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TRADUZIONE
Enzimi chiave: ribosomi. Coinvolge tutti e tre i tipi di RNA.
Man mano che le proteine ribosomiali (proteine per lo più grosse, quasi tutte basiche; si trovano
solo sulla superficie esterna dell’rRNA) sono prodotte vengono assemblate agli rRNA, i quali
costituiscono l’impalcatura del ribosoma stesso (hanno struttura universale in tutti i ribosmi) per
formare le due subunità dei ribosomi che continueranno la loro maturazione nel citoplasma. (per
molti non esiste sito E)
Le altre due tasche presenti sulla subunità maggiore vengono create dall’interazione tra le due
subunità. In particolare, una sequenza specifica del 16S riconosce una complementare presente su
mRNA. Mentre nella subunità minore sono presenti un solco di entrata e uno di uscita per l’mRNA.
Alcune mutazioni che colpiscono siti particolari dei RNA possono essere patologici (alcuni posso
mutare in siti di legame per proteine ribosomiali, altri responsabili delle interazioni tra gli rRNA, altri
in sequenze di legame con il mRNA).
Harry Noller e collaboratori dimostrano, contrariamente a quanto si pensava inizialmente che non
erano le riboproteine a svolgere la sintesi proteica ma l’rRNA. rRNA estratto sperimentalmente,
privo di proteine era in grado di sintetizzare legami peptidici, in quanto presenta un centro di
legame con la peptidiltransferasi; catalizzata dal dominio V dell’rRNA 23S. Reazione peptidil-
transferasica si occupa del trasferimento di amminoacidi sulla catena peptidica in allungamento.
Due eventi critici sono alla base dell’accuratezza della traduzione:
1)l’abbinamento aa-tRN; secondo un codice bilingue che abbina caratteristiche stereo-
chimiche dell’aminoacil-tRNA e l’amminoacido (paracodons)
2)l’abbinamento tRNA-aa con il messaggero; secondo il codice genetico classico (codon-anticodon
interactions).
Il processo di caricamento degli aa sui tRNA è caratterizzato da ammino-acil- tRNA sintetasi; sono in
totale 20. Catalizzano legame tra gruppo carbossilico del aa con gruppo -OH dell’adenina all’estremità
3’ del tRNA. Gli aa prima di essere legati al tRNA vengono adenilati; quando si legano al tRNA il
distacco dell’ADP produce l’energia necessaria per il legame. Per alcuni aa è più semplice per
l’enzima riconoscerlo mentre per altri aa risulta più complicato. Le sintasi escludono dal sito si
attivazione alcuni aa perché hanno forme o dimensioni diverse da quella corretta però alcuni aa sono
strutturalmente simili tra loro.
A volte il tRNA con l’aa scorretto interagisce con l’enzima, possono avvenire diversi tipi di
editing: in certi casi aa.-AMP prima di legarsi a tRNA passa in un sito di editing/correzione; se
l’aa è quello corretto reazione prosegue mentre se è errato aa-AMP va incontro ad idrolisi; se
non è presente tasca di editing l’appaiamento aa-AMP scorretto viene legato a un tRNA
sbagliato e quindi verrà riconosciuto dalla stessa sintesi che lo idrolizza.
Classe di antibiotici che comprendono la puromicina bloccano proprio la formazione del legame
peptidico, altri possono bloccare la dissociazione e l’uscita di particolari fattori. L’utilizzo di vari
antibiotici sono stati utili per capire il meccanismo della traduzione. Caso di resistenza all’antibiotico è
dovuta a mutazioni in rDNA.
Sia in eucarioti che procarioti un trascritto è legato simultaneamente da più ribosomi che scorrono
lungo di esso in direzione 5’-3’. Per le proteine ci sono 1 errore ogni 10mila pb. Gli mRNA dei
procarioti sono policistronici, ovvero posso catalizzare la traduzione di più geni
contemporaneamente.
Negli eucarioti non ci sono i cistroni e si ha una sola frame di lettura dell’mRNA, ogni mRNA corrisponde a
una sola proteina. I trascritti primari eucarioti e procarioti sono molto diversi strutturalmente quindi
anche il meccanismo di traduzione stesso.
Tendenzialmente quelli eucarioti non sono lineare ma ripiegati. Il cap e la coda vengono utilizzati
per tradurre perfettamente in messaggero e anche delle sequenze UTR contenenti info per la
traduzione; rappresentano forme di regolazione assenti dei batteri. Nella 5’UTR ci sono segnali che
inducono il messaggero ad assumere una struttura secondaria e delle sequenze IRES (non
codificanti) che vengono riconosciuti dai ribosomi come segnale che in zona sono presenti siti di
inizio della traduzione. Nei batteri subunità minore riconosce il sito di inizio AUG e si lega
direttamente, inducendo l’assemblaggio della subunità maggiore. Mentre negli eucarioti non vede
subito AUG ma il CAP, una volta legato a questo scorre per il filamento fino a trovare AUG. Il questo
tratto può trovare informazioni riguardo la traduzione.
Alcuni trascritti regolati tramite l’eliminazione del cappuccio il ribosoma può comunque funzionare e
tradurre grazie alle UTR e IRES. Il meccanismo di traduzione IRES-dipendente è tipico per trascritti da
stress e infezione virale.
L’inizio di traduzione nei batteri: I batteri contengono t-RNA specifico per formil-Metionina. In E. coli
il 50 % delle proteine presenta Metionina in N-terminale. Inoltre, Shine e Dalgarno scoprono una
sequenza consenso di legame per il ribosoma posizionata a monte di molti geni. Questa sequenza
detta Shine-Dalgarno box si appaia al rRNA 16S, avviene poi il reclutamento dei fattori IF. In
particolare, IF-2 regola l’associazione del primo AA-tRNA nei procarioti mentre IF-3 regola
l’associazione delle subunita’ ribosomiali nei procarioti.
Le fasi di inizio traduzione negli eucarioti: IF2 con GTP lega tRNA-Met iniziatore. Subunità minore
legata a fattori IF1, IF3, IF5 interagisce con il complesso tRNA-Met/IF2 e si lega al mRNA sul cap 5’
scivola fino ad AUG (contenuta della sequenza di Kozak); anticodone del tRNA-Met lega il codone
AUG, quindi reclutamento della subunità maggiore grazie a IF6.
Poiché la scansione fino a AUG può essere ostacolata dalla presenza di strutture secondare
dell’mRNA i IF4, che inizialmente legano il cap, svolgono un’attività elicasica che scioglie queste
strutture.
Regolazione inizio traduzione:
Subunità F4E viene destabilizzata da particolari proteine impedendo al complesso eligasico
- di legarsi al cap quindi tutto il complesso di pre-inizio di 48S non può formarsi.
eiF2 ha subunità alfa che può subire fosforilazione da parte di particolari proteine chinasi,
- inibendo la sintesi proteica generale; si attiva però un’altra via di sintesi tipica di situazioni di
stress = IRES-dipendente. (queste proteine chinasi infatti si attivano in caso di stress
cellulare; in particolare le cellule tumorali si trovano spesso in condizioni di stress quindi
inibizione della sintesi proteica).
Altro tipo di controllo è quello dovuta all’interazione di una particolare sequenza di mRNA con
- con uno specifico repressore traduzionale, un esempio è quello della sintesi della ferritina,
proteina responsabile del sequestramento del ferro nella cellula (se anch’essa in eccesso
può essere nociva). La sua traduzione è regolata sulla base del ferro disponibile; in assenza
di ferro il repressore traduzionale IRP lega l’mRNA in una specifica struttura a forcina
detta IRE della 5'UTR impedisce il legame della subunità
ribosomiale 40S al 5'cap dell’mRNA, bloccando così la traduzione. In presenza diferro, questo
lega IRP portandolo ad una conformazione che lo rende in capace di legare IRE IRP, quindi si
dissocia e sblocca così l’inizio della traduzione.
Fase di allungamento: ogni ciclo di allungamento è costituito da tre fasi: 1) entrata di un nuovo tRNA
nel sito A vuoto 2) formazione di un nuovo legame peptidico. 3) traslocazione dell’insieme mRNA-
tRNA-peptide dal sito A al sito P, in modo che il sito A ritorni vuoto pronto per iniziare un nuovo ciclo.
Nei procarioti sono necessari anche 3 fattori proteici: EF-Tu, EF-Ts, EF-G e GTP. EF-Tu media il legame
dell’amminoacil-tRNA nel sito A, lega dapprima una molecola di GTP, formando il complesso EF-Tu-
GTP. Successivamente si ha l’appaiamento del t- RNA con mRNA del sito A; se l’appaiamento è
corretto si ha un cambio conformazionale che porta l’idrolisi dell’GTP a GDP da parte del EF-Tu,
quindi viene rilasciato il complesso EF-Tu-GDP e si ha la formazione di un legame stabile del t-RNA
all’mRNA quindi formazione del legame peptidico. La riattivazione del EF-Tu-GDP a EF-Tu-GTP avviene
grazie al EF-Ts che agisce come fattore di scambio del GTP.
Il fattore EF-G è richiesto nella fase di traslocazione, la cui funzione è sempre associata all’idrolisi del
GTP. EF-GTP lega emisito A della subunità maggiore e poi si allunga nell’emisito A di quella minore
favorendo la traslocazione del peptidil-RNA da A a P e del tRNA scarico da P a E; EF-GTP viene quindi
rilasciato come EF-GDP; che viene riattivato a EF-GTP per un altro ciclo senza richiedere un fattore
specifico poiché l’affinità con il GTP è maggiore.
I dettagli del meccanismo sono state svelate usando particolari antibiotici. Se somministro
puromicina la quale assomiglia alla parte terminale di un AA-tRNA, questa entra nella tasca A ma
non avendo nessun gruppo reattivo non reagisce con l’anticodone quindi viene rilasciato, quindi la
traduzione termina generando una proteina incompleta.
EF-TU dopo aver idrolizzato GTP esce dalla tasca A e se trattando con chirommicina viene impedita
l’uscita del GDP. Idem l’acido fusilico blocca l’uscita di EF-G/GDP dopo che è avvenuto il legame
peptidico, quindi blocca il ribosoma impedendone la traslocazione.
Spesso le EF-Tu poiché assomigliano molto alle tRNA competono per il sito A. L’idrolisi del GTP induce
un cambio di conformazione delle proteine EF-Tu e EF-TG e del ribosoma, ciò determina l’irreversibilità
del processo. Negli eucarioti i fattori di allungamento vengono chiamati eEF: eEF1A analogo del EF-Tu,
eEF1B analogo del EF-Ts, mentre eEF2 implicato nella traslocazione è omologo del EF-G.
La terminazione: ci sono 3 codoni di stop UAG, UAA, UGA. Questi non sono letti da nessun tRNA, e
richiamano particolari fattori detti fattori di rilascio RF. Quando sull’mRNA si presenta un codone di
stop nel sito A si lega un RF1 (o RF2) che provoca il distacco della catena peptidica (reazione
idrolitica), si lega poi un RF3-GPD. A seguito dello scambio GDP/GTP si ha il rilascio di RF1 e RF3-GTP.
Interviene un altro RRF che interagisce con il sito A del ribosoma e viene poi spiazzato da EF-G
inducendo il rilascio del tRNA e il disassemblaggio di tutti i componenti. In particolare, a reagire con la
tasca catalitica del ribosoma è la Q della sequenza GGQ presente in tutti i RF.
Nei procarioti RF1 riconosce UAA e UAG, mentre R