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Nei casi di aziende con esigenze più complesse o semplicemente quando il nome della
marca è stato menzionato talmente tante volte che è impossibile fare un ascolto
manuale, si passa alla fase due, quella di monitoraggio dei social media.
Monitoraggio e rilevazione
L’approccio di monitoraggio dei social media è uno dei più popolari e funziona mediante
l’aiuto di software che ricercano sistematicamente determinate parole chiave all’interno
di blog, social network e forum. È possibile utilizzare un servizio di monitoraggio
automatizzato che esplori il web e raccolga le conversazioni in base a criteri stabiliti per
poi inserirle in un database. In seguito possono essere ricavati il volume, l’origine e il
sentiment delle conversazioni: in questo modo si ottengono sia dati qualitativi che
quantitativi. Il monitoraggio porta allo sviluppo di un database dettagliato che gli analisti
possono utilizzare per creare ulteriore conoscenza sintetizzando i commenti di centinaia o
addirittura migliaia di persone. È necessario specificare in modo più rigoroso i soggetti
con cui i ricercatori intendono interloquire, dove queste persone possano essere trovate e
le domande che verranno rivolte loro. Questo richiede la specificazione di un progetto di
ricerca formale prima della raccolta dati, che specifichi un piano per raccogliere e
utilizzare i dati che permetta di ottenere le informazioni desiderate con sufficiente
precisione e/o di sottoporre le ipotesi a verifiche adeguate. Nel decidere la struttura del
progetto di ricerca e nell’impostazione dei prodotti di raccolta dei dati si presta speciale
attenzione alla minimizzatine delle fonti di errore che potrebbero creare distorsioni nei
risultati. Alcuni approcci specifici sono la ricerca nei testi, l’analisi del sentiment e l’analisi
del contenuto.
Analisi del sentiment
I dati raccolto nella fase di monitoraggio e in quelle successive possono essere utilizzate
per stimare il sentiment, cioè ciò che le persone pensano o sentono riguardo a una
marca o un prodotto; questo è più legato alle emozioni che alla razionalità ma esprime
comunque un’opinione su qualcosa. Questo può essere utile per capire i punti di forza e
di debolezza del prodotto, il modo in cui l’azienda viene percepita in termini di qualità del
prodotto, del servizio, prestazioni e valori. L’analisi del sentiment si basa sulla ricerca di
atteggiamenti, e viene quindi chiamata anche opinion mining, consiste nell’analizzare il
contenuto per determinare l’atteggiamento dell’autore. L’analisi del sentiment si basa
sull’esistenza di un dizionario di parole ed espressioni, che significa che
tendenzialmente quando le persone vogliono esprimere un particolare stato d’animo su
qualcosa tenderanno ad utilizzare le parole ed i termini che vengono associati a
quell’emozione. Quindi l’analisi consisterà nell’analizzare quante volte quelle parole
appaiono nel testo, classificando quindi quest’ultimo sulla base delle parole e delle
espressioni del dizionario. È un processo molto complesso sia per il valoro dell’uomo, sia
text mining.
per i software di
1. Fase 1: creare, raccogliere e ripulire. I dei vengono raccolti dalle fonti utilizzando i
web crawler (applicazione che si buono tra i siti indicati e raccolgono,
memorizzandoli, i contenuti che trovano). Seguendo il dizionario di parole ed
espressioni i crawler selezionano solo i contenuti che sembrano pertinenti per il
dizionario (web scarpini o fetching). I dati vengono poi ripuliti eliminando la
formattazione superflua.
2. Fase 2: estrarre gli elementi di interesse. Da questo sample ottenuto si estraggono
solo i dati che vengono considerati rilevanti per restringere l’insieme di dati il più
possibile.
3. Fase 3: estrarre il sentiment. L’analista può quindi cominciare con l’estrazione del
sentiment utilizzando gli indicatori di sentiment, cioè parole o altro utilizzati per
indicare sentimenti positivi o negativi. Lo scopo del messaggio è più facile da
interpretare quando la quantità di dati per ogni frammento di contenuti è minore.
4. Fase 4: aggregare i dati grezzi relativi al sentiment per arrivare ad elaborare una
sintesi.
Ci sono diversi problemi nell’approccio di analisi del sentiment. Il problema principale è
quello che è necessario avere una grande accuratezza, motivo per cui certe volte si
scelgono sistemi automatizzati, che però possono essere meno precisi nella codifica dei
significati. Inoltre, i sistemi automatizzati faticano a comprendere come fattori culturali,
sfumature linguistiche e differenze di contesto possano influenzare il significato di
positivo, neutro o negativo. Anche la definizione del dizionario del sentiment è un compito
complicato perché le parole possono avere molti significati. La precisione dei dati di
classificazione è un’ulteriore problema perché è difficile comprendere chi siano gli attori
dei commenti, e anche gli indicatori riguardo la lingua lasciano a desiderare.
Analisi del contenuto
L’analisi del sentiment è un forma di text mining, cioè di raccolta e analisi di dati testuali
da fonti significative. Al contrario, l’analisi del contenuto (un approccio analitico
utilizzato per identificare la presenza di concetti e temi all’interno di serie di dati
qualitativi) procede dall’alto con l’applicazione di teoria o risultanze empiriche al processo
di codifica. Il contenuto come fonte è molto ampio perché viene utilizzato per studiare i
significati trasmessi dal contenuto stesso: esso è un testo nella maggior parte dei casi ma
può includere anche contenuti multimediali; l’unità di analisi principale è la parola.
Utilizzando dei codici, etichette che classificano e associano significati a frammenti di
informazione, gli analisti possono utilizzare i commenti e determinare i temi che vi
compaiono.
Errori e distorsioni nelle ricerche
Ci sono moli tipi di errori e di distorsioni che possono complicare il processo di ricerca:
ogni studio è soggetto ad una certa quantità di errori che non è possibile specificare con
precisione, i ricercare devono puntare a minimizzare quell’errore.
Errori di copertura e di campionamento
Una delle prime decisioni che si deve prendere nel campo della ricerca è quella di definire
la popolazione, cioè selezionare le persone che possano essere rappresentativi della
popolazione, invece che utilizzare un censimento (cioè studiare l’intera popolazione) che
sarebbe troppo dispendioso. Si definisce quindi una base di campionamento, cioè un
elenco delle unita disponibili che approssima la popolazione e dal quale estrarre un
campione che la rappresenti. Viene quindi definita online una base di campionamento di
comunità social e siti web che vengono ritenuti rilevanti. La prima fonte di errore è
l’errore di copertura, che si verifica quando non vengono coperti tutti i componenti
della popolazione studiata e rappresenta un divario tra la base di campionamento che
utilizziamo e la popolazione che definiamo. Il termine campionamento si riferisce al
processo che un ricercatore utilizza per selezionare da una base i casi specifici da
includere in uno studio. Il piano di campionamento è fondamentale perché, se ben
congegnato, significa che la piccola porzione dei dati che sono stati considerati è
rappresentativa dell’intera popolazione. L’errore di campionamento è il risultato della
raccolta di dati da un sottoinsieme della base di campionamento anziché da tutti i suoi
membri, ciò incrementa le possibilità che i risultati siano sbagliati. Due possibili situazioni
preoccupanti sono: l’effetto eco (la duplicazione del volume delle conversazioni che si
verifica negli spazi social, per esempio con i retweet), e l’effetto partecipazione (il
numero effettivo delle conversazioni potrebbe non essere sempre quello che sembra).
Inoltre, lo spam è sempre più comune ma non rappresenta conversazioni reali che
devono essere include nella serie di dati. È anche possibile che alcune menzioni
avvengano dietro pagamento di una somma di denaro della marca ad u blogger, e di
conseguenza non vanno incluse nel processo di campionamento.
Distorsione di una mancata risposta
Questo è la conseguenza dell’effetto di partecipazione, ed è la possibilità che le unità non
incluse nel campione finale siano significativamente differenti rispetto a quelle incluse. È
importante tenere conto che non tutte le persone che frequentano le comunità social ne
partecipano attivamente, né tutte lo fanno al medesimo livello, quindi non tutte le
persone che utilizzano una marca sono rappresentate nell’analisi effettuata tramite
social. I pesi attribuiti ai campioni sono fattori di correzione applicati per tenere conto
delle diverse probabilità di selezione che caratterizzano gli elementi di un campione.
Ricerca primaria nei social media
I dati secondari sono immediatamente disponibili e gratis, ma gli operatori di marketing
possono anche scegliere di raccogliere dati primari, come l’utilizzo dei diari dei
consumatori, le interviste e i focus group, i sondaggi e gli esperimenti, tutti condotti
all’interno dei canali social. I benefici di questo tipo di approccio sono che i partecipanti si
sentono di più a loro agio in un ambiente che frequentano abitualmente, si crea una
sensazione di fiducia; mentre di sito negli studi di ricerca tradizionali è più difficile aprirsi.
Inoltre, è più semplice raggiungere le persone nei gruppi di nicchia, mentre il
reclutamento è difficoltoso.
CAPITOLO 10: Metriche per I social media
Misurare ciò che conta
Per poter sviluppare una campagna di social media marketing è necessario che gli
operatori di marketing identifichino gli obiettivi che vogliono raggiungere, e per verificare
se questi siano stati raggiunti o meno hanno bisogno di metriche per la valutazione. Sui
social media marketing non si attuano le stesse metriche del marketing tradizionali,
mentre sono molto simili a quelle della pubblicità online. I pubblicitari possono misurare il
reach (numero di persone esposte al messaggio) e la frequenza (quante volte una
persona è esposta), analizzare la stickiness (capacita del sito di attrarre visite ripetute e
trattenere le persone) e il relative pull (un confronto tra le reazioni suscitate da generi
comunicativi molto differenti tra loro). Possono anche monitorare i clickthrough (numero
di persone esposte che effettivamente fanno click su un inserzione o un link), il tasso di
conversione in vendite (quelli che dopo il click acquistano effettivamente) e i