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OPERATORI SANITARI E BAMBINI MALATI
Non è facile per l'operatore mantenere un distacco dal paziente - il timore è quello di commuoversi perdendo lucidità e freddezza - il rischio per il medico è quello di diventare lui il malato più grave - rischio burnout in campo medico, farsi coinvolgere dalla tristezza. Un medico freddo può risultare antipatico ma magari essere l'ideale per il bene del bambino - il genitore si aspetta dal medico un intervento preciso e non vuole la paura, così il medico ritiene di dover presentare una maschera di sicurezza e di imparzialità - gli operatori cercano di non affezionarsi in modo da non soffrire al momento del congedo.
LE PAURE DI FRONTE AL BAMBINO MALATO
Una prima paura deriva dal timore di non riuscire a essere in grado di guarire e aiutare il piccolo paziente; può sentirsi impotente e incapace. Nel tentativo di salvarsi l'operatore può diventare freddo e mettere una barriera.
fra se l'utente, oppure diventare aggressivo nei confronti dei genitori-una seconda paura può riguardare la manipolazione del bambino e il timore di fargli del male fisico o psichico. Tentativi di non parlare della malattia con il bambino o di evitare di parlare con lui del dolore.IL BAMBINO INVISIBILE
Problemi:
- Un vincolo nel rapporto con i bambini è legato all'età e al variare di questa varia per i medici il rapporto con i genitori e variano anche le modalità di rapporto con i bambini.
- Nel caso di bambini piccoli il rapporto si instaura solo con i genitori.
Tre fasi nel rapporto con il bambino:
- Fino a un anno il rapporto è quasi nullo, lo si mette sul lettino e lo si visita.
- Da un anno a due anni il rapporto con il bambino è molto difficile perché egli inizia a diventare cosciente di quello che è.
- Dai due ai tre anni il bambino comincia a capire che non tutte le volte che si vede con il dottore deve fare punture.
Il bambino
È un soggetto che ha pari dignità dell'adulto, bisogna conquistare la sua fiducia. Per far accettare al piccolo paziente il trattamento terapeutico, mostrargli la nostra presenza, trovare un'alleanza con lui. Dai 8 anni in su pongono domande sulla malattia e capiscono ciò che viene loro fatto e non possono essere troppo manipolati o consolati facilmente. Il paziente ideale del pediatra è un bambino sorridente facilmente consolabile, che non pone troppe domande. Un secondo problema è il tempo per entrare in relazione con il bambino, ci vuole tanto tempo con il bambino-paziente e non possono esserci rapporti perché sarebbero troppo dolorosi. Un terzo problema riguarda l'affollamento delle corsie, se il medico ha tanti bambini è difficile essere disponibili con tutti. MEDICI E PAZIENTI PEDIATRICI Il rapporto medico-paziente non è mai un rapporto a due ma sempre un rapporto a più voci. Un elemento che incide nelrapporto fra medico e paziente è costituito dall'idea che la madre si fa del figlio come sano o malato e di come interpreta i segnali del bambino (relazione madre-bimbo). L'unione fra bambine madri può essere così stretta da generare una richiesta di cura del bambino da parte di una madre che desidererebbe in realtà essere presa in carico (esempi: insistenti richieste di diagnosi e trattamenti per bambini che non presentano in realtà sintomi palesi di malattia). Quando si è giovani si tende a voler dire tutto e a spiegare ogni dettaglio, con la conseguenza di creare confusione nella mente dei genitori... Con il tempo si arriva a comunicare solo quello che è essenziale e utile ai genitori. Anche la scelta di informare il bambino della diagnosi viene presa di comune accordo fra genitori e medici, la maggior parte delle persone sceglie che sia il medico a dare la notizia al paziente. Bisogna scegliere il linguaggio da usare, non vabene troppo tecnico. occorre usare un tono tranquillo e guardare in faccia la gente con cui si parla, permettere di porre domande e dubbi, calibrare il linguaggio in base alle personalità delle persone con cui si comunica. Ogni genitore reagisce in maniera differente alla diagnosi: spesso è un evento insopportabile, negano la cosa o non ascoltano, difficoltà a capire, rifiutare la realtà, scaricare il dolore sui medici, mostrare comportamenti di ostilità e poca stima. Per un genitore ansioso è meglio ottenere poche informazioni essenziali, per diminuire l'ansia. Un cattivo rapporto con i genitori può rendere più complesso anche quello con il bambino. I genitori sono i veri responsabili del bambino e vanno coinvolti nella cura, anche se molti operatori non amano lavorare con persone che pongono domande... infatti preferiscono lavorare con i bambini di 10 anni perché non pongono domande. IL GENITORE DETESTABILE il medico non.può farsi carico di tutte le ansie che derivano dalla sofferenza dei suoi nascepazienti, così prova a spostarle sui genitori così il genitore detestabile. È come se fosse un genitore fonte inesauribile e incontrollabile di ansia, li allontana dalle cure. Alcuni genitori si aspettano completa disponibilità dei medici tutto il giorno. A volte i genitori esercitano il ruolo di conoscitore in quanto cercano notizie su Internet.
IL MEDICO ESTRANEO: "c'è quello che spiega in maniera abbastanza comprensibile, c'è quello che usa i paroloni". A volte il genitore non si rivolge direttamente al pediatra per chiarirsi un dubbio ma chiede a infermieri o medici di famiglia, perché là sentono più vicini al proprio contesto e ritenuti più rassicuranti. A volte il medico dà risposte insoddisfacenti ai genitori, diminuendo la fiducia. C'è chi affronta la situazione di petto. Ci sono genitori.
che chiedono la stessa informazione a più medici per avere più conferme, altri assumono un atteggiamento passivo anche se vorrebbero chiedere altre cose - ci sono medici che non parlano se non vengono poste loro domande, alcuni erigono un muro o diventano freddi - il bisogno fondamentale del genitore è quello del contatto con il medico. INFERMIERI-GENITORI-BAMBINI MALATI → contese - la rivalità può riguardare la cura e l'amore per i bambini per il possesso del bambino, soprattutto tra infermiere e madri - alcune madri, per paura di sbagliare, preferiscono che siano le infermiere a compiere anche i gesti più comuni - le infermiere si sentono osservate durante le loro funzioni e non le rende felici - alcune infermiere preferiscono che il gioco sia confinato nelle sale giochi perché il gioco scompagina l'assetto ordinato della corsia - alcuni genitori e alcuni bambini stanno decisamente antipatici agli infermieri, questo può nascere ad esempio da.pregiudizi (il pregiudizio può nuocere alla riuscita della cura, ma anche un giudizio estremamente positivo può essere dannoso perché può portare a una sottovalutazione dei sintomi)
I MECCANISMI DI DIFESA DEGLI OPERATORI
- ciascuno ha una sua personale soglia di tolleranza della sofferenza oltre alla quale si attivano dei meccanismi di difesa
- alcuni operatori proiettano le loro paure e i loro sentimenti di fragilità sulle famiglie e sui bambini che vengono incolpati della malattia... con conseguenza un lavoro routinario senza un rapporto vero con bambini e genitori
- oppure esistono operatori che si identificano troppo con l'utente e finiscono per lavorare oltre l'orario e fare da genitore vero al bambino nascere contrasti con le famiglie, vengono distorti i bisogni e le paure degli utenti
- il meccanismo difensivo della negazione è utilizzato dall'operatore per evitare di confrontarsi con una situazione che potrebbe generarli dolore
evitando dunque di parlare della malattia e delle sue conseguenze tralasciando i sentimenti dell'utente-Un altro meccanismo di difesa può essere quello di reagire alla sensazione di impotenza rifugiandosi nella tecnica e proponendo ogni tipo di terapia esistente senza chiedersi quali siano le ricadute psicologiche sui soggetti
CAP.3 INSEGNANTI IN PEDIATRIA LE MAESTRE IN OSPEDALE
la presenza della scuola in ospedale serve ad aiutare il bambino a continuare a riconoscersi come un bambino che è anche non solo malato. La scuola serve a tener viva la parte sana del bambino malato, la scuola è normalità per il bambino-le scuole ospedaliere sono presenti in Italia sin dagli anni 50 e sono state ufficialmente riconosciute nel 1986-le scuole ospedaliere propongono una didattica innovativa individualizzata e tesa a cogliere tutte le novità-turn over della scuola ospedaliera-le motivazioni che spingono a richiedere di lavorare in ospedale possono essere
moltodiverse;l'assegnazione dell'incarico è legata al punteggio, alla richiesta dell'insegnanteraramente avviene una selezione e formazione del personale… spesso anche gli insegnantiche hanno scelto di lavorare in ospedale non sanno che cosa li aspetta.
in genere vi sono brevi corsi variabili sulle patologie più ricorrenti in un ospedale pediatrico(vs corsi tenuti dagli psicologi dell'ospedale sulle risposte emotivo del bambinoall'ospedalizzazione); a volte poi lento ospedaliero ha realizzato un progetto formativoarticolato e completo delle insegnanti con iniziative mirate, corsi di aggiornamento…durante questi congressi gli insegnanti possono scambiare esperienze-un motivo di difficoltà e la pluriclasse ospedaliera (classe formata da bambini di etàdifferenti)vi sono giorni in cui le classi sono composte da alunni di età differenti, giorni in cui nessunofrequenta la scuola, giorno in cui ci sono troppi
bambini→l'insegnante deve avere la capacità di adattamento di giorno in giorno - la scuola in ospedale prevede molte attività laboratorialiGIOCO O SCUOLA? - l'accoglienza del bambino e della sua famiglia è la prima funzione della scuola in ospedale
-il maestro inizia la conoscenza proponendo attività come pittura manipolazione, sperimentazione musicale, costruzione di storie... poiché l'osservazione e l'ascolto richiedono molto tempo.
attraverso attività non strettamente curriculari si può impostare un lavoro mirato per aiutare il bambino a padroneggiare le paure e le angosce dell'ospedale
l'attività ludica è più adatta all'ambiente ospedaliero in quanto flessibile
si cercano attività che possono coinvolgere tutti
queste attività servono a far esprimere le emozioni ai bambini, soprattutto i più piccoli