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L'unione fa rete, e fare impresa insieme consente di scalare mercati interni ed esteri e quindi incrementare fatturato, difendersi dalla forte concorrenza.

Negli anni di crisi grazie alla Rete si incentivano nuove forme di collaborazione, sinergie che erano prima impossibili soltanto da immaginare. Si possono identificare quattro consigli per far vivere l'artigiano con le nuove tecnologie: posizionarsi tra online e offline (occorre distinguersi e creare delle occasioni di incontro), metterci la faccia con immagini e video, raccontarsi in un blog (per intercettare la comunità degli utenti), e vendere nelle piazze affollate.

Mark Zuckerberg è il re del mondo della Rete e dei social media in particolare. In questo caso però non bastano le nuove idee e le idee wow; occorre per creare valore e distinguersi nel rumore indistinto di chi fa impresa con i social. Ecco perché gli Artigeni sanno che devono necessariamente vivere in ambiente digitale: connettersi.

dialogare in Rete, saper conversare per poi riuscire a vendere grazie alle nuove tecnologie. Ci sono quattro azioni di base da intraprendere prima di abbracciare i social media per vendere:
  1. Ascoltare (imparare a mappare la community, i bisogni espressi e latenti, e solo dopo iniziare a postare)
  2. Intercettare la community (targettizzare e sia nelle operazioni di advertising sia nella comunicazione organica)
  3. Parlare come postate (abbandonare formalità eccessive)
  4. Metterci la faccia (utilizzare elementi multimediali nel racconto, foto e video che rappresentino la squadra)
Gli Artigeni si moltiplicano in modo esponenziale grazie ai social media, che diventano nuove piazze dove dialogare e vendere. Un esempio di questo è il QC Terme. I social network permettono di vendere di più: tra post e tweet i nuovi Artigeni incrementano il business. I global microbrand sono piccole imprese artigiane narrate sul web che diventano vere e proprie icone. La più grande lezione pergli Artigeni che operano grazie alla rete è porsi inascolto, in modo proattivo, fare tesoro di consigli, critiche e stroncature. Il lavoro in rete inizia a farsi strada anche in Italia, purtroppo però ancora oggi le piccole medie imprese non hanno un sito Internet e solo pochi di loro adottano i social media per dialogare con i clienti. Il crescente utilizzo degli smartphone ha reso necessario per le aziende pensare a questa logica di mobile first, questo non significa semplicemente realizzare siti o app progettati per dispositivi mobili, ma ripensare completamente l'esperienza di interazione tra azienda e utente, sfruttando le opportunità messe a disposizione dal mobile. Si stima che entro il 2020 ci saranno in Europa 900 mila lavoratori non occupati a causa della mancanza di competenze digitali. Negli ultimi anni l'e-commerce sta diventando una dinamica di acquisto alla portata di un'utenza sempre più vasta. Ci sono dieci consigli da seguire per dialogare.e vendere al meglio online: imparare a conoscere il proprio mercato, farsi notare (differenziarsi dagli altri non solo sul prezzo ma anche nei servizi), costruire una storia in rete (raccontare la vostra attività in prima persona), prendersi cura del cliente (preoccuparsi di ogni passaggio della vendita e curare le spedizioni, poi richiedere un feedback), puntare sulla qualità (Made in Italy), pensare senza confini, sfruttare la convergenza (lavorare sia online che offline), superare le diffidenze, ascoltare e dare un feedback, e fare un patto tra vecchi e nuovi modelli (continuare a portare avanti l'attività classica, ma integrandola con la Rete). Gli italiani amano le novità: il 57% dei consumatori dichiara di avere acquistato almeno un prodotto nuovo durante l'ultima spesa al supermercato, e il posting su social media è utilizzato sempre di più. La gente non utilizza Facebook per sostituire l'interazione, niente può sostituire l'interazione personale.ma possiamo connetterci con le persone con cui non è facile restare in contatto, questo è il motivo per cui Mark Zuckerberg ha deciso di creare Facebook. Il fallimento può essere d'aiuto, si cade per poi rialzarsi, e per individuare in quelloscivolone un'opportunità per crescere, per ricominciare più e meglio di prima. L'errore e il fallimento dell'azienda portano al coraggio di resistere e di rialzarsi dopo aver messo a fuoco la situazione. Anche perché i momenti negativi sono portatori di tante idee positive, Non importa quante volte cadi, e in qualche modo la tristezza accende la creatività. "quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi". Nel regno dei social media e della rete può capitare che una piccola ma agguerrita azienda possa imporsi sul web rispetto a un colosso multinazionale, generando solidarietà, affetto, simpatia. Ecco allora che le logiche della rete

Possono ribaltare esiti scontati e una battaglia combattuta, per il momento, con successo nei tribunali può generare una sconfitta sui social media. È il caso di Nivea, che ha citato in giudizio l'azienda italiana neve Cosmetics per analogie legate al nome; sebbene il colosso abbia vinto il primo grado di giudizio in tribunale, sui social l'azienda si è schierata con l'italiana.

Capitolo 3 - Artigeni nel futuro

Come si presenta il futuro per gli Artigeni italiani? Queste sono le parole chiave da identificare.

  • Spazi (nuovi luoghi e modi di lavorare): gli spazi di lavoro non sono più quelli di un volta, sono le persone al centro di nuove declinazioni dei luoghi e di nuove modalità espressive di creatività, oggi molto più allargata come concetto rispetto al passato. Il vocabolario degli spazi di innovazione si arricchisce ogni giorno di più. Al luogo fisico è associato un nuovo concetto di partecipazione, un

modo di pensare fuori dagli schermi rivoluzionario rispetto al passato. I luoghi sono oggi anche meeting pot di una nuova generazione di Artigeni che sta ridisegnando gli spazi dello stare insieme. Esempio: startup con condivisione degli spazi.

  • Video storytelling: dagli spazi fisici agli spazzi puramente virtuali, gli Artigeni abbracciano la necessità di raccontarsi con i video. Sono proprio quelle immagini che scorrono nei vari stream sociali o sui dispositivi mobili a fare la differenza. Lo storytelling non basta a raccontare questa rivoluzione digitale: l'azienda si racconta con una narrazione multimediale, utilizzando soprattutto il video. Nascono così web-serie, videoblog, social network, la pubblicità tradizionale ha perso di efficacia e credibilità, la nuova cultura del consumo racconterà delle storie attraverso i prodotti che acquistiamo. Questo fenomeno non coinvolge solo i grandi brand: si passa dalla grande multinazionale alla piccola e

media impresa e ai tanti Artigeni disseminati in ogni angolodel mondo.

  • Nuovi distretti digitali: nel nostro Paese si parla di distretti da molti anni (areeristrette dove si concentrano modelli produttivi specifici, generando una filiera traaziende, indotto e comunità), ma di distretti digitali si è iniziato a parlare solorecentemente. Le nuove filiere degli Artigeni si moltiplicano esponenzialmente come secreassero dei ponti con parti di mondo finire tenute distanti rispetto alla filieraterritoriale.
  • Nuove ricerche Made in Italy: per essere dei veri Artigeni occorre che l'intuizione siaaccompagnata da studio, ricerca, meticolosa preparazione, con lo sguardo attento aipercorsi (ed errori) del passato e il cuore verso il futuro.
  • Mobile first: il lavoro degli Artigeni parte dal mobile, con smartphone e tablet. Neidispositivi mobili si trova anche la generazione dei freelance on demand, lavoratori cheoffrono prestazioni professionali grazie alle nuove tecnologie.

E hanno compreso che la strada passa per l'aggregazione, consentendo di scalare fatturato e attenzione in partnership. Un esempio è Uber. Il web resta però un terreno ancora troppo elitario e poco attrattivo per molta parte della popolazione, la vera sfida è alfabetizzare al digitale consumatori poco incline a usare le nuove tecnologie. Infatti su 100 italiani 37 sono completamente tagliati fuori dalle tecnologie digitali, ovvero non hanno mai navigato su Internet né acceso un computer. Gli investimenti nel campo digitale sono stati di 46 milioni nel 2016. Nel 2014 si sono registrate 135 operazioni di investimento per oltre 180 nuovi posti di lavoro creati nelle start-up innovative.

Sharing Economy: come Amazon, Uber e Airbnb. Ma si parla anche del lato oscuro delle sharing economy: si dice che questo mercato di lavoro generi precarietà, rafforzi al contempo i monopoli e profetizza addirittura un collasso del mercato. Oggi la sharing economy si

Il capitolo 4 attesta sui 12,7 miliardi di dollari, investiti in 232 startup. Alcuni ricercatori hanno evidenziato l'attrattività di questa flessibilità del lavoro, ma con i rischi connessi, infatti il 44% di questi lavori sono temporanei e il 42% insostenibili dal punto di vista economico. I lavoratori vengono attratti dalla flessibilità, ma si ritrovano a cercare di allineare le loro giornate di lavoro con picchi di domanda. E il lavoro smart diventerà sempre più illusorio quando le piattaforme inizieranno a sentire la pressione del mercato per diventare ancora più competitive e redditizie. L'unico modo per i lavoratori autonomi di beneficiare realmente delle piattaforme digitali che utilizzano il loro lavoro è arrivare a possedere le piattaforme stesse costituendo cooperative di proprietà di liberi professionisti, sfidando aziende come Uber e Airbnb. Nel nostro paese alcuni esempi sono servizi di babysitting o petsitting online.

Artigeni in dieci passi

  1. Ascoltate: gli Artigeni hanno un buon fiuto: sanno mettersi in ascolto del mercato, dei propri clienti attuali e potenziali, della rete, della comunità. L'ascolto è parte essenziale del percorso di posizionamento e di racconto del proprio prodotto e servizio, il prerequisito per fare la differenza. L'ascolto è una fase preliminare: vivere appieno i media sociali e digitali, ma pare persone e community che li popolano, provare interrogare la rete per capire se ciò che volete proporre possa davvero fare la differenza e creare valore. Dall'ascolto si passa al feedback, azioni essenziale per gli Artigeni, l'ascolto consente di capire le necessità del mercato, i bisogni espressi o latenti, rafforzando identità e posizionamento.

  2. Segmentate: ormai parlare di tutto a tutti è una vecchia logica del business che oggi non funziona più. La chiave è migliorare le proprie competenze, dialogando con

La propria tribù di riferimento. La segmentazione riguarda tutto il nuovo sistema.

Dettagli
A.A. 2019-2020
7 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valentinapaci96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione d'impresa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Mazzoli Lella.