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Fornisce stima di frazione di acqua libera in alimento (necessario per determinare qualità e sicurezza
dell’alimento). Misurata dal coefficiente di attività (Aw) definita come abbassamento della pressione
parziale del vapore d’acqua alla superficie dell’alimento (Pw) rispetto a pressione parziale di H2O pura
(P°w) a temp costante. Aw = Pw/P°w
Sostanzialmente tanto minore è Aw e tanto minore sarà l’acqua libera disponibile e maggiore il periodo di
conservazione.
Esistono diverse tipologie di acqua (naturali – telluriche – profonde – potabili). Il fabbisogno giornaliero è
circa di 200-500 litri/abitante (media) -> pulizia, istituzioni, industrie…
L’acqua destinata a uomo deve essere potabile, ovvero:
Innocua: no patogena
Usabile: impieghi domestici e industriali
Accettabile: gradevole, ovvero limpida, inodore, insapore, incolore…
E deve rispondere a criteri standard:
Idrogeologici:
o Acque profonde: studio composizione terreno e rocce attraversate da acqua
o Acque superficiali: studi su relazioni acqua-inquinamento
Organolettici: Per lo più deve essere “gradevole”, per esempio la torbidità (se presente perché…)
Fisici:
Temperatura:
o correggibile facilmente
Conducibilità:
o valuta grado di mineralizzazione
Chimici:
Mineralizzazione
o pH
o Inquinanti
o Durezza (totale = temporanea + permanente)
o
Microbiologici: ricerca di microorganismi patogeni (lunga e laboriosa). Vengono usati degli indicatori:
Ammonio
o (materiale in decomposizione)
Nitroso
o (indica quanto recente inquinamento)
Nitrico
o 14
Se l’acqua non corrisponde a criteri viene trattata (correzione, potabilizzazione, disinfezione chimica o
fisica)
Esistono dei parametri guida per definire la potabilità dell’acqua: Tensioattivi (detersivi 0,200 ppm), residuo
fisso (a 100°C da 300/600 ppm), pH (tra 6,4 e 8,5), temperatura (tra 12 e 25°C), ione cloro (da 25/200 mg/l),
ione ferroso (da 0,05/0,2 mg/l), ione manganese (da 0,02/0,05 mg/l) e pesticidi (non ammessi ma tollerati)
Con acqua minerale intendiamo acqua stabile in durezza e prive di nitrati, composizione minerale può però
essere varia. Ogni acqua, quindi, è differente ma ne riconosciamo:
Terapeutiche: proprietà benefiche
Da tavola: tutte le altre
Aspetti organolettici degli alimenti. Colore, odore e sapore. Valutazione della qualità
• organolettica degli alimenti.
Additivi alimentari e coadiuvanti tecnologici. Classificazione, uso, normativa, etichettatura.
•
Esistono in campo alimentare degli additivi impiegati con lo scopo, non nutritivo, di esaltare
favorevolmente particolari caratteristiche del suddetto alimento. I limiti sull'utilizzo degli additivi alimentari
consistono in:
Deve risultare necessario
• (se no = impossibile ottenere alimento o evitare grandi scarti)
Assunzione additivo non deve causare rischi alla salute
• (anche se assunzione per lunghi periodi di tempo)
Non devono esservi reazioni che producano sostanze tossiche
• Non deve mascherare alterazioni
•
In base alla loro funzionalità è possibile raggrupparli in additivi:
Antimicrobici:
• prolungano conservazione e protegge da microrganismi
o Acido ascorbico
o Acido benzoico
o Anidride solforosa
o Difenile (trattamento superficiale degli agrumi)
o Lisozima (uso per formaggi selezionati)
Antiossidanti:
• prolunga conservazione da ossidazione
o Tocoferoli (oli, grassi, insaccati)
o Lecitine (prodotti da forno, dolci)
o Acido ascorbico (bibite, succhi)
o BHA (salse, zuppe, carne disidratata)
Organolettici:
• adibiti a modificarne qualità come
o Coloranti (inorganici, inorganici naturali/sintetici)
Aromatizzanti
o (aromi naturali, natural-identici, artificiali)
o Edulcoranti (calorici o intensivi)
o Esaltatore di sapidità
Consistenza: come addensanti, gelificanti e stabilizzanti
• Pectine
o Alginati, agar-agar, carragenine
o Carruba guar
e
o Amidi modificati
o
In Europa gli additivi hanno subito una catalogazione (Exxx) che li contraddistingue:
coloranti
E100-199
• conservanti
E200-299
• antiossidanti e regolatori acidità
E300-399
• addensanti, stabilizzanti e emulsionanti
E400-E499
• regolatori acidità e antiagglomeranti
E500-E599
• 15
esaltatore di sapidità
E600-699
• vari
E900-999 (per lo più sintetici)
• altri prodotti
E1100-1599
•
In Italia il loro utilizzo è regolato dal decreto 209/1996 (contiene quali alimenti non devono essere
additivati, quali additivi si possono usare e in quale quantità max in base al consumo dell'alimento -> DGA .
Dose Giornaliera Ammissibile)
In correlazione agli additivi vi sono dei coadiuvanti tecnologici che permettono migliore resa alimento
durante lavorazione e/o trasformazione delle materie prime (siliconi, vaselina, diatomee, sabbie silicee...).
Queste non devono rimanere nell'alimento a fine lavorazione.
Fitochimici
composti che secondo studi recenti dimostrano azione protettiva per salute umana. Hanno caratteristiche
di additivi. Vengono trattati i glucosinolati, i polifenoli (flavonoidi).
Colori degli alimenti:
• indicatore di proprietà specifiche dell'alimento (pigmenti)
Rosso:
o Polifenoli – flavonoidi
Carotenoidi – licopene
Blu-viola:
o Polifenoli – anticianidine
Verde:
o Clorofilla
Isotiocianati
Acido folico
Giallo-arancione:
o Polifenoli – flavonoidi
Carotenoidi
Acidi organici
Bianco:
o Allicina
Polifenoli
Glucosinolati
Isotiocianati
Coloranti nei tessuti animali, vegetali o sintetici sono:
Composti dell'eme
• (mioglobina ed emoglobina)
Nei vegetali le colorazioni sono tante e tutte dovute a molecole diverse:
• Clorofilla
o (colorazione verde dovuta ad assorbimento di suoi colori complementari rosso e violetto)
Carotenoidi
o (pigmenti secondari adibiti a catturare raggi solari)
Carotene
Licopene
(rosso pomodori, albicocche...)
Flavonoidi
Antocianine
• (in combinazione con molecole glucidiche = antocianine. Sono coloranti
molto sensibili al pH e varia colore da rossa a porpora a blu)
Sintetici : più stabili e meno costosi ma problemi di tossicità. Derivanti da sali di diazionio + fenoli e ammine
• aromatiche (N=N)
Si hanno sospetti sull'uso dei coloranti (tossicità, allergie, effetti cancerogeni e mutageni) 16
Conservazione degli alimenti
•
Tutti gli alimenti deteriorano quindi per migliaia di anni l’uomo ha utilizzato tecniche per fronteggiare le
alterazioni dei cibi. Queste tecniche oggi sono molto numerose e vengono sfruttate in base alla loro finalità
di utilizzo:
Contrastare microorganismi
• (batteriostatico o battericida)
Bloccare attività enzimatiche
• (pastorizzazione, scottatura)
Contrastare alterazioni chimico-fisiche
• (confezionamento asettico, active packaging)
Conservazione con basse temperature
Metodi fisici altamente utilizzati. Basse temperature rallentano o bloccano attività enzimatica. Le tecniche
basate su questo tipo di conservazione sono:
Refrigerazione: conservazione a breve termine (tra 0/4°C e umidità 85%)
• Congelamento:
• causa cristallizzazione dell’acqua e la solidificazione del prodotto. Questo può essere
Lento: temp tra -8/-20°C, formazione di microcristalli che rompono membrana cellulare (sistema abbandonato perché
o negativo su qualità organolettiche)
Rapido: temp -30°C, microcristalli non rompono membrana
o
Surgelazione:
• alimenti surgelati derivano da materie prime fresche sottoposi a metodo congelamento ultrarapido
Conservazione ad alte temperature
calore inattiva enzimi e uccide microrganismi.
Pastorizzazione:
• riscaldamento di un prodotto (uccide microrganismi ma non spore -> richiede buona conservazione).
Pastorizzazione più diffusa è quella “rapida” o HTST (High Temperature Short Time) con una temp di 75/85°C per 15/20”.
Si applica sui liquidi
Sterilizzazione:
• distrugge tutti microrganismi in alimento. Divisa in:
Classica (apertizzazione):
o temp 120°C per 20” con alimenti solidi o liquidi in contenitori metallici o vetro
UHT (Ultra High Temperature):
o temp 140/150°C con alimenti liquidi sfusi successivamente raccolti
Conservazione per sottrazione d’acqua
Rallentamento o impedimento a microrganismi e processi enzimatici
Concentrazione:
• riduce parzialmente acqua in liquidi mediante cristallizzazione dell’acqua e separazione dei cristalli.
Può essere
A caldo (t = 40/50°C)
o A freddo
o (t = -3/-9°C)
Essiccazione:
• esposizione a fonte calore per rimozione acqua fino a residuo di 10/15%. Fonti di calore possono essere
o Naturale: sole
o Artificiale: aria calda, polverizzazione, sottovuoto
Liofilizzazione:
• disidratazione per sublimazione
Conservazione in ambienti modificati
Vengono usati gas come N2 e CO2 che inibiscono microrganismi e si distinguono in
• Atmosfera controllata: modifiche in depositi refrigeranti e gas sotto valori costanti
• Atmosfera modificata: modificazione in confezione di alimento
Sottovuoto:
o sottrazione aria in confezione.
Cryovac:
o alimento avvolto da pellicola che aderisce grazie a calore
Conservazione con radiazioni ionizzanti
Blocca attività vitali, in Europa erbe aromatiche e spezie.
Tecnologie emergenti
Trattamento alta pressione (pascalizzazione):
• distrugge microrganismi ma non spore
Trattamento con ultrasuoni (cavitazione):
• ultrasuoni attraversano un mezzo liquido formano una serie di bolle di gas
nel mezzo, e implodendo rompono le membrane dei microrganismi uccidendoli
Metodici chimici di conservazione 17
Salagione:
• sale comune ha buon potere batteriostatico perché disidrata per effetto osmotico. Concentrazione
necessaria è 10/14%. Spesso abbinata a refrigerazione. La salagione può essere:
o A secco: sale grosso sfregato su alimento
o In Salamoia: soluzione di acqua e sale in cui si immerge alimento
Uso dello zucchero:
• disidratazione simile a sale ma + blanda (50% di concentrazione)
Uso dell’aceto:
• abbassa pH, condizioni sfavorevoli per microrganismi
Uso di alcol etilico:
• concentrazioni tra 50/70% sono battericide (fru