può fornire informazioni

rilevanti sul tipo di personalità degli autori del crimine, sul loro profilo psicologico e

sulla metodica

organizzativa del progetto criminale;

-

a)

b)

c)

-

1)

2)

3)

4)

5)

principio della triade criminodinamica: in ogni crimine l’autore mette in atto tre

tipologie di

comportamento:

atti di esecuzione dell’atto criminale;

atti di natura psicologica: si tratta di quelle azioni compite dall’aggressore per il

soddisfacimento di bisogni

intimi (ad es., ferite simboliche sul cadavere, tortura sulla vittima o rivendicazione e

sfida del delitto

attraverso il lascito sulla scena del delitto di un biglietto alle forze dell’ordine);

atti autoconservativi: sono quei comportamenti messi in atto al fine di non

soccombere o di non essere

individuato dall’investigatore o dalla vittima (ad es., alterazione della scena del

crimine, fuga in un altro

Stato, costruzione di un finto alibi, distruzione od occultamento di cadavere,).

principio del progetto criminale: solitamente la decisione di commettere un crimine

viene attuata alla fine di

un processo composta da 5 fasi (che nei reati di impeto coincido nello stesso

momento):

fase ideativa: ideazione del crimine e definizione della vittima. Questa fase può

essere molto lunga (se

l’omicidio è ben pianificato) o estremamente corta (se deriva da un impulso

rabbioso);

fase volitiva: presa di decisione riguardo la commissione del crimine;

fase dell’analisi situazionale: valutazione dei pro e dei contro nella commissione di

un delitto;

fase del punto attuale: è la situazione nella quale tutti i fattori permettono la messa in

atto del gesto e sta

all’individuo decidere se realmente è conveniente compierlo;

fase attuativa: in questa fase il crimine viene messo in atto;

-

a)

b)

c)

d)

e)

f)

g)

principio dei sette indicatori concettuali del crimine

contesto: è l’ambiente fisico, contestuale, opportunistico e anche psicologico nel

quale è maturato il progetto

criminale;

movente: la spinta interiore che ha portato il criminale a commettere il delitto;

intento primario: causa circostanziale o obiettivo iniziale che mette in moto il

progetto criminale e si

trasforma, nella fase di progettazione, nel movente;

volontà omicidiaria: indica la predisposizione aggressiva e distruttiva dell’individuo.

Questo criterio

permette di dividere gli omicidi premeditati, volontari ma non pianificati, colposi e

casuali;

livelli criminali: indicano l’organizzazione, la pianificazione e la professionalità

criminale dell’aggressore.

Queste caratteristiche descrivono in maniera dettagliata il criminale e le sue

conoscenze in ambito

criminologico e investigativo.

organizzazione e logistica: sono la mesa in pratica delle conoscenze criminali dettate

dai livelli criminali;

metodica omicidiaria: indica il mezzo con il quale l’assassino ha provocato la morte

della vittima.

LE COMPONENTI DEL CRIMINE

La criminologia investigativa evidenzia che ogni crimine è composto da una serie di

elementi che si riferiscono

al crimine, all’aggressore e alla sua vittima.

In particolare:

-

UNSUB (abbreviazione di Unknown Subject: soggetto ignoto): è il soggetto che ha

commesso il crimine la

cui identificazione è l’oggetto dell’indagine. L’Unsub può assumere una serie di ruoli

(dall’esecutore

materiale all’ideatore, dal committente al complice);

-

vittima: è il titolare del bene aggredito e si mette in contrapposizione con l’Unsub.

-

bene aggredito: è qualsiasi elemento che può essere “preso di mira” dall’Unsub e può

essere materiale (ad

es., un oggetto o il denaro), immateriale (come la vita della vittima, una

informazione) o personale (l’onore,

la sessualità e la dignità);

-

protettore del bene: è la persona o la tecnologia responsabile per la preservazione del

bene aggredito (più è

alta la protezione e maggiore sarà la capacità criminale dell’offender);

-

sistema difensivo: è l’insieme delle difese previste per preservare il bene aggredito.

Esistono sistemi

difensivi generici (come la casa, il vicinato o la famiglia) o sistemi difensivi

specializzati (come allarmi,

barriere, guardie del corpo);

-

superamento delle difese: è il modo con il quale l’Unsub neutralizza il sistema

protettivo determinato dal

protettore del bene per raggiungere il bene aggredito;

-

-

a)

b)

c)

-

danno al bene: è qualsiasi effetto sul bene prodotto dall’aggressore e può consistere in

danni per distruzione,

privazione o lesione (ad es., vita, onore o proprietà) o per intrusione e conoscenza (ad

es., violazione della

privacy);

minaccia: è la potenziale fonte di pericolo e, vista dal lato della vittima, rappresenta

la sensazione o il

sospetto di essere in uno stato di pericolo. Può concernere:

atto compiuto intenzionalmente per incutere timore;

entità vivente intenzionata a causare danno al bene;

situazione di pericolo incombente che grava sulla vittima;

sistemi criminali:l’insieme delle risorse e degli strumenti utilizzati dal criminale per il

raggiungimento del

suo obiettivo e risulta fondamentale analizzare l’arma del delitto-metodo omicidiario-

causa della morte (se

si assiste, ad es., ad un omicidio perpetrato con un coltello lasciato poi sulla scena del

crimine, molto

probabilmente si è di fronte ad un delitto d’impeto);

-

-

-

tempi critici: sono l’insieme di tutti quei comportamenti che devono essere messi in

atto nelle varie fasi del

progetto criminale, per la buona riuscita dello stesso.

Rappresentano tempi utili che occorrono per compiere tutti quei comportamenti

accessori e preparatori alla

commissione del delitto;

percorsi del crimine: sono i tragitti effettuati dai vari componenti della combinazione

criminale per

raggiungere l’epicentro della scena del crimine e poi allontanarsene.

L’analisi di questi percorsi può risultare utile per comprendere il modus operandi

dell’aggressore, nonché

per confermare i possibili alibi degli indiziati;

rischio: è la probabilità che si verifichi un evento non programmato e contrario ai

progetti criminali

dell’Unsub.

Ciò che è rischio per l’aggressore è vantaggio per la vittima.

Durante la fase della di pianificazione l’offender ha come obiettivo quello di ridurre

al minimo il rischio di

lasciare tracce così da poter essere identificato.

LE TRACCE DEL CRIMINE

All’interno della scena del crimine si possono identificare cinque tipologie di tracce:

1) le tracce determinate dall’azione o dai comportamenti determinati dalla diade

omicidiaria (aggressore ed

aggredito);

2) le tracce determinate dall’azione di persone terze (ad es., i testimoni);

3) le tracce determinate dagli oggetti lasciati sulla scena (ad es., l’arma del delitto);

4) le tracce determinate dall’azione degli animali (ad es., morsi di un orsi su di un

cadavere abbandonato in un

bosco);

5) le tracce storiche (come ad es., fotografie o diari personali).

Non tutte le tracce sono “reali” in quanto potrebbero essere “simulate”, ovvero create

ad arte dall’aggressore al

fine di depistare l’attività investigativa.

Se una traccia è assente dove invece dovrebbe essere presente, le ragioni sono

quattro:

a) l’assassino ha fatto in modo di non lasciare tracce;

b) l’assassino si è adoperato ad eliminare tutte le tracce;

c) la gestione delle indagini è sbagliata;

d) l’investigazione si basa su presupposti o dati di partenza falsi.

Qualunque sia la traccia (fisica o comportamentale) questa deve essere analizzata

nelle seguenti caratteristiche:

-

morfologica: aspetto, struttura e sua complessità;

-

appartenenza: capire chi l’ha prodotta;

-

ubicazione: individuare il punto esatto dove è stata rinvenuta;

-

attività determinatoria: quale è la causa che l’ha generata;

-

strategia esecutiva: perché e per quale fine la traccia è stata prodotta;

-

cronologia: quando e con quale successione spazio-temporale è stata prodotta;

-

interrelazione tra le tracce: la traccia in esame è in relazione con altre tracce e perché

è o non è in

relazione con altre tracce.

Analizzare : IL CR I M I NAL P R OFI LI NG

UNITÀ ANALISI CRIMINI

VIOLENTI

Nel 2006 l’Unità di Analisi dei Crimini Violenti ha avviato un progetto di ricerca

molto interessante in

collaborazione con la facoltà di psicologia dell’università di Roma “La Sapienza”.

In pratica, su un grande schermo a parete, un proiettore speciale riproduce la scena

del delitto in ogni minimo

particolare alla presenza del sospetto, che guarda le immagini attraverso speciali

occhiali ad infrarossi: se è già

stato sulla scena del crimine, i suoi occhi compiranno istintivamente dei

micromovimenti alla ricerca di elementi

già visti.

L’Unità ha il compito di supportare gli organismi investigativi e l’Autorità

Giudiziaria attraverso un’attività di

studio, analisi ed elaborazione di tutte le informazioni disponibili nel caso di:

-

-

-

omicidi senza apparente movente e/o di particolare efferatezza;

omicidi e violenze sessuali riconducibili ad un unico autore;

rapine in ambiente videocontrollato.

Il

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
57 pagine
1 download
SSD Scienze giuridiche IUS/01 Diritto privato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher buono93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Criminologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Trentinella Francesca.