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“MODERNIZZATORE” TRA TRADIZIONE E CAMBIAMENTO – N. VASTA

Blair, Primo Ministro britannico più giovane del dopoguerra con la più ampia

maggioranza nella storia moderna del Paese, è stato un comunicatore sicuro

delle proprie doti oratorie, derivanti anche dalla professione di avvocato, al

punto da scrivere i propri discorsi in autonomia. Alastair Campbell, ex

editorialista politico del Daily Mirror e spin-doctor ufficiale di Blair, era un

consulente e revisore stilistico. I mandati consecutivi di Blair furono 3, benchè

la luna di miele con l’elettorato e molti deputati neolaburisti ed esponenti di

spicco del partito (ex Ministro degli Esteri Robin Cook) si fosse conclusa nel

2003, all’epoca della controversa partecipazione della GB alla Seconda

Guerra del Golfo assieme a Bush. Mai un vero e proprio sostegno dai media,

men che meno dal Guardian, tradizionalmente Pro-Labour. Il “tradimento” dei

valori tradizionali del partito fu un passaggio obbligato che servì a rendere il

New Labour credibile e rieleggibile dopo 18 anni di Governo conservatore,

riavvicinandolo alla middle class (commercianti, insegnanti, piccoli

imprenditori) che aveva fatto la differenza in termini elettorali nel 1979 e che

aveva tenuto la Thatcher al potere per 11 anni. Tappa fondamentale fu il

rinnovamento del linguaggio e delle strategie comunicative del New Labour

operato da Blair e la conseguente trasformazione del partito da setta a

movimento politico.

Il 21 luglio 94, nel discorso di Accettazione in cui assumeva il difficile compito

di mediatore tra le due principali correnti del partito, Tradizionalisti e

Modernizzatori, Blair dette una prima definizione dell’agenda politica di quello

che nel 95, con la revisione della Clause IV della costituzione del partito,

sarebbe diventato il New Labour. L’uso di versi e metafore riferite al partito

come entità in movimento è ricorrente nella comunicazione politica, ma solo

pochi mesi dopo, nel suo primo discorso da leader alla conferenza annuale

del partito, Blair sceglie di rappresentare il partito linguisticamente come

entità statica per mostrare una coerenza ideologica. Nel 96, con l’identità del

partito (squadra coesa sul terreno dei valori condivisi) consolidata in vista

delle elezioni del 97, è il popolo muoversi verso il partito. Il tutto si fonda sulla

fattibilità del cambiamento senza scendere a compromessi con i principi

fondanti del Labour e sulla concezione dinamica del passato come fonte di

ispirazione per il futuro. Blair evita di parlare di nuovi principi: restano

immutati nella loro essenza, ma il partito lascia che il naturale processo di

cambiamento abbia luogo e produca i propri effetti sui modi in cui quegli

stessi principi operano. E’ la base del socialism, della visione etica della

stakeholder society, la società dei portatori di interesse. Blair confeziona il

messaggio in modo da renderlo memorabile e di forte impatto. Adotta una

pratica di revisione del lessico che consiste nell’attribuire un nuovo significato

a termini ormai consunti dall’uso e nell’utilizzare frequenti prestiti dall’uso

religioso. Ad esempio movement, usato dai Tradizionalisti per indicare, con

una metafora morta, il proprio partito/movimento/gruppo politico; con Blair

indica una corrente di idee che si muove perché è vitale. Il New Labour può

proporsi come alternativa ai Conservatori, un’alternativa in cui si

identificheranno tutti coloro che fanno parte del naturale movimento dello

spirito umano verso un futuro migliore (Because Britain deserves better,

slogan della campagna laburista del 97). Il punto di svolta del cambiamento

era coinciso con la revisione linguistica, contenuta nel documento del 95

Labour’s Aims and Values. Recuperando la tradizione del socialismo etico ed

enfatizzando gli ideali di comunità, opportunità e partnership, il concetto di

proprietà comune dei mezzi di produzione, distribuzione e scambio verrà

esteso e riformulato e diverrà bene comune. Mutuazione del registro religioso

è l’aspetto più innovativo dei discorsi di Blair ed è evidente nel richiamo

intertestuale al Nuovo Testamento contenuto nell’espressione for the many

(not the few).

Proponendosi, nel 96, come unica alternativa concreta e credibile ai

Conservatori, da 17 anni al potere, sa di dover conquistare anche i voti della

classe imprenditoriale del Paese. Per questo sfrutta la funzione performativa

del linguaggio e stipula un performance contract per il governo della GB

S.P.A., che viene fatto in termini platealmente religiosi, a beneficio dell’intero

elettorato. L’uso dell’atto dichiarativo I wow (faccio voto), realizza sul piano

linguistico la valenza performativa del performance contract, che diventa un

covenant, un’alleanza. Le clausole vengono proiettate in un futuro che si dice

certo grazie all’uso di “will”: esprime la dichiarata volontà del partito di

mantenere le promesse. Non entra nel dettaglio delle modalità con cui le

provisions verranno realizzate, ma punta a consolidare la propria immagine:

agli elettori viene chiesto di dare credito in cambio di protezione, un rapporto

fiduciario alla pari. La New Britain profetizzata da Blair nella sua visione è

quella che aveva definito “a new and confident land of opportunity”, primo fra i

tanti riferimenti indiretti all’America e a Clinton, di cui era considerato un

clone. Anche Clinton citò le Sacre Scritture e Blair fa appello al potere di

trasfigurazione dell’immaginazione, oltre ce ai sentimenti di orgoglio

nazionale, per chiedere all’elettorato di condividere la sua visione e di mettere

in atto la momentanea sospensione volontaria dell’incredulità che costituisce

la fede politica.

Blair opera anche variazioni estemporanee dettate dalla risposta o mancata

risposta del pubblico per indirizzare la reazione del pubblico verso l’effetto

originariamente previsto in un determinato passo del discorso. Ad esempio le

interpolazioni meta-testuali che non aggiungono elementi informativi ma

esplicitano o reiterano il macro argomento per segnalare che la reazione

ottenuta magari è stata troppo tiepida (questo è ciò che abbiamo ottenuto).

Riduce al minimo lo sforzo di decodifica di un testo fruibile solo oralmente

dall’uditorio. La reiterazione lessicale, che è la forma più immediata di

coesione testuale, viene usata da Blair nel discorso orale al posto dei

riferimenti pronominali anaforici (personali, possessivi o dimostrativi). Blair ha

saputo, come stratega politico, coltivare il rapporto del Partito con i media e

usare le potenzialità comunicative offerte dalle nuove tecnologie (rese

disponibile il video integrale della Conferenza annuale del Partito sul sito web

dei Laburisti). Internet usato per arrivare ad un pubblico globale in maniera

diretta già prima di Obama. Per le municipali del 2006 il New Labour lanciò

un sito fasullo dedicato al leader conservatore Cameron e contenente un finto

blog e poster elettorali contraffatti, ecc.

CAP. 3 – DIRE QUALCOSA DI SINISTRA NEGLI USA: DA CLINTON A

OBAMA – F. PIRA

Martin Luther King costruì la retorica del sogno. Il discorso del 28/8/63 a

Washington sulla condizione dei neri, ancora non pienamente liberi, è

universale e concreto. Parlare progressista significa anche saper miscelare la

propria storia con l’idea di un futuro da costruire insieme, partendo dal basso

ma insieme. Così anche Obama viaggia nei suoi discorsi tra presente e

passato, tra noi ed io, con un’idea di comunità concreta, diversa. Parla

democratico, progressista, modula la voce per incantare. Offre speranze e da

buon politico anche la sensazione di riscatto per tutti.

C’è un filo che lega i Kennedy, Clinton e Obama. La forza comunicativa del

discorso tenuto a Berlino il 26/06/63 da Kennedy coincide in un certo senso

con quello di Obama durante la corsa alla Casa Bianca. Il primo rappresenta

l’essenza della sfida anticonvenzionale, di dire le parole di tutti con

autorevolezza di una carica pubblica. Kennedy incanta tutti dal cuore

dell’Europa nonostante il muro sia ancora presente e lo resterà ancora per

anni: c’è lo stile di chi sa far pesare il proprio potere, vendendo il sogno della

libertà, ma allontanando l’idea di potere quanto di autorità. Per Kennedy e

Clinton non sono mancati gossip ed episodi sul privato, ma il loro mito

permane. Ted Kennedy, senatore, intervenne all’incoronazione di Obama nel

2009 a Denver sebbene malato. L’importanza del cognome contò tanto,

anche nella forza di saper dare speranza, e lo stile Kennedy influenzò

notevolmente la comunicazione di Obama. Clinton Rossiter riassunse i

principi inderogabili: il candidato doveva essere maschio, bianco e cristiano,

nordista o dell’ovest, di età inferiore ai 65, di origine nordeuropea, con

esperienza politica, in buona salute. Poi proveniente da uno stato più grande

del Kentucky, di almeno 45 anni, sposato, di origine anglosassone, ecc. Bill

Clinton sovverte le regole scritte pre citate e riesce a costruire una politica

attorno alla classe media. Diffonde il sogno Americano, la speranza di un

futuro per tutti. Clinton, Blair, Kennedy, Obama sanno dire qualcosa di sinistra

e tutti hanno avuto delle grandi donne alle spalle. Barack e Michelle

rilanciano il sogno attraverso il cambiamento in giro per gli Usa tenendo

comunque gli occhi aperti sulla realtà.

Obama, 44esimo presidente degli Usa denominato YouObama, può contare

su una macchina di sostenitori che tramite Rete opera sul territorio restando

collegata con il Presidente. E’ il primo presidente afroamericano, il primo

presidente Web 2.0, il più giovane, senatore nel 2004 e presidente 4 anni

dopo. Ha accettato il rischio Internet. Il team di Obama ha costruito

un’immagine di candidato innovativa, bipartisan, capace di superare ostilità e

le resistenze culturali della pancia dell’America profonda, dando vita al Brand

Obama. Il tutto partendo dal logo in funzione della dynamic identity, secondo

cui ogni versione della propaganda sul web viene personalizzata a seconda

del target cui si rivolge: ambientalisti, sportivi, Kids for Obama. L’atto di

fiducia che Obama ha fatto nei confronti dei suoi sostenitori online, lasciandoli

liberi di impegnarsi, di costruire in funzione delle proprie capacità, carattere,

tempo e risorse. Così in due anni di campagna elettorale ha coinvolto 70mln

di utenti. Basta iscriversi al sito MyBarackObama.com per diventare

protagonisti del movimento. Si poteva creare un profilo, cercare un

sostenitore di Obama vicino a noi, creare un network di amici, pianificare o

pa

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
13 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher inzaghino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione istituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Pira Francesco.