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Complimenti
L'atto del complimentarsi è un atto espressivo (perché si esprime il proprio parere) usato con funzione conviviale. Holmes lo definisce un atto linguistico che dà esplicitamente o implicitamente credito a qualcuno che è altro dal parlante e di solito è l'interlocutore, per qualcosa che è valutato positivamente da entrambi gli interagenti.
Quindi il complimento è un atto espressivo di natura fàtica (serve per aprire il canale conversazionale, strutturalmente abbastanza semplice poiché normalmente si esaurisce in due turni: uno da parte di chi fa il complimento e l'altro da parte di chi lo riceve). Nel complimento è importante soddisfare le aspettative della persona cui viene rivolto. Si tratta di una mossa ambivalente, per esempio
Può essere una mossa per limitare un'escalation data da una mossa up da parte dell'interlocutore. In genere è una mossa up che serve per rafforzare un ringraziamento o ridurre una critica. Però ci sono casi in cui è considerata una mossa down, per uscire da una difficoltà (accusa, protesta, critica, lamentela), cambiare discorso.
I complimenti presentano vari fattori di variazione, oltre alla frequenza con cui ricorrono e al contesto: l'attributo oggetto della valutazione positiva. Sono presenti differenze tra le varie aree culturali e, sebbene gli attributi del complimento varino sempre all'interno della singola cultura, è però abbastanza chiaro quali tipi di attributi predominano. Il mondo occidentale in genere nomina volentieri l'aspetto fisico personale, le abilità e le cose possedute, mentre i cinesi, come i giapponesi, privilegiano l'abilità e le competenze dell'interlocutore.
Gli americani privilegiano l'aspetto e fanno molti complimenti di qualsiasi tipo, invece i francesi ne fanno di meno. Gli italiani nominano soprattutto l'apparenza fisica, l'abbigliamento, le qualità personali, le abilità e i possedimenti. La forma linguistica in cui si esprimono. I complimenti sono spesso espressi con formule sintatticamente fisse. Tuttavia, sebbene raramente, i complimenti possono variare anche parecchio in lunghezza, con la presenza per esempio di metafore. In italiano è quasi sempre "che" che introduce subito il complimento riferito ad un aspetto, qualità o possesso; a volte si usa "avere" (soprattutto per il possesso) "Oh che bella auto che hai" o anche il verbo essere: "Sei molto elegante" (qualità). Comunque questo è forse l'aspetto meno studiato comparativamente, la funzione che assolvono. La funzione primaria è quella di stabilire e mantenere la
solidarietà tra gli interlocutori, ma ci sono anche funzioni secondarie: un complimento può incoraggiare il ripetersi di comportamenti desiderabili, può rafforzare un ringraziamento o può mitigare una critica. Oppure il complimento può semplicemente accompagnare un saluto, come quando due amici o conoscenti non si vedono da parecchio tempo. La risposta che sollecitano. I complimenti possono provocare una reazione diversa da parte di chi li riceve e questa è una variabile di notevole importanza per il parlante L2, soprattutto per l'obbligatorietà della reazione. Infatti, anche la mancanza di reazione è una reazione che l'interlocutore in qualche modo interpreta. Anche qui vediamo le coppie adiacenti. Secondo gli studi di Pomerantz nel 1984, ci sono tre tipologie di coppie: in alcuni atti il secondo elemento della coppia è uguale al primo (per esempio nei saluti -> coppia simmetrica), in altri è fisso, cioè
ad unaprima mossa corrisponde una data seconda mossa (per esempio nelle domande-risposte –coppia fissa), nel caso dei complimenti e delle proteste, invece, c’è un’alternativa e si parla di coppia alternativa (la maggioranza delle mosse: scusarsi, accettare, protestare,offrire, fare un complimento...). Infatti, come secondo elemento della coppia adiacente del complimento possiamo trovare l’accettazione e la non accentazione. Con l’accettazione obbediamo a quella che, tra le massime del principio della cortesia, costituisce la massima dell’accordo (“minimalizza il disaccordo con l’altro e massimalizza l’accordo”). Con la non accettazione, invece, obbediamo alla massima della modestia (“massimalizza la non-lode di te stesso e minimalizza la lode di te”). Non possiamo ovviamente obbedire a tutte e due le massime insieme. Se accetto il complimento salvo la tua faccia, ma sono vanitoso e minaccio la mia; se invece loRifiuto sono modesta e salvo la mia faccia, ma minaccio la tua. Quando le due massime entrano in conflitto l'una con l'altra una delle due deve cedere, ma magari non completamente e subentrano strategie di mitigazione. Tra le varie tipologie di risposta al complimento vediamo quella di Frescura che per l'italiano individua nove categorie.
- Accettazione diretta: il ringraziamento è l'atto preferito; accettazione compiaciuta ("grazie, anche a me è piaciuto molto") e ricambio (di solito sulla stessa linea, cioè in modo coerente rispetto all'altro complimento).
- Accettazione limitata: accettando parzialmente si salva la faccia di chi ha fatto il complimento senza minacciare la faccia di chi lo riceve. Si tratta di un'opzione molto usata soprattutto dagli italiani, meno nella cultura angloamericana e molto meno nella cultura dei cinesi. Minimizzazione (si riduce il complimento - "grazie ma non è niente di che"); deflessione
laterale che può essere dimerito (accettare dando il merito a qualcun altro) o di qualità (accettare offrendo una qualità diversa); deflessione riduttiva (è simile alla minimizzazione e si tende a mettere in evidenza un aspetto negativo dell'oggetto in questione - "che bel taglio" "grazie, ma la frangetta è un po' corta").
Non-accettazione (cioè rifiutare il complimento): si può non accettare cercando una rassicurazione; si può gettare discredito su chi fa il complimento ("Che bella auto che hai" -> "Detto da te (=che ne capisci di auto?)" - si tratta di una mossa up, è un atto diretto che minaccia la faccia); rifiuto diretto.
"Hai un bel coraggio" -> "Mah... per cosa?" = Rifiuto netto.
"Che begli occhi che hai" -> "io li ho e tu!" = Accettazione diretta con ricambio.
"Che bella risata che hai" ->
“(ride)” = Risposta non verbale, accettazione diretta di ringraziamento.
“Che bel taglio di capelli” -> “Grazie” = Accettazione diretta con accettazione.
“Sei molto elegante oggi” -> “sei molto gentile grazie!” = Accettazione diretta con ricambio.
“Che bell’anello che hai” -> “mi si è subito rotto… = Accettazione limitata con deflessione riduttiva: mette in evidenza un aspetto negativo.
La scelta tra queste dipende dalla diversa percezione della nozione di faccia in generale e di che cosa in particolare implichino in termini di cortesia i due aspetti della faccia positiva e di quella negativa.
Le reazioni sono diverse nelle varie aree culturali. In Italia, per esempio, esse sono generalmente corte e distribuite tra le nove categorie in modo poco uniforme. La preferita è la categoria centrale della accettazione qualificata che cerca un equilibrio tra l’accettazione piena e dunque
La salvaguardia della faccia di chi fa il complimento e il rifiuto e dunque la salvaguardia della propria faccia per modestia. Nel mondo di lingua inglese si suole dire e insegnare che è buona educazione rispondere a thank you. Un complimento accettandolo con un semplice "thank you". Nel mondo anglofono sono ovunque pochi i rifiuti, infatti l'inglese anglo-americano rappresenta una cultura che privilegia la massima dell'accordo a scapito di quella della modestia. Nel mondo cinese, invece, rifiutare il complimento è di gran lunga più comune, quindi si privilegia la massima della modestia a scapito di quella dell'accordo. Ci sono delle differenze anche nell'attributo del rifiuto: mentre gli americani tendono a rifiutare meno i complimenti sull'aspetto che non quelli sull'abilità e sui possessi, i cinesi tendono a rifiutare meno quelli sui possessi che non quelli sull'abilità e sull'aspetto. Però i cinesi, quando parlano in inglese,
si conformano all'insegnamento ricevuto e tendono ad accettare il complimento con un semplice "thank you". Riassumendo, gli anglofoni in generale, e gli americani in particolare, tendono a fare molti complimenti, spesso brevi e sintatticamente formulaici e relativi all'aspetto personale, alle abilità e alle cose possedute. Chi li riceve tende a ringraziare e a non rifiutarli. Ciò suggerisce che in questa area culturale i complimenti - come i saluti, i ringraziamenti e le scuse - abbiano minimo valore referenziale e massimo valore fàtico. In Italia la distribuzione dei complimenti è simile a quella delle società anglo-celtiche per quanto riguarda la frequenza e gli attributi tenuti in maggiore considerazione, quindi anche qui hanno valore fàtico. Sono invece diverse da quelle anglofone le nostre reazioni, incetre tra l'apprezzamento che premia chi fa il complimento e la modestia che premia chi lo riceve. Nella cultura cinese icomplimenti sono meno frequenti e hanno un contenuto referenziale più impegnativo. Chi li riceve tende a rifiutarli, ignorarli o comunque a sminuirli, conformemente alla nozione cinese di cortesia basata più sulla modestia e sull'umiltà che non sulla ricerca dell'accordo. Le proteste L'atto della protesta è un atto insieme espressivo e direttivo. Affinché si realizzi, dal punto di vista di chi lo inizia, devono esistere le seguenti condizioni: - il destinatario della protesta (D) compie un atto inaccettabile, contrario al codice comportamentale condiviso con l'autore della protesta (A); - A ritiene che il comportamento di D comporti conseguenze negative per sé o per altri; - l'espressione verbale di A si riferisce direttamente o indirettamente al comportamento inaccettabile e ha quindi la forza illocutoria della censura; - A rit