vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
00LA SUPERVISIONE NEL SERVIZIO SOCIALE
LA SUPERVISIONE PROFESSIONALE NEL SERVIZIO SOCIALE (Pieroni)
Si è iniziato a parlare di supervisione già a partire dal secondo dopoguerra nelle scuole
di servizio sociale e dagli anni ’50 sono state avviate esperienze di supervisione negli
enti in cui vennero inseriti i primi assistenti sociali.
N.B. la supervisione può essere confusa con uno strumento di controllo interno di
qualità = revisione di pratiche professionali.
Nei sistemi di servizi alla persona è in atto un processo di managerializzazione e si è
diffuso uno spirito aziendale volto al controllo di qualità e alla riduzione di costi
CONTROLLO TECNICO differenza tra supervisione e controllo tecnico-
amministrativo.
La supervisione nasce nell’ambito delle prime scuole di servizio sociale negli anni 50-
60 del ‘900 per offrire agli studenti una preparazione tecnica più approfondita nel
periodo di tirocinio funzione affidata a personale direttivo o con altre competenze di
carattere organizzativo e gestionale.
Riforme anni ’70 scomparsa dei supervisori incardinati all’interno degli enti.
Prima metà anni ’90 di nuovo l’attenzione sulla supervisione però divenuta
questione di esclusivo interesse per il S.S. e non più degli enti.
Oggi supervisori esterni agli enti di servizio.
1) Posizione che gli A.S. rivestono all’interno delle organizzazioni dei servizi
maggiormente dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Il loro agire
professionale è sottoposto alle norme che regolamentano la P.A. A questa
collocazione consegue un mandato istituzionale definito da norme di legge e di
regolamento nella cornice degli obiettivi generali del settore/servizio specifico
strumenti di cui dispone la catena gerarchica interna all’ente che hanno il
compito di effettuare controlli sulla regolarità del procedimento sul piano
amministrativo in termini di requisiti di forma, di contenuto e di tempi di
espletamento in relazione a quanto previsto dalle norme di legge e regolamenti.
2) Distinzione tra le 2 funzione: supervisione professionale e controllo tecnico-
amministrativo. Gli A.S. sono professionisti dotati di un proprio bagaglio tecnico-
metodologico ed etico-valoriale (codice deontologico). Alla professione è
riconosciuta autonomia tecnica e di giudizio mandato professionale. La
metodologia e la deontologia orientano l’agire professionale dell’A.S. la cui
correttezza sul piano delle responsabilità deontologiche è sottoposta al controllo
disciplinare (consigli di disciplina). Il doppio mandato (istituzionale e
professionale) fa sì che nelle pratiche professionali degli A.S. sia sempre
presente una combinazione fra una dimensione tecnico-professionale e una
amministrativo-istituzionale (dilemmi etici).
CONTROLLO TECNICO ha a che fare con la dimensione tecnico-amministrativa e
risponde a un’esigenza dell’ente.
Oggetto: verifica della corrispondenza degli interventi dei singoli operatori alle
regole, alle procedure dettate dalle norme di legge e regolamenti e la loro
rispondenza ai fini istituzionali dell’ente
Obiettivo: evitare disparità di trattamento o differenziazioni tra i vari uffici in
relazione alle diversità socio-ambientali in cui operano o alla diversa
impostazione del lavoro degli operatori
Figura deputata: responsabile dell’ufficio o figura gerarchicamente superiore a
quella degli assistenti sociali
SUPERVISIOEN PROFESSIONALE = processo di supporto alla globalità dell’intervento
professionale dell’A.S., cioè accompagnamento in un processo di pensiero e
rivisitazione dell’azione professionale in quanto strumento per sostenere e
promuovere l’operatività complessa.
Oggetto: connesso agli aspetti metodologici, valoriali, relazionali, deontologici
Obiettivo: migliorare la qualità professionale delle prassi dell’A.S. non possono
entrare nella riflessione anche aspetti propri del rapporto tra assistente sociale
e ente con l’obiettivo di orientare verso possibili cambiamenti e miglioramenti
sulle criticità emerse
Figura deputata: solo assistenti sociali formali a tale compito che non abbiano
con l’A.S. in supervisione un rapporto di superiorità gerarchica in quanto la
relazione di supervisione deve essere un sostegno e non un giudizio
SUPERVISIONE NEL SERVIZIO SOCIALE E IN AMBITO PSICOLOGICO
Analogia figura del supervisore che in entrambi i contesti professionali deve essere
un professionista omologo riconosciuto come esperto.
Differenze oggetto:
- In psicologica: l’attività psicoterapeuta è un sistema curativo delle sofferenze
psichiche basato sull’uso dei mezzi psicologici
- Nella supervisione di S.S.: l’oggetto è dato dalle pratiche professionali messe in atto
dagli assistenti sociali = riflessione sul procedimento professionale degli operatori sul
piano metodologico, valoriale, deontologico, relazionale e il gruppo assume un ruolo
importante affinché ciò sia possibile.
Il supervisore non ha il compito di dare le risposte ma di facilitare la lettura da
differenti angolature da parte dei membri del gruppo professionale stesso.
L’analisi delle situazioni nel contesto allargato è orientata a evidenziare il pensiero
verso il futuro cioè ciò che guida l’A.S. all’azione. (NO orientamento diagnostico e
psicoterapeuta).
Emozioni si fanno emergere per poter leggere le rappresentazioni degli A.S. rispetto
alle tematiche trattate. Resistenze, ansie, senso di insensatezza, imbarazzo sono
emozioni che danno informazioni importanti in quanto forniscono elementi conoscitivi
non su ciò che guardiamo ma su come guardiamo e ci dicono qualcosa sulle cornici
sociali e culturali che usiamo per interpretare il mondo (Sclavi).
Obiettivo: aumentare la consapevolezza di sé e del proprio repertorio relazionale per
rinforzare la competenza sul piano professionale piano metodologico.
Differenza diversa finalizzazione del lavoro di riflessione condotto nel contesto della
supervisione che deriva dalla diversa azione professionale delle 2 figure.
Obiettivo dello psicologo e/o psicoterapeuta = promuovere nella persona una
conoscenza più approfondita dei propri meccanismi psichici che influiscono sul suo
comportamento aiutandola a raggiungere un equilibrio più adeguato.
Obiettivo dell’assistente sociale = ricercare insieme alla persona le possibili strategie
di miglioramento della situazione problematica che questa vive.
SUPERVISIONE COME PROCESSO DI CONOSCENZA E RICERCA
AUTORIFLESSIONE E AUTOVALUTAZIONE
Oggi il S.S. si trova di fronte a una realtà sociale instabile a bisogni qualitativamente
sempre più diversificati. Questa complessità richiede l’attivazione di pratiche riflessive
sul proprio agire professionale: occasione e strumento per leggere situazioni che si
presentano come sempre più articolate e indefinite + per interrogarsi sulle azioni
professionali messe in atto e sulla loro efficacia e capacità di fronteggiare il disagio e
produrre cambiamento.
Gli ostacoli sono legati alla dimensione del tempo cioè la difficoltà di trovare tempo e
spazio di pensiero per l’analisi dell’esperienza da parte degli operatori immersi nella
complessa realtà dei servizi (emergenza continua).
PROCESSO CONOSCITIVO E FORMATIVO
La supervisione attiene alla formazione in quanto strumento della crescita
professionale e occasione di stimolo per uno sviluppo della cultura professionale.
Tema del rapporto tra teoria e pratica Schon ha esplorato il tema della conoscenza
professionale ma ha evidenziato dei limiti quando questa conoscenza viene acquisita
con i metodi tradizionale (formazione accademico-universitaria) e secondo un’idea di
competenza professionale come soluzione di problemi fondata semplicemente
sull’applicazione di una teoria scientifica rigorosa e di tecniche consolidate.
I professionisti riflettono sul proprio conoscere nella pratica (ripensano a un progetto di
cui sono occupati, a una situazione che hanno vissuto ed esplorano le capacità di
comprensione che hanno utilizzato nel trattamento del caso) ma ciò che rende la
riflessione nel corso dell’azione generativa di una teoria è la sorpresa, lo spiazzamento
che l’operatore prova quando è bloccato in una situazione problematica che non riesce
a trasformare in un problema trattabile il professionista quindi fa un esperimento
che serve a generare una nuova comprensione dei fenomeni e un cambiamento della
situazione.
Schon ha una distinzione tra riflessione sull’azione e riflessione nel corso dell’azione.
La riflessione sull’azione, intesa come riflessione attraverso cui i professionisti arrivano
ad associare le situazioni già affrontate, permette di intravedere una connessione con
ciò che avviene nei contesti di supervisione.
È utile anche la distinzione di F. Olivetti Manoukain tra pratica ed esperienza secondo
la quale nella pratica è dominante la dimensione dell’azione, del fare realizzativo
mentre l’esperienza è caratterizzata dal riflettere su ciò che si fa che può sviluppare
nuovi percorsi di ricerca.
RICERCA
Per comprendere il valore di strumento per la crescita della competenza e della cultura
professionale del S.S. è opportuno fare un altro passaggio che può permettere alla
supervisione di essere un ponte tra la prassi professionale e la ricerca di e sul servizio
sociale.
Quale ricerca può alimentarsi nella supervisione di servizio sociale?
Nel contesto italiano non si è sviluppata abbastanza la riflessione sulle potenzialità di
produzione di sapere che possono scaturire da una congiunzione tra pratiche
professionali e ricerca e sul senso e la qualità di questo rapporto.
allargare lo sguardo a livello internazionale: le linee di pensiero e di
approfondimento e documentazione si sono orientate su 2 filoni di ricerca di e sul
servizio sociale:
1) Evidence-based pratice
2) Practice research
Entrambe pongono l’attenzione al rapporto tra pratiche di S.S. e ricerca ma sono
divise su oggetti di studio e lavoro: evidenza scientifica la prima e pratiche la seconda
ma la practice research offre materiale più utile alla riflessione.
È da percorsi di supervisione che possono nascere punti di domanda, sollecitazioni e
spunti per la ricerca su temi che emergono come nodi critici, rispetto ai quali
l’approccio della Practice research può avvalorare la tesi che a supervisione permette
il superamento del distacco tra teoria e pratica, produce sapere professi