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Classificazione della regolazione dell'industria
In linea di massima e in generale esistono tre modi per classificare la regolazione dell'industria: se sia orientata alla produzione o al consumo; se sia coercitiva o volontaria; se abbia una forma più o meno recente. La regolazione può avvenire sotto forma di leggi oppure può far parte di un giro di contrattazioni collettive tra datori di lavoro e lavoratori. I cittadini e i consumatori hanno un ruolo indiretto. Come cittadini, possiamo votare per un partito o un candidato politico che promette di regolare il mercato in una maniera che giudichiamo soddisfacente oppure che prenda delle iniziative per meglio tutelare i consumatori. Gli strumenti orientati al consumo sono indirizzati al cambiamento dei metodi produttivi attraverso le scelte di consumo. La forza trainante alla base degli strumenti orientati al consumo è il ruolo che possono avere le scelte di consumo influenzando il profitto monetario e la buona reputazione delle imprese nella società e nel mercato.
Idealmente i consumatori esprimono le loro opinioni alle aziende scegliendo un particolare prodotto al posto di un altro. Agiscono in questo modo per spingere le industrie a cambiare i metodi produttivi prima che i profitti diminuiscano e l'immagine pubblica sia compromessa. I metodi coercitivi di regolare l'industria sanzionano giuridicamente i trasgressori: le cosiddette politiche governative di tipo "ordine e controllo" e le controversie legali possono portare a sanzioni legali in forma di contravvenzioni, di divieti di continuare la produzione o di incarcerazioni. Quando sono in vigore i decreti legislativi, le aziende citate in giudizio devono risarcire economicamente le parti lese e magari interrompere la produzione. Questi sistemi spesso stimolano l'industria ad applicare degli standard che non sono richiesti dalla legge, detti "oltre gli adempimenti previsti". Una vecchia forma di regolazione orientata alla produzione e la politica è.Quando approvata una normativa che crea delle politiche pubbliche che regolano la manifattura, ovvero per la produzione dei beni. Questa normativa può riferirsi alle condizioni di lavoro, ai salari, agli ingredienti usati nei prodotti, all'inquinamento ambientale e di solito sono normative nazionali che vengono applicate ai prodotti sul territorio nazionale. I governi stanziano dei fondi affinché gli enti pubblici controllino se l'industria segue normative e regolamenti, l'adempimento è obbligatorio. Le politiche pubbliche possono essere il prodotto di un compromesso politico, gli enti pubblici possono essere mal preparati a controllare efficacemente l'industria oppure possono essere solo una risposta parziale ad un problema di carattere transnazionale. Molte istituzioni del consumo critico sono state fondate per reazione all'incapacità del governo di risolvere i problemi causati da altre pratiche di produzione e di commercio industriale.
Un altro vecchio strumento orientato alla produzione per la regolazione dell'industria è la standardizzazione: gli standard sono accordi documentati che contengono specifiche tecniche o altri criteri di precisione che vengono utilizzati con sistematicità come regole, linee guida o definizioni di caratteristiche per assicurare che i materiali, prodotti, processi e servizi siano adatti al loro scopo. Si differenziano dalle misure delle politiche pubbliche perché hanno un carattere di volontarietà e spesso sono gestiti da organizzazioni di standardizzazione, non governative figlie della società industriale. La fondazione di queste organizzazioni portò la necessità di armonizzare i criteri di standardizzazione nazionali e di applicarli a tutta l'industria e a livello mondiale. Il libero scambio, la globalizzazione, nonché l'assenza di iniziative nazionali per la regolazione dell'industria hanno fatto
Aumentare l'importanza degli standard internazionali. Gli standard internazionali sono fissati per mettere in risalto l'affidabilità e la qualità dei prodotti, per migliorare la salute, la sicurezza e la protezione ambientale, per incrementare il livello di compatibilità di beni e servizi e per agevolare l'efficienza distributiva e la facilità di manutenzione. Alcuni esempi di prodotti standardizzati a livello internazionale sono il telefono, le carte bancarie, le misure...
L'International Organization of Standardization (ISO) è stata fondata nel 1947: si tratta di un'organizzazione non governativa, con affiliazione volontaria, e i membri sono le organizzazioni di standardizzazione nazionali.
I sistemi di gestione sono un modo abbastanza nuovo di regolare l'industria. Esistono dei standard di gestione interna che rispondono alla necessità dell'industria di gestire i rischi. I sistemi di gestione sono simili alla
standardizzazione e al consumo critico perché sono volontari, sono in molti a seguire gli standard fissati dall'ISO. Questi sistemi di gestione sono orientati alla produzione nel senso che sono implementati all'interno delle aziende, ma differiscono dalla standardizzazione tradizionale perché non standardizzano beni materiali, bensì la gestione e le condizioni di lavoro. Sono orientati ai processi e rappresentano un passo verso l'auto-riflessività all'interno dell'industria. L'idea sostanziale è quella di cambiare i metodi produttivi modificando la mentalità dell'industria e le convinzioni condivise.
Una forma più vecchia di regolazione delle imprese è il codice di condotta, ovvero accordi volontari che affermano formalmente i valori e le procedure che dovrebbero governare il mercato. Si può trattare di brevi dichiarazioni di obiettivo da parte di un'impresa o di un documento sofisticato che
richiede un adempimento in base a criteri o parametri che hanno poteri di esecuzione forzata. Questi possono essere orientati alla produzione quando le aziende li indicono e li applicano internamente; possono anche essere orientate al consumo se sono redatti e fatti osservare da organizzazioni non governative. Oggi i codici di condotta preoccupano la globalizzazione economica e la delocalizzazione della produzione verso i paesi in via di sviluppo che hanno standard economici e sociali inferiori. Numerosi codici di condotta di orientamento mondiale sono stati redatti da organizzazioni internazionali governative e non, da sindacati, imprese, università e associazioni di categoria. Il motivo del crescente interesse verso i codici di condotta sono: alcuni codici sono stati ideati perché l'industria aveva deciso che l'autoregolazione fosse meglio della regolazione prevista dal governo oppure perché aveva ritenuto di poter sedare la mobilitazione dei consumatori che.richiedevano codici di condotta indipendenti; altricodici sono stati creati in seguito alla pressione dei cittadini consumatori o a causadella concorrenza con altre imprese oppure nati dal desiderio di un'azienda dimigliorare la propria immagine pubblica e la propria reputazione. I codici di condottavolontari, infatti, possono essere elaborati per essere applicati oltre i confini nazionalie le giurisdizioni dei governi, evitando così alcuni dei problemi dovuti alle restrizionisolitamente applicati dagli Stati per gli accordi commerciali regionali e internazionali.Spesso si ritiene che i codici di condotta siano al complemento importante allaregolazione governativa. Tuttavia è difficile controllarne l'utilizzo, infatti esistono deiproblemi riguardo a trasparenza, equità e apertura del codice nel momentodell'implementazione.Il consumo critico è il modo generale e decisivo per regolare l'industria. È simile aisistemi di
standardizzazione e di gestione nel senso che è volontario, una differenza però è rappresentata dal fatto che il consumo critico coinvolge molte più persone rispetto alla maggior parte degli altri meccanismi. Ovviamente il ruolo dei cittadini e dei consumatori è più accentuato. Ci sono numerosi generi diversi di consumo critico: c'è il consumo critico negativo rappresentato da persone che si rifiutano di acquistare marche e prodotti specifici, boicottaggio è il termine comune che si usa per identificare questo comportamento di acquisto; c'è il consumo critico positivo, buycott, che comporta l'iniziativa consapevole di invitare i consumatori ad acquistare prodotti di particolari marche. I consumatori vengono a conoscenza dei boicottaggi e del consumo critico positivo attraverso le informazioni divulgate dalle associazioni civili, reti informatiche, mass media, distribuite sotto forma di campagna organizzate al di fuori
della rete di distribuzione locale e attraverso i servizi giornalistici dei media. La differenza principale tra i meccanismi di regolazione esaminati nel paragrafo riguarda il ruolo dei consumatori e dei cittadini, ma comunque tutti questi hanno degli elementi comuni numerosi, si possono infatti anche sovrapporre come per esempio alcuni sistemi di regolazione nel caso di marchi di qualità ambientale, biologica e del commercio equo e solidale. I sistemi di certificazione possono essere integrati alle organizzazioni di standardizzazione mentre i sistemi di gestione possono facilmente diventare dei sistemi di certificazione (i sistemi di regolazione che interessano la stessa area sono spesso in concorrenza tra loro, una concorrenza positiva in quanto stimola le diverse istituzioni a controllarsi a vicenda e a sviluppare ulteriormente la loro missione e i criteri utilizzati, la concorrenza è negativa quando si verifica la presenza di attori potenti che decidono di usare un sistema
specifico in modo meno trasparente volto a obiettivi più modesti). Le caratteristiche essenziali degli strumenti di regolazione sono pertanto la collaborazione e la fiducia tra gli attori, la trasparenza e la responsabilità. Le imprese devono aprirsi alle critiche esterne e svelare gli ingredienti contenuti nei prodotti; le istituzioni di auditing devono assicurare alle imprese, al governo e al pubblico di consumatori che gli standard e i criteri adottati nelle valutazioni sono ragionevoli e onesti.
3. I boicottaggi di consumo contemporanei
Rispetto al passato, oggi i boicottaggi sono rivolti a diversi tipi di problemi e comportano strategie e tattiche nuove. In particolare stanno diventando assai diffusi i boicottaggi orientati ai media, inoltre sono maggiormente istituzionalizzati e globalizzati aggirandosi soprattutto su problemi nuovi come lo sviluppo sostenibile, mentre un numero crescente di persone aderisce ai boicottaggi con motivazioni altruistiche. I singoli cittadini che
prendono parte ai boicottaggi sono turbati dalle ingiustizie e cercano di correggerle modificando i comportamenti di acquisto, sebbene in modo diverso rispetto al passato