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CORPI PERTURBANTI

Abbiamo visto quelle che sono le relazioni fra letteratura, cultura e società nei processi di

fabbricazione di corpi umani.

Ma la letteratura, e l'arte in genere, son anche laboratori di anatomie fantastiche, non per questo

però fini a se stessi.

Nel delineare una teoria dei mostri, lo studioso americano Jeffrey Cohen parte dal concetto che "il

corpo del mostro è sempre culturale", l'incarnazione dei desideri e delle paure di una data cultura

di cui il mostro diventa l'interprete più rivelatore.

ES. Connota una degenerazione dell'umano nell'Ottocento darwiniano (il mostro zoomorfo).

ES. Nel contesto post-nucleare del Novecento, il mostro zoomorfo diventa il corpo geneticamente alterato del

mutante.

Secondo Cohen, una caratteristica saliente delle anatomie fantastiche: Abitare la soglia tra le

categorie di opposti.

- Vita/morte, Vampiro

- Biologico/Tecnologico, Frankenstein o automi

- Identità/Alterità, Dottor Jekyll e Mr Hyde

Il Fantastico Moderno

Ed è il fantastico moderno a fare del doppio un motivo portante il sintomo di un'identità dissociata

di un'epoca che sperimenta con terrore la riproducibilità tecnica del corpo offerta dai nuovi media.

Il tema del doppio parla dunque anche del rapporto fra il corpo e quei dispositivi, lo specchio, la

statua, il ritratto e infine l'emanazione luminosa, che gli hanno consentito di riprodursi in immagini e

simulacri, duplicazioni che sono al tempo stesso garanzia d'immortalità e perturbante annuncio di

morte.

ES. Nel Castello dei Carpazi di Jules Verne, una diva dell'opera è trasformata da morta in un

(1892)

ologramma vivente, preludio a quell'impiego massiccio del doppio fantasmatico da parte del cinema delle

origini.

ES. Nei Quaderni di Serafino Gubbio Operatore , Pirandello dà voce al trauma collettivo di fronte alla

(1925)

duplicazione vampirica inaugurata dalla nuova tecnologia, descrivendo il corpo sullo schermo come

"sottratto, soppresso, privato della sua realtà, del suo respiro, della sua voce, del rumore che esso produce

muovendosi, per diventare soltanto un'immagine muta, che tremola per un momento sullo schermo e

scompare in silenzio, d'un tratto, come un'ombra inconsistente, gioco d'illusione su uno squallido pezzo di

tela.

Il Perturbante Freudiano

Sull'ambiguità dei corpi fantastici insiste anche il concetto freudiano di perturbante:

Nel saggio Das unheimliche pubblicato nel 1919, Freud

(in italiano, appunto, "Il Perturbante")

s'interroga sulle ragioni psicologiche e culturale della letteratura 'del terrore'.

Freud giunge a individuare la radice dell'inquietudine nel miscuglio tra ciò che appare

simultaneamente famigliare ed estraneo e che si scatena quando un ricordo che si credeva per

sempre dimenticato e rimosso riaffiora traumaticamente alla memoria, generando angoscia:

I mostri del fantastico fanno riemergere qualcosa che ci è da sempre familiare, che abita a

nostra insaputa la 'casa dell'io' rendendocela improvvisamente estranea e alienante.

Lo stesso meccanismo sarebbe all'opera nella cultura.

ES. Un conto è credere, come il Medioevo, nel potere miracolistico delle reliquie corporee, un conto è

raccontare nell'Ottocento la storia verosimile di una mano mozza che improvvisamente si anima:

Il potere sovrannaturale delle reliquie appartiene a un'"infanzia" della cultura che l'età moderna, più adulta e

disincantata, dovrebbe avere ormai superato, da qui il sentimento perturbante quando il gotico ripropone feticci

magici in contesti ordinari e realistici.

La maggioranza della critica concorda allora nel leggere, dietro le anatomie fantastiche dei generi

moderni, anche un grande racconto del nostro inconscio collettivo, una storia di tabù, desideri

rimossi, censure culturali che tornano a visitare l'immaginario della modernità sotto forma di incubi.

Dalla metamorfosi alla casa mutante

Lungi dall'evocare la paura come farà nel genere gotico-fantastico, la metamorfosi arcaica evoca

un sentimento dionisiaco.

ES. Ovidio associa la metamorfosi alla metempsicosi, l'idea che l'anima possa reincarnarsi in eterno

sotto altre forme.

La differenza introdotta dal perturbante moderno è ben visibile se prendiamo un classico del gotico

ottocentesco, Il grande dio Pan (1984) di Arthur Machen, un'evidente trasformazione dell'antico

panico in terrore verso la minaccia sessuale o verso l'abiezione della Cosa informe.

Pan e il suo potere metaforico sono esplicitamente associati al demonio e alle sue operazioni

magiche, in linea con l'interpretazione dei corpi ibridi sopravvenuta nella cultura cristiana:

E solitamente le commistioni, anatomie mutanti e illusorie sono spesso, per il cristianesimo,

un marchio del diavolo.

Nuove Creature

Nascono così nuove creature della leggenda come, e soprattutto, la Strega.

E in questo caso il passaggio dalla leggenda alla Storia fu tragicamente breve, vista la

persecuzione di migliaia di donne durante la "caccia alle streghe", un capitolo notturno dalla Storia

su cui tentano di fare luce nell'Ottocento diversi scrittori, proprio mentre la Strega viene

ribattezzata "isterica" e il diavolo in corpo è diventato, per la medicina, la sessualità femminile

malata, mutando per restare in vita.

Continuità

- Il ruolo iniziatico che il 'cambiar pelle' assume nella mitologia.

ES. La pelle di Marsia, nel mito in cui viene scuoiato vivo, è un tugmento corporeo essenziale nel

definire limiti e sconfinamenti dell'identità.

Indica insomma simbolicamente che il vecchio io cambia pelle, muore per rinascere come 'altro'.

E anche se il Settecento illuminato, con la secolarizzazione, mossero verso la disintegrazione del

mito (per dirla con le parole di Max Weber: "il disincanto del mondo"), ciò ebbe paradossalmente

l'effetto contrario (oggi sostengono molti critici) di re-incantare il mondo anziché privarlo dei suoi

lati magici: un esempio su tutti è la fantascienza-tecnologica d'oggi.

Corporeità amorfa

In questo immaginario biologico nasce un nuovo mostro che viene spesso denominato "la Cosa", a

indicare una corporeità amorfa sul confine tra umano e non-umano.

ES. Franz Kafka La metamorfosi (1916)

ES. Philip K. Dick

Dove la metamorfosi grottesca si è ormai tramutata in modificazione genetica permanente,

apparato del biopotere.

Non tutti però concordano che questo decreti soltanto la tragica fine dell'umano, anziché la

possibilità di una sua re-invenzione immaginifica.

Il meraviglioso sovrannaturale parla adesso degli scenari surreali dell'inconscio, quelli relativi al

sogno, alla sessualità e al desiderio, dove la carne è libera di immaginarsi in forme altre, sia pure

perverse o mostruose.

Si può dire che nel nostro orizzonte post-umano l'incubo del cambio di forma si è tramutato anche

nel suo contrario, la possibilità di sognare modelli alternativi di corporeità.

Il feticismo della modernità

Nella letteratura gotico-fantastica è lo smembramento corporeo:

- Come sintomo di un io in disgregazione;

- (ma soprattutto) Controcanto ai modelli di totalità fabbricati dalla civiltà borghese.

Il perno

Il perno di questa dialettica è il concetto di feticismo, l'attribuzione di poteri magici e sacri a oggetti

materiali, come idoli o talismani, che caratterizza le religioni primitive, ma di cui Marx e Freud

riconoscono il ritorno nella civiltà moderna, in un'economia dei desideri nella quale le cose

vengono sessualizzate come corpi viventi e i corpi viventi sono ridotti a cose per il consumo di

piacere.

Questo corpo in pezzi, nel fantastico letterario permea a inizio Novecento il culto surrealista per i

feticci, divenendo imperante nell'età post-moderna.

ES. Videodrome (1983) di David Cronenberg, è una parabola sulla sessualizzazione dei media, la

televisione innanzitutto, che nel film diventa carne e si protende materialmente verso lo spettatore

seducendolo con le sue labbra di donna, mentre il corpo in carne e ossa del rapito teleconsumatore

si apre in due per far entrare una videocassetta.

E' la "società dello spettacolo" nella quale merci e corpi finiscono insieme nel tritatutto dei mass-

media, producendo una nuova carne: collettiva, ipersessualizzata e a pezzi.

ES. Ballard preconizza già negli anni Settanta, col romanzo-collage, La mostra delle atrocità (1970),

una trasformazione della realtà in un gigantesco museo degli orrori, dove ogni confine tra il corpo

umano e il mondo esterno si è ormai azzerato per far posto a un'unica "autostrada spinale", un

mostruoso sistema nervoso collettivo dove scorrono incessantemente immagini di corpi a pezzi:

gigantografie pubblicitarie di membra umane, ammiccanti seni, occhi, bocche di star del cinema

(Marilyn Monroe) o icone glamour della politica-spettavolo (Jackie Kennedy), radiografie di organi,

filmati di chirurgia estetica, zoom pornografici sulle zone sessuali, foto di ferite, membra mutilate

dalla guerra o deformate dall'atomica, scatti dei reporter sulla carne macellata in incidenti d'auto.

Il college di Ballard, molto simile a quello dei Documents di Bataille con cui si era aperta la critica

novecentesca al potere dell'occhio, giustappone iconografie eterogenee del corpo, come a dire un

processo di feticizzazione dilagante in ogni tipo di sapere: "l'organismo umano è una mostra di

atrocità" di cui siamo tutti involontari spettatori :

(e ciò include anche il "corpo" del romanzo)

- Assecondando il cliché gotico, Ballard ambienta il tutto nello spazio di un manicomio, nel

quale però la differenza fra gli psichiatri e i malati di mente si è completamente cancellata

tranne che (forse) nel medico protagonista, ammesso che tale si possa definire un

personaggio che cambia continuamente nome (Travis, Talbot, Talbert, Traven, Traves), a

riflettere un'identità schizofrenica finita anch'essa in mille pezzi (La follia di T. si esplicita

nella ricerca forsennata di un "modulo", un'unità di misura dei corpi).

- Il dottor T. resta il solo a chiedersi se esista un disegno sotteso al puzzle di membra, una

totalità coerente in cui ricomporre il corpo modularizzato e serializzato, ma il testo di Ballard

sembra rispondergli negativamente moltiplicando all'infinito le possibilità d'incastro tra i

pezzi omologhi del collage; anzi, insinua l'ipotesi che questa infinita scomponibilità del reale

non sia altro che la Terza Guerra Mondiale, una guerra dei sogni che non ha nemmeno più

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
32 pagine
7 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luacab di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Violi Alessandra.