Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 52
Riassunto esame Comunicazione pubblica e istituzionale, prof. Comunello, libro consigliato Relazionalità consapevole, Ducci Pag. 1 Riassunto esame Comunicazione pubblica e istituzionale, prof. Comunello, libro consigliato Relazionalità consapevole, Ducci Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Comunicazione pubblica e istituzionale, prof. Comunello, libro consigliato Relazionalità consapevole, Ducci Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Comunicazione pubblica e istituzionale, prof. Comunello, libro consigliato Relazionalità consapevole, Ducci Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Comunicazione pubblica e istituzionale, prof. Comunello, libro consigliato Relazionalità consapevole, Ducci Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Comunicazione pubblica e istituzionale, prof. Comunello, libro consigliato Relazionalità consapevole, Ducci Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Comunicazione pubblica e istituzionale, prof. Comunello, libro consigliato Relazionalità consapevole, Ducci Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Comunicazione pubblica e istituzionale, prof. Comunello, libro consigliato Relazionalità consapevole, Ducci Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Comunicazione pubblica e istituzionale, prof. Comunello, libro consigliato Relazionalità consapevole, Ducci Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Comunicazione pubblica e istituzionale, prof. Comunello, libro consigliato Relazionalità consapevole, Ducci Pag. 41
1 su 52
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il significato di pubblico

Di certo si può attribuire il termine "pubblico" a tutto ciò che è di pertinenza dello stato e che rientra nella visibilità sociale. Si approda alla computa definizione di comunicazione pubblica proposta da Franca Faccioli: la comunicazione pubblica è il contesto e lo strumento che permette ai diversi attori che intervengono nella sfera pubblica di entrare in relazione tra loro, di confrontare punti di vista e valori per concorrere al comune obiettivo di realizzare l'interesse della collettività. L'insieme di processi che contribuiscono a valorizzare la sfera pubblica, facendo interagire attori diversi per competenze e responsabilità, attivando relazioni e scambio e creando giochi di ruoli. Essa si occupa di attivare la relazione tra lo stato e i cittadini attraverso la realizzazione di un processo di interazione e discambio, prevedendo la creazione di spazi che organizzino l'ascolto dei cittadini e sollecitino la

loropartecipazione alle celle che orientano le politiche pubbliche. La comunicazione promossa dalla PA, come sostiene Rovinetti, è finalizzata al buon governo e si pone obiettivi esterni e interni alla PA strettamente legati al processo necessario di cambiamento e innovazione continua del sistema pubblico. Verso l'esterno, la comunicazione è curata per migliorare i servizi e l'efficacia dell'organizzazione, aumentare la credibilità delle amministrazioni nei confronti dei cittadini. Sul versante interno, essa si pone obiettivi di semplificazione, innovazione, efficienza. La comunicazione pubblica è intesa come strategia (per costruire relazioni migliori con i cittadini), risorsa (per trasferire al proprio interno più informazioni e più conoscenza della comunità e del territorio) servizio (per soddisfare i cittadini nel loro rapporto con gli uffici e i servizi pubblici). 2.4.2. – Le aree della comunicazione pubblica Le aree dicompetenza della comunicazione pubblica sono: la comunicazione politica, la comunicazione istituzionale e la comunicazione sociale. Questa distinzione trova corrispondenza nella separazione tra politica e amministrazione/gestione della cosa pubblica, che la riforma del sistema pubblico degli anni novanta ha posto in modo più marcato rispetto al passato. Si ritiene infatti che le due anime della PA siano state lungo confuse nello svolgimento delle attività quotidiane delle pubbliche amministrazioni. La comunicazione politica si distingue per l'oggetto di cui si occupa, vale a dire argomenti controversi di interessi generale sui quali esistono punti di vista contrastanti, come l'attività dei partiti, dei gruppi organizzati e dell'amministrazione pubblica che è chiamata ad esprimere la rappresentazione politica. In sostanza consiste in un confronto di idee, nella gestione delle campagne elettorali. La comunicazione istituzionale è la comunicazione che riguarda le istituzioni pubbliche, come ad esempio i ministeri, le regioni, i comuni, le scuole, gli ospedali, ecc. Ha l'obiettivo di informare i cittadini sulle attività svolte dalle istituzioni, promuovere la trasparenza e favorire la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. La comunicazione sociale, invece, riguarda la promozione di temi di interesse sociale, come ad esempio la salute, l'ambiente, l'educazione, la cultura, ecc. Ha l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica su questi temi e promuovere comportamenti e scelte consapevoli da parte dei cittadini. In conclusione, la comunicazione pubblica si occupa di comunicare e promuovere l'azione delle istituzioni pubbliche, sia dal punto di vista politico che istituzionale e sociale.

La parte più rilevante della comunicazione pubblica, e si occupa di curare un'adeguata e completa informazione sulla realtà delle organizzazioni pubbliche, di valorizzare l'immagine dell'istituzione, di far conoscere le norme vigenti, di stabilire con gli interlocutori esterni un rapporto relazionale basato sull'ascolto e sulla rilevazione periodica del livello di soddisfazione.

La comunicazione sociale consiste in attività di promozione di servizi e argomenti di interesse generale. Si occupa dei cosiddetti social problems, con la finalità di sensibilizzare, promuovere idee, credenze, atteggiamenti, spingere a compiere un'azione, fino a stimolare comportamenti orientati alla tutela dell'interesse della collettività.

I soggetti che svolgono campagne di comunicazione sociale con tali finalità sono le istituzioni pubbliche, semi pubbliche, private, e organizzazioni non profit, con l'obiettivo di rendere

L'opinione pubblica sensibile nei confronti di issues che spesso rappresentano la loro ragion d'essere. Rispetto alla tripartizione in macro-aree, in tempi più recenti sono state avanzate proposte relative ad un maggior articolazione della comunicazione. Emerge infatti l'esigenza di dare vita a specializzazioni che riguardano ambiti peculiari di intervento della PA e delle organizzazioni nonprofit. Oltre al ruolo del comunicatore pubblico, si può prevedere di sviluppare specifiche competenze e relative figure professionali i ncapi strategici.

La comunicazione istituzionale promossa dalle amministrazioni pubbliche può essere distinta in:

  • Comunicazione normativa: le modalità con le quali le istituzioni rendono visibili i propri atti alla cittadinanza attraverso un processo di semplificazione del linguaggio
  • Comunicazione delle attività istituzionali: l'azione comunicativa caratterizzata dall'illustrazione delle attività

Dei servizi erogati dalla pubblica amministrazione centrale e periferica dello stato:

  1. Comunicazione di pubblica utilità: comunicazione propriamente di servizio volta a facilitare i cittadini nel rapporto con la PA e nell'utilizzo dei servizi pubblici.

  2. Comunicazione per la promozione dell'immagine: attività molto vicina alla comunicazione propria delle imprese che operano sul mercato, orientata a rendere visibile e chiara l'organizzazione stessa e il suo operato.

Ognuna di queste dimensioni ha una duplice declinazione: interna ed esterna all'organizzazione di riferimento. La distinzione fondamentale fra comunicazione interna (all'interno di un ente o tra più enti) ed esterna (rivolta ai media e ai cittadini, alle imprese, alle associazioni) è utile per sottolineare e stimolare iniziative specifiche e diversificate che ogni organizzazione pubblica mette in campo nei confronti dei propri interlocutori.

2.4.3 - Le fasi e i...

modelli L'evoluzione della comunicazione pubblica viene suddivisa in tre fasi storiche. Esse ricoprono un arco temporale che va dalla fine del fascismo alla nascita della seconda repubblica, fino alla fine degli anni novanta. A questa tradizionale periodizzazione si propone di aggiungere due ulteriori fasi in cui suddividere il primo quindicennio del duemila. La prima fase va dalla fine del regime fascista e la nascita della repubblica, fino ai primi anni settanta, in cui domina il cosiddetto modello dell'informazione negata: la comunicazione è intesa e praticata dalle istituzioni con finalità e secondo modalità di tipo propagandistico. La PA assume un comportamento di sostanziale chiusura, attiva un contenuto di scambio di informazioni con l'ambiente di riferimento e continua a basarsi sul principio del segreto d'ufficio. Una visione fortemente asimmetrica, il modello dell'informazione negata e propagandistico presenta molte analogie con la

bullet theory e con il modello comunicativo di tipo informazionale/trasmissivo. Le istituzioni in questa fase non si pongono ancora il problema di informare e comunicare efficacemente con i cittadini, e gran parte delle attività comunicative sono orientate a raggiungere l'obiettivo di fornire all'esterno un'immagine altamente positiva di sé. Le due identità delle istituzioni, politica e amministrativa, non sono facilmente distinguibili, è ancora inesistente una cultura dell'azione amministrativa intesa come servizio al cittadino. La specializzazione del sistema statale e la crescita del welfare state non ha ancora raggiunto i livelli di complessità tali da mettere seriamente in crisi la tenuta dell'intero sistema politico. La diffusione dei mezzi di comunicazione di massa è ancora limitata, il medium per eccellenza, la televisione generalista, è gestita appannaggio dello stato, le informazioni che riguardano

questioni di interesse generale di cui si occupa la PA circolano soprattutto attraverso canali interpersonali che dipendono dai grandi apparati politici, con un ruolo fondamentale esercitato dai gruppi primari di socializzazione, in cui spiccano le figure chiave che svolgono il ruolo di opinion leader.

La seconda fase va dai primi anni settanta, quando si intensifica il decentramento amministrativo con la nascita delle regioni, fino alla fine degli anni ottanta, e vede l'affermazione di un modello informativo a senso unico, i cui si moltiplicano le offerte di servizi da parte dello stato e i mass media inviando una propria tematizzazione. Aumenta in modo significativo la comunicazione eter-prodotta, si diffondono informazioni sull'operato dell'amministrazione e su temi fino a questo momento ritenuti di esclusiva pertinenza delle istituzioni da parte di oggetti esterni al sistema pubblico.

In questo contesto mediale, grazie anche alla nascita delle regioni, sorge la

necessità per le istituzioni di curare maggiormente l'informazione dei cittadini sui servizi offerti e sulle disposizioni normative in vigore, a livello centrale e periferico dello stato. Il cittadino prende sempre più coscienza dei propri diritti di cittadinanza, e soprattutto del diritto ad essere informato. La risposta delle istituzioni è comunque orientata a fornire informazioni di carattere istituzionale in senso unidirezionale, a utilizzare i mezzi a disposizione al fine di ottenere maggiore visibilità. Il cittadino non è ritenuto un soggetto che deve essere ascoltato. La comunicazione istituzionale si fonda sull'idea che il cittadino sia un soggetto passivo, e che per la PA sia sufficiente trasferire informazioni attraverso il giusto canale e verificarne l'avvenuta ricezione in senso puramente tecnico e formale. La concezione della comunicazione come processo bidirezionale e gli studi sugli effetti limitati dei media non sembrano dunque.

incidere molto sul modo di comunicare delle istituzioni. Come ricordato da Crozier, l'apparato burocratico è lento e resistente al cambiamento, le innovazioni tendono ad essere introdotte e utilizzate dalla PA in modo proficuo. È solo negli anni novanta che nella PA italiana si afferma il modello di comunicazione pubblica bidirezionale. Si fa strada l'idea che il cittadino debba essere considerato un soggetto attivo, e che la comunicazione avvenga sempre e comunque in modo circolare. Si comincia a introdurre una logica di marketing dei servizi pubblici, in base alla quale ogni servizio offerto dall'amministrazione non può essere solo il frutto di una decisione interna, ma va costruito a partire da un'analisi dei bisogni dei cittadini.

Si diffonde progressivamente la logica della trasparenza: rendere pubblici e comprensibili gli atti prodotti dall'amministrazione diventa un dovere, un compito che si istituzionalizza a partire dall'adozione di

una specifica normativa al riguardo (L. 241 del 1990). In questo modo l'identità amministrativa tende a distinguersi dall'identità politica. Tale processo è contemporaneo allo sviluppo della vita as

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
52 pagine
11 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Uranus75 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione pubblica e istituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Comunello Francesca.