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IL VODU IN AFRICA
INTRODUZIONE
vodu -> qualcosa di indicibile, che sfugge alle domande e alle spiegazioni. Termine
polisemico che acquisisce diversi significati a seconda dell'utilizzo. Può definire credenze
o oggetti, animali o fenomeni atmosferici. Anche le persone sono vodu.
Le religioni politeiste non coltivano l'aspirazione al proselitismo. Le loro gerarchie tendono
ad accrescere la sensazione di disorientamento e confusione nei giovani adepti.
I vodu non sono organizzati attraverso un testo o una summa teologica ma si identificano
con la personalità del sacerdote o con il luogo in cui sono installati.
La partecipazione e l'osservazione delle celebrazioni è l'unico modo per avvicinarsi al
vodu, assieme all'analisi dela cultura materiale.
Questo libro analizza il GOROVODU, uno dei tanti vodu praticati lungo le coste del golfo di
guinea, tra Togo e Benin.
Si fa riferimento a tre caratteri che MARC AUGE' usa per distinguere i paganesimi:
– assenza di dualismo (spirito/corpo e fede/conoscenza)
– assenza di una morale come principio esterno che struttura la vita collettiva e del
singolo
– continuità tra ordine biologico e sociale -> ogni evento è da decodificare
l'altra distinzione necessaria è quella tra religione e magia. Il vodu rifiuta la classificazione
di magia e e vuole definirsi religione.
Il gorovodu nasce dalla rielaborazione di culti antistregoneria.
Esso si divide in due ordini:
– tron kpeto ve
– tron kpeto deka
1. inquadramento storico-geografico
la regionee geografica dove il gorovodu è più diffuso coincide con l'area culturale detta
aja-tado, che corrisponde ad una zona tra TOGO, BENIN e NIGERIA.
Una regione attraversata da continui movimenti, flussi migratori e conflitti.
2. percorsi della ricerca
il lavoro di ricerca dell'autroce inizia in Togo, in un area di lingua ouatchi, una zona agricola
attorno alle sponde del fiume Mono, al confine con il benin.
3. il gorovodu
i villaggi intorno al Mono sono considerati un area di intensa pratica vodu e richiamano
molti clienti, che vengono da altre città a consultare i feticheurs e i bokono locali.
Il paesaggio è costellato dai segni della presenza dei vodu, riconoscibili dalle bandiere
rosse, bianche e nere, che sventolano in corrispondenza dei santuari. I bo (talismani di
protezione) appesi nei campi ecc..
lo spazio è segnato dalla presenza del mondo invisibile -> le vodussi (spose vodu) portano
con loro un carico di forza cosmica ovunque vadano, la notte è abitata da spiriti, antenati,
morti, emissari di stregoneria ecc.
Il vodu nel suo complesso sembra funzionare per analogia, grazie a continue
appropriazioni e stratificzioni, capaci di costruire spazi reali e immaginari.
4. forme di iniziazione
POV del ricercatore -> posizione difficile, impossibile guardare le cose con gli occhi del
nativo, ma con il tempo sempre più vicina al loro punto di vista. Posizione liminale.
A volte qualcuno preoccupato per lei, altri sospettosi.
Genere fluido -> honorary male, seduta con i capi, diversa dal popolo dei non iniziati.
Il vodu prevede dei tabù sulla parola, segreti che possono conoscere solo gli iniziati.
L'autrice non desiderava essere iniziata quindi le persone che parlavano con lei limitavano
le informazioni da condividere.
Tuttavia il tempo dedicato alla conoscenza reciproca ha garantito che lentamente
venissero condivise delle cose con lei.
1. COSTRUZIONI INTELLETTUALI INTORNO AL VODU (pag 32)
tre paradigmi sono essenziali per comprendere il termine VODU:
– feticismo
– religione tradizionale
– sincretismo
feticismo -> concetto elaborato verso la fine del XVIII secolo da Charles de Brosses. Per
comprendere la mentalità primitiva bisogna innazitutto conoscere la mentalità degli
studiosi, la loro maniera di vedere le cose.
Lo sguardo degli uomini di commercio creò a partire dal XVI secolo l'ide di "feticcio"
rendendo questa parola carica di implicazioni politiche e filosofiche. Quando furono i
missionari e i coloni ad andare in africa l'idea di feticcio fu trasformata in qualcosa di più
vicino a creature spirituali simili a quelle del cristianesimo, oppure demoni.
Nell'epoca del nazionalismo africano e dell'indipendenza (anni '50 / '60) venne creato il
concetto di "religione tradizionale africana".
Il vodu fu considerato prima materia bruta per poi trasformarsi in oggetto di complesse
elaborazioni metafisiche.
1. vodu: un tentativo di definizione
l'etimologia del termine è controversa. L'antropologo Bruno Grilli dice che il vodu è
chiamato anche HOU, che significa sangue. Un altra interpretazione di Grilli è che nella
parola Vodu, la particella DU significherebbe il luogo o il segno di ciò che è mantenuto
segreto o situato dentro un buco (VO) -> segno di ciò che è segreto.
Con il termine TRON vengono chiamate le divinità.
Il termine vodu è diventato voodoo nel linguaggio inglese, il vodu è diventato tema di film e
libri dell'horrore.
2. genealogia della nozione di feticismo.
Il termine feticcio, probabilmente utilizzato fino al XVI secolo per designare amuleti e
oggetti magici africai, è attestato nel XVI secolo nella lingua portoghese come feitico,
deriva dal lativno factitius che significava manufatto. Nel 1751 Charles de Brosses ne
parla in un libro, definendo "popoli feticisti" come società connotate da una credenza o una
religione specifica.
August Comte definì il feticismo comeuno stadio preliminare dell'evoluzione della società,
caratterizzato dall'attribuire delle intenzioni indipendenti dalla volontà umana agli oggetti.
Edward B. Tylor poneva il feticismo, definizione minima di religione, al livello più basso
della scala che ripercorreva gli stadi di sviluppo culturale.
L'idea di feticcio esprime un nuovo concetto, lontano dai paradigmi del cristianesimo, un
ordine caotico, capace di associare un qualsiasi oggetto ad una forza mistica.
I mercanti tendevano ad attribuire un valore concreto a tutto ciò che vedevano, gli africani
tuttavia attribuivano agli oggetti una differente scala di valori che veniva tradotta dai
mercanti come ingenuità e gli oggetti da cui loro sembravano attirati senza motivo presero
il nome di feticci. Il termine feticismo comunque ha avuto una valenza negativa e per
questo motivo spesso non è stata utilizzata sostituendola al termine più generico di magia.
3. il vodu è un feticcio?
Secondo Pietz sono 4 i caratteri sostanziali che possono aiutarea comprendere la genesi
e la dinamica del termine feticcio: la materialità, la singolarità e ripetizione, il valore sociale
e lo stretto rapporto con il corpo umano.
Bruno Latour invece nel 1996 parte dall'artificialità del feticcio per dire che per i missionari
il fatto che i locali costruissero dei feticci era la prova della loro malvagità e malafede,
infatti essi fabbricavano i propri Dei e li idetificavano con un oggetto che può quindi essere
rubato, distrutto, consunto dal tempo ecc.
4. l'irriducibile materialità dell'oggetto
la preparazione di un vodu ricorda una ricetta culinaria, la persona incaricata
dell'installazione arriva in un luogo convenuto con una serie di piccoli pacchetti che
contengono gli ingredienti necessari. Si tratta soprattutto di AMA, ovvero erbe, radici,
foglie, che in dosi differenti e nelle dovute combinazioni, tipiche di ogni vodu, vengono
miscelate tra loro. Gli ingredienti vengono scelti per delle specifiche caratteristiche fisiche,
simboliche o estetiche, per evocare e convogliare le energie necessarie ad ottenere gli
effetti desiderati.
Ogni ingrediente permette di accumulare forza dentro un particolare oggetto attraverso il
soffio vitale o respiro detto GBOGBO che appartiene ad ogni elemento della natura.
L'oggetto è quindi il recettore di soffi vitali che devono essere attivati tramite il rito.
I vodu hanno dei canali (per esempio occhi, bocca orecchie) da cui si alimentano,
ascoltano, respirano e possono quindi attivarsi nel mondo.
Ogni mercato vende materiali destinati alla costruzione di questi oggetti.
Agli ingredienti principali si aggiunge sempre il sangue – hou – degli animali sacrificati nel
momento dell'installazione, le bevande alcoliche degli antenati e altre bevande non
alcoliche.
La forma esterna del vodu verrà modificata nel tempo dalle offerte che si accumuleranno,
cibo, sangue, penne dei polli sacrificati, uova ecc. -> dispositivo in continua espansione.
5. Metafora e metonimia: singolarità e ripetizione.
La metafora e la metonimia sono parte dei processi logici che portano alla realizzazione
degli oggetti sacri in Africa.
La metonimia ci ricorda che una foglia mantiene le proprietà dell'intero albero e garantisce
la relazione tra i due.
La metafora si esplicita nel momento in cui si useranno per esempio delle monete per
favorire il benessere economico o un cane per la guardia della casa ecc.
Il feticcio risulta una "fabbricazione composita" nella quale ogni ingrediente è scelto
secondo una logica precisa che rende ogni evento e ogni oggetto irripetibile.
L'affidabilità di un vodu dipende dall HOUNO che l'ha costruito. Il vodu non avrà valore se
il suo costruttore non conosce i suoi segreti.
6. Valore sociale del feticcio
l'installazione di un vodu è un momento fondamentale in cui la comunità si riunisce. La
pratica consiste sempre nello scavare nel terreno con le mani e con un machete ed
evidenzia il radicarsi degli uomini in un luogo.
7. Corpo del feticcio, corpo dell'uomo
Pietz infine cita il rapporto tra feticcio e corpo dell'uomo, cioè la possibilità che il corpo
possa essere controllato da oggetti materiali.
Il corpo viene considerato un sistema aperto in cui gli spiriti possono penetrare.
L'uomo secondo gli Ewe e i Fon ha una parte pirituale definita LUVHO che si divide in tre
parti la cui più potente delle tre è completamente invisibile, durante il sonno esce dal corpo
e viaggia in luoghi spaventosi e conosciuti. Essa rappresenta il potenziale di stregoneria in
ognuno di noi. Le streghe e gli stregoni hanno quindi potenziato questa parte.
Al luhvo si affianca il gbogbo, cioè il soffio vitale, a componente che consente alle creature
di vivere.
L'uomo, come il vodu, è costituito quindi da varie parti in una certa misura dipendenti le
une dalle altre.
8. genealogia del paradigma "religione tradizionale"
l'invenzione della religione tradizionale fu in qualche misura il risultato del lento tentativo di
superamento de paradigma del feticismo.
Derisione e demonizzazione delle