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TIPOLOGIE DI COACHING

- Life coaching -> si muove nell’area dell’autorealizzazione nella sfera del

privato; gli utenti sentono la volontà di trasformare un sogno che non si aveva

mai il tempo e il modo di realizzare, in un progetto concreto.

Diversamente dai vincoli previsti da una relazione utente-psicologo, nel life

coaching le occasioni informali (es. prendere un caffè) possono rivelarsi

opportune per rinforzare il senso di fiducia nella relazione, e non violano alcun

codice professionale.

Si rivolge sostanzialmente a persone ad alto funzionamento che non

desiderano lavorare su tematiche attinenti alla sfera personale, ma piuttosto

vogliono approfondire le dinamiche interne che vengono sollecitare

nell’ambiente di lavoro, e che possono migliorare la performance.

- Business coaching -> lavora nell’ambito organizzativo e quindi riguarda

imprenditori, liberi professionisti e dirigenti; persone altamente motivate a

lavorare su sé stesse per trovare le modalità più opportune per ottimizzare le

proprie risorse in vista del raggiungimento dei propri obiettivi.

UN PERCORSO DI INTEGRAZIONE TRA COACHING E COUNSELLING PSICOLOGICO

Possiamo affermare che il Counselling psicologico e il coaching hanno in

comune:

- l’importanza della relazione;

- l’esistenza di un setting;

- la formulazione di un contratto di lavoro e intervento;

- la progettualità per il raggiungimento di obiettivi e scopi;

- il pagamento;

- la condivisione di comportamenti etici;

- la presenza di un operatore congruente, che abbia lavorato su di sé, che sia

consapevole e in grado di gestire e separare dal contesto della relazione le sue

problematiche interne.

Entrambe le pratiche si caratterizzano per una forma di relazione a due che

vede l’uno sostenere e agevolare l’altro nello sviluppo di sé stesso.

Secondo Spalletta e Germano possiamo identificare come integrazione tra

queste due discipline un percorso definito Mental-Coaching; si tratta di un

approccio che incorpora i saperi della psicologia, del lavoro, della filosofia e

della spiritualità, avvalendosi inoltre di una metodologia e di strumenti tratti e

riadattati da un’accurata selezione di principi attivi della relazione di aiuto,

della psicoterapia e del Counselling psicologico.

39

L’integrazione reale avviene nel momento in cui riusciamo prima ad essere

psicologi, in grado di supportare le parti della personalità in difficoltà, e

successivamente quando il nostro cliente ha assunto l’autosostegno, ad

affiancarlo nello sviluppo del suo progetto di vita, rendendo operativa l’energia

ritrovata dentro di sé.

16- VALUTAZIONE E CONCLUSIONE DEL COUNSELLING PSICOLOGICO

LA RICERCA SUL PROCESSO DEL PERCORSO

Gelo, Auletta e Braakmann definiscono il processo terapeutico come

quell’insieme di fenomeni, avvenimenti e attività ascrivibili al paziente, allo

psicologo e alla loro relazione, osservabili nel corso di una relazione di crescita

personale.

La nascita della moderna ricerca sul processo terapeutico può essere fatta

risalire al lavoro di Rogers, che fu il primo ad utilizzare in modo sistematico i

trascritti delle sedute per studiare in modo sistematico ciò che accade durante

esse; i costrutti maggiormente studiati in questa fase sono la relazione

terapeutica e fanno riferimento all’approccio centrato sul cliente di Rogers.

La ricerca sul processo è caratterizzata da un approccio non-sperimentale,

l’obiettivo è individuare correlazioni e fare previsioni relativamente al rapporto

tra due o più variabili: per questo motivo tale approccio viene definito

correlazionale.

In questo periodo vengono usati disegni di ricerca prevalentemente trasversali

e longitudinali.

LA RICERCA SULL’ESITO DEL PERCORSO

L’esito terapeutico viene tradizionalmente definito come il risultato che un

trattamento produce su uno o più soggetti sottoposti a quel trattamento, e

consiste nello studio degli effetti della psicoterapia osservati al suo termine.

Lo studio dell’esito prevede dunque la valutazione dell’entità della modifica di

determinate variabili a seguito di un percorso di crescita personale.

Uno strumento molto importante in questo senso è rappresentato dalla meta-

analisi, una forma di analisi dei dati che permette di riassumere e valutare i

risultati presenti nella letteratura sull’efficacia terapeutica in modo preciso e

attendibile.

Attualmente la ricerca sull’esito terapeutico ha prodotto due risultati

fondamentali:

- la psicoterapia è efficace;

- nessuna forma di psicoterapia è più efficace di un’altra.

LA PSICODIAGNOSI INTEGRATA

La necessità di obiettivare il processo di trattamento impone allo psicologo una

profonda conoscenza dei punti forti e dei punti deboli degli strumenti che sta

utilizzando, delle teorie cui gli strumenti fanno riferimento e degli obiettivi che

si prefigge insieme al suo cliente; una valutazione accurata è un prerequisito

essenziale per la scelta del piano di trattamento più idoneo.

La psicodiagnosi (o valutazione clinica) è la valutazione globale, transitiva e

progressiva del cliente, che sottolinea non solo le difficoltà, i disturbi ed i

deficit, ma anche i punti di forza, le parti sane, le risorse, le potenzialità, le

qualità. 40

Nella valutazione progressiva il professionista coinvolge attivamente il cliente

quale collaboratore in un processo esplorativo: il cliente è considerato come

persona che ha un notevole contributo da dare alla comprensione valutativa

finale.

La psicodiagnosi mette l’accento sull’unicità dell’individuo, evidenziando sia le

sue dissonanze dagli altri che le sue assonanze, mentre la diagnosi tende

invece ad omologare le persone, raggruppandole sulla base delle similitudini.

Il processo valutativo dovrebbe concentrarsi su:

- i cambiamenti;

- le aree di personalità problematiche;

- la presenza di conflitti;

- la gravità dei disturbi del cliente;

- i punti di forza del cliente;

- il livello adattivo delle sue relazioni interpersonali;

- i vari aspetti del funzionamento affettivo e cognitivo;

- il processo e gli esiti del trattamento;

- i cambiamenti progressivi.

Gli obiettivi principali consistono nell’identificazione del problema, nella

conoscenza complessiva e nella valutazione della situazione.

Con il termine valutazione di personalità ci si riferisce a procedure elaborate

per valutare i modi caratteristici di pensare e di agire di una persona, ovvero la

descrizione e l’analisi della personalità per mezzo di varie tecniche.

LA CONCLUSIONE DEL PERCORSO

La conclusione di un percorso personale rappresenta un momento delicato; di

solito la valutazione del professionista rispetto al suo cliente nella fase finale

del trattamento è basata sulla risoluzione o dissoluzione del problema

lamentato.

Gli obiettivi che lo psicologo dovrebbe porsi nella fase conclusiva del percorso,

sono:

- convalidare l’apprendimento (risultati significativi);

- risolvere i residui transferali di attaccamento;

- potenziare l’autostima e la fiducia;

- massimizzare la capacità di mantenere il cambiamento nel futuro.

A questo scopo la letteratura non indica una modalità migliore di un’altra, ma

propone diversi modelli teorici cui rifarsi per lavorare sulla chiusura

terapeutica.

La scelta della modalità di chiusura dipende dalla modalità usata nel lavoro; se

si è sviluppato un lavoro di ri-genitorializzazione allora sarà lo psicologo a

condurre il processo di chiusura, mentre se si è optato per un lavoro di de-

genitorializzazione allora si centrerà sulla capacità del cliente di esprimere

bisogni e necessità.

Generalmente sono utili almeno 4/7 sedute per elaborare i temi connessi al

post-contatto.

17- VERSO LA PROFESSIONE: LA SUPERVISIONE CLINICA

Le diverse finalità della supervisione clinica per il Counsellor psicologo sono:

- ricevere una visione supplementare del proprio lavoro clinico;

- acquisire nuove competenze teoriche, metodologiche e tecniche per la

gestione della presa in carico;

- gestire le diverse prese in carico specifiche;

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- affinare la competenza tecnico-professionale evitando il rischio di interventi

non efficaci o dannosi;

- monitorare il proprio benessere;

- utilizzare al meglio le risorse personali e professionali;

- garantire la qualità degli interventi di Counselling;

- ricevere indicazioni per situazioni problematiche;

- misurare insieme al supervisore la coerenza delle proprie prestazioni;

- utilizzare al meglio il controtransfert;

- comprendere meglio l’analisi delle proprie dinamiche nell’interazione di

Counselling;

- essere motivato e disponibile ad iniziare una prativa privata o pubblica;

- ricevere supporto per motivare l’utenza al trattamento di Counselling;

- confermare o confutare le proprie intuizioni creative mediante il test di realtà.

1- LA METODOLOGIA DELLA SUPERVISIONE PLURALISTICA

La supervisione può essere attuata in diverse forme; la supervisione in gruppo

offre maggiori possibilità di confronto tra varie esperienze, ottimizzando il

potenziale di apprendimento.

La supervisione degli psicologi Counsellor è fondata su un approccio teorico

che ha come obiettivo la crescita professionale del supervisionato.

2- IL CONTRATTO DI SUPERVISIONE

Nel primo incontro si stipula un contratto di supervisione, in cui si specifica il

carattere continuativo o saltuario delle sessioni e si stabiliscono gli obiettivi

motivazionali, le modalità e lo stile di svolgimento; il contratto specifica i

termini dell’accordo che supervisore e supervisionato elaborano per regolare il

loro rapporto professionale.

Il contratto contiene i seguenti elementi fondamentali:

- regole di base;

- confini;

- aspettative reciproche di Counsellor e supervisore;

- confidenzialità delle informazioni;

- reciproche responsabilità nella relazione;

- esplorazione di aspetti tecnici e di sviluppo professionale;

- metodi e tecniche della prassi;

- obiettivi in itinere e scopi prefissati;

- tempi e strumenti di verifica.

3- MASSIMIZZARE LA RICCHEZZA DELL’ESPERIENZA DI SUPERVISIONE

I supervisori sono dei professionisti esperti che hanno l’obbligo di specificare il

proprio orientamento clinico e di fornire eventualmente un breve curriculum.

4- I TRE LIVELLI ORIENTATIVI DELLA SUPERVISIONE

Un primo livello è rivolto alla valutazione delle competenze di base e della

conoscenza dei principi generalizzabili e replicabili che facilitano il processo

relazionale del cambiamento.

Il secondo livello riguarda l&rs

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
56 pagine
8 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Aleunifi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Counseling psicologico clinico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Giangrasso Barbara.